sabato 17 maggio 2008

Mi dispiace un po' che sia stato travisato, dai commenti che ho letto, il senso di QUESTO post. Non era certo mirato a far polemica, nè tantomeno a rimarcare fatti o pensieri comuni che già sono scontati. Ma probabilmente il significato "fine" di quello che volevo far intendere è passato in secondo piano, invece per la mia vita e la mia crescita come persona è molto, molto più importante di quanto non lo siano i comportamenti concreti che poi sono più o meno costretta ad adottare.
Cercherò di esprimermi diversamente.
Tutti noi cresciamo con una più o meno educazione imposta dalla famiglia o dal contesto in cui viviamo. E in casa mia il razzismo, come altri atteggiamenti, sono sempre stati disprezzati. Mi è stato insegnato a guardare  le persone per quello che sono, per come interagiscono con me, non per i loro ideali o per il loro stile di vita, nè per il colore della pelle, tantomeno per la loro nazionalità. Mia madre mi ha sempre detto "el bon e el brutto xe dapartuto".  E per me è sempre stato legge. E' quello che sto cercando di insegnare anche a mio figlio: giocare all'asilo col bambino con la pelle color cioccolato per lui è tanto naturale quanto giocare con l'amichetto dai capelli rossi, e quando mi ha chiesto perchè sono così diversi gli ho semplicemente risposto che il mondo è pieno di colori e che ognuno è fatto a modo suo. Giusto o sbagliato, questo è il mio punto di vista. Ma non è questo l'importante.
La cosa che mi preme è che oggi, a trentacinque anni, mi sento costretta ad accettare dei sentimenti che saltano fuori così, dal niente, e quando mi guardo allo specchio non mi vedo più come prima. E' come, e non è il mio caso eh, se tutto d'un colpo uno si accorgesse che la persona che fino a ieri amava in realtà la teneva con sè per pietà, o per moto d'inerzia. Ecco, l'inerzia. Sentimenti che se ne stanno lì nascosti ben bene per inerzia, e quando per qualche motivo sei costretta a prenderli in mano ti accorgi che puf, non si incastrano più bene come prima nella loro casellina, perchè qualcosa li ha sconvolti. E per questo provo un po' di vergogna. Mi vergogno di ammettere a me stessa che essere benpensante non fa più parte della mia personalità, ma d'altra parte se non lo ammettessi sarebbe ben peggio, perchè trovo più corretto nei miei confronti essere sincera nel male piuttosto che mentirmi per un bene senza fondamento. I clown mi hanno sempre fatto pena: detesto le maschere sul viso, mi mettono a disagio. E' lo stesso disagio che ricordo di aver provato anni fa, quando scoprii di essere invidiosa di una persona a me molto cara che ebbe un figlio in un periodo in cui lo desideravo anche io, e non arrivava. Sarebbe stato sciocco dire che ero felice per lei, perchè per me era più pesante l'invidia. Ma il non ammetterlo mi avrebbe resa acida più del dovuto, e senza scusanti.
Insomma, accettarsi per quello che si è non è sempre facile. Per me non è facile trovare in me delle cose che giudicavo "marce" finchè le vedevo negli altri, ma d'altra parte nessuno è perfetto. No?


7 commenti:

LauraGDS ha detto...

sai mamigà non credo che sia tu ad aver provato questi sentimenti perchè li avevi lì sopiti, ma credo che continare a sentirsi ripetere "quelli là sono brutti sporchi e cattivi" dai telegiornali possa, in momenti in cui si è stanchi o stressati facilmente porarti (e portarmi) a pensarecose contrarie a quelle che abbiamo sempre pensato. Così come per stress ti sei sentita invidiosa per una cosa che doveva essere una festa.

Per la sicurezza non è da vedersi solo come fatto personale. Lo so che io dò l'idea di essere una molto sicura di me stessa quando in realtà certe cose non mi piacciono e sono convinta che anche la forza del singolo possa aiutare a cambiare le cose, senza dover aspettare che sia sempre qualcun'altro a fare il primo passo.

Tu hai spiegato a Gabriele che i bambini sono di tanti colori ed anche quello è un primo passo nel portare avanti ciò che tua mamma ti diceva: che il buono e il cattivo lo trovi dovunque.

Comunque capisco il disagio che provi: io l'ho provato fortemente il 12 settembre 2001

Mamiga ha detto...

Laura, non credere che io senta solo i telegiornali e mi basi su quelli per farmi un'opinione. Sai bene che lavoro fa mio marito, e puoi ben immaginare quanto lui certi fatti li viva in prima linea e senza filtri di sorta. Credimi, se è vero che i mass media cercano di pilotare l'opinione pubblica a seconda del vento che tira e dell'interesse monetario che hanno nel farlo, è altrettanto vero che di questo sono consapevole, e mi ritengo fortunata ad avere una "campana" in casa che suona senza altoparlanti di nessun genere. E ti assicuro che il suono che emette non è affatto piacevole quando rintocca dopo aver lavorato certe notti.

fantasymeg ha detto...

Sai, io penso sia giusto essere cresciuti senza preconcetti e far crescere i nostri figli alla stessa maniera.
Poi sarà la vita che farà scoprire loro i lati brutti della realtà: purtroppo anche troppo presto rispetto a quando un genitore potrebbe mai desiderare che avvenisse.

Il problema di trovarsi a pensare "male" o "sporco" io lo vedo così: di partenza ci piace pensare sempre bene di tutto, cosa che poi si scontra con la realtà della vita. Le cose brutte e cattive esistono, è purtroppo normale e il nostro "bel pensare bene di tutto e tutti" si scontra con questa cattiveria e il pensiero comincia a modificarsi e a non essere più tanto permissivista. E l'idealismo positivo della gioventù tende ad infrangersi davanti alle brutture della realtà.

Penso sia normale scoprire di aver cambiato opinione su certi aspetti e/o persone con il nostro "crescere".
E sicuramente questo non è facile da accettare in noi stessi.

Nel mio piccolo cerco di non fare mai di ogni erba un fascio e di ricordarmi che le persone sono singoli individui e sbagliano in quanto tali, non in quanto appartenenti a questo o quel gruppo.

Ciò non toglie che si possa vedere una determinata etnia come "cattiva", visto che da alcune zone del mondo sono arrivati qui da noi per primi i delinquenti. Non sono tutti cattivi: è che da noi è arrivata la feccia...

e chissà se anche io sono riuscita a spiegarmi :)

comunque ho ammirato molto il tuo analizzarti così intimamente.

utente anonimo ha detto...

Cara mamiga,purtroppo io ti capsico e come,io sono sempre stata a favore dell aiuto verso le altre persone,io dico sempre anche noi i nostri vecchi,erano emigrati,ma andavano a cercar lavoro,adesso vengono qui,e purtroppo poi ci vanno di mzzo gli altri,quelli buoni,pure qui e diventato un po meno tranquillo,e purtroppo bisogna tenere gli okki ben aperti..

profumodiviola ha detto...

Non ti lascio un commento specifico su questo post, ma solo un abbraccio.
Ancora non su questo tema, ma ti sento sempre molto vicina..

utente anonimo ha detto...

Cara Mamigà, chi ha travisato il post non ti conosce , io ti leggo da tanto tempo e lungi da me l'idea che tu sia razzista o lo sia mai stata. Io spero solo che se qualcuno ti ha lasciato commenti poco piacevoli a proposito, questo non comprometta la tua proverbiale sincerità e che avrai sempre il coraggio e la voglia di esprimere i tuoi sentimenti, perchè è questo che ti caratterizza e che io, come immagino in molti, apprezzo.
Per quanto riguarda la situazione stranieri, io non sopporto i garantisti a tutti i costi, sostengo il pensiero di tua mamma che il buono e il brutto c'è dapertutto, e che sarebbe opportuno che gli immigrati onesti si uniscano ai cittadini italiani per combattere gli stranieri delinquenti che oltre a commettere reati rovinano il delicato rapporto di integrazione.
Un abbraccio
Stefania mamma di Vittoria

roberta67 ha detto...

Io penso che tu abbia avuto una volta in più il coraggio di dire quello che tanti pensano e si vergognano di ammettere. Probabilmente sono i cosiddetti "benpensanti" quelli che si sono armati di molotov e hanno dichiarato la sconfitta di uno Stato che non si sa più far rispettare.
Roberta