mercoledì 23 dicembre 2015

MamigalberI 2015

E' sempre lo stesso albero, anche se ogni anno cambia un po' faccia.
L'anno scorso era tutto oro e bianco.
L'anno prima era tutto ricami.
Il 2013 lo voleva solo con cuori e cristalli di neve all'uncinetto.
Andando indietro coi ricordi... l'ho avuto solo con cuori, multicolore, solo con palline patchwork, e avanti così.
Quest'anno si cambia stile. Non avendo voglia di stare a discutere con un Power che improvvisamente si è fissato in testa di aiutare (i soliti dieci minuti di rigore) ma anche di dare indicazioni sul come farlo (e già ci discuto ogni giorno per millemila altri motivi, per l'albero per favore no), ho adottato lo stile "Tuttofabrodo", termine che sintetizza la richiesta formulata in questo modo: "mamma mettici tutto quello che c'è che è più bello".
Facile da farsi, le istruzioni (per chi avesse lo stomaco di riprodurlo) sono brevi:
-montare il catafalco seguendo le istruzioni ormai imparate a memoria (l'albero è decennale...)
-aprire lo scatolo delle decorazioni
-alzarlo con entrambe le braccia
-portarlo sopra alla punta dell'albero
-capovolgerlo
Fine.

Così è e così rimane.
Il colpo d'occhio è abominevole, la foto (luce orribile in casa per fotografare, e questa ne è l'apoteosi) enfatizza maggiormente l'impatto. Ma c'è da dire che guardandolo dal vivo da vicino si possono posare gli occhi su tantissimi particolari tutti diversi, fiocchi rossi e sfere di carta dorata a parte, e a me ogni decorazione racconta qualcosa, dato che una parte l'ho fatta io da zero e una parte proviene dalle mani di tante amiche lontane. Tutto sommato pare quasi di avere compagnia in casa.

E "per me" ho allestito il primo "secondo alberello" di questa casa, in dimensioni MIE e in gusto MIO, e guai a chi me lo tocca. E' stato posizionato in ingresso. La scusa ufficiale è quella di dare un tocco "Christmas" anche in quella stanza, quella vera è che non volevo tenere nascoste fino al prossimo anno le decorazioni me-made che preferisco (sull'albero grande proprio non ci stavano, e lo dico fuori dai denti, meritano un posto in cui le si veda e non le si confonda, al diavolo la modestia).
Il bailamme che lo circonda è dovuto al fatto che il Power sta facendo i compiti sullo stesso tavolo.
Andiamo avanti con i soliti preparativi, con i soliti programmi culinari, con le solite discussioni che non dovrebbero esserci ma che ci sono (come in ogni famiglia che si rispetti), con la solita retorica del "a Natale si dovrebbe e non si dovrebbe"... il solito blablabla sterile sul social, vis-à-vis e davanti allo specchio. Chiacchiere.
Come al solito passerò metà mattina ai fornelli, si andrà in chiesa, passeremo a trovare la nonnina che abita dietro casa nostra per gli auguri (e questo è un appuntamento a cui non rinuncerei mai e poi mai, cascasse il mondo), un salto dall'altra vicina di casa come ogni anno, e come ogni anno da qualche anno in qua si andrà da mia madre, e anche senza giocare a tombola come fanno tante famiglie, si starà insieme. Lo abbiamo fatto il Natale dell'anno in cui i miei si sono separati e le cose andavano male per non dire peggio, lo abbiamo fatto l'anno in cui il giorno della vigilia io ero nella Big City a fare radioterapia e lo stesso giorno mamma stava nella Little City a fare chemioterapia, lo abbiamo fatto l'anno in cui due settimane prima di Natale la mamma si è rotta una gamba e la vigilia il Gatto Alfa si è strappato il tendine del braccio destro (una comica per metterli a tavola... non si sapeva come incastrarli), lo faremo anche quest'anno in cui i pensieri che abbiamo per la testa (io per dei motivi, l'omo per altri distanti milioni di chilometri dai miei) non sono, purtroppo, i migliori. Ma saremo insieme.

Ma quest'anno canterò alla Messa solenne del giorno di Natale con il coro, e sto aspettando questa cosa con gioia, per più di una ragione.

Auguri di cuore.

venerdì 11 dicembre 2015

Di strade, di gelo e di conquiste

E' arrivato l'inverno (nessuno se ne era accorto, vero?), e questa cosa mi fa felice. Perchè è tempo di stare acciambellati davanti alla stufa accesa
con la tisana calda in mano,

il silenzio, la partita a Candy Crush spappolata sul divano, lana e cotoni a portata di zampe, plaid, eccetera eccetera.
Però questo è stato anche un periodo di strade percorse. Non solo per le visite, per fortuna (che non sono ancora finite, tra l'altro), ma anche per due nuove esperienze piacevoli.
La prima: l'Hobby Show di Pordenone di metà novembre. Dicono che era piccola come fiera, ma calcolando che in Regione non ne hanno mai fatte altre del genere, credo che in quel "piccola" si sia riversato tutto il Friuli femminile, e parte del Veneto. A me è piaciuta. Se non altro perchè i miei uomini (che mi hanno accompagnato, solo e semplicemente perchè io a Pordenone non saprei come girarmi, e ho approfittato di un paziente servizio Taxi) mi hanno "mollata" libera di scorrazzare qui e là a mio piacimento senza sbuffare (il che è tutto dire).
La verità? Ho visto molto poco rispetto a quanto offerto. Era domenica mattina, c'era una massa di gente da paura, fermarsi ad ogni banco era impossibile perchè la folla trascinava via. Peccato. La prossima volta (perchè spero che ci sia) sarà da tentare il venerdì o il sabato.

La seconda: il mercatino. Non visto (o almeno, non solo visto) ma fatto.
Ne ho accennato nel post precedente. E' capitato che circa un mese fa o poco più la mamma del Gi sia arrivata a casa mia per riprendersi il pollo, e mi abbia buttato lì la proposta: "mi hanno chiesto di partecipare, è la prima volta in quel paese, vorrei dire di si, ma da sola non so, non mi va, sono timida... ci staresti a farlo con me?". Mi sono presa tre giorni per pensarci (tutto il giorno fuori al freddo... l'ansia... ma poi le mie cose piaceranno? Ha senso?), e poi ho detto di si solo per un motivo: la sfida. Qualche giorno prima ho detto con convinzione a una persona che le occasioni della vita vanno prese. Dare consigli e non seguirli in prima persona non è molto coerente. E mi sono detta "si, vado, se non tutto viene per caso prendiamo questa palla al balzo e saliamo su questa giostra, vediamo dove porta. Non sarà una passeggiata per il mio coraggio, ma se non provo non saprò mai se sono in grado".
Ho lavorato per un mese: dato il pochissimo tempo a disposizione per organizzarmi, ho scelto di preparare una varietà di oggetti molto contenuta, relativamente veloce da fare e che so essere già piaciuta a più di qualcuno, usando progetti che comunque stavo realizzando per i pensierini natalizi ad amiche e cugine lontane come faccio ogni anno. Ho dato vita a cose colorate: gufi, angeli, campanelle, e a dispetto del libro digitale che ormai la fa da padrone... segnalibri.


Ho stirato, inamidato, confezionato, decorato con nastrini, ideato e stampato bigliettini da visita, ho comprato il mio primo blocchetto di ricevute, abbiamo fatto una prova di allestimento in casa mia con i miei oggetti e quelli della mia amica (che realizza cose ad uncinetto completamente diverse dalle mie: borse e bijoux) per tutto un pomeriggio.
Sabato sera abbiamo caricato le macchine, e il mattino di domenica dopo essermi vestita a strati come se dovessi partire per l'Himalaya sono partita. Il Gatto Alfa ha contribuito ad allestire gazebo e impianto di illuminazione, per il resto ci siamo rimboccate le maniche e via (in foto ho il riflesso sugli occhiali... brrrrr... che orrore...).
E' andata... gelida. Il paesino che ci ha ospitato è davvero piccolo (settecento anime...), e infatti mi sono trovata a pensare che fare i mercatini deve essere una moda, dato che quest'anno pare che i mercatini natalizi siano stati organizzati praticamente ovunque. Gente ce n'era davvero poca, come poche sono state le vendite (per noi ma anche per gli altri, da quel che ho visto). Il mio migliore amico per quel giorno, a parte la mamma del Gi che ho scoperto (nonostante la notevole differenza di età, lei è molto più giovane) essere una persona con cui lego, è stato il thermos di tisana di malva bollente preparato al mattino, rimasto bello caldo fino a sera.
Però...
Però ci sono stata dall'inizio alla fine. E per una ansiosa come me è un traguardo. Non solo: ci sono stata volentieri, mi sono divertita tanto, ho riso tanto, ho fatto una cosa che ha coinvolto tutto quanto di positivo potevo tirar fuori, da quello che so fare a quello che ero tanti anni fa e ancora posso essere, adesso che il Power è grande e sono un po' più grande anch'io. Insomma, non ci ho recuperato le spese, ma per quel che mi riguarda ci ho guadagnato eccome. Niente ci vieta (e spero che se ne riparli) di ripetere l'anno prossimo nel paese dove viviamo entrambe, più grande e con più giro di gente.