lunedì 27 agosto 2012

Buoni auspici

La meraviglia di ieri sera, sotto un cielo giallissimo che faceva una macabra impressione (click sulle foto per vederle ingrandite).
Se si osserva attentamente la prima foto, ci si accorge che in realtà gli arcobaleni sono ben due, non uno.
Peccato non essere riuscita a fotografarlo per intero: fuori pioveva ancora a dirotto, e mi sono dovuta accontentare di ammirarlo dalla finestra della cameretta.
Che sia di buon auspicio per un'amica che domani darà un calcio nel sedere alla sua "faccenda".

Work in progress

Il primo dei due centri rotondi sta prendendo forma più velocemente del solito.



Non male dai. Ne manca solo un terzo.

sabato 25 agosto 2012

Sproloqui - buono a sapersi

In fondo al vialetto, interno giorno, fine pranzo, Power e Mamigà guardano la tv.
Il Power si alza e inizia ad armeggiare.

-Mamma, ho messo il piatto vuoto sul lavandino.
-Bene.
-I bicchieri vanno dentro vero?
-Si.
-Posso rimettere nel cassetto anche il tuo tovagliolo o aspetto che hai bevuto il caffè?
-Fai, fai.
-Lo zucchero? Vuoi che te lo metta io?
-Mmmmgno, mi arrangio. Ma tutte queste gentilezze mi preoccupano sai?
-Posso mettere via il barattolo dello zucchero? Lo chiudo? Hai fatto?
-No, lascialo qui, che non ho ancora assaggiato il caffè. Ma si può sapere cosa caspita hai?
-E' che... no... è che questo programma mi fa questo effetto strano...

Stavamo guardando Realtime, davano Jo Frost... (link)


Aggiornamento delle 21.45: nel tentativo di addormentarsi, un quarto d'ora fa ha fatto una breve riapparsa sulle scale. Ha voluto assicurarsi che la mia colazione, domattina, preveda il caffè, che me lo preparerà a regola d'arte. No, dico, mi registro le puntate e gliele trasmetto durante il sonno, chissà che non passi attraverso l'inconscio... 

venerdì 24 agosto 2012

Finiti ed iniziati!

Nonostante il caldo ho terminato a tempo di record la Christmas Visit! Ed eccola, in tutte le sue sfumature di grigio!



Come praticamente faccio sempre ho modificato qualche particolare, in questo caso ho usato una unica perlina per un orecchino che sullo schema non c'era...



...e ho sostituito il nero per il disegno a punto scritto sulla stola, con uno splendido grigio metallizzato



Che soddisfazione!

Ma il titolo richiama anche un inizio, e infatti ho tirato fuori una rivista dallo scatolone per darmi all'uncinetto. Il progetto è questo



Si tratta di due centri rotondi e uno ovale, vorrei usarli per sostituire quelli che ho in camera su comodini e comò (che mi sono stati regalati tanti anni fa, e che mi sono stancata di vedere). Piano piano, come sempre.

Due anni di libertà

Nel mio cancralendario oggi è un giorno importantissimo. Oggi è il mio secondo-secondo compleanno.

E' quella piccola, apparentemente insignificante scadenza che segna il tempo che passa, il conto alla rovescia che in sordina ogni ex malato di cancro fa, senza dirlo troppo forte per una sorta di scaramanzia forse, o perchè è consapevole che in realtà è importante solo per lui, e spiegarlo ad altri è, oltre che complicato, perfettamente inutile. Ma noi lo si ricorda eccome.

Sono esattamente due anni, per me, di libertà dalla malattia. Due anni fa entravo in sala operatoria. Con pochissimi capelli, gonfiata di cortisone, maltrattata dalla chemioterapia, e tanta, tantissima paura. Ne uscivo dopo tre ore, libera.

Due anni su uno spauracchio di cinque, che mia madre descrive dall'alto della sua quinta elementare con l'espressione "se ti superi i sinque ani no te mori più". Di tumore, ovviamente, perchè Highlander non esiste. E per quanto l'espressione sia moooooolto contestabile, effettivamente tanto dura lo spauracchio.



Insomma, oggi mi concedo la gioia di festeggiare un po' di più la vita, la mia vita, con una difficoltà enorme nel descrivere con le parole come mi ci sento oggi, ma con la consapevolezza di non averla mai così tanto amata quanto l'ho amata in questi ultimi due anni.


Due anni di libertà

Nel mio cancralendario oggi è un giorno importantissimo. Oggi è il mio secondo-secondo compleanno.
E' quella piccola, apparentemente insignificante scadenza che segna il tempo che passa, il conto alla rovescia che in sordina ogni ex malato di cancro fa, senza dirlo troppo forte per una sorta di scaramanzia forse, o perchè è consapevole che in realtà è importante solo per lui, e spiegarlo ad altri è, oltre che complicato, perfettamente inutile. Ma noi lo si ricorda eccome.
Sono esattamente due anni, per me, di libertà dalla malattia. Due anni fa entravo in sala operatoria. Con pochissimi capelli, gonfiata di cortisone, maltrattata dalla chemioterapia, e tanta, tantissima paura. Ne uscivo dopo tre ore, libera.
Due anni su uno spauracchio di cinque, che mia madre descrive dall'alto della sua quinta elementare con l'espressione "se ti superi i sinque ani no te mori più". Di tumore, ovviamente, perchè Highlander non esiste. E per quanto l'espressione sia moooooolto contestabile, effettivamente tanto dura lo spauracchio.


Insomma, oggi mi concedo la gioia di festeggiare un po' di più la vita, la mia vita, con una difficoltà enorme nel descrivere con le parole come mi ci sento oggi, ma con la consapevolezza di non averla mai così tanto amata quanto l'ho amata in questi ultimi due anni.

mercoledì 22 agosto 2012

Bai Jia Bei


Si narra che l’imperatrice cinese Tzu Shi, sapendo di doversi
separare dal suo bambino erede al trono, volesse fare di tutto per
proteggerlo dalle insidie del mondo. Chiese quindi al capo di ognuna
delle cento più grandi famiglie dell’Impero un rotolo di seta e ordinò
ai sarti di tagliare cento piccoli pezzi di queste stoffe e fare con
questi un abito per il neonato. In questo modo il bambino avrebbe avuto
la simbolica protezione delle cento nobili famiglie e sarebbe stato
difeso dal male.

Il Bai Jia Bei è diffuso ancora oggi nelle
campagne cinesi, ma è diventato un modo per dare il benvenuto ai bambini
nelle famiglie di tutto il mondo, soprattutto a quelli adottati,
trascendendo limiti di spazio e tempo.

Per accogliere un bimbo
che arriva, si prepara una coperta che lo riscaldi e lo protegga e che
possa tenere con sé per tutta la sua vita e lasciare a sua volta ai
propri figli. Per fare questa coperta, si devono avere da cento diverse
persone cento riquadri di stoffa, di 25cmx25cm. Ogni riquadro deve
essere accompagnato da un pezzetto di stoffa più piccolo, allegato ad un
biglietto di auguri per il nuovo arrivato, così che si conoscano i
mittenti dei vari pezzi di stoffa, i loro pensieri affettuosi e magari
le motivazioni che hanno spinto alla scelta di una stoffa piuttosto che
di un’altra.

In questo modo quando il bimbo arriva a casa (in
qualunque modo sia arrivato) è già circondato di buoni sentimenti,
avvolto nella copertina fatta grazie all’amore di chi lo ha voluto
salutare regalandogli un pezzetto di stoffa magari intrisa di ricordi e
con una raccolta di cento biglietti più dolci di tante fiabe. E le
persone che vogliono testimoniare il loro affetto, possono essere
davvero tante… parenti, amici, sconosciuti che hanno vissuto simili
storie di adozione, famiglie a cui fare lo stesso regalo… 




Non sapevo si chiamasse così, nonostante non sia la prima che faccio assieme ad altre bravissime ricamine (15 e non cento come la storia, ma ovviamente è il concetto che vale). Finalmente posso mostrarla, finita a febbraio e consegnata (per motivi logistici) solo un paio di settimane fa alla destinataria





 che è LAURA :-)



Questo è il mio ricamo











E questo è un particolare della rifinitura, anzichè imbottirla ho pensato di foderarla con del morbidissimo pile color panna



E spero che rimanga un bel ricordo per la sua mamma e per la Iaia, che per me lo sarà sicuramente, come lo è ogni lavoro a più mani a cui do il mio contributo :-)







martedì 21 agosto 2012

Sproloqui - soluzioni

-Mamma, io non mi sposerò mai.
-Ti innamorerai prima o poi, come tutti a questo mondo, poi sposarti o non sposarti lo deciderai quella volta.
-No, io se trovo una ragazza che mi piace la uccido.
-Huh? E perchè dovresti?
-Risolvo il problema prima di averlo.
-Ah, certo, ovvio... -.-

domenica 19 agosto 2012

Fagianelle, scoiattoli e volpi

Sembra un sentiero qualunque, ed in effetti lo è un sentiero qualunque
Ma più in particolare è un sentiero che appartiene alla zona dove vivo, un itinerario ciclabile lungo non più di tre o quattro chilometri che serpeggia tra campi, boschetti e parco fluviale, passa davanti a un antico mulino abbandonato e una capanna da birdwatching. Per raggiungerlo ce n'è da fare altri tre o quattro di km da casa mia, ma quasi tutti su pista ciclabile, quindi si fanno senza difficoltà. Ieri sera sono riuscita finalmente a percorrerlo, imbustata e munita di cellulare per fotografare qualcosa, in meno di un'ora tra le sette e le otto. Ho anche incrociato esemplari di fauna locale: fagianelle, uno scoiattolo, una volpe (stupenda!) e un pescatore in... motorino.

Oggi pago, ho la schiena a pezzi: la strada bianca non è la cosa più raccomandabile a poco più di tre mesi da quando ci hanno messo mano e bisturi. Ma avevo tanta voglia di immergermi nel silenzio e nel verde, pensando che è forse l'unica nota positiva di queste mie tanto odiate estati. E ho fatto decisamente bene, perchè sembra che il profumo del sottobosco alleggerisca il respiro e l'anima.

mercoledì 15 agosto 2012

Riciclo custodie CD - ferragosto produttivo!

Il ferragosto casalingo ha prodotto un oggetto riciclato (click sulle foto per vederle ingrandite)



Ed è un riciclo doppio, perchè all'interno delle finestrelle ho posizionato delle vecchie cartoline tagliate a misura



Peccato solo che le mie custodie fossero un po' diverse da quelle del video da cui ho tratto le istruzioni, infatti non è stato possibile coprire i lati esterni, perchè aperti. Ma il risultato non mi dispiace.

E' diventato un...



...portapennarelli per mio figlio. Che peraltro non ama colorare, ma la scuola lo pretende, e bisogna farlo. Tra l'altro, nel dividere quelli buoni da quelli ormai inservibili, ne sono saltati fuori una montaaaaaaagna!

Ah, il video che ho seguito è questo



E' stato registrato in inglese, ma le immagini sono talmente chiare che si riesce a capire anche con l'audio spento.

Carino, no? Tanto già so che andranno a finire tutti nel cestino perchè seccati, anzichè consumati... :/


martedì 7 agosto 2012

P.M.

E' difficile per me parlare di questa persona, perchè le volevo molto bene. E quando si ama profondamente una persona (nel senso di amore platonico, ma profondo) e questa persona viene a mancare, anche dopo tanti anni non è semplice descriverla senza sapere di essere "di parte", senza sapere quindi di ricordarla con molto poca obiettività.
Ma tant'è. Ieri e oggi ne ho sentito la mancanza in maniera particolare. Ho pianto ancora per la sua assenza, e per il mio egoismo nel desiderarne ancora la vicinanza.
Nel mio passato remoto (parlo di quando ero adolescente) conoscevo un frate. Era un uomo che credo avesse centrato in pieno la sua vocazione nella vita, perchè al di là di quello che faceva o che diceva, lo faceva e lo diceva con una chiarezza in volto e una limpidezza dei gesti che lasciavano immaginare che il saio gli fosse stato cucito addosso quando era ancora in fasce. Per qualche anno gli ho affidato i miei pensieri di adolescente, in quella mia adolescenza così particolare e diversa da quella della maggior parte dei miei amici dell'epoca. Gli ho messo tra le mani cose che non avrei detto a nessun altro, perchè nessun altro meritava la mia fiducia come mi ha dimostrato di meritarla lui. Lui non giudicava. Mai. Non una volta mi ha fatto sentire in imbarazzo, non una volta mi sono pentita di essermi rivolta a lui per un motivo qualsiasi. E non una volta ha avuto per me parole di rimprovero o di stizza.

Accadeva venticinque anni fa.
Diciannove anni fa, il cinque di agosto, la malattia gli ha fatto attraversare il ponte che da qui porta all'infinito. Di lui conservo non solo il ricordo e tante lettere, ma soprattutto la certezza che il Bene esiste davvero, in qualche angolo del mondo e del cuore.

Ci sono cose che si possono dire, e altre no. E quando queste cose fanno molto male, fanno male il doppio se, al solo pensiero di rivelarle, ci si sente giudicati, se non dagli altri almeno da noi stessi.
Ecco, oggi lui mi manca proprio per questo. Mi manca perchè anche se ho trentanove anni e non più quindici, in alcuni giorni il peso da portare è decisamente troppo pesante per me sola, e sento il  bisogno di un aiuto almeno per un piccolo tratto di strada, qualcuno che mi regga la torcia nel buio mentre ho entrambe le mani impegnate a sorreggere il bagaglio lungo la strada, ma questo aiuto non c'è. Non c'è perchè ho paura del giudizio, perchè non è giusto gettare addosso a qualcuno il proprio magone con quella che "poi ti senti meglio", non c'è perchè aprirsi a qualcuno richiede una fiducia da entrambe le parti che non si acquista al distributore all'angolo della strada. Non c'è perchè un affetto tanto grande da poter raccogliere il bene ed il male ad occhi chiusi è una cosa che capita poche volte nella vita, e comunque non capita mai perchè lo si è andato a cercare, ma perchè si è disposti a riceverlo da ovunque esso arrivi. Come è arrivato nella mia vita P.M. venticinque anni fa.
Qualcuno lo chiama Amicizia. E le mie Amiche, oggi, quelle a cui posso raccontare la cosa più imbarazzante che si sia sentita dall'inizio dei tempi che se mai gli viene da ridere (o da picchiarmi, a seconda) si guardano bene dal farmi sentire un peciotto perchè sanno che ne soffrirei il doppio sono lontane, e le conto sulle dita di una sola mano (e avanzano anche un paio di dita).
Ecco, oggi Mamigà è questo, e prende fiato come può, con i mezzi che ha a disposizione come fanno tutti, sentendo per un solo momento tutto il dolore che la nostalgia fa esplodere dentro, perchè a volte proprio non se ne può fare a meno.



Superlativo

E mentre stamattina risistemavo il telo sul gazebo scansando uno sciame di zanzare come fosse un esercizio ginnico, il Power tornò a casa dopo una notte trascorsa a casa della nonna con una rosa in mano (rubata dal suo giardino) esclamando "mammerrima, sei bellerrima".
Stupendo.
Rimane l'interrogativo su quando mio figlio abbia imparato ad usare il superlativo assoluto (e dubito che sia successo a scuola).

Finito!

Ed ecco il mio rotolo portalavori finito! (click sulle foto per vederle ingrandite)





Aperto...



... e il particolare, per fortuna avevo un pezzo di pizzo sangallo avanzato da non ricordo che altro lavoro, lungo a sufficienza ^_^



Questo "caramellone" è destinato a raccogliere i lavori ad uncinetto in attesa di destinazione, confezionarlo è stato un lavoro talmente veloce e piacevole che sto pensando di farne uno uguale (con disegno diverso) per i quadri a punto croce (che attualmente sono avvolti solo in una striscia di cotone bianco).

giovedì 2 agosto 2012

Il Power e il problema

Il problema: il compito del libro per le vacanze, pagina sessantaquattro, ci sono sei frasi inventate da scrivere che contengano sei determinate parole accentate (così, perchè, più...).
La mia posizione rispetto al problema: non ne voglio sapere, è noiosissimo, oltretutto c'è da scrivere e a me scrivere proprio non piace, che mi venga la peggiore dissenteria della storia, che mi tolgano il computer per una settimana, ma scrivere no, men che meno in corsivo (al rogo chi lo ha inventato).
La mia proposta per risolverlo: intavolo una delle mie scene madri presa dal repertorio (ormai fornitissimo), rischiaro la voce e la espello nel più fastidioso dei modi, qualche saltello per enfatizzare la cosa, passaggio breve al bagno per fingere di volermi nascondere, fingo di ignorare che la mamma fa finta di ignorarmi, certo di andare dritto a centrare l'obiettivo: passare all'esercizio successivo perchè papà dorme e la mamma spera di evitare di svegliarlo per causa mia.

La proposta della mamma: provarci, magari assieme, a fare l'esercizio.
La tesi che sostiene: il maestro di judo ripete sempre che la parola "noncelafaccio" non esiste se preceduta da un numero di tentativi pari a zero, e - conditio sine qua non - se non è seguita almeno da un "aiutami o insegnami". Quindi, se ci provi hai metà delle possibilità di farcela e altrettante di non farcela, ma se non ci provi hai già fallito.

La mia soluzione: lasciare Judo. Il maestro dice troppe verità scomode, rovinando tutti i miei piani. -.-