martedì 31 maggio 2011

Nota... non nota...


Venerdì scorso mio figlio ha portato a casa una nota sul libretto (l'ennesima) piuttosto pesante, da parte dell'insegnante di inglese.


Il Power è stato messo in castigo perchè in effetti l'ha combinata e non gliela si può far passare.

Ieri l'insegnante (di matematica, e chi sennò...) mi ha fermata dopo la scuola perchè ha visto la nota, ha parlato con l'insegnante di inglese, la nota le è sembrata esagerata per cui si scusano, il Power è mortificato,  soffre per la punizione (cartoni animati dimezzati per una settimana e niente pc, perfino, che cattiveria!) e dice che è il caso di rivederla.

Oggi il Power ha rotto gli occhiali al compagno D. per la seconda volta (la prima è successo all'asilo, e dire che a scuola li hanno divisi di classe!), in uno pseudo-incidente che tanto incidente non è. Fortunatamente la scuola è assicurata per queste cose, ma intanto c'è da affrontare di nuovo i genitori di D., che sono tutt'altro che gente conciliante.

E io non vedo l'ora che la scuola finisca che non se ne può un tichinin più. In tutti i sensi.

lunedì 30 maggio 2011

Un mazzolino...

Mio marito dice che esagero a dire che è un mazzolino un po' irreale, ma avete mai visto fiorire assieme lavanda...

...narcisi...

...e papaveri? In natura io sicuramente no. Ma con ago e fili colorati tutto è possibile, e in fondo è come fare una magia, anche se il lavoro è decisamente minuscolo

...e chissà, spero che laddove ho intenzione di posarlo (e per ora non posso dire dove) porti un po' di allegria.

domenica 29 maggio 2011

Colore!

Quando queste cose mi passano per la testa devo farle a tutti i costi, non posso rimandare per nessuna ragione al mondo!

Mio marito ha ricevuto da un collega delle t-shirt bianche di una misura un po' troppo grande. Caso vuole che in questi giorni io stia rimettendo ordine in lavanderia, e mi siano venute tra le mani alcune bustine di colorante che avevo lì da qualche anno, acquistate in confezioni con doppia bustina per colorare qualcosa di piccolo perciò ne avevo usate solo una per colore. E mi son detta perchè no, facciamo uno più uno e...

Questa l'ho tinta usando degli elastici per creare i motivi a cerchio



Questa invece l'ho tinta annodando le maniche una ad una e il centro del corpetto


E così ho qualcosa di pratico per dormire durante l'estate, visto che sudo come una fontana e queste magliette di cotone sono belle comode oltre che in fresco cotone. :)

mercoledì 25 maggio 2011

Strada


Ho voglia di fare strada.



Tanta.
 



IMG_0830
So che non è allontanandosi che si risolvono i problemi.
Ma cambiare aria ai polmoni aiuta a respirare meglio, e a guardare alle cose con più obiettività. E' tanto, troppo tempo che non lo faccio.
E mai più di adesso ne sento il bisogno.



(Campo scout Valsesia, 1992, 19 anni e uno zaino che pesava quanto me)

Aaaaaaalberooooooooo!!!


Un paio di anni fa, a conclusione della festa di fine anno della scuola materna (il Power era nella classe dei medi), le insegnanti regalarono a ogni bambino un alberello: li avevano avuti in dono dalla forestale, dissero, ma non si ricordavano che tipo di alberi fossero perchè privi di cartellino. Un dono bellissimo, pensavo, un albero che cresce con il bambino... Portai a casa l'alberello nel suo vaso e lo misi davanti casa, programmando di cambiargli il vaso ogni volta che ce ne fosse bisogno finchè non fosse cresciuto abbastanza da essere interrato in giardino.


Sono passati due anni,  l'alberello è cresciuto, ed eccolo qui

Ora è alto un metro e mezzo escluso il vaso, ed è bellissimo. Meditavo di interrarlo vista la misura, ma prima di farlo ho voluto sincerarmi di che tipo di albero fosse, perchè ci sono dei regolamenti comunali che dettano la distanza minima dal confine dove piantarli in base all'altezza media che il tipo di pianta è destinata a raggiungere.
Non sapendo a che specie appartenesse, mi sono decisa a fotografarlo e a porre il quesito in un forum di giardinaggio al quale sono iscritta da anni. Mi è stata data una risposta, l'ho confrontata con tante altre immagini del tipo di albero indicatomi qui e là nel web, e ahimè, ho fatto una scoperta che mi mette in leggerissssssssima difficoltà, date le dimensioni del giardino (un centinaio di metri quadrati disposti ad L):


Non ci sono dubbi.



E' solo un frassino.
E adesso?

martedì 24 maggio 2011

La non-festa


Finalmente la scuola è quasi finita. E' stanco il Power, sono stanchi gli insegnanti, siamo stanchi noi.


E dunque quest'anno abbiamo fatto i conti con la scuola per la prima volta: la scuola della puntualità degli orari, dei compiti per casa, dei doveri, della levata alle sette del mattino, dei voti sul quaderno e delle note sul diario (sic), delle pagelle, dei problemi e delle soddisfazioni guadagnate con fatica, insomma, la scuola.
Ma in questi giorni sto facendo i conti anche con la scuola che mi delude un po' sotto l'aspetto umano. Il motivo è molto semplice: è stata abolita la festa di fine anno. Che poi non ci aspettavamo la festa come quella dell'asilo con tanto di recita, ma un minimo, non so, una merenda nel cortile della scuola. E invece niente: le insegnanti si rifiutano di fare qualsiasi attività che non sia strettamente necessaria allo svolgimento del programma, perchè non vanno d'accordo tra loro e non sono pagate per fare altro. Si era già notato alla festa del comprensorio scolastico di sabato scorso, dove erano presenti centinaia di persone tra bambini e genitori, i bidelli erano tutti lì a godersi la festa e a servire al bancone del rinfresco ma le maestre e i professori delle medie hanno disertato completamente, fatta eccezione per due tra le  maestre dell'asilo.

Ora, io posso solo immaginare quanti problemi ci siano nel mondo dell'insegnamento, per carità, non ne voglio nemmeno discutere. Però mette tristezza vedere come alla fine a rimetterci siano sempre e solo i bambini, che vengono privati di qualcosa che secondo me è importante. E allora ieri, parlando con una delle rappresentanti di classe, ho appreso che faremo tutto tra famiglie: "ruberemo" le ultime due ore di lezione dell'ultimo giorno di scuola per organizzare una merenda gigantesca sotto il porticato della scuola, ognuno porterà qualcosa e allestiremo noi tavolate ed eventualmente giochi, ci accolleremo la spesa di stoviglie di plastica varie e puliremo alla fine. Perchè la scuola è un servizio, è vero, ma per i bambini è una delle avventure più belle dell'infanzia. E alla fine è vero, alla serenità di tuo figlio se non ci pensi tu non c'è nessuno che ce l'abbia a cuore.

lunedì 23 maggio 2011

Lo scollo, il taglio e la spesa con Robute


Ci sono cose che piombano nella tua vita senza che le cerchi, e non puoi evitarle. Devi accettarle e basta, fartene una ragione e ricavarne del buono se puoi, e io così sto cercando di fare. Sei arrivato nella mia esistenza quando meno me lo aspettavo, l'hai cambiata, rimani con me perchè non posso rimandarti indietro, ho imparato ad amarti nonostante tutto, ma per ora, finchè lo riterrò necessario, rimarrai nel segreto. Perchè le cose grandi, le cose importanti, vanno anche protette, e così farò con te.



Non devo andare a fare acquisti di capi di vestiario con Robute, con i gusti proprio non ci incontriamo. Ma stamane al mercato mi ha trovata proprio mentre ero intenta a scegliere una camicetta, si è offerta di darmi un consiglio e cosa potevo fare? Ho accettato, anche se alla fine quello che ho messo nel cestino della bicicletta assieme allo scontrino è frutto di un compromesso tra il suo stile esageratamente maschile e il mio desiderio di qualcosa di esplicitamente femminile. E' stato un lavorone però, perchè sono diventata piuttosto pignola, almeno secondo Robute, ma anche secondo mia madre e non solo loro.
Il motivo è presto detto. Un mese fa o poco più ho fatto il cambio degli armadi, ho provato e riprovato diverse cose e ho scartato tante magliette per un motivo semplice: lo scollo, e le maniche assenti. Passi per le maniche, posso anche accettare in via eccezionale di avere qualcosa privo di maniche anche se ho due braccia stile mortadella, tanto prima o poi si sgonfieranno (spero). Ma il collo... il collo deve esserci, punto. Perchè non posso vedere quella cicatrice spuntare da sotto. E' più forte di me, non ce la faccio. Nella mia intimità riesco a guardarmi senza eccessivi problemi, ho acquistato dei reggiseni adatti per fare in modo che il "buco" sia sufficientemente mimetizzato, ma lui, il taglio, che tra l'altro ha anche cicatrizzato maluccio (ma tutti i tagli mi si cicatrizzano così, ha anche un nome questa cosa ma non lo ricordo, in pratica sembra come una fascetta larga quasi un centimetro bucherellata a destra e a sinistra per tutta la sua lunghezza), quello non riesco ad accettare che si veda. Ed è bello alto, arriva fin quasi al collo.

"Fregatene" ha detto Robute alzando le spalle.
"Fai finta di niente" ha detto mia madre.

Si, è vero, c'è di peggio, ma io con questo ho a che fare, e che si veda mi da fastidio. Forse perchè ha a che fare con una cosa mia, talmente mia che solo l'idea che venga banalizzata o guardata con una bocca storta mi mette a disagio, perchè non è solo un taglio, non sono solo diciassette puntini a destra e diciassette a sinistra, è anche tutto quello che ci sta dietro, ed è un ricordo troppo fresco per essere messo via con un "fregatene".  Credo faccia parte di quelle cose che vanno accettate, ma non è una cosa automatica. E poi non so perchè ma l'anno scorso me ne importava molto meno, anche se a pensarci bene un anno fa a quest'ora non ero ancora stata operata e il problema non si poneva nemmeno. Mi sentivo quasi meno a disagio nel periodo in cui camminavo con le stampelle a causa delle flogosi, o con il collare morbido per via dell'ernia cervicale. Che quando mi fermavano e mi chiedevano cosa avessi rispondevo tranquillamente "artrite, sono in piena crisi", e finiva lì, ma la parola "tumore" suona decisamente in modo diverso e causa reazioni nettamente diverse. E probabilmente ho fatto sufficientemente il pieno di queste reazioni quando ero quasi senza capelli per la chemio, nascondendo la cicatrice è come se volessi dire "ora basta". E mi prendo questo diritto finchè lo riterrò necessario. O almeno finchè il "fregatene" non riuscirò a dirlo alla mia immagine riflessa allo specchio.

Il riciclo è a pois!

Domenica pomeriggio in casa... voglia di far niente... Si beh niente è una parola grossa, con le zampe in zampa non riesco a star mai del tutto, ma visto che di far grandi cose la domenica non se ne parla ho riesumato una piccola idea che mi era balenata un po' di tempo fa, mentre mettevo ordine.

Ho la mania di conservare tutto quello che ha a che fare con stoffa, filo, nastri, bottoni  e compagnia bella,  solo che a un certo punto le scatole debordano, e che si fa? Ci si inventa qualcosa per dare un nuovo destino a quello che altrimenti è da buttar via (che espressione odiosa... buttar via...). Ieri è arrivato il turno dei nastri

Ma non tutti i nastri, solo quelli più alti, perchè quelli piccoli faccio presto a usarli per fare ciocchette decorative, piccoli chiudipacco e compagnia bella, ma di quelli alti che si fa?

Si fa che si cuciono tra loro nel senso della lunghezza a farne un pannellino rettangolare, si applica una vecchia cerniera in tinta sui due lati corti, si chiude il tutto con una cucitura ai lati opposti non prima di aver confezionato e attaccato a mano una fodera interna di ugual misura. Si tira fuori dalla scatola dei bottoni una manciata di bottoncini da camicia in tinta contrastante ricavati da camicie vecchissime che ormai a mio marito non vanno più bene (e la stoffa ovviamente si riutilizza per altro) e ne esce...

...una trousse di raso rosso a pois! Ovviamente questo è un prototipo venuto neanche benissimo, ma volevo più che altro provare la tecnica, e non mi sembra male. Anche se cucire il raso è un po' antipatico in effetti, scivola ovunque, ma con un po' di pazienza ce la si fa.

E intanto ho un portatrucco che di sicuro si fa notare ;)

domenica 22 maggio 2011

Dimenticavo la visita!


Come si può notare oggi me la sono presa comoda: è domenica, non mi sento per niente bene, in casa ho fatto il minimo indispensabile per la sopravvivenza e mi sono piantata qui al pc a riordinare cartelle, sistemare fotografie, girellare per i vari siti in cui spulcio abitualmente per ricavare qualche idea creativa e a sbloggare.


E mi sono accorta che non ho raccontato la perla del mese: la visita dal ginex di dieci giorni fa, e questa merita.  Che già credo sia la visita a cui ci si sottopone meno volentieri in assoluto o quasi.

Sono andata a fare un controllo, come sempre in ospedale, che si sa, nella struttura pubblica chi ti capita ti capita, ma finora mi sono sempre trovata bene e non vedo il motivo per cui pensare di cambiare. Ma questa volta è stata singolare...
Non avevo mai visto il tal dottore, non giovanissimo, molto gentile, educato, e... con tanta voglia di parlare.

Dunque l'infermiera mi invita ad entrare in ambulatorio e a sedermi, mi accomodo, dopo cinque minuti entra lui. Sorride, saluta, si siede e legge la mia cartella.

-E dunque lei è qui per un controllo vero?
-Si.
-Vedo che è in menopausa iatrogena, quali farmaci sta assumendo?
-Ics ogni tre mesi e Ipsilon quotidianamente, dallo scorso novembre.
-Nient'altro? Ne è sicura?
-Beh, si, Zeta e Beta per il cuore, da un anno circa, ma dovrei essere quasi a fine cura...
-E come mai?
-Perchè ho fatto Hercy, che mi ha causato una lieve ins...

Il dottorino sgrana gli occhi: "cosa ha fatto lei? "
-Hercy.
(E dire che non mi sembri di primo pelo, dottore, non mi dirai mica che sono la prima paziente oncologica che ti capita davanti...).
-E quale principio ha? Mi dica il nome del principio attivo.
-Trast...
-Aspetti, prendo il prontuario e lo cerco così mi rendo conto.

E inizia a scartabellare. Trova il nome del principio attivo sul librone, inizia a leggere...
-Blablabla... si, scrive che può dare insufficienza cardiaca... blablabla... insomma, le hanno dato veleno per topi, via.
-PREGO? Scusi, io non sono un medico, sarà anche veleno per topi ma mi ha tirato in qua!
-AH LO DICE LEI! Ma non lo sa che la chemioterapia uccide le cellule malate ma intacca anche parte di quelle sane?

(Deh, è arrivata la rivelazione del secolo...).
-Ecco! Tutti schiavi delle cure farmacologiche tradizionali siete! Gli oncologi, tutti schiavi delle industrie farmaceutiche! Venga, che la visito...

Ora, la mia permanenza in ambulatorio è durata la bellezza di 40 (QUARANTA) minuti, di cui CINQUE di visita, altri CINQUE di ecografia, e TRENTA di... indovina indovinello... Convegno personalizzato sulla terapia oncologica alternativa, ideata dal famoso dottor D.B., istruzione dettagliata sul suo metodo di cura, invettive varie e fantasiose su chi è andato e va contro le sue teorie, politici in primis, il tutto fortunatamente in un tono estremamente gentile ed educato, ma di una insistenza degna di nota.
E io? Io non ho fatto che ascoltare e annuire con la testa ogni due o tre minuti, sorridere, e uscirmene di tanto in tanto con un "si, si".

Perchè?

Perchè primo, non sono un medico, quindi non ho argomenti per ribattere. Secondo, è pericoloso mettersi a discutere durante una visita dal ginex, perchè le mani addosso deve mettermele lui, e se si scalda d'animo è ancor meno piacevole (capite ammè). Terzo, per me lui può tenersi le sue idee e io le mie, non mi andava di invischiarmi in una polemica senza fine; a me è andata bene così, se vado in una struttura ospedaliera è per ricevere le cure tradizionali, se volessi altro cercherei altrove. Quarto, non vedevo l'ora che finisse la manfrina per andarmene, avevo una fame da paura, mi scappava la pipì e se mi sbrigavo arrivavo a mangiare assieme a mio figlio prima dell'una dopo essere passata anche di sopra, al quarto piano, a prendere velocemente appuntamento. Quinto, abbiate pazienza, ma quando sento dire che un tumore è un fungo mi si crea nella testa un nebbione talmente fitto che per non farlo uscire dalle orecchie devo tapparle, il risultato è che la concentrazione mi fa venire una faccia da ebete a cui però non posso porre rimedio, quindi devo tenermela così e limitarmi ad annuire. Sesto, quando fai la singolare esperienza di ricevere una diagnosi simile a una legnata sulla schiena non è che la prima cosa che ti passa per la testa è di spendere i sei mesi successivi a cercare cure alternative, vagliare statistiche, consultare venti diversi specialisti e andare a Lourdes a chiedere un miracolo, in sei mesi l'animale ti mangia con suo comodo, e non puoi permetterti di apparecchiargli anche la tavola.  E settimo, ma in ordine casuale, l'insegnante fa l'insegnante, l'architetto l'architetto, il falegname fa il falegname, sei un ginex e fai il ginex, a fare l'oncolaus ci pensa l'oncolaus. No?

Insomma, me ne sono uscita con in mano il referto scritto in maniera piuttosto fantasiosa (non vedo l'ora di vedere la faccia dell'oncolaus quando lo legge) corredato da foto in bianco e nero (as usual) e una prescrizione: ovuli. Che non ho chiesto io, preciso: ha letto la cartella e ha dedotto che avessi problemi di un certo tipo dato che assumo quel certo tipo di farmaci, e io ho lasciato fare, tanto poi decido io se seguire le sue prescrizioni poi (con queste premesse a maggior ragione).
Perchè io ho un vizio: prima di assumere qualsiasi farmaco leggo il foglietto illustrativo. Se non ce l'ho, me lo vado a cercare su internet: ci sono anche i foglietti illustrativi del burrocacao, del colorante per biancheria e del disinfettante per superfici lavabili, se si vuole esser pignoli.

E infatti nel pomeriggio vado in farmacia, prendo il farmaco, torno a casa, mi svacco sul divano ed estraggo il foglietto.
Per fortuna non l'ho pagato. Perchè dopo le prime righe trovo scritto a caratteri maiuscoli e in grassetto: ATTENZIONE, LE DONNE CHE HANNO AVUTO, HANNO O HANNO IL SOSPETTO DI AVERE UN CARCINOMA MAMMARIO NON DEVONO ASSOLUTAMENTE ASSUMERE QUESTO MEDICINALE.
E ti credo, è a base ormonale.
E gli ormoni nel mio corpo sono per l'animale come una bistecca al sangue per il mio gatto servita direttamente nella ciotola.
E lo sapevi, caro il mio dottorino, quando hai letto la mia cartella.
Che facciamo, uno le guarisce e l'altro prova a farle riammalare, così, per far qualcosa di divertente? E' un nuovo sport? Che magari non funziona, ma se funziona...

E quindi mi è passato per la testa di tornarglieli serviti come antipasto, sciolti nel microonde e spalmati sui crostini, giusto per non buttarli via. Perchè io non li ho pagati, ma il SSN si, e non è giusto, in fin dei conti in terapia tradizionale il mio babau è già costato allo Stato diverse migliaia di euro, non è il caso di rincarare la dose a ogni piè sospinto, c'è la crisi.  Forse se mi curavo con il bicarbonato in effetti era molto più economico.
Ma per ora preferisco usarlo per lavarci la verdura e sgrassare le padelle.

Bianco, rosa, viola


Dopo due anni di vuoto le fioriere del terrazzo son tornate a fiorire (dietro debita insistenza della famiglia, mamma compresa...). Quest'anno ho scelto gerani... bianchi con un tocco di viola.
Ma in questi giorni c'è anche il bianco dell'astilbe, qualche fiore di lillà, di salvia e il viola degli iris (profumatissimi) a far compagnia ai gelsomini.
Come si dice, a ogni stagione i suoi colori. E mentre aspetto che le ortensie diano il meglio di loro stesse (per fotografarle), spero avidamente che le roselline mangiate dagli insetti sullo sbocciare si riprendano. 





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Total white

E adesso tocca a loro



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Aprire le finestre al mattino e lasciarsi travolgere dal profumo dei gelsomini non ha niente di paragonabile. Peccato solo che di sei piante, cinque siano ancora per buona parte coperte dalle reti verdi a maglie fitte con cui ho dovuto chiudere il confine a nord, dopo che il gelo esagerato dell'inverno precedente mi aveva  costretto a potarle drasticamente. Si stanno rimettendo in fretta, ma prima che la rete di supporto sia di nuovo ricoperta e funga da barriera visiva ci vorrà un annetto buono ancora.
Nel mentre mi godo questo. E con soddisfazione.

giovedì 19 maggio 2011

Due bavaglini

Da mesi diserto il punto croce, tradito a favore del cucito, ma ogni tanto come si dice, noblesse oblige, bisogna rispolverarlo se non altro quando si sta per andare a trovare un'amica che ha da poco avuto un bimbo e un pensierino ricamato ci sta proprio bene.
Non amo ricamare i bavaglini, ma per fare giusto una cosa veloce sono l'ideale. Ed ecco in qualche sera ho finito questi

I bavaglini li ho pagati davvero una sciocchezza, tipo un euro e mezzo se ricordo bene, e mi sono innamorata dei due fiori canterini quando li ho visti su un vecchio numero di Punto Croce Facile e Veloce. Spero che siano graditi.

Eco-fatto


Ho fatto l'ecopanza. Contrariamente a quello che pensavo non ho dovuto attendere mezz'ora, non ho avuto crisi di mi-scappa-non-ce-la-faccio-si-sbrighi, e non sono svenuta per il digiuno. Ma è un periodo in cui mangio molto poco, probabilmente il cortisone ha mollato la presa e non avverto più quella fame insistente ad ogni ora del giorno, e anche la bilancia ha iniziato ad abbassare il tono con me.


Al di là di questo tutto bene, è solo uscito dall'incognito un angioma al fegato, che ho saputo essere un banale, comunissimo e innocuo tumore benigno che non da fastidio a nessuno e può rimanersene tranquillamente lì. Ma è da confermare con una tac. Già mi pregusto la dormita da antistaminico (per il mezzo di contrasto), mai dormito meglio e a lungo come dopo una iniezione di Atarax.
La prossima tappa è venerdì prossimo, per la MOC, ma stavolta ho dovuto rivolgermi a una struttura privata convenzionata a una ventina di chilometri da qui, verso Porto. Ho chiamato il CUP regionale per prendere appuntamento, ma hanno liste d'attesa bibliche: a Pordenone mi proponevano DICEMBRE 2011, mentre a Udine, occhio eh, SETTEMBRE 2012! Pazzesco.

Da tempo sostengo che ormai la mia Gretoletta fa da sola la strada da qui a Latisana, inserisco il pilota automatico e mentre mi accompagna fin lì faccio l'uncinetto stando al volante.
Ma inizio ad avere la nausea da corridoi d'ospedale.

mercoledì 18 maggio 2011

Ancora su Oltreilcancro!


Ho appena appreso che OLTREILCANCRO.IT è finito anche qui!!!

http://27esimaora.corriere.it/articolo/si-puo-scherzare-sul-proprio-tumore/

Ellapeppa, le cose si fanno serie!!!

A.A.A.


Amy soffre di solitudine. Da quando Jack se n'è andato, è diventata la mia ombra (più di prima), piange spesso per essere presa in braccio, mangia poco e cerca disperatamente qualcuno con cui giocare, un atteggiamento che strapperebbe il cuore a chiunque.

Può sembrare che io faccia  "chiodo scaccia chiodo", ma non è così: nessuno potrà ripagarmi della mancanza di Max, di Jack ma soprattutto della mia Gioiuta, ma ho letto da qualche parte che smettere di amare solo perchè si è sofferto per amore è come fermare le lancette dell'orologio per paura di vivere. E felinamente parlando in casa e nel cuore abbiamo spazio per un altro cuore peloso, e lo stiamo desiderando e cercando per Amy e per noi.

Una settimana fa circa ho trovato un annuncio su un sito internet, pubblicato da una volontaria di un paese qui vicino, in cui si cercavano famiglie per dei micetti di un paio di mesi. Ho subito telefonato e parlato con questa tizia, che mi ha chiesto il perchè e il percome cercassi un micio.
Come sempre ho peccato di troppa sincerità evidentemente: ho raccontato la storia dei miei tre mici venuti a mancare in meno di un anno, e quando ho detto che Max è morto avvelenato lei ha cambiato immediatamente il tono della conversazione, facendomi intendere che non era possibile che Max fosse castrato perchè i gatti castrati non si allontanano da casa (va beh, lasciamoglielo credere), chiedendomi se ci fossero contadini in zona (e le avevo detto che viviamo a Riviland, tesora, e Riviland non è in centro a Udine), domandandomi se anche il piccolo eventualmente preso in adozione avesse avuto la possibilità di uscire e rientrare a suo piacimento o intendevo chiuderlo in casa protetto (e tutta la famiglia con lui evidentemente, dato che viviamo al pianterreno e abbiamo un giardino) eccetera. "Vedremo", ha detto, "i gattini saranno svezzati tra una decina di giorni, casomai ci risentiamo". Era meglio se inventavo una balla.
Ieri ho visto l'annuncio ripubblicato su internet, con tanto di foto, segno che non ha intenzione di darmelo evidentemente. Va bene, non c'è problema, di gattini in cerca di famiglia nel giro di due mesi ce ne saranno tanti.

Ma un piccolo embolo mi è partito, se me lo consentite.

C'è da fare una distinzione sulle varie interpretazioni del termine "amore" riferito agli animali, e io di solito distinguo gli amanti dei gatti in due categorie: quelli che amano i gatti per avere cosi pelosi e fusanti sulle gambe la sera, e quelli che amano i gatti. Un numero imprecisato di anni fa mi sono attirata le ire funeste della stragrande maggioranza dei partecipanti a un forum gattesco per aver esposto questa mia teoria, e me la presi al punto da abbandonare il forum con un'incazzatura da spavento.

Anch'io quando presi la Gioiuta ero incerta sul comportamento da tenere con lei relativamente alle sue uscite, ma quando ho scoperto che la mia vete e non solo lei la pensano come me ho adottato la mia linea di comportamento senza remore, ritrovandomi con una gatta fondamentalmente felice, e sapete perchè? Perchè il gatto che sta bene con la sua famiglia non è il gatto costretto a viverci perchè chiuso a chiave, ma quello che libero di andarsene si sente altrettanto libero e motivato a ritornare, e i miei gatti ritornavano sempre. E non solo per fame: Amy quando esce fa spessissimo puntatine a casa solo per farsi stropicciare un po', starsene in braccio cinque minuti e ripartire. E questo mi rende orgogliosa, al punto che sentirmi criticata sul mio modo di tenere i felini in casa da chi sostiene che per proteggerli bisogna segregarli mi manda in bestia.
Certo, c'è la strada, ma c'è anche per noi, e noi non ci chiudiamo in casa per paura di essere tirati sotto.
Certo, ci sono i pericoli, ma vale la stessa regola.

Ho visto per anni il gatto della signora che viveva sotto di noi, a Venezia, passare le giornate sul balcone guardando di sotto. Era un gattone castrato e obeso, mi faceva una pena incredibile. Non si muoveva mai. I miei gatti sono stati tutti castrati e non avevano un filo di ciccia, portavano fieri ogni giorno le prede (bleah) davanti casa, e le uniche volte in cui son dovuta ricorrere alla vete al di fuori delle vaccinazioni annuali sono state le occasioni in cui miss Grisovina alias Gioia-con-micosi si presentava con la tacca di pelo spelato (anche la volta in cui litigò con un'anatra, ma è stata una occasione fortuita). Amy ieri è tornata a casa con in bocca un merlo grande la metà di lei, con gli occhioni spalancati tutta contenta, che si dirà povero merlo, ma mi è stato insegnato da chi se ne intende più di me che se la natura fa il suo corso (e il gatto è cacciatore per natura, e non di palline di peluche) ho un animale sano. E per me è quello che conta.
Quindi i miei gatti escono e continueranno ad uscire e a tornare, e finchè lo faranno avrò dei gatti felici, non dei gatti da fusa sulle gambe la sera. Avrò dei gatti che stanno con me perchè a loro fa piacere starci, non perchè la porta è chiusa a chiave. E scusate se è poco.
Insomma, la ricerca continua, e non vedo l'ora di avere quel piccolo peloso motivo per tornare a sorridere.

Correva l'anno...


Non so per quale meccanismo perverso della mia mente bacata, ma quando mi soffermo a guardare le foto di quando ero bambina divento improvvisamente molto più indulgente con me stessa, perdonandomi errori madornali e sorridendomi più volentieri addosso. Anche se, ad oggi, quella certa profonda nostalgia di cosa e di chi so io è dura da smaltire.




Correva l'anno 1975.

martedì 17 maggio 2011

Gatteria - impariamo a fare i nodi


Lezione numero 1- nodo Morfeo




Particolare del nodo





Quando si sveglia mi faccio insegnare i passaggi.

lunedì 16 maggio 2011

Ancora foto


Mercoledì, poco dopo le undici del mattino, ho in programma l'ecopanza: sempre stesso posto, stessa saletta d'attesa in fondo che più in fondo al corridoio non si può, possibilmente stessa sedia dato che ormai ha preso la forma (di cosa, è ovvio). 
Da oggi devo iniziare la preparazione all'esame evitando di mangiare questo e quello, come da prassi. E già mi chiedo come fare per arrivare a digiuno fino a quell'ora senza svenire (che poi comunque ci sarà da aspettare, quindi alè).



Gigi mi ha detto che hanno più foto mie intime in ospedale che non io nel mio album, comprese quelle di quando ero neonata. Curioso come vedere me a sedici anni in costume da bagno azzurro a pois bianchi  in riva al mare sia decisamente più gradevole alla vista (bei tempi...), ma molto meno gettonato  di quanto non lo siano le mie ovaie in bianco e nero.

La mia alba


Quando mio marito è fuori la notte per lavoro, mi piace dormire con la tapparella quasi completamente alzata.


E' troppo bello svegliarsi al mattino assieme al giorno che nasce. L'alba è l'unica sveglia che, anche se silenziosa, mi fa riemergere dal sonno senza farmi sentire uno zombie. La luce che si appoggia sulla mia camera tutta azzurra e blu sembra voglia allargare il suo pezzo di cielo fino al mio viso.
Come se mi accompagnasse lentamente e dolcemente ad attraversare il ponte tra il sonno e la veglia, prendendomi per mano.

domenica 15 maggio 2011

Come farcire una torta all'interno...

...senza romperla.
A molti le ispirazioni vengono meditando sulle origini del mondo in un certo momento della giornata, a me questa è venuta stamattina mentre facevo la doccia... Volevo farcire una torta con la crema, per portarla da mia madre, ma come fare senza rischiare come sempre di romperla?

Idea!
Ho tagliato la torta a metà con il coltello seghettato più lungo che avevo in cucina

Poi ho preso un foglio di carta da forno appena più grande della torta, ho fatto una piega sul lato più corto sufficientemente larga da ricoprire la lama del coltello, e ho appunto infilato il coltello nella piega

Ho infilato delicatamente il coltello coperto di carta tra i due strati della torta, facendolo passare pian piano lungo tutto il diametro del dolce

fino a infilare tutta la carta tra uno strato e l'altro

A questo punto è stato facilissimo prendere lo strato superiore della torta alzando il foglio di carta, e posandolo su un tagliere a fianco

Ho farcito la torta (ed è avanzata un po' di crema da sleccare con il dito, yum!)

Per rimettere lo strato superiore al suo posto è sufficiente prendere il tagliere con il rimanente dolce e farlo scivolare delicatamente sopra allo strato farcito.

Buon appetito!

sabato 14 maggio 2011

So, I'll write there.


Venticinque anni fa mia madre e mio padre si sono separati per motivi gravissimi. Sono stati sposati per tredici anni, poi la situazione è diventata talmente insostenibile che mia madre prese la decisione di darci un taglio e ricominciare. Da zero.


Da allora pian piano imparai una lezione:


MAI
MAI
MAI



 


rinunciare a sè stesse per cedere alla sofferenza, per quanto grande possa essere e qualsiasi sia il motivo che l'ha scatenata. Puoi piangere un giorno, due giorni, un mese, ma vivi, punta a tenere la testa alta, non darla vinta alla corrente che ti rema contro e amati, amati e amati. Piangi, chiuditi in te stessa per un po' se ne senti il bisogno, ma non rinunciare a perseguire il tuo obiettivo, essere te stessa fino alla fine.

Prendetemi in giro se volete, il silenzio è durato talmente poco che sembra che lo abbia fatto apposta per impensierire qualcuno, ma la realtà è un'altra.

Per mesi e mesi mi sono tenuta dentro un macigno di dimensioni colossali, senza riuscire a comprenderlo nè potermene liberare, senza capire da dove arrivasse come una sferzata di vento che ti stordisce e non puoi afferrarla, senza poterlo condividere con nessuno tranne che con un' Amica, e cara grazia che c'è perchè mi ha aiutata a non condirlo anche di sensi di colpa. Poi a forza di accumulare senza poter scoppiare mai, ogni cosa che facevo aveva perso il suo senso, e tutti prima o poi siamo passati di là, sappiamo come ci si sente. E sono sprofondata.

Ieri mattina sono stata in ospedale per una visita dal ginex (tutta da raccontare, ma in un altro momento...) e poi in reparto a prendere appuntamento per portare un po' di cartacce che accumulerò nelle prossime due settimane. Qualcuno mi ha detto
"che bello rivederti già oggi, è bello vederti ridere".
Non so se sia vero, io la prendo per buona, ma mi ha fatto pensare (non chiedetemi il nesso) a una scena del film "Piccole Donne" (chi non l'ha mai visto o letto il libro alzi la mano), là dove il professor Baer dice a Josephine March, in un momento in cui è fortemente tentata di rinunciare alla scrittura a causa di una delusione...
"se quando ti alzi la mattina il primo pensiero che hai è scrivere, scrivi. Scrivi quello che conosci, scrivi quello che sai, ma scrivi, non rinunciare solo perchè qualcosa è andato storto".

E allora io rido e scrivo, nonostante tutto mi prendo il mio silenzio, risalgo la china un po' ritta su me stessa e un po' carponi ma rido e scrivo, perchè non farlo significherebbe rinunciare a me stessa, perdere di vista il mio obiettivo, vivere sopportando la vita anzichè gustarne lo spessore giorno dopo giorno, e davvero, non credo che esista al mondo un motivo o una persona per cui ne valga la pena.


E adesso, giusto per la cronaca, mi accingo a trascorrere tre giorni sola con mio figlio, dato che mio marito è di piantone ai seggi fino a lunedì. Il Power ha decretato che stasera poi vuole andare a dormire dalla nonna, quindi mi appresto a tornare single per un po' dopo quanti anni? Non me lo ricordo nemmeno più
Ps. si, sono io nella foto.

venerdì 13 maggio 2011

giovedì 12 maggio 2011

Arrivederci


Mamigà chiude i battenti per un po'.


Non è successo nulla di grave, prima che lo chiediate. Nessuno è morto e nessuno si è ulteriormente ammalato.

Mamigà sta solo soffrendo molto per qualcosa che non può rendere pubblico, ma che le sta devastando l'anima al punto da toglierle la voglia di scrivere qualsiasi cosa.

Mamigà ha bisogno del suo tempo e del suo silenzio, e se lo prende, perchè a volte solo il tempo guarisce, e solo il silenzio permette di valutare le cose per quello che sono, dare un nome alla propria verità e accogliere la fetta di felicità che si attende con ansia. Basta averne fiducia e caricarsi di ottimismo, e io ne ho in abbondanza di entrambi.

Vent'anni fa una persona che amavo mi chiese se fossi un albero, quale albero sarei. Io risposi un salice piangente, perchè si piega ma non si spezza. Mi rispose che non mi faceva molto onore, perchè è molto meglio ambire a rimanere ritti su sè stessi, come un abete o una quercia, con portamento fiero e orgoglioso, e che il più delle volte è questa l'immagine che do di me. 

Ma io non ho mai cambiato idea. Gli anni a venire mi hanno dimostrato che avevo ragione.



Mamigà lascia a casa sua questa musica. So che molti non amano ascoltare la musica nelle pagine web, ma questa che ho scelto, soprattutto i primi due brani, dicono molto di quello che sono. E parleranno per me al posto delle parole.



domenica 8 maggio 2011

E facciamone altri

Fatti altri quattro fiori, stavolta piccoli piccoli, con un ritaglio di shantung turchese e usate delle perle di legno al posto dei bottoni...

Ci ho decorato una cornice bianca pagata pochissimo, attaccandoli agli angoli con la colla a caldo e rifinendo con del nastrino di raso verde, incollato con della comune colla stick. Decisamente originale ;)

Ma adesso basta fiori, basta cucito creativo, devo a tutti i costi ricominciare a ricamare: ho un bavaglino fermo lì da tempo immemore che tra un po' il destinatario se ne va all'università, e devo pensare un po' allo swap primavera sul gruppo Yahoo-puntocroce a cui ho aderito qualche giorno fa. Che qui le crocette languono da un po' troppo tempo...