giovedì 31 luglio 2008

Il senso delle misure del papi

Abbiamo la piscina gonfiabile rotonda, diametro due metri e venti centimetri. Lo scorso anno abbiamo appurato che ci stiamo in quattro adulti più un bambino, un po' stretti ma quanto basta per rinfrescarci discretamente.
Stamattina Trippa e Papi sono stati al centro commerciale, e come sempre un regalino per il pupo ci è scappato: uno squalo gonfiabile del costo di cinque miseri neuri.
Peccato che il papi si sia accorto solo una volta arrivato a casa che il suddetto prodotto finto-ittico abbia una lunghezza pari a un metro e ottanta centimetri. Quindi, visto che possediamo una normalissima auto famigliare e non un pulmino, il pesce dovrà essere gonfiato all'arrivo alla spiaggia quando ci si tornerà, sempre che ci si ricordi di portare la pompa per gonfiarlo (sorvoliamo sull'ipotesi del farlo a fiato, per carità divina). MA.
Al papi viene una bella idea: usiamolo anche in piscina! Due metri e venti meno un metro e ottanta fanno quaranta centimetri, lo spazio per le persone c'è giusto? Certo, peccato che abbia dimenticato la larghezza delle pinne...
Risultato: oggi pomeriggio in piscina ci sono ovviamente Power Ranger bello contento sul suo squalo (anzi, delfino, perchè ha sentenziato che gli squali sono sempre arrabbiati, e questo pesce ride quindi è un delfino), Papigà a riempire il resto della piscina, e Mamigà... beh Mamigà aspetta che si siano divertiti a sufficienza, stancati a dovere, escano dalla  pozza per entrarci lei. A rilassarsi prima della battaglia finale per la cena. Anche perchè non saprebbe proprio come infilarsi lì dentro...
Perchè diciamolo, va bene che rispetto alla scorsa estate ho quindici chili in meno di ciccia addosso, ma siamo seri, a tutto c'è un limite tranne che al senso delle proporzioni di Papigà...

Il senso delle misure del papi

Abbiamo la piscina gonfiabile rotonda, diametro due metri e venti centimetri. Lo scorso anno abbiamo appurato che ci stiamo in quattro adulti più un bambino, un po' stretti ma quanto basta per rinfrescarci discretamente.
Stamattina Trippa e Papi sono stati al centro commerciale, e come sempre un regalino per il pupo ci è scappato: uno squalo gonfiabile del costo di cinque miseri neuri.
Peccato che il papi si sia accorto solo una volta arrivato a casa che il suddetto prodotto finto-ittico abbia una lunghezza pari a un metro e ottanta centimetri. Quindi, visto che possediamo una normalissima auto famigliare e non un pulmino, il pesce dovrà essere gonfiato all'arrivo alla spiaggia quando ci si tornerà, sempre che ci si ricordi di portare la pompa per gonfiarlo (sorvoliamo sull'ipotesi del farlo a fiato, per carità divina). MA.
Al papi viene una bella idea: usiamolo anche in piscina! Due metri e venti meno un metro e ottanta fanno quaranta centimetri, lo spazio per le persone c'è giusto? Certo, peccato che abbia dimenticato la larghezza delle pinne...
Risultato: oggi pomeriggio in piscina ci sono ovviamente Power Ranger bello contento sul suo squalo (anzi, delfino, perchè ha sentenziato che gli squali sono sempre arrabbiati, e questo pesce ride quindi è un delfino), Papigà a riempire il resto della piscina, e Mamigà... beh Mamigà aspetta che si siano divertiti a sufficienza, stancati a dovere, escano dalla  pozza per entrarci lei. A rilassarsi prima della battaglia finale per la cena. Anche perchè non saprebbe proprio come infilarsi lì dentro...
Perchè diciamolo, va bene che rispetto alla scorsa estate ho quindici chili in meno di ciccia addosso, ma siamo seri, a tutto c'è un limite tranne che al senso delle proporzioni di Papigà...

mercoledì 30 luglio 2008

Gatteria d'assalto e alquanto truce

Siamo stati tutta la mattina al mare, tornati a casa verso l'una per evitare le ore peggiori quanto ad afa.
Alzo la persiana e lo spettacolo che mi si presenta ha dell'orrido: in giardino un tappeto di piume di piccione lungo due metri e largo uno circa, all'angolo sinistro un'ala e al centro parti anatomiche del "ei fu" piccione che non sto a descrivere perchè se per caso dovessi rileggere questo post in momenti non proprio rosei vomiterei.
Evidentemente durante la nostra assenza qualcuno ha lavorato per guadagnarsi le crocche quotidiane.
Però avrebbe anche potuto pulire santo cielo...


Gatteria d'assalto e alquanto truce

Siamo stati tutta la mattina al mare, tornati a casa verso l'una per evitare le ore peggiori quanto ad afa.
Alzo la persiana e lo spettacolo che mi si presenta ha dell'orrido: in giardino un tappeto di piume di piccione lungo due metri e largo uno circa, all'angolo sinistro un'ala e al centro parti anatomiche del "ei fu" piccione che non sto a descrivere perchè se per caso dovessi rileggere questo post in momenti non proprio rosei vomiterei.
Evidentemente durante la nostra assenza qualcuno ha lavorato per guadagnarsi le crocche quotidiane.
Però avrebbe anche potuto pulire santo cielo...


martedì 29 luglio 2008

Comunicato stampa in fondo al vialetto

Si comunica alla prole che l'ufficio tenerezze rimane
CHIUSO PER SCIOPERO

finchè non verrà ristabilito l'adeguato uso dei termini, dei toni di richiesta e della mole di proteste.
Si ribadisce altresì che, nell'eventualità si dovesse protrarre oltremodo l'uso della prepotenza per ottenere qualsivoglia cosa dalla scrivente, verrà ripristinato in maniera inderogabile il
METODO BATTIPANNI.

La suddetta scrivente si riserva di rivedere le condizioni succitate allo scadere del prossimo
15 settembre

data di reinizio della scuola materna.


Power Ranger avvisato, mezzo salvato.

Comunicato stampa in fondo al vialetto

Si comunica alla prole che l'ufficio tenerezze rimane
CHIUSO PER SCIOPERO

finchè non verrà ristabilito l'adeguato uso dei termini, dei toni di richiesta e della mole di proteste.
Si ribadisce altresì che, nell'eventualità si dovesse protrarre oltremodo l'uso della prepotenza per ottenere qualsivoglia cosa dalla scrivente, verrà ripristinato in maniera inderogabile il
METODO BATTIPANNI.

La suddetta scrivente si riserva di rivedere le condizioni succitate allo scadere del prossimo
15 settembre

data di reinizio della scuola materna.


Power Ranger avvisato, mezzo salvato.

Telefonate

Alle 21.30 di stasera squilla il telefono: è la mia vicina di casa, a sua sorella è nata la seconda bambina qualche giorno fa e oggi mamma e bimba sono state dimesse dall'ospedale. E...
-Ciao Mamigà, scusa l'ora... sono qui da mia sorella che ha un problema e la prima persona che mi è venuta in mente sei stata tu.
-... E... che è successo?
-Niente, mia sorella è piena di dolori, le sta venendo la montata lattea e ha urgente bisogno di un tiralatte manuale... sai con la prima non ne ha avuto bisogno ma stavolta è diverso... Non è che per caso hai ancora quello che usavi tu da prestarle?

Ora, non so cosa ho farfugliato quanto a risposta, sta di fatto che in tre o quattro secondi ho pensato una quantità di cose, che sono nell'ordine:

  • -Ommioddio devo tornare a prendere in mano quel coso? Ah si, calma, non è per me. Fiuuuuuuu!

  • -porcavacca deve togliere il latte.

  • -a quest'ora fa prima a venire qui che a cercare la farmacia di turno.

  • -oddio il marchingegno è lassù nella scatola celeste... e la scala... fuori... casetta... Papigà dorme... scatolone pesante... si ce la faccio.

  • -tiralatte! Urca spero che ci siano le istruzioni dentro alla scatola perchè chi cavolo si ricorda come si monta...

  • -Caxxxxo, Gabri si sta addormentando... se tiro giù tutto adesso si risveglia come un grillo e chi lo seda più?

  • -Ma chissenefrega, lo sederò, prima quella crista si toglie il latte e prima ne salta fuori.



Indi so di averle risposto qualcosa come "ti aspetto" , nel frattempo ho tirato giù tutto il catafalco, Gabri ovviamente si è risvegliato, ha voluto che gli spiegassi TUTTO il contenuto dello scatolone celeste (tutto l'armamentario  conservabile  possibile e immaginabile per bebè riposto lì da quattro anni, dai tiralatte ovviamente ai bibe in vetro, dal termometro per il bagnetto alla zanzariera per culla, dalla prima spazzola per capelli mai usata o quasi allo scaldabibe eccetera eccetera) e ho fatto uno sforzo mentale non da poco per cercare di non pensare all'inevitabile: ognuno di quegli aggeggi è stato usato nelle primissime, terribili, eterne settimane di vita del mio ometto. Mammasanta che settimane da incubo. Chiudi lo scatolo va là, chiudilo, è decisamente più divertente e consolante - quando ne abbiamo voglia - rivangare i "vecchi tempi" tirando fuori lo scatolo dei primi giochi, dei primi vestitini e l'album con le prime foto.
Però è bello sapere che anche la mia vicina si ricordi di quella lontana esperienza. E' evidente che quando mi diceva che di notte non si accorgeva dei pianti di Gabri per le poppate/coliche/fame cronica era una balla detta per non farmi pesare ulteriormente il tutto.
Ah, non l'ho ancora scritto, ma me lo voglio segnare perchè ogni bimbo che nasce mi rallegra tantissimo: il tiralatte lo sta usando la neomamma di un'altra piccola SOFIA, nata venerdì scorso.

Telefonate

Alle 21.30 di stasera squilla il telefono: è la mia vicina di casa, a sua sorella è nata la seconda bambina qualche giorno fa e oggi mamma e bimba sono state dimesse dall'ospedale. E...
-Ciao Mamigà, scusa l'ora... sono qui da mia sorella che ha un problema e la prima persona che mi è venuta in mente sei stata tu.
-... E... che è successo?
-Niente, mia sorella è piena di dolori, le sta venendo la montata lattea e ha urgente bisogno di un tiralatte manuale... sai con la prima non ne ha avuto bisogno ma stavolta è diverso... Non è che per caso hai ancora quello che usavi tu da prestarle?

Ora, non so cosa ho farfugliato quanto a risposta, sta di fatto che in tre o quattro secondi ho pensato una quantità di cose, che sono nell'ordine:

  • -Ommioddio devo tornare a prendere in mano quel coso? Ah si, calma, non è per me. Fiuuuuuuu!

  • -porcavacca deve togliere il latte.

  • -a quest'ora fa prima a venire qui che a cercare la farmacia di turno.

  • -oddio il marchingegno è lassù nella scatola celeste... e la scala... fuori... casetta... Papigà dorme... scatolone pesante... si ce la faccio.

  • -tiralatte! Urca spero che ci siano le istruzioni dentro alla scatola perchè chi cavolo si ricorda come si monta...

  • -Caxxxxo, Gabri si sta addormentando... se tiro giù tutto adesso si risveglia come un grillo e chi lo seda più?

  • -Ma chissenefrega, lo sederò, prima quella crista si toglie il latte e prima ne salta fuori.



Indi so di averle risposto qualcosa come "ti aspetto" , nel frattempo ho tirato giù tutto il catafalco, Gabri ovviamente si è risvegliato, ha voluto che gli spiegassi TUTTO il contenuto dello scatolone celeste (tutto l'armamentario  conservabile  possibile e immaginabile per bebè riposto lì da quattro anni, dai tiralatte ovviamente ai bibe in vetro, dal termometro per il bagnetto alla zanzariera per culla, dalla prima spazzola per capelli mai usata o quasi allo scaldabibe eccetera eccetera) e ho fatto uno sforzo mentale non da poco per cercare di non pensare all'inevitabile: ognuno di quegli aggeggi è stato usato nelle primissime, terribili, eterne settimane di vita del mio ometto. Mammasanta che settimane da incubo. Chiudi lo scatolo va là, chiudilo, è decisamente più divertente e consolante - quando ne abbiamo voglia - rivangare i "vecchi tempi" tirando fuori lo scatolo dei primi giochi, dei primi vestitini e l'album con le prime foto.
Però è bello sapere che anche la mia vicina si ricordi di quella lontana esperienza. E' evidente che quando mi diceva che di notte non si accorgeva dei pianti di Gabri per le poppate/coliche/fame cronica era una balla detta per non farmi pesare ulteriormente il tutto.
Ah, non l'ho ancora scritto, ma me lo voglio segnare perchè ogni bimbo che nasce mi rallegra tantissimo: il tiralatte lo sta usando la neomamma di un'altra piccola SOFIA, nata venerdì scorso.

lunedì 28 luglio 2008

Girasoli: effettivamente bastava fare un giretto...

...su Wikipedia per trovare una risposta alla mia domanda. Ecco cosa c'è scritto:

La maggior parte dei capolini presenti in un campo di girasoli fioriti punta ad est, dove il Sole sorge. Boccioli di girasole non ancora maturi mostrano già questo eliotropismo; in giornate soleggiate seguono il percorso del sole nel cielo da est ad ovest, mentre di notte e al crepuscolo tornano ad orientarsi verso est. Il movimento è originato dalle cellule motrici del pulvino, un segmento flessibile dello stelo che si trova proprio sotto il bocciolo stesso. Lo stelo si irrigidisce alla fine di questo stadio di maturazione e quando il girasole fiorisce lo stelo si blocca in direzione est. Per questo motivo i girasoli fioriti non sono più eliotropici, anche se la maggior parte dei fiori puntano nella direzione in cui sorge il sole.

Ora so anche questa. E non li semino più, perchè se deve goderseli la mia vicina, tanto vale...

Girasoli: effettivamente bastava fare un giretto...

...su Wikipedia per trovare una risposta alla mia domanda. Ecco cosa c'è scritto:

La maggior parte dei capolini presenti in un campo di girasoli fioriti punta ad est, dove il Sole sorge. Boccioli di girasole non ancora maturi mostrano già questo eliotropismo; in giornate soleggiate seguono il percorso del sole nel cielo da est ad ovest, mentre di notte e al crepuscolo tornano ad orientarsi verso est. Il movimento è originato dalle cellule motrici del pulvino, un segmento flessibile dello stelo che si trova proprio sotto il bocciolo stesso. Lo stelo si irrigidisce alla fine di questo stadio di maturazione e quando il girasole fiorisce lo stelo si blocca in direzione est. Per questo motivo i girasoli fioriti non sono più eliotropici, anche se la maggior parte dei fiori puntano nella direzione in cui sorge il sole.

Ora so anche questa. E non li semino più, perchè se deve goderseli la mia vicina, tanto vale...

sabato 26 luglio 2008

Gatteria

Mamma gatta ha partorito di nuovo. Forse, se tutto va meglio del solito (eccezion fatta per Sally) entro un paio di mesi o forse anche meno riusciremo a scoprire se è andato tutto bene.
Intanto raccolgo dall'erba ciuffi di pelo bianco che la Gioiuta stasera ha bellamente strappato dal petto di una Heidi decisamente più irruenta del solito nella scassamaronata serale di routine.

Gatteria

Mamma gatta ha partorito di nuovo. Forse, se tutto va meglio del solito (eccezion fatta per Sally) entro un paio di mesi o forse anche meno riusciremo a scoprire se è andato tutto bene.
Intanto raccolgo dall'erba ciuffi di pelo bianco che la Gioiuta stasera ha bellamente strappato dal petto di una Heidi decisamente più irruenta del solito nella scassamaronata serale di routine.

venerdì 25 luglio 2008

:(

A volte vorrei essere capita in quello che dico, perchè non sempre è così. Anzi, forse quasi mai in verità.
Stamattina devo prendermi un po' così, un po' perchè sono ancora malaticcia, un po' perchè ce l'ho con l'altra metà della mia mela per un sacco di buoni motivi. Ma c'è sta cosa che mi rode...
Ma perchè, mi chiedo, perchè quando si è fidanzati spesso basta uno sguardo per capirsi, mentre dopo anni di matrimonio avviene l'esatto contrario? Forse che otto anni di matrimonio cambiano così tanto le persone da non farle essere più quelle che si erano incontrate in una sera apparentemente uguale alle altre, ma unica perchè il primo sguardo ti ha fatto rivoltare le budella come un calzino?
Oggi mi sento molto sola. Non solo perchè i miei due uomini sono andati al mare senza di me perchè devo rimanere chiusa in casa con la tonsillite, non solo perchè nonostante io non possa andare con loro mi hanno candidamente comunicato che non si faranno vedere prima delle tre del pomeriggio (e io come una cretina speravo che bastasse uno sguardo e un paio di gesti per fargli capire che desideravo la loro compagnia... oca, Mamigà sei un'oca!), ma perchè sento sempre più importante quanto a dimensioni il divario che c'è tra il mio modo di sentire, di percepire, di comunicare i miei sentimenti e il loro modo di ascoltarmi.
Ero molto giovane e scrivevo poesie, tengo un diario da quando avevo si e no quindici anni, e non per riportare i fatti del giorno, quanto per fissare sulla carta e dare un nome alle mie percezioni e al mio "sentire". Ascoltavo e ascolto musica classica ogni tanto, con un piacere che non è descrivibile, cosa che mi penetra nel profondo iniettandomi una dose di tranquillità e di calore quando ne sento il bisogno. E' così da anni, ne ho trentacinque, si fa presto a fare i conti. Ricamo da altrettanti anni non solo per realizzare qualcosa di bello, ma perchè punto dopo punto mi si calmano i nervi, costruisco il mio tempo, osservo le mie dita che si muovono sulla stoffa sempre più velocemente e mi sento padrona di me in quei piccoli, minuziosi movimenti delle mani. Ero religiosa, molto, fino a un po' di anni fa lo ero, sono cresciuta e non lo sono più, ma parlare di Dio mi piace anche se solo con chi non ci mette di mezzo tutto il suo contorno, perchè mi nausea. Guardo le mie gatte e il loro modo di essere, ma quando lo faccio non guardo due gatte che si leccano o litigano o fanno la posta a una lucertola: osservo un mondo che non mi appartiene e me ne meraviglio ogni volta, estasiata come un bambino che per la prima volta scopre che c'è qualcosa che si muove attorno a lui e con lui non ha nulla a che fare, ma è estremamente curioso e affascinante da imparare... come si trattasse di imparare una lingua straniera. E' una cosa che non mi stancherei mai di fare.  E soffro d'ansia, e vorrei non doverlo ripetere ogni giorno a chi mi sta davanti per giustificare un mio mal di stomaco o una mia improvvisa vampata di calore, una mancanza di appetito o un ennesimo "no". E' umiliante. Molto umiliante. E quando dico di essere stufa di ripetere le stesse cose cento e mille volte al giorno dentro ci sta anche questa. Non dovrebbe essere così. Non vorrei che fosse così. Una volta bastava uno sguardo.
Ecco, in questo mio mondo vorrei essere compresa. In questo mio mondo interiore che cozza contro l'estrema razionalità della persona con cui ho deciso di invecchiare, una persona che amo  e che nella mia vita viene solo dopo mio figlio,  ma ha il difetto di ragionare da uomo, e più ne sento e più mi convinco che gli uomini hanno tutti questa caratteristica e quindi non posso farci assolutamente nulla. Vorrei condividere la mia interiorità, i miei pensieri più profondi, ma più vado avanti e più ho la sensazione che sia una perdita di tempo, perchè tanto, mi si dice, "se non parli chiaro non ti si capisce". E io ci provo a parlare, ci provo, ma più parlo più ho la sensazione di parlare una lingua che non è compresa, per cui tanto vale tacere. Ecco, io posso tranquillamente parlare il mio veneto e il mio uomo il suo furlish, che tanto fa... dopo le prime tre frasi gli uomini, tutti gli uomini a quanto sembra, hanno già messo il cervello in standby.  Oca Mamigà, oca. Perchè pensavi che sarebbe bastato uno sguardo per sempre, come all'inizio.

:(

A volte vorrei essere capita in quello che dico, perchè non sempre è così. Anzi, forse quasi mai in verità.
Stamattina devo prendermi un po' così, un po' perchè sono ancora malaticcia, un po' perchè ce l'ho con l'altra metà della mia mela per un sacco di buoni motivi. Ma c'è sta cosa che mi rode...
Ma perchè, mi chiedo, perchè quando si è fidanzati spesso basta uno sguardo per capirsi, mentre dopo anni di matrimonio avviene l'esatto contrario? Forse che otto anni di matrimonio cambiano così tanto le persone da non farle essere più quelle che si erano incontrate in una sera apparentemente uguale alle altre, ma unica perchè il primo sguardo ti ha fatto rivoltare le budella come un calzino?
Oggi mi sento molto sola. Non solo perchè i miei due uomini sono andati al mare senza di me perchè devo rimanere chiusa in casa con la tonsillite, non solo perchè nonostante io non possa andare con loro mi hanno candidamente comunicato che non si faranno vedere prima delle tre del pomeriggio (e io come una cretina speravo che bastasse uno sguardo e un paio di gesti per fargli capire che desideravo la loro compagnia... oca, Mamigà sei un'oca!), ma perchè sento sempre più importante quanto a dimensioni il divario che c'è tra il mio modo di sentire, di percepire, di comunicare i miei sentimenti e il loro modo di ascoltarmi.
Ero molto giovane e scrivevo poesie, tengo un diario da quando avevo si e no quindici anni, e non per riportare i fatti del giorno, quanto per fissare sulla carta e dare un nome alle mie percezioni e al mio "sentire". Ascoltavo e ascolto musica classica ogni tanto, con un piacere che non è descrivibile, cosa che mi penetra nel profondo iniettandomi una dose di tranquillità e di calore quando ne sento il bisogno. E' così da anni, ne ho trentacinque, si fa presto a fare i conti. Ricamo da altrettanti anni non solo per realizzare qualcosa di bello, ma perchè punto dopo punto mi si calmano i nervi, costruisco il mio tempo, osservo le mie dita che si muovono sulla stoffa sempre più velocemente e mi sento padrona di me in quei piccoli, minuziosi movimenti delle mani. Ero religiosa, molto, fino a un po' di anni fa lo ero, sono cresciuta e non lo sono più, ma parlare di Dio mi piace anche se solo con chi non ci mette di mezzo tutto il suo contorno, perchè mi nausea. Guardo le mie gatte e il loro modo di essere, ma quando lo faccio non guardo due gatte che si leccano o litigano o fanno la posta a una lucertola: osservo un mondo che non mi appartiene e me ne meraviglio ogni volta, estasiata come un bambino che per la prima volta scopre che c'è qualcosa che si muove attorno a lui e con lui non ha nulla a che fare, ma è estremamente curioso e affascinante da imparare... come si trattasse di imparare una lingua straniera. E' una cosa che non mi stancherei mai di fare.  E soffro d'ansia, e vorrei non doverlo ripetere ogni giorno a chi mi sta davanti per giustificare un mio mal di stomaco o una mia improvvisa vampata di calore, una mancanza di appetito o un ennesimo "no". E' umiliante. Molto umiliante. E quando dico di essere stufa di ripetere le stesse cose cento e mille volte al giorno dentro ci sta anche questa. Non dovrebbe essere così. Non vorrei che fosse così. Una volta bastava uno sguardo.
Ecco, in questo mio mondo vorrei essere compresa. In questo mio mondo interiore che cozza contro l'estrema razionalità della persona con cui ho deciso di invecchiare, una persona che amo  e che nella mia vita viene solo dopo mio figlio,  ma ha il difetto di ragionare da uomo, e più ne sento e più mi convinco che gli uomini hanno tutti questa caratteristica e quindi non posso farci assolutamente nulla. Vorrei condividere la mia interiorità, i miei pensieri più profondi, ma più vado avanti e più ho la sensazione che sia una perdita di tempo, perchè tanto, mi si dice, "se non parli chiaro non ti si capisce". E io ci provo a parlare, ci provo, ma più parlo più ho la sensazione di parlare una lingua che non è compresa, per cui tanto vale tacere. Ecco, io posso tranquillamente parlare il mio veneto e il mio uomo il suo furlish, che tanto fa... dopo le prime tre frasi gli uomini, tutti gli uomini a quanto sembra, hanno già messo il cervello in standby.  Oca Mamigà, oca. Perchè pensavi che sarebbe bastato uno sguardo per sempre, come all'inizio.

giovedì 24 luglio 2008

E dulcis in fundo...

Oggi è nato il piccolo Pietro, di Profumodiviola. Aspettavo questa notizia per darla anche sul suo blog, ma soprattutto perchè ho seguito con particolare tenerezza il racconto di questi suoi ultimi mesi... Benvenuto Pietro!

E dulcis in fundo...

Oggi è nato il piccolo Pietro, di Profumodiviola. Aspettavo questa notizia per darla anche sul suo blog, ma soprattutto perchè ho seguito con particolare tenerezza il racconto di questi suoi ultimi mesi... Benvenuto Pietro!

Quando va la gatta al lardo...

Stamattina guardo Heidi che come al solito dorme a pancia in su e zampe larghe, e noto che il pelo della panza, del petto e vicino alla *** è tuttta color rosso sbiadito. Non mi scompongo neanche, è già successo: è bastato andare giù al piano di sotto e notare che un paio di pantaloncini di Gabri, rossi rossi, appena umidi da giocata con l'acqua della sera prima, erano vagamente cosparsi di pelo bianco.
Facile capire che Heidi non ha dormito tutta la notte al suo solito posto davanti al lettone.

Quando va la gatta al lardo...

Stamattina guardo Heidi che come al solito dorme a pancia in su e zampe larghe, e noto che il pelo della panza, del petto e vicino alla *** è tuttta color rosso sbiadito. Non mi scompongo neanche, è già successo: è bastato andare giù al piano di sotto e notare che un paio di pantaloncini di Gabri, rossi rossi, appena umidi da giocata con l'acqua della sera prima, erano vagamente cosparsi di pelo bianco.
Facile capire che Heidi non ha dormito tutta la notte al suo solito posto davanti al lettone.

Tende

Stamattina sono andata ad acquistare uno scampolo per fare le tendine per la casetta degli attrezzi. Sto per farmi odiare da mio marito (non ha ancora visto la stoffa).
tende
E d'altra parte mi ha detto "fai tu, basta che richiami le casette di montagna". Ora, le fragoline con la montagna ci stanno come il parmigiano sulla pasta al sugo.
E poi a Gabri piacciono.

Tende

Stamattina sono andata ad acquistare uno scampolo per fare le tendine per la casetta degli attrezzi. Sto per farmi odiare da mio marito (non ha ancora visto la stoffa).
tende
E d'altra parte mi ha detto "fai tu, basta che richiami le casette di montagna". Ora, le fragoline con la montagna ci stanno come il parmigiano sulla pasta al sugo.
E poi a Gabri piacciono.

mercoledì 23 luglio 2008

Il primo girasole

Si è aperto ieri.


Ma non deve aver letto bene il manualetto di istruzioni allegato alla bustina che ne conteneva il seme. Non gira... sta sempre puntato verso la terrazza della mia vicina di casa (che gli abbia fatto l'ipnosi?)!

Il primo girasole

Si è aperto ieri.


Ma non deve aver letto bene il manualetto di istruzioni allegato alla bustina che ne conteneva il seme. Non gira... sta sempre puntato verso la terrazza della mia vicina di casa (che gli abbia fatto l'ipnosi?)!

martedì 22 luglio 2008

Oggi sono stata proprio male. Tutti e tre stiamo smaltendo una tracheite, perchè a noi le cose piace farle tutti in famiglia e siamo una famiglia mooooooolto unita (anche se di queste prove di affetto si farebbe volentieri a meno). Ma ho avuto tutto il giorno un senso di vomito pauroso, non sono riuscita a mangiare quasi nulla fino a sera, ho un peso ai polmoni fastidiosissimo. IL medico ieri mi ha dato la cura (l'ha data a tutti e tre veramente, ma a Gabri moooolto più blanda... e d'altra parte sta già meglio) e ha detto che entro domani dovrei stare già meglio. Speriamo. Anche perchè oggi PRMF è stato buono buonino, ma non posso pserare che il miracolo duri a lungo...
Oggi sono stata proprio male. Tutti e tre stiamo smaltendo una tracheite, perchè a noi le cose piace farle tutti in famiglia e siamo una famiglia mooooooolto unita (anche se di queste prove di affetto si farebbe volentieri a meno). Ma ho avuto tutto il giorno un senso di vomito pauroso, non sono riuscita a mangiare quasi nulla fino a sera, ho un peso ai polmoni fastidiosissimo. IL medico ieri mi ha dato la cura (l'ha data a tutti e tre veramente, ma a Gabri moooolto più blanda... e d'altra parte sta già meglio) e ha detto che entro domani dovrei stare già meglio. Speriamo. Anche perchè oggi PRMF è stato buono buonino, ma non posso pserare che il miracolo duri a lungo...

domenica 20 luglio 2008

E tanto per cambiare...

... me ne sono scappata qui di sopra, nonostante siamo tutti e tre a casa oggi. Perchè nell'euforia di programmare una domenica finalmente insieme, mi ero dimenticata che quando queste rare occasioni capitano la mattina è tutto un
MAMAAAAAAAAAA
Mamma!
MAMIGAAAAAAAAA!!!
MamAaAaAAaaAaAAAAaaaa!
mAMMMAAAAAAaaaaaaaaa!!!
MamigAAAAAAAAAAAAAA!!!
MAMIGAaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

Ecchedueballe...


E tanto per cambiare...

... me ne sono scappata qui di sopra, nonostante siamo tutti e tre a casa oggi. Perchè nell'euforia di programmare una domenica finalmente insieme, mi ero dimenticata che quando queste rare occasioni capitano la mattina è tutto un
MAMAAAAAAAAAA
Mamma!
MAMIGAAAAAAAAA!!!
MamAaAaAAaaAaAAAAaaaa!
mAMMMAAAAAAaaaaaaaaa!!!
MamigAAAAAAAAAAAAAA!!!
MAMIGAaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

Ecchedueballe...


venerdì 18 luglio 2008

La risatina ci mancava

"Illo" doveva fermarsi a fare i lavori della casetta al massimo due o tre giorni. Illo è venuto oggi per il quarto giorno di fila, e non mi posso nemmeno del tutto lamentare: stavolta è stato discreto, ha rispettato (non senza brontolare, ma l'ha fatto) il nostro divieto di azionare la sega elettrica all'una e mezzo del pomeriggio per un minimo di rispetto verso il vicinato, mi ha imbrattato soltanto l'ingresso di casa anzichè tutto il soggiorno come le altre volte cambiandosi nel piccolo atrio, usando il lavabo della lavanderia per scrostarsi dalle braccia la segatura, e alzando il cuscino della sedia prima di mettersi a tavola con addosso i pantaloni da lavoro. Insomma, tutto sommato ho digerito discretamente la sua invadenza diversamente dalle altre volte.
Fino a questa sera.
Mentre lo riaccompagnavo a casa (l'ho fatto io così avevo la scusa di passare in un negozio prima di tornare a casa, con comodo e senza baby al seguito) mi salta fuori con un "quando è di riposo tuo marito?" E io "domenica finalmente". E lui: "Mmmm... non so cosa riesco a fare domenica... domani non vengo perchè lui dorme, ma domenica potrei finire questo e quello...".
Alchè io mi azzardo: "no scusa, domenica no, ognuno per i fatti suoi...tuo figlio è di riposo una domenica ogni cinque e vorremmo starcene per i fatti nostri, fare un giro, star tranquilli...".
-"Eh ma il lavoro..."
-"Illo, abbi pazienza, ci vediamo lunedì ok?"
Non mi ha più rivolto la parola e non mi ha nemmeno salutata quando è rientrato in casa.
Ma petta, ecco la beffa.
Esce "Illa", lo saluta e gli chiede come mai avesse il broncio. Le dico che è colpa mia, e le racconto quello che ci siamo detti in macchina. E parte.
-"Eh, ma dai, così finisce il lavoro, se è da fare si fa...".
-"Eh no scusa (e lì mi stavo alterando, lo ammetto), è stato da noi tutta la settimana, avremo il diritto di fare per una volta al mese almeno come tutte le famiglie normali!"
-(Risatina ironica) Hihihi... no sta fami ridi...".
E se ne va senza salutare.
Alchè io mi giro, rientro in auto, chiudo la portiera, mi esce un sonoro solitario ma sentito "VAFF... STR... CHE MENTALITA' DI M... CHE AVETE..." eccetera eccetera, quindi accendo l'auto, ingrano la prima, e nel partire mi riprometto che:
d'ora in avanti non me ne frega un emerito c@@@ di quello che pensano di me, che sono la femmina veneta che è venuta a traviargli il figlio cambiandogli la mentalità, che osa mettere la famiglia davanti al lavoro oltraggiando la tradizione friulana di cinquant'anni fa che vive del contrario, non me ne frega niente se mi parlano dietro le spalle perchè tanto dodici chilometri sono sufficienti a diluire le malelingue. Sta di fatto che se loro non accettano la nostra concezione di vita matrimoniale e io non concepisco assolutamente la loro, visto che loro non possono fare a meno di noi nè noi di loro, da oggi tutto ciò che non è indispensabile mi DEVE entrare da un orecchio ed uscire dall'altro. Perchè non mi va affatto di troncare i rapporti visto che in fondo sono i genitori di mio marito e mi hanno sempre trattata bene, ma non mi va nemmeno di ingerire rospi per il quieto vivere. D'ora in poi mi devo sforzare di farmi passare due centimetri sopra alla testa tutto quello che esce dalle loro bocche e non mi va giù, perchè non ho intenzione di farmi venire malattie gaastrointestinali per colpa altrui come mia cognata per la sua, di suocera.

La risatina ci mancava

"Illo" doveva fermarsi a fare i lavori della casetta al massimo due o tre giorni. Illo è venuto oggi per il quarto giorno di fila, e non mi posso nemmeno del tutto lamentare: stavolta è stato discreto, ha rispettato (non senza brontolare, ma l'ha fatto) il nostro divieto di azionare la sega elettrica all'una e mezzo del pomeriggio per un minimo di rispetto verso il vicinato, mi ha imbrattato soltanto l'ingresso di casa anzichè tutto il soggiorno come le altre volte cambiandosi nel piccolo atrio, usando il lavabo della lavanderia per scrostarsi dalle braccia la segatura, e alzando il cuscino della sedia prima di mettersi a tavola con addosso i pantaloni da lavoro. Insomma, tutto sommato ho digerito discretamente la sua invadenza diversamente dalle altre volte.
Fino a questa sera.
Mentre lo riaccompagnavo a casa (l'ho fatto io così avevo la scusa di passare in un negozio prima di tornare a casa, con comodo e senza baby al seguito) mi salta fuori con un "quando è di riposo tuo marito?" E io "domenica finalmente". E lui: "Mmmm... non so cosa riesco a fare domenica... domani non vengo perchè lui dorme, ma domenica potrei finire questo e quello...".
Alchè io mi azzardo: "no scusa, domenica no, ognuno per i fatti suoi...tuo figlio è di riposo una domenica ogni cinque e vorremmo starcene per i fatti nostri, fare un giro, star tranquilli...".
-"Eh ma il lavoro..."
-"Illo, abbi pazienza, ci vediamo lunedì ok?"
Non mi ha più rivolto la parola e non mi ha nemmeno salutata quando è rientrato in casa.
Ma petta, ecco la beffa.
Esce "Illa", lo saluta e gli chiede come mai avesse il broncio. Le dico che è colpa mia, e le racconto quello che ci siamo detti in macchina. E parte.
-"Eh, ma dai, così finisce il lavoro, se è da fare si fa...".
-"Eh no scusa (e lì mi stavo alterando, lo ammetto), è stato da noi tutta la settimana, avremo il diritto di fare per una volta al mese almeno come tutte le famiglie normali!"
-(Risatina ironica) Hihihi... no sta fami ridi...".
E se ne va senza salutare.
Alchè io mi giro, rientro in auto, chiudo la portiera, mi esce un sonoro solitario ma sentito "VAFF... STR... CHE MENTALITA' DI M... CHE AVETE..." eccetera eccetera, quindi accendo l'auto, ingrano la prima, e nel partire mi riprometto che:
d'ora in avanti non me ne frega un emerito c@@@ di quello che pensano di me, che sono la femmina veneta che è venuta a traviargli il figlio cambiandogli la mentalità, che osa mettere la famiglia davanti al lavoro oltraggiando la tradizione friulana di cinquant'anni fa che vive del contrario, non me ne frega niente se mi parlano dietro le spalle perchè tanto dodici chilometri sono sufficienti a diluire le malelingue. Sta di fatto che se loro non accettano la nostra concezione di vita matrimoniale e io non concepisco assolutamente la loro, visto che loro non possono fare a meno di noi nè noi di loro, da oggi tutto ciò che non è indispensabile mi DEVE entrare da un orecchio ed uscire dall'altro. Perchè non mi va affatto di troncare i rapporti visto che in fondo sono i genitori di mio marito e mi hanno sempre trattata bene, ma non mi va nemmeno di ingerire rospi per il quieto vivere. D'ora in poi mi devo sforzare di farmi passare due centimetri sopra alla testa tutto quello che esce dalle loro bocche e non mi va giù, perchè non ho intenzione di farmi venire malattie gaastrointestinali per colpa altrui come mia cognata per la sua, di suocera.




Stamattina mi sono svegliata più o meno così... sarà perchè c'è brutto tempo  o forse più probabilmente perchè, contro ogni previsione (di mio marito) e secondo le mie certezze, anche stamattina ho il suocero in casa e a pranzo. Vabbè. Il difficile è partire, poi una volta iniziato il tran tran la giornata si avvia... volente o nolente. Ma sono l'unica che ogni volta che al risveglio si accorge che c'è brutto tempo pensa al Natale? Sarò normale...
Buona giornata a chi passa. E coraggio che domani è sabato.




Stamattina mi sono svegliata più o meno così... sarà perchè c'è brutto tempo  o forse più probabilmente perchè, contro ogni previsione (di mio marito) e secondo le mie certezze, anche stamattina ho il suocero in casa e a pranzo. Vabbè. Il difficile è partire, poi una volta iniziato il tran tran la giornata si avvia... volente o nolente. Ma sono l'unica che ogni volta che al risveglio si accorge che c'è brutto tempo pensa al Natale? Sarò normale...
Buona giornata a chi passa. E coraggio che domani è sabato.

giovedì 17 luglio 2008

Stamattina mia suocera mi ha fatto una confidenza su mia nipote, che ha dodici anni. Una cosa che a me sembra bellissima, e importantissima lo è per la vita di una donna (con un po' di immaginazione potete immaginare cosa, anche se non voglio renderlo esplicito). Ho mandato un sms a mia cognata per dirle che ho saputo, e che mi è venuta la pelle d'oca (veramente, mi sono emozionata come una bambina, neanche si trattasse di mia figlia... avevo i lacrimoni). Lei, sempre via sms, mi ha risposto che non avrei dovuto saperlo, che mia suocera non doveva parlare perchè mia nipote non voleva che si sapesse.
Lì per lì mi sono offesa, e molto. E mi sono sentita anche una stupida, perchè mi sono lasciata andare all'entusiasmo neanche appunto si trattasse di mia figlia o di me in persona.
Poi ho ricordato, e ho capito.

Ho ricordato di colpo cosa vuol dire avere dodici anni, e ho capito che la cosa che più ti viene negata in quel momento della tua vita è il rispetto come donna e non più come una bambina. Ho ricordato cosa vuol dire sentire i grandi che parlano attorno a te come se tu non capissi cosa stanno dicendo, e invece lo capisci molto bene, solo che se glielo dici ti arrivano addosso quegli sguardi teneri e quelle risatine ironiche che ti rodono l'anima. Ho ricordato che significa vedere il tuo corpo che cambia, le emozioni che si trasformano, il senso del pudore che ti invade di colpo e la vergogna a parlarne con gli altri per la paura di essere presa poco sul serio. Dodici anni, quando avevo ancora tanta voglia di giocare con le Barbie anche se tante mie amiche non ci giocavano più da un pezzo, quando la mamma vuole ancora sceglierti i vestiti e a te viene il magone perchè dentro a quei vestiti proprio non ti ci senti più bene ma non hai la libertà di dirglielo perchè in fondo, ti si dice attorno, sei ancora una bambina. Ma non lo sei più. E lo sai solo tu e nessun altro, per ora. A dodici anni dicono che non capisci, e tu capisci meglio di quello che gli altri vogliono farti credere. A dodici anni ricordi, immagini, desideri, non sai ancora bene cosa ma inizi a desiderare, a farti domande, a ottenere risposte velate quando invece vorresti verità.

Così ho risposto a mia cognata che no, non mi sono offesa, perchè in fondo sua figlia merita rispetto nel suo voler tenere una cosa così grande tutta per sè.



(Ma poi scusa, scema anche lei, perchè cacchio non lo ha detto a mia suocera di cucirsi la bocca io proprio non lo so...)
Stamattina mia suocera mi ha fatto una confidenza su mia nipote, che ha dodici anni. Una cosa che a me sembra bellissima, e importantissima lo è per la vita di una donna (con un po' di immaginazione potete immaginare cosa, anche se non voglio renderlo esplicito). Ho mandato un sms a mia cognata per dirle che ho saputo, e che mi è venuta la pelle d'oca (veramente, mi sono emozionata come una bambina, neanche si trattasse di mia figlia... avevo i lacrimoni). Lei, sempre via sms, mi ha risposto che non avrei dovuto saperlo, che mia suocera non doveva parlare perchè mia nipote non voleva che si sapesse.
Lì per lì mi sono offesa, e molto. E mi sono sentita anche una stupida, perchè mi sono lasciata andare all'entusiasmo neanche appunto si trattasse di mia figlia o di me in persona.
Poi ho ricordato, e ho capito.

Ho ricordato di colpo cosa vuol dire avere dodici anni, e ho capito che la cosa che più ti viene negata in quel momento della tua vita è il rispetto come donna e non più come una bambina. Ho ricordato cosa vuol dire sentire i grandi che parlano attorno a te come se tu non capissi cosa stanno dicendo, e invece lo capisci molto bene, solo che se glielo dici ti arrivano addosso quegli sguardi teneri e quelle risatine ironiche che ti rodono l'anima. Ho ricordato che significa vedere il tuo corpo che cambia, le emozioni che si trasformano, il senso del pudore che ti invade di colpo e la vergogna a parlarne con gli altri per la paura di essere presa poco sul serio. Dodici anni, quando avevo ancora tanta voglia di giocare con le Barbie anche se tante mie amiche non ci giocavano più da un pezzo, quando la mamma vuole ancora sceglierti i vestiti e a te viene il magone perchè dentro a quei vestiti proprio non ti ci senti più bene ma non hai la libertà di dirglielo perchè in fondo, ti si dice attorno, sei ancora una bambina. Ma non lo sei più. E lo sai solo tu e nessun altro, per ora. A dodici anni dicono che non capisci, e tu capisci meglio di quello che gli altri vogliono farti credere. A dodici anni ricordi, immagini, desideri, non sai ancora bene cosa ma inizi a desiderare, a farti domande, a ottenere risposte velate quando invece vorresti verità.

Così ho risposto a mia cognata che no, non mi sono offesa, perchè in fondo sua figlia merita rispetto nel suo voler tenere una cosa così grande tutta per sè.



(Ma poi scusa, scema anche lei, perchè cacchio non lo ha detto a mia suocera di cucirsi la bocca io proprio non lo so...)
La casetta è su. Mancano le cornici e i vetri delle finestre, e la guaina isolante sul tetto. E poi la verniciatura.
Papigà mi aveva preventivato mezza giornata di lavori, io avevo dato per scontato che avrei avuto gli uomini per casa per almeno tre giorni (noooooo... macchèèèèèèè... stai a vedere che conosco meglio io suo padre di quanto lo conosca lui), e il cantiere da pulire per almeno una settimana (perchè pulire è roba da donne no?).
Bella, niente da dire.  Anzi, bellissima. Praticamente una casa di bambole gigante a cui devo solo provvedere di cucire le tende e mettere vasi di fiori tutt'attorno. Una branda ci sta, oggi per mandarci a dormire il marito quando dimentica le chiavi di casa di notte, tra quindici anni per mio figlio, per farci quello che io e suo padre eravamo costretti a fare in macchina come il 90 per cento dei fidanzati-sfigati. Oè, inutile far finta di non sapere che sarà così, la natura è natura e mio figlio è sano, quindi...
Ma è grande. Tanto grande. troppo grande. Forse devo farci solo l'occhio, ma è mostruosamente grande. E il mio giardino mi sembra sempre più piccolo, il verde che amo tanto sempre più esiguo, il respiro che dava alla casa quel centometriquadri di erba sempre più ridotto. Per ora mi sembra un mostro che ha invaso il mio spazio (ma se anche la facevano di mezzo metro più piccola, non era lo stesso? Insomma, io sono una di quelle che si adatta, ho vissuto in appartamenti grandi un terzo di dove abito ora e non sono morta...). 
Mi ci devo adattare, per forza. Ma rimpiango il mio verde.
La casetta è su. Mancano le cornici e i vetri delle finestre, e la guaina isolante sul tetto. E poi la verniciatura.
Papigà mi aveva preventivato mezza giornata di lavori, io avevo dato per scontato che avrei avuto gli uomini per casa per almeno tre giorni (noooooo... macchèèèèèèè... stai a vedere che conosco meglio io suo padre di quanto lo conosca lui), e il cantiere da pulire per almeno una settimana (perchè pulire è roba da donne no?).
Bella, niente da dire.  Anzi, bellissima. Praticamente una casa di bambole gigante a cui devo solo provvedere di cucire le tende e mettere vasi di fiori tutt'attorno. Una branda ci sta, oggi per mandarci a dormire il marito quando dimentica le chiavi di casa di notte, tra quindici anni per mio figlio, per farci quello che io e suo padre eravamo costretti a fare in macchina come il 90 per cento dei fidanzati-sfigati. Oè, inutile far finta di non sapere che sarà così, la natura è natura e mio figlio è sano, quindi...
Ma è grande. Tanto grande. troppo grande. Forse devo farci solo l'occhio, ma è mostruosamente grande. E il mio giardino mi sembra sempre più piccolo, il verde che amo tanto sempre più esiguo, il respiro che dava alla casa quel centometriquadri di erba sempre più ridotto. Per ora mi sembra un mostro che ha invaso il mio spazio (ma se anche la facevano di mezzo metro più piccola, non era lo stesso? Insomma, io sono una di quelle che si adatta, ho vissuto in appartamenti grandi un terzo di dove abito ora e non sono morta...). 
Mi ci devo adattare, per forza. Ma rimpiango il mio verde.

mercoledì 16 luglio 2008

Sally ha cambiato casa

E l'ha fatto con più intelligenza di quello che mi aspettavo, da brava gattolicchia sveglia. E' sparita per due giorni, ieri sera vado a buttare le immondizie in fondo al vialetto e toh, la vedo sbucare dalla porta di casa di uno dei miei vicini. Mi fermo a chiacchierare con lui e mi informa che la piccola da qualche giorno passava le ore davanti al suo zerbino (probabilmente quando non ero in casa), e da due giorni esatti è entrata in casa, si è autoappropriata dei due umani lì abitanti, e ha fatto amicizia con l'altra gatta di questi.
Meglio così. Sono brave persone, giovani come noi, a cui è mancato un gattone poco meno di un anno fa con dispiacere immenso; sono gli ex padroni della Nerina, quella gattona che ha insegnato a Gioia l'arte del vivere felino sei anni fa circa, morta anche lei. Loro i gatti li vaccinano, li sterilizzano, se ne prendono cura come io mi prendo cura delle mie due zingare, e modestia a parte credo di tenerle bene. Se fosse rimasta sotto la "tutela" (si fa per dire) della vicina ex padrona del Tommy mi sarebbe dispiaciuto di più.
L'unico motivo per cui ho voluto scrivere di questa storia però è un altro. Nessuno può immaginare lo stupore che deve essersi dipinto sulla mia faccia quando stamattina Papigà mi ha chiesto della gattolina, gli ho raccontato quanto sopra e lui si è lasciato andare in un "mmmmm.... peccato... mi sarebbe piaciuto... cioè non credere eh... ma insomma... beh spero che venga a giocare ancora qui ogni tanto" (Nota: Sally è andata a vivere a quindici metri da qui, non di più, solo che a quanto sembra ha deciso che la vita domestica non è poi male).

Sally ha cambiato casa

E l'ha fatto con più intelligenza di quello che mi aspettavo, da brava gattolicchia sveglia. E' sparita per due giorni, ieri sera vado a buttare le immondizie in fondo al vialetto e toh, la vedo sbucare dalla porta di casa di uno dei miei vicini. Mi fermo a chiacchierare con lui e mi informa che la piccola da qualche giorno passava le ore davanti al suo zerbino (probabilmente quando non ero in casa), e da due giorni esatti è entrata in casa, si è autoappropriata dei due umani lì abitanti, e ha fatto amicizia con l'altra gatta di questi.
Meglio così. Sono brave persone, giovani come noi, a cui è mancato un gattone poco meno di un anno fa con dispiacere immenso; sono gli ex padroni della Nerina, quella gattona che ha insegnato a Gioia l'arte del vivere felino sei anni fa circa, morta anche lei. Loro i gatti li vaccinano, li sterilizzano, se ne prendono cura come io mi prendo cura delle mie due zingare, e modestia a parte credo di tenerle bene. Se fosse rimasta sotto la "tutela" (si fa per dire) della vicina ex padrona del Tommy mi sarebbe dispiaciuto di più.
L'unico motivo per cui ho voluto scrivere di questa storia però è un altro. Nessuno può immaginare lo stupore che deve essersi dipinto sulla mia faccia quando stamattina Papigà mi ha chiesto della gattolina, gli ho raccontato quanto sopra e lui si è lasciato andare in un "mmmmm.... peccato... mi sarebbe piaciuto... cioè non credere eh... ma insomma... beh spero che venga a giocare ancora qui ogni tanto" (Nota: Sally è andata a vivere a quindici metri da qui, non di più, solo che a quanto sembra ha deciso che la vita domestica non è poi male).

lunedì 14 luglio 2008

Il CD

L'altro giorno sono passata all'asilo a ritirare un CD che avevo consegnato vuoto un mesetto fa circa alle maestre: una mamma si è offerta di duplicare per chi lo volesse il CD di fotografie che le maestre hanno scattato durante l'anno scolastico ai bambini, durante le varie attività e le gite.
Ovviamente appena entrata in casa l'ho infilato nel lettore con ancora le chiavi nella mano destra e i sandali che ciondolavano appesi agli alluci (sono una fotomaniaca e una curiosa cronica, oltre che allergica a tenere le scarpe/sandali in casa).
134 foto bellissime, inutile e scontato dire che quelle in cui mio figlio era ripreso sono quelle in cui mi sono soffermata di più (ma ogni madre fa così, altrimenti cosa fanno le foto a fare...).
Una cosa però è stata degna della mia nota. MA QUANTO CAVOLO CI TENGONO LE FEMMINE a fiondarsi davanti a un obiettivo quando lo vedono? Miiiiiiiii... e poi ci si chiede come mai a tante ragazzine passi per la testa a diciassette anni di andare a fare i concorsi in televisione... ma se iniziano a tre anni a fare a gara a chi si fa riprendere di più?
Continuo con la mia teoria che ai maschietti basta un pallone e tre metri quadrati di ghiaia/sabbia/terra/fango/erba per essere completamente appagati. Almeno a quattro anni.

Il CD

L'altro giorno sono passata all'asilo a ritirare un CD che avevo consegnato vuoto un mesetto fa circa alle maestre: una mamma si è offerta di duplicare per chi lo volesse il CD di fotografie che le maestre hanno scattato durante l'anno scolastico ai bambini, durante le varie attività e le gite.
Ovviamente appena entrata in casa l'ho infilato nel lettore con ancora le chiavi nella mano destra e i sandali che ciondolavano appesi agli alluci (sono una fotomaniaca e una curiosa cronica, oltre che allergica a tenere le scarpe/sandali in casa).
134 foto bellissime, inutile e scontato dire che quelle in cui mio figlio era ripreso sono quelle in cui mi sono soffermata di più (ma ogni madre fa così, altrimenti cosa fanno le foto a fare...).
Una cosa però è stata degna della mia nota. MA QUANTO CAVOLO CI TENGONO LE FEMMINE a fiondarsi davanti a un obiettivo quando lo vedono? Miiiiiiiii... e poi ci si chiede come mai a tante ragazzine passi per la testa a diciassette anni di andare a fare i concorsi in televisione... ma se iniziano a tre anni a fare a gara a chi si fa riprendere di più?
Continuo con la mia teoria che ai maschietti basta un pallone e tre metri quadrati di ghiaia/sabbia/terra/fango/erba per essere completamente appagati. Almeno a quattro anni.

Domani...

Domani dovrebbero iniziare a montarmi la casetta in giardino.
Domani "qualcuno" metterà l'ultimo chiodo in casa mia senza avermi prima chiesto il permesso di farlo, invitando a pranzo sconosciuti pretendendo che gli faccia da mangiare lasciandomi poi il solito schifo sotto al tavolo, presentandosi in casa mia alle sette del mattino fiondandosi in giardino senza avvisare, bestemmiando tutto il giorno strafregandosene del fatto che c'è un bambino di quattro anni che gioca in giardino e che non è sordo per niente. L'ultimo di questi otto anni in cui abbiamo fatto ferie del cacchio all'ottanta per cento per colpa sua.
Ma è l'ultima volta. Da mercoledì si cambia musica.  E che nessuno si permetta di accennare alla teoria che "in fondo lo fanno per il vostro bene": quello che è il MIO bene lo decido io, e se mi si vuole aiutare o lo si fa come lo chiedo o ognuno se ne stia a casa sua. Perchè se uno ha sete e gli offri un paio di scarpe gli hai dato un aiuto del cacchio.

Domani...

Domani dovrebbero iniziare a montarmi la casetta in giardino.
Domani "qualcuno" metterà l'ultimo chiodo in casa mia senza avermi prima chiesto il permesso di farlo, invitando a pranzo sconosciuti pretendendo che gli faccia da mangiare lasciandomi poi il solito schifo sotto al tavolo, presentandosi in casa mia alle sette del mattino fiondandosi in giardino senza avvisare, bestemmiando tutto il giorno strafregandosene del fatto che c'è un bambino di quattro anni che gioca in giardino e che non è sordo per niente. L'ultimo di questi otto anni in cui abbiamo fatto ferie del cacchio all'ottanta per cento per colpa sua.
Ma è l'ultima volta. Da mercoledì si cambia musica.  E che nessuno si permetta di accennare alla teoria che "in fondo lo fanno per il vostro bene": quello che è il MIO bene lo decido io, e se mi si vuole aiutare o lo si fa come lo chiedo o ognuno se ne stia a casa sua. Perchè se uno ha sete e gli offri un paio di scarpe gli hai dato un aiuto del cacchio.

Tra le tante notizie...

She's gone, addio alla nonnina del web
E' morta Olive Riley, blogger a 108 anni


CANBERRA (13 luglio) - "Tutto sulla vita". Si chiamava così il blog di nonna australiana Olive Riley, 108 anni, amatissima dal web, che aveva deciso di mettersi davanti al pc ogni giorno per raccontare se stessa. Oggi su quel blog rimane la sua foto e un post dal titolo "She's gone", se n'è andata. Ad avvertire gli amici blogger è il pronipote Darren Stone di Brisbane. Sarà ricordata dalla sua famiglia e da migliaia di lettori in tutto il mondo perché «parlava via web con tante persone lontane, in Russia e in America», ha detto Stone.

La passione di nonna blog, o "blob" come Olive amava definire scherzosamente i diari on line, erano i racconti, oltre 70 quelli postati. Nell'ultimo, che risale al 26 giugno scorso, la Riley diceva che non riusciva «a mandar via una brutta tosse». Olive Riley era nata il 20 ottobre 1899; i suoi funerali saranno celebrati la prossima settimana nella NSW Central Coast australiana.
(Dal sito del Messaggero)

Ho cercato questa notizia nel web dopo averne sentito l'anticipo nel telegiornale di oggi subito dopo pranzo. Di solito non riporto mai articoli di giornale su questo blog, ma questa... questa mi ha particolarmente intenerito, e me la voglio segnare.
Non ero a conoscenza di questa signora così anziana che scriveva, anzi, come si dice, sbloggava quotidianamente quello che le passava per la testa...  Mi è venuto in mente subito quello che mia madre mi ha spessissimo detto sul computer (rovina le famiglie, dice, ti rincretinisce...). E invece per me è un modo bellissimo di comunicare, perchè per questo lo uso, e vola il pensiero a questa donna che deve aver avuto non poco spirito di intraprendenza per mettersi lì passati i cent'anni a scrivere online di sè, dentro a quello che nel mio dialetto chiamiamo "il bussolotto". Un bussolotto che se lo usi bene ti apre tante porte.
Che bello. Lasciare tracce di sè nel web, pensare che anche dopo morta questa persona in un certo modo può rimanere "viva" ed essere ancora letta (io ci ho provato, giuro, ma evidentemente il suo blog è superintasato in questi giorni, perchè non riesco proprio ad aprirlo... ma persisto, prima o poi voglio riuscirci). Lasciare qualcosa. E' un bel pensiero. E' il pensiero che anch'io ho fatto per me stessa tante volte. Lascio i miei diari, i miei innumerevoli ricami (e i più belli li ho tenuti per me, tutti o quasi, e un giorno resteranno a chi è interessato a tenerseli), è un modo che forse inconsciamente uso per immaginare di non morire mai. Chissà. Immaginare di non dire mai "addio" alle persone.

Tra le tante notizie...

She's gone, addio alla nonnina del web
E' morta Olive Riley, blogger a 108 anni


CANBERRA (13 luglio) - "Tutto sulla vita". Si chiamava così il blog di nonna australiana Olive Riley, 108 anni, amatissima dal web, che aveva deciso di mettersi davanti al pc ogni giorno per raccontare se stessa. Oggi su quel blog rimane la sua foto e un post dal titolo "She's gone", se n'è andata. Ad avvertire gli amici blogger è il pronipote Darren Stone di Brisbane. Sarà ricordata dalla sua famiglia e da migliaia di lettori in tutto il mondo perché «parlava via web con tante persone lontane, in Russia e in America», ha detto Stone.

La passione di nonna blog, o "blob" come Olive amava definire scherzosamente i diari on line, erano i racconti, oltre 70 quelli postati. Nell'ultimo, che risale al 26 giugno scorso, la Riley diceva che non riusciva «a mandar via una brutta tosse». Olive Riley era nata il 20 ottobre 1899; i suoi funerali saranno celebrati la prossima settimana nella NSW Central Coast australiana.
(Dal sito del Messaggero)

Ho cercato questa notizia nel web dopo averne sentito l'anticipo nel telegiornale di oggi subito dopo pranzo. Di solito non riporto mai articoli di giornale su questo blog, ma questa... questa mi ha particolarmente intenerito, e me la voglio segnare.
Non ero a conoscenza di questa signora così anziana che scriveva, anzi, come si dice, sbloggava quotidianamente quello che le passava per la testa...  Mi è venuto in mente subito quello che mia madre mi ha spessissimo detto sul computer (rovina le famiglie, dice, ti rincretinisce...). E invece per me è un modo bellissimo di comunicare, perchè per questo lo uso, e vola il pensiero a questa donna che deve aver avuto non poco spirito di intraprendenza per mettersi lì passati i cent'anni a scrivere online di sè, dentro a quello che nel mio dialetto chiamiamo "il bussolotto". Un bussolotto che se lo usi bene ti apre tante porte.
Che bello. Lasciare tracce di sè nel web, pensare che anche dopo morta questa persona in un certo modo può rimanere "viva" ed essere ancora letta (io ci ho provato, giuro, ma evidentemente il suo blog è superintasato in questi giorni, perchè non riesco proprio ad aprirlo... ma persisto, prima o poi voglio riuscirci). Lasciare qualcosa. E' un bel pensiero. E' il pensiero che anch'io ho fatto per me stessa tante volte. Lascio i miei diari, i miei innumerevoli ricami (e i più belli li ho tenuti per me, tutti o quasi, e un giorno resteranno a chi è interessato a tenerseli), è un modo che forse inconsciamente uso per immaginare di non morire mai. Chissà. Immaginare di non dire mai "addio" alle persone.

sabato 12 luglio 2008

Finito!!!

100_0393
Finito finalmente! Il primo dei progetti per il 2008 è finalmente terminato, ecco il mio bel quadro pronto per essere... bannerizzato. Avrei in mente di usare la tecnica dei banner per incorniciare tutti i miei lavori  country: quelli che ho confezionato così finora mi sembra che rendano bene, penso che d'ora in poi ne farò un qualcosa di simile a un mio personale "stile".  Intanto mi godo la mia opera, felice di averla iniziata e terminata. Peccato che  la foto sia un po' sfuocata.

Mamigastronza colpisce ancora

Ha passato tutto il pomeriggio, dall'una alle sette meno un quarto di ieri (meno due ore di sonno da sfinimento), a piangere, urlare, frignare, pestare i piedi, rotolarsi sul pavimento, imprecare in bambinese, per una pastasciutta che ha trovato in tavola anzichè un piatto di riso del quale, secondo la sua testolina di poco più che quattrenne, avrei dovuto leggere il desiderio attraverso i miei superpoteri di veggente.
Bene, tanto piacere.
Ma se per fame e sfinimento ricordo ancora bene una bistecca mangiata da me al posto della merenda una trentina di anni fa (e sono cose che non ti scordi), e se per lo stesso motivo Papigà ricorda bene  una merenda a base di risotto di funghi sempre più o meno nello stesso periodo, mio figlio tra trent'anni ricorderà un bel piatto di pasta al ragù fatto in casa a mezzogiorno e divorato a cena (riscaldato al microonde) con mezzo chilo di grana grattugiato sopra. E senza storie: la fame è fame, soprattutto se si è anche saltata la merenda per principio.
E poi ci scrivono trattati pedagogici sopra ai capricci dei bambini... A casa mia sembra che i vecchi sistemi rudimentali dei nostri genitori abbiano ancora successo...

Mamigastronza colpisce ancora

Ha passato tutto il pomeriggio, dall'una alle sette meno un quarto di ieri (meno due ore di sonno da sfinimento), a piangere, urlare, frignare, pestare i piedi, rotolarsi sul pavimento, imprecare in bambinese, per una pastasciutta che ha trovato in tavola anzichè un piatto di riso del quale, secondo la sua testolina di poco più che quattrenne, avrei dovuto leggere il desiderio attraverso i miei superpoteri di veggente.
Bene, tanto piacere.
Ma se per fame e sfinimento ricordo ancora bene una bistecca mangiata da me al posto della merenda una trentina di anni fa (e sono cose che non ti scordi), e se per lo stesso motivo Papigà ricorda bene  una merenda a base di risotto di funghi sempre più o meno nello stesso periodo, mio figlio tra trent'anni ricorderà un bel piatto di pasta al ragù fatto in casa a mezzogiorno e divorato a cena (riscaldato al microonde) con mezzo chilo di grana grattugiato sopra. E senza storie: la fame è fame, soprattutto se si è anche saltata la merenda per principio.
E poi ci scrivono trattati pedagogici sopra ai capricci dei bambini... A casa mia sembra che i vecchi sistemi rudimentali dei nostri genitori abbiano ancora successo...

mercoledì 9 luglio 2008

Altra notte insonne.
Stamattina siamo tornati dal pediatra perchè la febbre non cessa: ha fatto a Power ranger il tampone in gola e gli ha riscontrato la tonsillite. Meglio così, una settimana di antibiotico e già da domani dovrebbe stare meglio. Peccato che ce l'abbia anche io. Come sempre, mio figlio è così affezionato a sua madre (quando gli fa comodo) da passarle tutti i suoi bei regalini infettivi.
Altra notte insonne.
Stamattina siamo tornati dal pediatra perchè la febbre non cessa: ha fatto a Power ranger il tampone in gola e gli ha riscontrato la tonsillite. Meglio così, una settimana di antibiotico e già da domani dovrebbe stare meglio. Peccato che ce l'abbia anche io. Come sempre, mio figlio è così affezionato a sua madre (quando gli fa comodo) da passarle tutti i suoi bei regalini infettivi.

martedì 8 luglio 2008

Gabriele ha ancora la febbre, e domani si torna dal pediatra. Magari serve solo un antibiotico, mi auguro che non ci mandi a fare le analisi perchè lì, a Latisana, il solo pensiero di andarci mi fa venire il panico.
Io spero, mi auguro, che prima o poi questa cosa finisca. Non la febbre, sia chiaro, ma quell'ansia che mi prende ogni volta che mio figlio non sta bene. Ne ha avute diverse di influenzette, ha avuto la scarlattina, sono cose d bambini, ma ogni volta che lo vedo stare male mi prende lo stomaco dalla rabbia di non riuscire a fargli passare tutto con un forte semplice abbraccio. Quando mio figlio sta male mi assale l'angoscia, un senso di impotenza, perchè vorrei avere io il suo problema anzichè lasciare che se la veda lui con le sue difese. Che sciocca che sono vero? Mi attendono problemi molto più seri legati alla sua crescita e sto qui a crogiolarmi per queste piccole inezie. Ma non posso farci nulla, mi viene da dentro, è come se quel cordone ombelicale non fosse mai stato reciso perchè non riesco a sentirmi distaccata in queste situazioni.
E soprattutto, anche se so di non esserlo, mi sento molto sola.
Gabriele ha ancora la febbre, e domani si torna dal pediatra. Magari serve solo un antibiotico, mi auguro che non ci mandi a fare le analisi perchè lì, a Latisana, il solo pensiero di andarci mi fa venire il panico.
Io spero, mi auguro, che prima o poi questa cosa finisca. Non la febbre, sia chiaro, ma quell'ansia che mi prende ogni volta che mio figlio non sta bene. Ne ha avute diverse di influenzette, ha avuto la scarlattina, sono cose d bambini, ma ogni volta che lo vedo stare male mi prende lo stomaco dalla rabbia di non riuscire a fargli passare tutto con un forte semplice abbraccio. Quando mio figlio sta male mi assale l'angoscia, un senso di impotenza, perchè vorrei avere io il suo problema anzichè lasciare che se la veda lui con le sue difese. Che sciocca che sono vero? Mi attendono problemi molto più seri legati alla sua crescita e sto qui a crogiolarmi per queste piccole inezie. Ma non posso farci nulla, mi viene da dentro, è come se quel cordone ombelicale non fosse mai stato reciso perchè non riesco a sentirmi distaccata in queste situazioni.
E soprattutto, anche se so di non esserlo, mi sento molto sola.

Sproloqui- troppi Looney Toones?

-Guarda che bello Gabri, in tv... ci sono quelle che pattinano coi pattini a rotelle.
-Si... che bello... ma anche ioso pattinare sai mamma?
-Hmmm? E quando hai imparato?
-Io lo so fare, mi compri i pattini e io lo so fare.
-Facciamo così, li chiediamo a Babbo Natale e se sei bravo te li porta.
-Quelli a rotelle?
-Si, come quelli della tv.
-Ma io voglio quelli TURBO ACME!

Sproloqui- troppi Looney Toones?

-Guarda che bello Gabri, in tv... ci sono quelle che pattinano coi pattini a rotelle.
-Si... che bello... ma anche ioso pattinare sai mamma?
-Hmmm? E quando hai imparato?
-Io lo so fare, mi compri i pattini e io lo so fare.
-Facciamo così, li chiediamo a Babbo Natale e se sei bravo te li porta.
-Quelli a rotelle?
-Si, come quelli della tv.
-Ma io voglio quelli TURBO ACME!

Frigno-day

Ok, ho capito. Oggi il mio compito principale sarà la ricerca della formula per generare l'autocontrollo e un intenso lavorìo interiore per mantenerlo.
Almeno fino alle cinque.

Frigno-day

Ok, ho capito. Oggi il mio compito principale sarà la ricerca della formula per generare l'autocontrollo e un intenso lavorìo interiore per mantenerlo.
Almeno fino alle cinque.

lunedì 7 luglio 2008

Forse forse, ma proprio forse, ho trovato un pediatra per Gabriele. Ho fatto tutto un giro di telefonate stamattina, dopo aver ricevuto l'annuncio dall'impiegata della ASL che l'ambulatorio pediatrico di Latisana ha chiuso i battenti da stamane fino a settembre per mancanza di personale. Dicevo, ho chiamato la ASL di Codroipo (perchè io col cavolo che mi rassegno a una risposta di quella isterica psicopatica eccetera eccetera) , mi hanno dato due numeri di pediatri dicendomi di farmi fare una richiesta di assistenza pediatrica da uno qualsiasi dei due  anche se non nel territorio di competenza. Sarà quasi impossibile che mi venga accettata la domanda, ma almeno ci provo. Così ho trovato un pediatra che non solo si è offerto di farmi la richiesta da portare alla ASL (dopo che gli ho spiegato la situazione, che peraltro ha detto di conoscere già molto bene purtroppo), ma mi ha anche invitato a portargli PRMF in mattinata per vederlo. Gentile.
Insomma, PRMF non ha niente di niente: solo un banale virus che causa febbre per quattro-cinque giorni. Una rottura di p@@@ gratis insomma, giusto per tenerci chiusi in casa. Non deve prendere sole nè sudare più del necessario, quindi niente corse scalmanate e niente piscinetta per qualche dì. Pazienza, cose da bambini.  E mi sto trattenendo dal rimuginare sulle risposte che mi hanno dato a Latisana (per farla breve, per loro i bambini devono andare dal pediatra solo in caso di urgenza altrimenti non serve... eccheccacchio lo so anch'io che quattro giorni di febbre non sono un'urgenza, ma se ha bisogno di un antibiotico perchè metti caso ci sia una tonsillite mica me lo può dare il farmacista...).
E poi si parla di politica per le famiglie...
IL pediatra che ha visto mio figlio mi ha comunque detto che anche nel suo distretto ci sono gli stessi problemi: non ci sono pediatri.
Nessuno di voi si ricorda la bella Cristina D'avena? Certo che si, era ed è onnipresente nelle sigle tv dei cartoni. Ai tempi in cui i cartoni li guardavo io per scelta e non per costrizione, lei intervistata disse che voleva laurearsi in medicina e specializzarsi in pediatria. Ho perso la storia di vista, non so cosa faccia ora oltre che cantare la sigla dei Puffi, ma mi piaceva l'idea di questa ragazza così carina che voleva fare la pediatra. Sarà stata l'unica?
Insomma, mi dicono che non ci sono pediatri, e am e sembra così impossibile... non ci sono loro o i soldi per pagarli? Possibile che fare il pediatra sia una cosa così brutta che nessuno lo vuole fare? No mi spiace, non ci credo, o non ho sufficienti lumi in materia per capirci qualcosa...
Forse forse, ma proprio forse, ho trovato un pediatra per Gabriele. Ho fatto tutto un giro di telefonate stamattina, dopo aver ricevuto l'annuncio dall'impiegata della ASL che l'ambulatorio pediatrico di Latisana ha chiuso i battenti da stamane fino a settembre per mancanza di personale. Dicevo, ho chiamato la ASL di Codroipo (perchè io col cavolo che mi rassegno a una risposta di quella isterica psicopatica eccetera eccetera) , mi hanno dato due numeri di pediatri dicendomi di farmi fare una richiesta di assistenza pediatrica da uno qualsiasi dei due  anche se non nel territorio di competenza. Sarà quasi impossibile che mi venga accettata la domanda, ma almeno ci provo. Così ho trovato un pediatra che non solo si è offerto di farmi la richiesta da portare alla ASL (dopo che gli ho spiegato la situazione, che peraltro ha detto di conoscere già molto bene purtroppo), ma mi ha anche invitato a portargli PRMF in mattinata per vederlo. Gentile.
Insomma, PRMF non ha niente di niente: solo un banale virus che causa febbre per quattro-cinque giorni. Una rottura di p@@@ gratis insomma, giusto per tenerci chiusi in casa. Non deve prendere sole nè sudare più del necessario, quindi niente corse scalmanate e niente piscinetta per qualche dì. Pazienza, cose da bambini.  E mi sto trattenendo dal rimuginare sulle risposte che mi hanno dato a Latisana (per farla breve, per loro i bambini devono andare dal pediatra solo in caso di urgenza altrimenti non serve... eccheccacchio lo so anch'io che quattro giorni di febbre non sono un'urgenza, ma se ha bisogno di un antibiotico perchè metti caso ci sia una tonsillite mica me lo può dare il farmacista...).
E poi si parla di politica per le famiglie...
IL pediatra che ha visto mio figlio mi ha comunque detto che anche nel suo distretto ci sono gli stessi problemi: non ci sono pediatri.
Nessuno di voi si ricorda la bella Cristina D'avena? Certo che si, era ed è onnipresente nelle sigle tv dei cartoni. Ai tempi in cui i cartoni li guardavo io per scelta e non per costrizione, lei intervistata disse che voleva laurearsi in medicina e specializzarsi in pediatria. Ho perso la storia di vista, non so cosa faccia ora oltre che cantare la sigla dei Puffi, ma mi piaceva l'idea di questa ragazza così carina che voleva fare la pediatra. Sarà stata l'unica?
Insomma, mi dicono che non ci sono pediatri, e am e sembra così impossibile... non ci sono loro o i soldi per pagarli? Possibile che fare il pediatra sia una cosa così brutta che nessuno lo vuole fare? No mi spiace, non ci credo, o non ho sufficienti lumi in materia per capirci qualcosa...