sabato 16 giugno 2007

Cose che mi tocca sentire

Mio figlio avrà diversi compagni di asilo extracomunitari a settembre, molti hanno mamma o papà straniero. Giocherà con loro, e visto che sono nati tutti lo stesso anno di mio figlio e risiedono tutti nel nostro comune, saranno suoi compagni anche di scuola fino alla terza media. Giocherà con loro, sarà invitato ai loro compleanni e li inviterà a sua volta a casa nostra. Imparerà presto a pronunciare nomi molto diversi da quelli che sente in famiglia, mi chiederà perchè tal amichetto ha la pelle color cioccolato e tal altro parla con la sua mamma in un modo incomprensibile. Non mi ero mai fermata a riflettere su questa cosa prima di stamattina.
Stamattina ho trovato la nonna di F., un bambino che abbiamo conosciuto lo scorso settembnre quando andavamo ancora alla prematerna. La trovo spesso al discount perchè facciamo la spesa sempre più o meno alla stessa ora, e tempo fa mi accennò - parlando del fatto che i nostri bimbi saranno compagni di asilo - che sua figlia si rifiuterebbe categoricamente di mandare suo figlio in un asilo di un altro comune vicino, se non ci fossero abbastanza posti: lei è cresciuta qui e secondo lei il figlio ha più diritto degli altri a rimanere qui. Stamattina ci siamo riviste e l'argomento è saltato fuori di nuovo. E aggiunge secca: "è ora che la smettano di far posto agli extracomunitari in questo comune, i nostri compaesani dovrebbero avere priorità su tutto".  Io, allibita, rispondo "eh beh, guardi che gente da fuori ne viene in continuazione, e in continuazione gente di qui si sposta altrove, oggi come oggi non è una stranezza sa... Anch'io non sono nata qui, non sono nemmeno friulana si figuri."
Risposta: "si ma almeno lei è dei nostri, si insomma, è italiana no?".
Ho lasciato cadere l'argomento con la scusa della fretta, per non insultarla.
Cominciamo bene. Anzi, cominciamo dalla prima infanzia. Cominciamo da quando hanno tre anni ad insegnar loro a come scegliersi gli amici, non in base a simpatie ma in base a nazionalità e/o estrazione sociale. Mi raccomando, facciamo sentire forte l'orgoglio campanilista ai nostri figli, così saremo sicuri che se fisicamente viviamo nel 2007, cerebralmente annaspiamo nel millecinquecento avanti Cristo.
Che sia chiaro una volta per tutte, e anche per te Trippa che leggerai il mio blog quando sarai grande. A me piace sentir parlare lingue diverse dalla mia, vedere donne bellissime con la pelle color caffelatte che hanno bambini dolcissimi nei lineamenti e negli sguardi, mi piace l'idea che, come dice il musulmano alla bambina nel film Robin Hood, Dio abbia creato gli uomini di tanti colori perchè gli piace la varietà. In casa mia può entrare chiunque, chiunque ci entri per portare del bello e del buono, chiunque non mi calpesti i piedi e mi rispetti nel mio modo di vivere con educazione.
Per gli altri c'è sempre il vialetto di accesso dove fermarsi. Comprese certe mamme sfrontate e con la puzza sotto il naso, friulanissime, italianissime e piene di boria.

3 commenti:

LauraGDS ha detto...

fatti una grassa risata la prosisma volta ricordandole che nel dopo guerra tanti suoi compaesani emigrarono per anarea trovare il cibo che nel loro paese non c'era!

Ipocriti che non sono altro: mia nonna è nata a Portogruaro perchè concepita in mare, suo fratello maggiore è di nazionalità argentina e i miei bisnonni di nazionalità italiana nativi di portogruaro: forse queste cose la signora se le è dimenticate.

utente anonimo ha detto...

...che dire... io mi trovo un pò in difficolta in un argomento del genre, perchè non ho bambini ne da dovere pensare a queste situazioni.
purtroppo il mio approccio verso gli extracomunitari è troppo influenzato dalla massa e da ciò che tv e giornali ci riportano inesorabilmente.
è anche vero che gli occhi dei bambini sono tutti uguali, mi incanto sempre indipendentemente dal colore della pelle...
papero

ruadhbuitch ha detto...

Le mie origini son norvegesi e pugliesi, ho parenti con nomi strani e per me è sempre stato più importante imparare l'inglese piuttosto del dialetto locale(che tutt'ora non parlo) e dar nomi "strani" ai miei figli è stata la cosa più normale del mondo. Quando mio figlio ha iniziato l'asilo mi son preoccupata di chiedere se nella sua classe ci fosse bambini di altre nazionalità e bambini con qualche handicap perchè per me è importante che impari fin dalla più tenera età a rispettare e a non provare "imbarazzo" stando accanto a chi ha la pelle di un colore diverso o a chi ha problemi fisici perchè ritengo che sotto sotto siamo tutti uguali.
Credo di esser molto ingenua su molte cose, ma quello che mi lascia più perplessa è il non riuscire a capire perchè dobbiamo farci tanti pregiudizi verso gli altri quando viviamo in un tempo in cui il mondo è diventato tanto piccolo. Forse vedo ancora il mondo con occhi da bimba