martedì 29 maggio 2012

Port-a-pazienza

Eravamo rimasti al "dopo l'operazione alla schiena, quando vuoi".
Oggi sono andata a fare il lavaggio mensile del port.


Mi sono armata di tutto il positivo possibile: "mi hanno operata, è passato un mese, le onco-cure sono finite un anno e poco più fa, togliamo vero?".
No.
"Per scaramanzia c'è chi lo tiene per anni", hanno detto le infermiere.
"Se non le da fastidio è meglio tenerlo ancora un po', non si sa mai. Meglio lasciarlo lì che doverlo eventualmente reimpiantare, è un problema se ne riparliamo tra qualche mese?", ha detto l'oncolessa, con il suo solito sorriso.
Va bene.
Sono uscita e mi sono concessa mezz'ora di avvilimento.
Solo mezz'ora. Perchè dai, non è la fine del mondo. C'è il lavaggio da fare ogni mese e il fastidio di sentirmi sta cosa che preme quando dormo sul fianco destro, e obiettivamente è più che sopportabile.

Ma mi ha fatto venire un nodo in gola che non era previsto.

Perchè, perchè, perchè...
I medici vedono certe cose solo da un punto di vista prettamente tecnico. E' il loro lavoro, ci mancherebbe altro, non ho la minima intenzione di sindacare su questo. E sotto questo aspetto non posso dire altro che bene per quello che mi riguarda, mi ritengo fortunata.
Però... il port non è solo una valvolina.
E' la zeppa che impedisce a una porta di chiudersi del tutto.
E' il legame con una malattia che non c'è più.

Forse sono io l'incosciente che non dà troppo peso al rischio di recidiva. Questo perchè ormai sono passati quasi due anni dall'intervento, continuo a fare l'autopalpazione regolarmente come lo facevo prima della malattia ma più per abitudine che per paura e senza ansia, il Deca è una iniezione come lo era il cortisone, prendo il TAM assieme alle pastiglie per la SPA con la stessa leggerezza con cui prendo una mentina per addolcire il dopo-pasto, non faccio più caso alle cicatrici seno-ascella se non quando mi ci si fionda addosso mio figlio in un impeto di coccole e mi fanno male, insomma, ho altro per la testa che non sia l'onco-faccenda, almeno quella che mi riguarda direttamente. Io mi considero guarita, ecco.  Mi sono autoconvinta di essere guarita e ne vado orgogliosa. E in una donna non-malata (in questo senso) il port è una cosa in più.

Forse sbaglio a prendere tutto così alla leggera. Forse do troppe cose per scontate. A mente fredda mi rendo conto che è solo un cosino, che è lì tranquillo e non mi costa niente lasciarlo al suo posto. E tutto sommato non è una tragedia se aspetto il controllo di ottobre per rivedere la questione.
Però io questo coso non l'ho mai amato, ecco. E' come un ospite che ha fatto una buona compagnia, ma arriva il momento in cui desideri dirgli "grazie, è stato bello e utile, ma finisce qui". Non voglio pensare all'ipotesi che serva ancora. Non deve servire più.


Ecco, finita la mezzora di avvilimento. Ora basta. Va bene così.


Post-scriptum del giorno dopo: facendo una sorta di back-up parziale di queste pagine dalla diagnosi ad oggi, stamattina, mi sono accorta che toh, domani sono esattamente due anni che io e il mio port-a-cath conviviamo. Ma guarda tu le coincidenze...

9 commenti:

Tittiz ha detto...

Infatti, basta una mezz'ora ogni tanto, ma a piccole dosi, che non pensarci affatto non è normale, ma pensarci troppo non va neanche bene. Ora respirone e pensa a qualcos'altro...tipo pulire le lettiere dei gatti.....che bello eh?!;-))

la gabibba ha detto...

non so se te l'ho mai detto, ma ho una grande ammirazione per te e per altre donne che hanno fatto più o meno il tuo percorso, hai una forza, una determinazione notevoli e quindi una mezz'oretta di avvilimento di tanto in tanto te la puoi concedere:-), un abbraccio da un amica virtuale che ti ammira molto:)

Romina ha detto...

Ci si può stare, dai, una mezzora di scorno è più che giustificata, specie se penso quanto mi stava antipatico il port! A me lo tolsero dopo appena due mesi, ma quella che inseguito è diventata la mia attuale ematologa, quando lo ha saputo, ha detto che lei me lo avrebbe lasciato ancora qualche altro mese...
Visto che deve stare lì è che non è in alcun modo autorizzato ad adempiere nuovamente alle funzioni cui era inizialmente deputato, puoi sempre trovargli una funziona alternativa: mio nipote lo spingeva e io dovevo cantare le canzoni dello Zecchino d'Oro tipo un juke box...!!

lauragds@gmail.com ha detto...

Secondo me non la stai prendendo alla leggera, stai solo prendendola dal lato giusto: quello di vederti guarita. Il cervello fa tanto e sono sicura che nessun oncologo, psicologo, psichiatra possa effettivamente escludere al 100% che la testa non c'entri.
E siì tenere il post è solo scaramantico, ma non per te per i medici. ;)

Mia Camilla Lazzarini ha detto...

Ci sono segni della malattia che non si possono eliminare, però dà fastidio doversi tenere pure quelli che invece si potrebbero togliere!
Il mio oncologo all'epoca si arrese e mi concesse di rimuovere il CVC dopo "solo" tre o quattro richieste abbastanza insistenti da parte mia, ma anche lui avrebbe voluto lasciarlo ancora qualche mese.
Ha ragione Laura: è una scaramanzia, ma solo per i medici.

la staccata ha detto...

Oh, Mamiga...Non credo che la tua sia leggerezza, ma sana voglia di pensare positivo. Ti auguro con tutto il cuore di non dover mai festeggiare il terzo anniversario.
Un abbraccio enorme, ma grande grande grande. Lo senti? E'arrivato? Bene :-)

Renata_ontanoverde ha detto...

Pensare al positivo è una grossa parte della cura: il gran lavoro sta nella nostra mente!
In bocca al lupo! un abbraccio Renata

innoallavita ha detto...

Va bene così! Grazie per passare ogni tanto da me e confortarmi!

piccolaVale ha detto...

Il mio CVC è andato via il mio ultimo giorno di ricovero dopo il trapianto, senza che io lo chiedessi...però in compenso mi ha lasciato una bella cicatrice per ricordo.
Dovrai aspettare ancora per toglierlo ma quando succederà sarà una specie di festa!