domenica 27 ottobre 2013

Il male, ma anche il bene - la visita

E' giusto parlarne quando le cose non funzionano come dovrebbero, ma mi sembra altrettanto giusto parlarne quando funzionano. O meglio, quando qualcuno le fa funzionare positivamente.
L'altro giorno ho iniziato il giro di controlli con la visita ginecologica ed eco annuale. Da quando frequento l'ospedale per "la faccenda" mi faccio seguire dal reparto della struttura, in regime di servizio pubblico, e si sa, quando si va in strutture pubbliche chi trovi trovi. Ma dato che a parte in un singolo caso finora non ho avuto di che potermi lamentare (eccezion fatta per le attese a sorpresa, ma si sa, i bambini non ti lasciano scegliere quando farli nascere, perciò se la sala parto ha più bisogno che non gli ambulatori, i medici lì devono stare), non mi sono ancora posta il problema "prendo o lascio". Lo scrissi già una volta, e non ho cambiato idea.

Appunto. Il singolo caso. QUEL singolo caso. Andate a leggervi il post se volete capire il seguito.

Avevo appuntamento alle 9.20, arrivo come di mia regola cinque minuti prima, presento all'accettazione i fogli necessari e mi accomodo, seguendo l'indicazione dell'infermiera (gentilissima), nella saletta d'attesa due metri più in là.
-La visiterà il dottor F., stamattina.

Caxxo.

Ma giuro, non l'ho detto, l'ho solo pensato. E devo averlo pensato così forte che mi si deve essere letto in fronte, perchè l'infermiera mi guarda sgranando gli occhi.
-Huh?
-No, niente... ehr... va bene, aspetto di là.
E continua a guardarmi con aria interrogativa.
A quel punto mi sento di dovere una spiegazione (mica si può pensare così forte la parola "caxxo" pensando che nessuno ti senta, così aggratis, no?). E me ne esce una sottovoce, così, di getto. Cercando in qualche angolo del mio armadio mentale del prontosoccorso un sorriso-paresi da indossare.
-No, è che sa, un paio di anni fa ci ho fatto una discussione... ma va bene guardi, sicuramente non se ne ricorda nemmeno, in fondo ho solo bisogno di una visita come tante altre, me la metto via. Ecco guardi, mi accomodo di là, tiro fuori la mia rivista, recito un mantra e vedrà, non sarà la fine del mondo.
Vado, mi siedo, e aspetto.

Non passano trenta secondi che esce lui. Viscido come lo ricordavo. Sorridente, accomodante, ma viscido. Che poi probabilmente è solo la mia impressione, ma sapete com'è, quando esperienza e faccia si incollano una all'altra è difficile scindere la persona dall'occasionalità. E mi guarda. E sorride. E mi fa "lei è qui per una visita?".
-Si, visita ed eco.
-Nome?
-Mamigà.
-Mmmmm... il suo nome non mi è ancora apparso a video, ma se ha appena fatto l'accettazione mi apparirà tra qualche istante. Nel mentre visito la signora V. C'è per caso la signora V.?"
Grazie al cielo, la signora V. risponde, era seduta nel corridoio. Meglio, penso tra me e me, ho ancora almeno un quarto d'ora per farmi questa strabenedetta ragione. E magari ingoio una liquirizia, mi tira su il morale. O mi alzo, giro i tacchi e me ne vado.

Tiro fuori il mio giornale, apro una pagina, e arriva l'infermiera di prima. E mi guarda a braccia conserte. Mi viene il dubbio di avere la stessa espressione di prima incollata addosso, devo essere davvero una cosa curiosa da vedere. Mi guarda, e se ne va.
Dopo due minuti torna. Due sono le cose: o le piaccio, o le faccio pena. Ma stavolta apre bocca sorridendo:
-Venga, venga con me.

Mi presenta una dottoressa mai vista prima, giovane, e con una frase mi cambia la giornata:
-La dottoressa ha un buco di tempo, la visiterà lei, si accomodi dall'altra parte.
-No! Ma... veramente???
-Si, non si preoccupi, venga.
Ooooooh... non posso crederci...Sentirmi dire così, e sentirmi come se in un nanosecondo mi avessero tolto dallo stomaco un peso di due tonnellate è stato un tutt'uno. Giusto per rendere un minimo l'idea di quanto tesa fossi.
E io mi accomodo; dopo cinque minuti vengo chiamata, visitata, rassicurata sul buon esito della visita, mi viene fatto un pap-test non previsto (che a suo dire con pregresso carcinoma mammario ed in terapia ormonale va fatto annualmente, cosa che non sapevo) e vengo congedata. Il tutto con una cortesia ineccepibile.

E' andata bene così. Molto, molto bene. Ora non mi resta che recarmi in reparto tra un mese a ritirare l'esito del test. Magari passando prima al bar, allo scaffale dei cioccolatini.

martedì 22 ottobre 2013

Il lato buono della faccenda - Altri sei mesi, altro round

Si ricomincia.
Sono passati sei mesi, anche se onestamente pensandoci mi sembrano passati sei giorni.
Da dopodomani e per le successive quattro settimane si rimette in moto la macchina dei controlli, questo giro quelli più... tosti. Stavolta, in ordine di tempo, vedrò:
- il ginecologo, per visita ed ecografia
- il tecnico radiologo, per mammografia ed ecografia
- l'infermiera della sala prelievi, per i soliti markers e il resto del corredo delle analisi
- il cardiologo, per visita, elettrocardiogramma ed ecocardio
- dulcis in fundo, l'oncologo.
- nel mezzo, l'iniezione trimestrale di Decapeptyl (che giuro, non ditelo a nessuno, ma inizio seriamente a prendere in considerazione l'idea di far finta di dimenticare, tanto quanto faccio finta di dimenticare il Tamox. Si, sono una pessima, pessimissima, pessimerrrrrrrima paziente. Non parlo mai della questione, è troppo delicata, ma ne ho due scatolotti stracolmi della menopausa indotta).

La visita ginecologica, da quando sono in menopausa, è molto dolorosa. Sarà un fattore psicologico, sarà che gli ormoni-non-più-vagans hanno reso una certa parte del mio corpo rigida come la carta vetrata (e facciamolo questo outing), di fatto così è.
La mammografia... non ci voglio nemmeno pensare. E' un attimo. Questione di pochi secondi. Ma sul seno operato e sull'ascella, accidenti, anche solo quando cercano di sistemarlo sul macchinario, vedo nero...

Come mi sento?
Fino a ieri, bene. Ma dato che mi sono sempre concessa di iniziare a pensarci non più di due giorni prima dell'inizio, oggi vi dico che sono un fascio di nervi.

E pace. S'ha da fare, si fa. Devo solo concentrarmi sul respiro di sollievo che farò tra un mese. O non parto affatto.
Non ne ho nessuna, nessunissima voglia.

lunedì 21 ottobre 2013

Sono tutto stres

Oggi a scuola, durante la ricreazione, il Power ha preso un foglietto rosso, lo ha piegato a metà, ci ha scritto sopra una frase e lo ha appoggiato sul suo banco di scuola in modo che stesse bene in piedi e fosse ben leggibile.
La frase è:
SONO TUTTO STRES
QUINDI CAUTION

(StresS con una sola S, non è un errore di battitura: l'ortografia del Power prevede che le consonanti, se sono accoppiate di regola divorziano, diversamente se sono single soffrono di disturbo bipolare. Lettura esclusa, l'italiano non è la nostra materia forte, decisamente. In pratica abbiamo più bocca che zucca. Maschi...).
Se è rivolto ai compagni di scuola o al maestro non è ancora dato sapere, ma indagherò. Non ora. Ora CAUTION. Non si sa mai.

giovedì 3 ottobre 2013

Numeri

-Cinque per otto?
-Quaranta. Scrivo zero e riporto quattro.
-Due per otto?
-Sedici.
-Più quattro che avevi riportato?
-Venti.
-Quindi, venticinque per otto quanto fa?
-Duecento.
-E allora, anima santa della tua mamma, mi spieghi dove cavolo l'hai tirato fuori quell'OTTOCENTOSETTANTA? Hai tirato i numeri a caso? Li hai presi dopo aver tirato i dadi?
-Prima mi veniva ottocentosettanta. Giuro!
-TESORO, la matematica è matematica, venticinque per otto fa duecento, faceva DUECENTO trentuno anni fa quando ero IO in quarta, e fa DUECENTO oggi che in quarta ci sei tu. Non c'è storia. Come lo giri e come lo volti, fa sempre duecento!
-MA MAGARI i numeri sono cambiati da quella volta, noooo?????
N... non...