Finalmente hanno chiamato la mamma per iniziare la radio: farà la prima lunedì prossimo.
Aveva chiesto di fissare la terapia verso sera, le hanno detto che il macchinario a cui è stata assegnata lavora solo al mattino (ma magari se provo a parlare io col tecnico... Io chiedo, se mi assecondano bene, altrimenti pazienza).
Io ho ancora tanti esami da fare e mio figlio ha finito la scuola da mò. E da qui non ci sono mezzi pubblici che la portino, consideriamo anche il fatto che mio fratello lavora quasi tutte le mattine. E sono quaranta chilometri da fare, non è pensabile di farli fare sempre alla stessa persona per venticinque giorni consecutivi, è tempo e sono costi.
Ci sarà da tirar fuori una bella dose di fantasia per incastrare i turni di mio marito con i miei saltelli da un ospedale all'altro per me e i salti di tutti per lei, considerando che c'è un bambino di sette anni che per forza di cose almeno un paio di volte dovrà seguirmi negli ambulatori (e di conseguenza sentire cose che per un bambino sono proprio l'ideale...
).Vabbè, inventiamoci anche questa esperienza.
Intanto domani è la volta della scintigrafia ossea, Stargate. Occhio che domani sera il nordest è illuminato aggratiss. Ringraziatemi.

Usciti di lì ho fatto una deviazione recandomi verso Fossalta, dove un'amica mi aveva accennato esistere un negozio di stoffe e scampoli. Negozio? Un paradiso è il termine esatto
. Mai visto tanta scelta in uno stesso magazzino, mai visto tanta scelta anche di tele da ricamo (colori, materiali e trame) tutta assieme, ci si paragona solo un paio di negozi virtuali di cui non posso fare il nome ma dei quali mi sono servita di tanto in tanto. Ma com'è che ci sono arrivata solo dopo undici anni di vita qui? 
: aspettare che io sia a distanza adeguata per parlottare fitto fitto con mio marito. Al di là del fatto che per qualsiasi paziente assistere a una cosa del genere in primis ti fa salire una tensione da "ommioddio c'è qualcosa che non devo sapere o non hanno il coraggio di dirmi", mi viene il sospetto che non sia abbastanza chiaro che ho trentotto anni e non quindici nè novanta, e se vengo accompagnata (ultimamente quasi mai comunque) a fare una visita o un esame non è perchè non sia in grado di gestire la situazione, ma piuttosto perchè se mi vengono somministrati dei farmaci che causano sonnolenza (come gli antistaminici per il mezzo di contrasto di TAC e RMN per fare un esempio) non mi fido a tornare a casa da sola (e 40 chilometri sono pur sempre 40 chilometri). O al massimo perchè non so la strada, ma è vero fino a un certo punto perchè la lingua per chiedere ce l'ho, a dispetto di tutti i Tom-tom. Tutto qui.




(anche se mi chiedo perchè tanta gente finora abbia voluto farsi del male qui in giro
).
Ps. questa nella foto è Betti 


ma c'era troppa coda) e sono arrivata a casa con i piedi gonfi e due sacchetti di premi della pesca, un figlio che non voleva scendere dalla bici e un discreto appetito. E' stato un bel pomeriggio, un altro passato con mio figlio, io e lui, l'uomo della mia vita, come ormai succede praticamente tutti i giorni fino a tardi.


