mercoledì 19 febbraio 2014

Piccolo snervo extra (qualcuno me le tira fuori di bocca però...)

Vi avviso.
Se c'è una cosa che mi fa tirar fuori le zanne senza pensarci nemmeno una frazione di nanosecondo è quando un'altra madre (di solito basta che abbia il figlio di DUE anni più grande del mio, mica altro) si azzarda a dirmi "eh, questi non sono problemi, vedrai andando avanti quanti di più grossi te ne darà, IO NE SO QUALCOSA".
Oppure la classica frase "figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi".
Vi avviso, appunto: evitate di dirmi qualcosa del genere.
Le carceri sono sovraffollate, non ho i soldi per pagarmi un avvocato, e i lividi sulle nocche mi impediscono di usare agevolmente uncinetto ed ago da ricamo, che comunque eviterei di far infilare nelle arance dalle mie amiche perchè ne rovinano il gusto.

Madri tuttologhe del menga.

domenica 16 febbraio 2014

Merenda

(Dandogli la schiena in cucina, ore 16 più o meno)
-Power, cosa vuoi per merenda?
-Mmmmm... COSA OFFRE LA CASA?

Non sapevo di aver aperto un locale.

giovedì 13 febbraio 2014

La vita a volte è proprio strana...

FB è una diavoleria che, come tutti i luoghi virtuali e reali, ha del buono e del marcio. Ma ogni tanto riserva curiose sorprese.
Stasera ho ripreso contatto, dopo trent'anni, con quella che alle elementari era la mia amica del cuore.

Credevo di non avere più nulla da dirle, e invece in pochi minuti e in poche frasi (era tardi) è uscito l'improbabile. Non l'impossibile, proprio l'improbabile.
Venire a sapere, dopo tanto tempo, che dietro le porte delle nostre rispettive case succedevano esattamente le medesime orribili cose, che entrambe non ne parlavamo mai l'una con l'altra (e chi osava parlare di certe cose allora... a quell'età poi...) ma usavamo il tempo che ci vedeva assieme per portare la fantasia altrove, e che le nostre due famiglie hanno subìto il medesimo taglio contemporaneamente a distanza di poche settimane una dall'altra (ero venuta a conoscenza tanti anni fa della separazione dei suoi per una pura coincidenza attraverso una terza persona, ma non ne conoscevo nè i tempi nè le motivazioni), mi ha fatto venire i brividi.

La vita a volte è proprio strana.

domenica 9 febbraio 2014

Oziosamente davanti alla tv

C'è la pubblicità dei Baci.

-San Valentino.
-Eh.
-Mmm.
-Ma hai la morosa Power?
-No. Sono SINGLE.
-Ah. Ok.

giovedì 6 febbraio 2014

Sport

A causa del trasferimento a Tisanville del vecchio (va beh, nel senso di "primo") maestro di judo del Power, ed essendo Tisan decisamente scomodo per noi per fargli fare attività sportiva, dallo scorso settembre abbiamo iscritto il Power al Dojo della cittadina dove vivono i suoceri, a 12 km da qui ma più comoda per tutta una serie di motivi.
Questo Dojo ci piace molto: lo spirito della società sportiva che lo gestisce mira al divertimento dei bambini più che all'avanzamento di grado nello sport stesso, ed è esattamente quello che cercavamo per nostro figlio.
Il Power però non è l'allievo diligente, obbediente, serio e preciso. Lo sapete com'è. E sapete anche che ad un bambino come lui le cose le puoi spiegare, puoi cercare di insegnargliele con le buone e con le meno buone, ma il carattere è quello che è, e non puoi far diventare un mulo da soma un cavallo da corsa. Al massimo gli puoi indicare suppergiù il percorso che deve fare e dargli una motivazione sufficientemente valida per farlo, semprechè la accetti e la faccia sua, e non è detto.

Il Power è vivace. Il Power mette fantasia in quello che fa, anche andando contro le direttive della maestra (ha una maestra, qui). Il Power sovente disturba. Il Power protesta. Il Power a volte frena la lezione. Il Power è una bella gatta da pelare per l'insegnante, che però in un modo o nell'altro riesce sempre a rimetterlo al suo posto, non senza difficoltà. Una insegnante di judo che tu la guardi e vedi una ragazzina poco più che ventenne con la cintura nera addosso che le fa tre giri anzichè due da tanto è magra, alta solo una manciata di centimetri più del Power, e ti vien da pensare che è stata messa lì per sbaglio o per scherzo; ma che appena sale sul tatami e prende il comando dei ragazzini tira fuori un carisma e un'autorità che raramente ho visto in persone molto più adulte di lei. Giuro che quando mi capita di vederla riprendere la truppa per rimetterla in riga (arrivo sempre a prendere il Power qualche minuto prima della fine della lezione così mi diverto a guardare un po') mette in soggezione anche me. E non usa la frusta.

E vengo al dunque.
Pare che il padre di un ragazzino arrivato anch'esso da poco al Dojo con la cintura bianca da neofita e un judogi nuovo di pacca di quattro taglie più grande, padre tra l'altro a sua volta cintura nera di non so quale arte marziale, circa un mese fa sia andato a lamentarsi di mio figlio (!!!) con il responsabile delle attività (che è un collega del Gatto Alfa e un suo buon amico, è per questo che lo siamo venuti a sapere) chiedendo di allontanare il bambino (il Power!) perchè, udite udite, "quel bambino non permette a mio figlio di fare un allenamento serio e di apprendere i fondamenti delle arti marziali, frenandone l'avanzamento di cintura".
Immaginate come posso averla presa.
E immaginate come può averla presa questo signore (che per quel poco che ricordo di lui, avendolo visto una manciata di volte, mi era sembrato una personcina anche ammodo) quando si è sentito rispondere che "la società sportiva è aperta a tutti i bambini che vogliono divertirsi imparando qualcosa, nessuno escluso. NESSUNO. Questa è una regola sulla quale non intendiamo scendere a compromessi.".
Sottinteso, se non ti va bene quella è la porta.

Da un mese padre e figlio non si sono più visti. Il ragazzino è stato ritirato dal corso.

E io lo ammetto, sono una a cui sfuggono molte cose. Pensavo che questa mentalità esistesse solo nell'ambito del calcio, ma pare di no. Devono diventare tutti campioni. Devono andare tutti alle olimpiadi. Devono tutti arrivare sul podio. Devono tutti mirare al massimo.
C'è che vedete, sarà che io forse sono stata tirata su con cose completamente diverse per la testa e senza nessunissima ambizione, sarà che forse punto troppo poco sulle potenzialità fisiche del mio piccolo uomo (sbagliando, chissà...), ma proprio non riesco a comprendere come possa essere che nella testa di un padre (ma anche di una madre eh) si formi l'idea che un figlio debba soddisfare il proprio personale orgoglio arrivando a vette dove, forse, non è riuscito ad arrivare lui, calpestando tutto quello che trova lungo la strada e che non gli torna utile. Tutto ciò che non è perfetto.



domenica 2 febbraio 2014

Basita

-Ah, si, non ti chiedo come stai, l'ho letto su FB che stai poco bene da tre settimane.

Ah. Quindi sapevi che stavo male. E in tre settimane non ti sei sporcata a farti viva con un sms, una telefonata, un messaggio sul messenger, una email, un commento del cappero, un segnale di fumo, un ciaociao con la manina dalla finestra, una frase carina via telepatia, una cartolina postale, un messaggio spedito tramite piccione viaggiatore, una missiva tramite corriere a cavallo, un foglietto accartocciato su un sasso e fatto pervenire lanciandolo con una fionda.

Pheego. E' evidente che non ti interessa interagire con me in alcun modo, vuoi solo farti i fatti miei.

Nessun problema, ci mancherebbe. Prendo nota. Anzi, grazie, almeno so come regolarmi.