lunedì 8 marzo 2010

Sapevo che sarebbe successo


Prima o poi doveva accadere. Stamattina sono andata ad accompagnare mio figlio all'asilo, dopo che so, dieci giorni che non mi facevo vedere lì. Mio marito è al lavoro, mia cognata ci ha gentilmente accompagnato con la sua auto ma ho voluto andarci anch'io visto che mi sento abbastanza in forze. E visto anche che a me l'ambiente-asilo mette tanta allegria, checchè se ne dica, ogni volta che ci vado è come se prendessi una boccata d'aria buona.
Appunto, boccata con la bocca chiusa. Ho iniziato ad usare la mascherina come mi è stato raccomandato dalle infermiere, dai medici, dalla farmacista, dalle maestre, dal postino, dalla Gioiuta  e dal moscone che passava di qua ieri mattina.
Agli sguardi allibiti degli altri genitori, quelli che non sanno (la stragrande maggioranza) e che ora sanno per forza ero abbastanza preparata.
Agli ottanta paia di occhietti grandi quanto noccioline perfettamente sgranati che mi hanno seguita mentre attraversavo i corridoi facendo finta (ma molto poco finta) di niente, e che mi hanno fatto sentire qui una infermiera appena uscita da un cartone animato, là un nuovo Pokemon di cui nessuno prima di stamane conosceva l'esistenza (ma potentisssssssimo!), questo dicevo era un po' meno previsto, ma il disagio è passato relativamente in fretta.
Alla maestra che questo sapeva, questo si aspettava e nonostante tutto mi ha guardata e parlato con un paio di frasi commiserevoli (cosa che amo come una puntina da disegno nelle mutande) non ho voluto dar peso, perchè in fondo da parte sua so che voleva essere gentile.

Ma allo sguardo e alle parole di mio figlio, quello no... Quello no non ero preparata, e dio solo sa con che magone sono uscita dall'aula. Mio figlio che mentre attraversiamo il corridoio per andare in mensa ad appoggiare il bavagliotto (inutile ma obbligatorio) procede lento e si accorge (e io che sono sua madre glie l'ho letto in viso) che qualcosa è più pesante del solito, che i suoi compagni lo guardano. Mio figlio che mentre gli tolgo il giaccone e tutto l'armamentario e lo ripongo nell'armadietto se ne sta stranamente in silenzio e guarda il pavimento.
Mi sono chinata e l'ho guardato in viso prima di riportarlo in aula. Aveva gli occhi sgranati e la bocca storta come se stesse per scoppiare in un pianto, ma non aveva il coraggio di farlo.

-Sono brutta così vero?
-Si mamma.
-Ma lo sai che ti voglio bene come sempre vero?
-Si mamma. Ma dopo l'ultima visita, quando sei guarita, puoi toglierti quella cosa vero?
-Si amore.
-E ci vuole tanto tempo?
-No, te lo assicuro.

Adesso è ora di pranzo. Il Power vado a riprenderlo tra tre ore circa. A volte è difficile trovare le risposte giuste da dare al Power, perchè è mio figlio, perchè è intelligente e non posso raccontargli bugie, perchè è difficile anche per me capire dove sta la risposta più equilibrata. Ora vorrei abbracciarlo, solo abbracciarlo, tenerlo stretto stretto. Ma è raffreddato.
Se c'è qualcuno a cui vorrei che venisse risparmiato tutto questo è proprio lui. Per me è difficile dare una risposta a chi mi chiede come la sta vivendo, perchè una risposta non ce l'ho nemmeno io: si naviga a vista, fatico a capire cosa gli passa per la testolina pur essendo sua madre, e non nascondo che è l'unica persona al mondo per cui (anche se non ha nessun senso) mi sento in colpa se non ha la felicità e la spensieratezza che un bambino di sei anni ha il diritto di avere. So che non è colpa mia, non venitemelo a ripetere, ma fa parte di quella fetta di sentimenti che per ogni mamma esulano dal reparto "ragione" del cervello, come quando ti senti in colpa per non giocare abbastanza con lui, per avergli dato una sculacciata anche se meritata o per non essere stata sufficientemente paziente dopo una notte passata insonne a fargli passare le colichette.
Di sicuro per il Power questa è una esperienza che lo obbliga a crescere, e spero che alla fine del percorso possa trarne dei forti aspetti positivi. Me lo auguro di cuore.

12 commenti:

utente anonimo ha detto...

Sì, certo... al contorno nessuno mai ci pensa....
E certo entrare nella testolina dei nostri figli non è facile... Ma il primo passo è fatto, no???? E sei stata coraggiosa, proprio come noi ci aspettavamo!!!
Bacio
Lara

ruadhbuitch ha detto...

Sei davvero coraggiosa e tuo figlio si troverà di certo a crescere un poco più in fretta, ma è davvero intelligente e sensibile e sono sicura che ti aiuterà molto a non perdere la forza e il sorriso.
Un grande abbraccio

Tittiz ha detto...

Lo aiuterà, si che lo aiuterà. Un baciottoanche al piccolo PRMF!

fiocco72 ha detto...

Non riesco a scrivere , ho cancellato il commento almeno 6 volte, ti dico solo che ti voglio bene e che sei fortissima!

alduspm ha detto...

Penso che alla fine di questa esperienza, non solo Gabri, ma tutti noi, saremo delle persone più adulte, mature e coscienti del valore e della bellezza della nostra vita.

MiaSorriso ha detto...

Queste son mazzate, e fanno male, anche se le avevi previste. Che poi non si può prevedere lo sguardo smarrito di un bambino.
Ma sono anche tappe inevitabili di questo viaggio non desiderato, e bisogna affrontarle, come tutto il resto.
Daresti quasiasi cosa per risparmiarle al Power, ma dato che non si può, la cosa migliore è proprio parlarne come hai fatto, senza tentare di nascondere quello che è evidente, ma affrontandolo con serenità ed ottimismo.
Spero che anche gli altri genitori dell'asilo abbiano parlato con i loro bambini e che la prossima volta tu sia soltanto la "mamma mascherata", diversa, questo sì, ma non preoccupante, soltanto un elemento insolito, forse addirittura divertente, nell'arredamento dell'asilo.

E poi... guardala da un altro punto di vista: finchè eri dentro casa, per il Power eri la "solita" mamma, anche se ogni tanto vai in ospedale. Non eri né brutta né strana. Ha avuto bisogno di guardarti attraverso gli occhi degli altri bambini per realizzare che c'era qualcosa di diverso. Questa a me pare una bella cosa.

roberta67 ha detto...

E' brutto dover far crescere in anticipo i nostri figli, rispetto alle tappe della vita che vorremmo per loro. Ma inaspettatamente, loro crescono prima e, vedrai, meglio. Imparano in fretta e, a nostra insaputa, impariamo ancora anche noi mamme, a trarre il meglio dalle situazioni scomode e non volute. Perchè tutti i giorni, io mi rendo conto che devo imparare tantissimo dai miei figli.
Roberta

smemopaola ha detto...

i bimbi hanno risorse a noi sconosciute e per il tuo piccolo sarai sempre e comunque un punto di riferimento come lui per te, Sara sei grande per quello che può servire lascio due abbracci, uno per te e uno per il Power!!!

PS perchè per rendere la mascherina un pò più "carina" non provare a decorarla insieme in qualche modo?
sempre se sia possibile...

Mamiga ha detto...

@Smemo: puntocrociata? Mumble mumble...

LauraGDS ha detto...

un abbraccio sia a te che a Trippa.

utente anonimo ha detto...

Sara. Ti abbraccio.
Francesca / Cuoreditela
(mi offro volontaria per decorare qualche mascherina a tema... io amo i vampiri, che ne dici di un paio di canini? Con le mamme della scuola di mio figlio - il gruppo del cappuccino che fa capannello spetteguless ogni mattina - darebbe materiale per commenti per 15 giorni almeno)

giorgi ha detto...

Sara, mi ha segnalato il tuo blog Mia, e posso dirti, per esperienza diretta (e ripetuta...E raccontata ormai quattro anni fa sul mio blog) che i figli (io ne ho una, che all'epoca delle mie battaglie contro il cancro aveva 2 e poi 8 anni) possono rappresentare una risorsa fondamentale nel percorso di cura. Nonostante le difficoltà, la necessità di dire le cose nel modo giusto, di rassicurare e mostrarsi sempre la mamma invincibile di cui un figlio o una figlia hanno bisogno. Loro cresceranno con una marcia e una sensibilità in più, e noi avremo sempre la carica giusta per tirar fuori le unghie e i ruggiti da leonesse.Un abbraccio