lunedì 4 febbraio 2013

Armi giocattolo

Vediamo se riesco a trovare le parole giuste per spiegare quello che mi sta passando per la testa in questo momento. E non è semplice sapete. Ma voglio provarci. In realtà si tratta di una sciocchezza, un fatto di una banalità estrema.
Mio figlio, come gli anni scorsi, quest'anno a Carnevale vuole vestirsi da sceriffo: il solito cappello con la stella di alluminio supersottile, la solita camicia in fresco di lana a scacchi rossi e neri riciclata dal papà (camicia risalente a un numero indefinito di taglie fa, diciamo almeno quattro o cinque) ogni anno meno abbondante ma che sembra fatta apposta, il solito bandana blu lavato talmente tante volte da sembrare quasi azzurra, il solito fodero allacciato in vita da una cintura in carton-eco-pelle a cui i buchi di anno in anno si aggiungono in cima anzichè in fondo. Niente baffoni disegnati con la matita nera dalla mamma: i connotati immutati sono la conditio-sine-qua-non per poter accettare un qualsiasi travestimento, da sempre.
Niente pistola.
Le maestre a scuola non vogliono armi. Sono diseducative. E hanno ragione, sotto certi aspetti. E ci hanno fatto notare che fin troppo spesso il Power a scuola, durante le ricreazioni fatte nell'androne interno a causa per esempio del maltempo, gioca con le costruzioni appunto costruendo pistole: non va bene, è un invito alla violenza, hanno dovuto vietarglielo.
Peccato che non gli abbiano mai chiesto il perchè di tutte queste pistole, prima di vietargliele. Ne avrebbero ricevuto una risposta sorprendente.
Sinceramente anche a me da un po' fastidio che mio figlio giochi spesso con armi fatte di cartoncino, di lego, di carta, di tubi di cartone ricavati dai rotoli dello scottex terminati, eccetera eccetera: dopo un po' stufa, e un po' dà da pensare, se non lo conoscessi mi darebbe l'impressione di un bambino che ce l'ha col mondo e vuole eliminarlo.

E invece no. La sua ispirazione è molto più semplice e di una tenerezza infinita, ed è la dimostrazione che spesso la malizia è solo nell'occhio di chi guarda.

Giovedì scorso la suora, al catechismo, ha chiesto ai bambini di disegnare un albero con tanti rami quanti sono i componenti della propria famiglia stretta (mamma, papà e bambini). Da ogni ramo dovevano spuntare almeno due foglie, su ciascuna foglia doveva esserci scritta una buona azione o un buon comportamento tenuto dalla persona rappresentata dal ramo.
Dal ramo del suo papà spuntavano la foglia del "mi accompagna a scuola", e del... "contribuisce a far rispettare la legge" (ha scritto proprio "contribuisce").

Il Power mi ha detto che vuole vestirsi da sceriffo perchè lo sceriffo faceva il lavoro che oggi fa il suo papà con i suoi colleghi. E lui ne è talmente orgoglioso che anche senza pistola il significato non cambia.
E sarà una spiegazione molto fantasiosa, ma a me ha commosso.
Perchè come i suoi compagni di classe che si vestono da Uomo Ragno, da Gormito o da tartaruga ninja, mio figlio desidera anche lui impersonare il suo supereroe, ma in una interpretazione personalizzata, che fa molta più scena, e il Power ha sempre modalità tutte sue per fare scena. Lui non costruisce pistole col lego per altri motivi al di fuori del sentirsi un po' come il papà, che difende le persone, cattura i ladri (si beh, ogni tanto ci riesce anche), sventa una rapina; nella sua fantasia il papà fa tutte queste cose con la stessa naturalezza con cui il papà di G. sforna chili di crostate e riempie le vetrine di pasticcini di ogni forma e colore, il papà di V. manovra lo scavatore e il papà della Vale vende secchi di vernice e pennellesse. E' un bambino di nove anni.

Ps. Giusto per puntualizzare, mio figlio conosce bene la differenza tra il suo papà, Rambo e i Power Ranger, non occorre che lo dica o che scenda in particolari. In nove anni di spiegazioni e di risposte ne ha già avute in modo più che esaustivo e continuativo, e ne avrà ancora quando ce ne sarà la necessità.

Ps 2 - Le "mie" foglie erano vuote, perchè non ha fatto in tempo a riempirle con le frasi ma solo a disegnarle. Ma a differenza delle altre erano entrambe enormi, e... a forma di cuore :D

7 commenti:

roberta ha detto...

Che bello se le maestre capissero quanto la famiglia è importante per Power. E sai una cosa? Il suo nick è perfetto, perché vostro figlio ha un potere grandissimo, quello di far riflettere i grandi molto più di tanti bambini che si lasciano condizionare.
Roberta

Anonimo ha detto...

Quelle maestre non hanno mai sentito la storia che Hitler da bambino non giocava mai alla guerra.
A parte gli ovvi motivi di sicurezza nel gioco (spade di cartone duro negli occhi, ad esempio) non vedo altri motivi per impedire ai bambini di "giocare" con le armi giocattolo. E' completamente falso che giocare alla guerra, da bambini, sia diseducativo. Completamente falso.
La ragione del Power poi è così bella, pulita, vera! Certo che il papà è il suo eroe! Perchè non dovrebbe esserlo? E' un bravo papà, presente, affettuoso, responsabile. Ed è bellissimo che il Power voglia essere come lui. Io lo lascerei fare lo sceriffo, con pistola e tutto. Magari prima di entrare a scuola la pistola la tiene la mamma, ma fuori dalla scuola, pistola a tutto spiano! E che anche la mamma ne sia orgogliosa!

quella di Lucy ...

lauragds@gmail.com ha detto...

sai che l'avevo immaginato che lo facesse per questo motivo?

° ha detto...

Ma si, possibile che le maestre non ci siano arrivate? Bah! Tenero Powerone!
Wide

MissGorgoglio ha detto...

Le maestre non dovrebbero fermarsi alle apparenze ma aprire un canale di comunicazione con i bimbi :)

Anonimo ha detto...

ciò che mi lascia perplessa è che ormai siamo alle soglia della fobia collettiva..tutto viene analizzato, soppesato e poi di nuovo analizzato..forse solo i bambini possono re-insegnarci ad essere semplici e leggeri quanto basta per capire che talvolta la spiegazione più semplice è quella giusta
B.Bay

ziacris1 ha detto...

è sempre più raro trovare maestre sensibili.
magari gli fanno scrivere pensierini o danno compiti al limite della violazone della privacy, ma per tutto il resto...non è di loro competenza!
che dolce con le foglie forma dicuore...