martedì 26 settembre 2006

Sull' ascolto

-Ciao amooooore, come stai? Oh, non rispondi, ti sei intimidito? Non ti ricordi chi sono? Sono la nona Mariiiiiia, è tanto che non mi vedi, come sei cresciuto!  Non vai all'asilo? Ma la pastasciutta la mangi tutta adesso? Mah, si vede che è di poche parole...


E ti credo, fai tutto da sola!


Un bambino di due anni e mezzo non è tonto. Tanto più che il mio Trippa sa parlare benissimo. Solo che, a differenza delle persone adulte, prima di parlare deve pensare prima a cosa gli è stato detto, poi a cosa rispondere. Vanno via quei cinque secondi. Ma sembra che la stragrande maggioranza delle persone questa cosa non la sappia, pretende la risposta immediatamente, e se non la riceve il bambino è timido o non sa parlare.


Ascoltare non è semplice. Richiede di fermarsi un secondo in più. Non fermarsi fisicamente, fermare i propri pensieri per far spazio a quello che ci dice chi abbiamo di fronte. E poi rispondere, se è il caso. E non attendere che chi ci parla dica ciò che ci aspettiamo e nel modo in cui ce lo aspettiamo, ma rispettare i suoi modi e i suoi tempi. Come ho detto, non è semplice.


Mi fa riflettere questa cosa.


Mamigà

3 commenti:

MarkoPuff ha detto...

E' bellissimo ciò che hai scritto... Me lo devo appuntare da qualche parte...
puff

LauraGDS ha detto...

Il vero grande problema è che moltisismi " adulti" si sono dimenticati di essere stati bambini e di ciò che significava esserlo.

vegan ha detto...

Per me Trippa è un gran furbo e ha capito che non deve parlare troppo con le persone rompiballe :-)