mercoledì 6 gennaio 2016

ComplePower

E' un'età ingrata, perchè inizia a non capirsi più tanto nemmeno da sè. E sbuffa in continuazione, e non va più bene niente, ed è una lamentela di default per qualsiasi cosa, una sfida continua, una specie di "terrible two" (mamme, sapete cosa sono, vero? E sapete quanto esasperino, vero???) redivivi che non ti aspetti, che ti fanno pensare che una qualsiasi notte qualcuno ti abbia sostituito nel letto il figlio senza che tu te ne accorga lasciandoti al suo posto il gemello stressone, una pentola a pressione che respira e mangia come un brontosauro, e che torna a casa da scuola ogni giorno con una novità che più che incuriosirti aumenta ulteriormente il tuo senso di... si può dire "perplimitudine"?

Non è mai stato semplice essere la sua mamma. Chi lo conosce di persona lo sa bene, sa anche perchè. Il Power o si stima a dismisura o si detesta a dismisura. Lui stesso mezze misure non ne ha, nè verso le persone, nè verso sè stesso, nè verso le cose della vita, soprattutto nei giudizi e nelle aspettative, e nelle reazioni. E adesso, in questa fase della sua vita, non è semplice gestire questo suo lato del carattere. E' una sfida quotidiana, che si combatte a colpi di testate sue e mie, come quando aveva due anni, solo che il grosso delle conseguenze oggi le paga relazionandosi col mondo esterno, non più solo con me. Ma è quella parte della sua storia che ha nelle mani solo lui, ormai. E non posso, a volte, fare altro che raccogliere i cocci e sperare di aver almeno seminato bene. E si, ancora consolare, perchè fortunatamente siamo ancora coccolononononi, e finchè dura cavalco l'onda e mi godo a pieno le sue guance che si strusciano con le mie, almeno finchè sono morbide e lisce, e non deve chinarsi per raggiungerle.

Qualche giorno fa mi sono arresa al fatto che ormai abbiamo lo stesso numero di piede. Ha nevicato, voleva i suoi scarponcini dell'anno scorso per uscire a giocare, ma ahimè, li ho dati via dato che li ha usati una sola volta e già sono diventati piccoli a fine inverno. "Un 41 non ci entra in un 39...". 
Eh, ma io ho il 41. Mi ha raggiunto. Solo che io a 12 anni ho smesso di crescere, così ero e così sono oggi, chili in più a parte. Lui invece no: se tanto mi dà tanto, maschio che è, oggi lo guardo quasi diritto negli occhi ma mi sa che dura poco. E a questo ritmo, il prossimo inverno mi riapproprio dei miei scarponcini, che sono vecchi di ventiquattro anni e sono ancora perfetti, ma non so se sopravviveranno ai suoi piedi.
Ma ciò nonostante i suoi discorsi spaziano anche, oltre che dal senso dell'amicizia (soprattutto della non-amicizia) al sesso (nel senso tecnico del termine, per ora, al pari di come funziona il meccanismo dei rapporti del cambio della bicicletta), dal rapporto amore-odio profondo con la prof di italiano/storia/geografia al rapporto con la sua paghetta settimanale, dicevo spaziano ancora tra i Minions, Star Wars, i progetti col Lego, il gioco di Harry Potter con la Wii che ha il Gi e lui no e quanto ci giocano quando va a casa sua (con tanto di dettagli sul gioco), i libri della saga appunto di Harry Potter che desidera tanto (il primo e il secondo gli arriveranno proprio oggi) e le partite a briscola vinte col nonno.  Va bene così.

In ogni modo, oggi il Power compie 12 anni.
Che saranno difficili, saranno turbolenti, saranno solo un "due anni con un dieci sulle spalle" per certi versi (capitemi... ), ma sono belli, sono ancora infinitamente ingenui e freschi, e sono suoi. E anche miei. E se ci penso, nel profondo del mio cuore diversi proprio non li vorrei.
Auguri, cucciolo.