giovedì 17 luglio 2014

Prettamente baby: il metro ricamato.

Post puramente, sviolinatamente, vergognosamente mammesco.
Ho iniziato a ricamare il metro poco dopo aver saputo di essere incinta: al bando la scaramanzia che regnava sovrana da parte di chi mi circondava, mi venne quest'idea pensando che mi/ci avrebbe accompagnato per un bel po'. Fino a quando non potevo saperlo, avevo trent'anni ma non me ne intendevo di "ritmi di crescita".  Ho misurato attentamente la tela, scelto  i disegni (devo averli ancora da qualche parte) e i colori, e sono partita. Appena saputo che il calciatore che avevo intra panza sarebbe stato un maschio, e non avendo mai avuto dubbi sul nome che gli avremmo dato, ho ricamato anche il nome appunto, in cima. L'ho rifinito con sbieco di raso e campanellino (che in questi anni i gatti che si sono avvicendati in casa hanno usato ben bene a modo loro, ma è un dettaglio) e l'ho appeso all'altezza perfetta rispetto al pavimento, in modo che "150" segnasse realmente un metro e mezzo da terra. Ho messo in una busta un foglio quadrettato con i numeri disegnati a matita, un ago, una matassina di cotone blu violaceo e ho riposto la busta tra le pagine del quaderno che uso come colorario (così da avere costantemente a disposizione il materiale, sempre lo stesso - stesso font e stesso colore - per gli aggiornarlo negli anni a seguire senza ogni volta doverli andare a cercare nel marasma del materiale crocettoso). E ho iniziato ad attendere.
Poi il Power è nato, e tornata a casa dall'ospedale ho regalato un minuto e mezzo al lavoro: ho segnato la prima misurazione. Cinquantatrè centimetri.
Le visite periodiche dal pediatra ci hanno fornito le misurazioni successive per tre o quattro anni.
Finchè il pediatra ci disse che, a meno che non ci fossero problemi particolari, il Power poteva essere esentato definitivamente dai tagliandi: cresceva sano, i percentili (altissimi, c'è bisogno di dirlo? Oscillavano tra il 95 e il 98esimo, torello lui) erano stabili dalla nascita, si va dal pediatra solo se serve. E ho iniziato a tenerlo misurato io. Come fanno quasi tutte le mamme, penso.
Ieri ho fatto l'ultima misurazione, e un po' a malincuore (ma anche con tanto orgoglio) mi sono resa conto che il percorso-metro è terminato. Ieri il Power misurava un metro e mezzo esatto. L'ho segnato, come ogni volta che metto l'ultimo pezzetto di filo su un lavoro mi sono tremate le dita (è una cosa forse strana, ma è sempre stato così), e ho guardato soddisfatta il risultato.
Il metro ci ha accompagnati per dieci anni e mezzo. Era (è) appeso sul muro antistante l'ingresso della stanza del Power, e ci dice che in dieci anni e mezzo il Power ha quasi triplicato la sua altezza. E in mezzo ci sta tutto-tutto, ad ogni data corrisponde uno stadio di crescita, e in ogni data è racchiuso un marasma di ricordi.

Il Power stesso, ieri, mentre mi guardava "scrivere con l'ago", ha esclamato "mamma, adesso basta pupazzetti, no? Adesso solo belle ragazze". Ho riso dentro di me per la battuta, perchè il Power è ancora così tato che le belle ragazze che lo circondano per ora sono solo le animatrici del centro estivo. Però qualcosa di vero c'è nella sua affermazione. Sono pensieri su cui sto riflettendo da settimane, perchè il Power sta cambiando sul serio. Ma ci scriverò un altro post. E' una cosa, per lui, grossa. E un po' anche per me.



4 commenti:

Livia ha detto...

Ma si chiama come il mio! Ed è alto per la sua età. Bel traguardo anche questo!

Katia ha detto...

Mi hai fatto commuovere...
Che meraviglia!

Azzurrocielo ha detto...

che bello questo post! E' vero ci accorgiamo tutt'ad un tratto che tanto tempo è passato da quando tenevamo i nostri cuccioli accoccolati in braccio... ora i miei mi appoggiano amorevolmente una mano sulla spalla e dall'altro dei loro 180 cm di altezza mi dicono: sei una tappa!
Annamaria cuorieperline.blogspot.it

Unknown ha detto...

che cuccioli tu e il Power.
baci
Sara