domenica 28 febbraio 2010

Sproloqui la domenica mattina sul lettone

-Mamma, domani è il primo di marzo?
-Si.
-Domani sera iniza Benten (leggi altro cartone animato che non so cos'è ma a Mamigà sa tanto di ennesima roba inguardabile dalla sottoscritta).
-Ah.
-Alle sette e mezzo, lo ha detto la pubblicità.
-Ah.
-Allora da domani mamma fai la cena alle sette così posso guardarmelo.
-E certo, stai attento che adesso io modifico gli orari dei pasti in base ai cartoni animati, Non se ne parla proprio guarda.
-Ma io voglio guardarmi Benten!
-Ooooo senti, di cartoni ne guardi già abbastanza durante il giorno, ci manca solo sto Benten!
Pausa di silenzio.

-Papà...
-Eh...
-Da domani la cena la prepari tu ok?
Evidentemente, secondo la logica Poweresca, cambiando genitore la probabilità di riuscita nel tentativo di ottenere il risultato voluto è più alta...

sabato 27 febbraio 2010

venerdì 26 febbraio 2010

La ciliegina sulla torta

Dunque.
Lunedì e martedì sono stata in ospedale per l'asportazione del linfonodo sentinella. Sembra che l'esito della sua biopsia determini il grado di invasività dell'intervento a cui dovrò sottopormi dopo la chemioterapia neoadiuvante. Avrò le risposte mercoledì. Sui due giorni in ospedale non mi esprimo, non è il posto migliore dove fare una vacanza e proprio per questo di pecche se ne troveranno sempre. Comunque sono tornata, stamattina ho fatto il cambio della medicazione e la ferita è bella pulita.
Stamattina sono stata anche in oncologia: l'inizio della chemio è previsto per mercoledì prossimo. Mi hanno detto che andrà via tutta la mattinata, rassegnamoci e partiamo. Mi sono sorpresa, una volta uscita dal reparto, a parlare (per assurdo!) col mio tumore. E sapete cosa gli ho detto? OK, CI SIAMO, TUMORE DI ME'. ADESSO TE LA DEVI VEDERE CON ME. E SE CREDI DI PORTARMI ALLA TOMBA TI FACCIO BEN CAMBIARE IDEA.
Ero carica di ottimismo, e lo sono ancora. Ma poi...
Poi alle due e mezzo Papigà se ne va dai suoi per non so cosa. Dieci minuti dopo telefona: ha fatto un incidente e ha distrutto l'auto. E' uscito di strada ed è rotolato in un fosso. Per fortuna non si è fatto niente. Fisicamente almeno, e su questo vi supplico, non ribadite il fatto che perlomeno ne è uscito sano, sono stufa di sentirmelo dire.
Psicologicamente ho visto mio marito sull'orlo di un collasso. L'ho visto piangere, e mi sono sentita morire dentro.
Non è giusto nè rispettoso che io scriva quello che Papigà sta passando, fa parte di quelle cose così intime che se le buttassi al vento perderebbero il loro spessore. Ma sono cose gravi.
Una cosa penso. Sono convinta che dio esiste, non so bene in che termini ma ne sono certa. Ma sono altrettanto certa che se ne sta ben lontano dagli uomini, e il primo che mi viene a dire che dio è vicino un cordiale vaffa non glielo leva nessuno.
Siamo stanchi. Tutti e due.

giovedì 25 febbraio 2010

Grazie

A volte le parole per esprimere quello che si ha dentro sono difficili da trovare, anche per me che se si tratta di scrivere difficilmente mi tiro indietro.
Succede poi che da una cosa tanto brutta come quello che mi ha travolto stia per ora solo scoprendo cose belle, tanto da farmi dimenticare (e forse è proprio questo lo scopo, chissà) che non ho una semplice influenza, e anche che il peggio deve ancora venire.
Oggi ho qualcuno da ringraziare. Più di qualcuno. Qualcuno da cui mai mi sarei aspettata un gesto di affetto così grande. Qualcuno che non vuole farmi sentire sola in quello che mi aspetta, ma in modo concreto, andando oltre alle frasi di circostanza. Giuro, non me lo aspettavo.
E così


di tutto cuore a


meg

luca

loredana

serena

debora

matitina

trinityanna

cuoreditela
lorena
titti to
krishel

sonia
anna g

simona
tittiz

melina
soneanima

nevepioggia

lina

daniela

fiocco

laurionite
marina scorpy

roberta

paola
pietradiluce
silvia v

Flavia
Laura GDs

 


Loro sanno il perchè, non serve che lo dica qui. E ora non so proprio più che dire, davvero... lasciate che mi riprenda dallo choc!


 

venerdì 19 febbraio 2010

Il portamollette!



Ho impiegato mezzo pomeriggio a cucirlo, e mi piace piacissimo!

L'importante è essere convinti

In paese c'è un negozio che all' apparenza ha un po' di tutto. Avete presente quei vecchi negozietti di paese stile "emporio Oleson" della casa nella prateria? Più o meno. Quando ti serve qualcosa di non commestibile, che spazi dalla cartoleria alla merceria, passi davanti alle loro vetrine e sembra che ti si pari davanti la manna del cielo.
Finchè non entri e ti rendi conto dell'esatto contrario. L'amara, si fa per dire, realtà, è che hanno solo quello che in teoria segue la moda del momento in quello specifico angolo di paese (che di per sè, nonostante qualche lungimirante nativo insista nel chiamarlo con orgoglio "città", abbiate pazienza ma per i miei parametri un agglomerato urbano con tremila abitanti incluse le frazioni è un paese. Va là, facciamo paesotto, visto che è fornito di proprie scuole dell'obbligo). Quindi a settembre hanno i libri di scuola e i dizionari abbinati a leggere sottovesti in cotone e completi da asilo con banda aida, a dicembre qualche (bel) coordinato ricamabile a tema natalizio accanto a filati sbrillucicanti di ogni tipo, a primavera discreti completini intimi affiancati a freschi pigiamini e strofinacci simil-DMC a prezzo decisamente abbordabile e via così. Filati? Tanti, ma solo quelli che i corsi dell' UTE dell'anno in corso richiedono per svolgere i programmi dell'anno corrente. Ma guardati bene dal chiedere il completo da asilo ricamabile a giugno per portarti avanti col lavoro: gli scombini le scalette delle vendite. Ti rispondono che... arriverà, la prossima settimana arriverà di sicuro. Certo. Facendo finta che il mio e il loro calendario siano stati stampati in epoche diverse per cui i numeri delle settimane non coincideranno mai. Loro col calendario sono già, la prossima settimana appunto, a settembre.
Ma tant'è, ogni commerciante è libero di impostare la propria politica di vendita come vuole, e comunque loro il loro servizio me lo hanno già fatto di cuore quasi otto anni fa regalandomi la gioiuta (allora un micromicio che mi stava in una mano o quasi) e anche solo per questo gli sono affezionata e grata.
Però abbiate pazienza, oggi sono rimasta basita. Sono entrata per acquistare due cose: un cartoncino color crema o giù di lì per fare un passepartout e un gioco di ferri numero sei, per iniziare a farmi qualche cappellino/berretto, e ho anche una certa fretta.
Il cartoncino c'è solo bianco, rosso, verde, giallo o fucsia (io sono un tipo anche piuttosto adattabile, ma la cornice blu col passepartout fucsia perdonatemi, ma non me la sento di far del male a chi ci posa l'occhio sopra).
Quando ho chiesto il gioco di ferri... "ah, ma stasera mi chiedi l'impossibile! Il gioco di ferri qui lo usano solo per fare le calze, e ormai il tempo di fare le calze è finito, i più grossi che ho sono un numero tre..".
Ochei. Grazie, vedo se combino al paese vicino, non c'è problema.
Esco. Frugo distrattamente nella borsa e mi viene in mano uno scontrino, quello col quale due giorni prima ho comprato una matita bicolore (fina eh, perchè grossa non ce la chiedono mai) e tre matassine nello stesso negozio (alla modica cifra di un euro e trentatrè centesimi l'una, e non chiedetegli un moulinè satin o un metallizzato fuori del tempo natalizio, arriva sicurameeeeeeeeeente settimana prossima). Sull'intestazione dello scontrino, in un bel font elegante e in grassetto, c'è scritto "XXX., merceria e cartoleria, dal millenovecento e suppia".
Vabbè. L'importante è esser convinti.

martedì 16 febbraio 2010

Fare outing

Che situazione strana.
In questi giorni mi sto rendendo conto che sono davvero poche le cose per cui vale la pena sbattersi. Forse perchè sto vivendo un periodo così particolare, tantissime cose che fino a una settimana fa occupavano parte dei miei pensieri e mi facevano impegnare del tempo per rimuginarsi su, ora sembrano sciocchezze. Rapporti interpersonali compresi. Perciò ho quasi del tutto smesso di brontolare, e paradossalmente nell'angoscia di quello che mi travolge scopro che di motivi per gioire ogni giorno ce ne sono eccome. Motivi per sorridere. Motivi per cui pensare che è ora che la smetta di sottovalutarmi come faccio abitualmente.

Qualcuno mi ha detto che fare outing come ho fatto io può farmi solo bene. Qualcun altro mi ha fatto (poco) velatamente capire che il mio atteggiamento rispetto al come e quanto parlo della malattia è decisamente fuori luogo, perchè certe cose meno vanno in giro e meglio è.

Ma sapete che non me ne importa nulla? Ma proprio niente-niente-niente.
Perchè almeno per ora fare outing mi sta facendo sentire meno sola, e la solitudine nell'affrontare il cancro mi spaventa molto più del cancro di per sè.
Perchè mia madre e mia nonna mi hanno sempre detto che l' unica cosa per cui bisogna vergognarsi è fare del male di proposito.
Perchè chiamarlo per nome è essere chiari. Dirlo sottovoce non esorcizza un bel niente, non diminuisce la gravità del problema, non alleggerisce le cure, non gli impedisce di esistere. Io alla scaramanzia non credo.
Perchè non parlarne non aiuta nessuno. Non aiuta la prevenzione, non aiuta a capirlo, insegna ai nostri figli che se facciamo come gli struzzi i problemi ci passano un centimetro sopra la testa e non ci toccano. Balle.
Perchè è meglio sapere che la tua vicina di casa o la tua conoscente è malata di cancro piuttosto che darle della snob perchè non esce di casa, immaginare che ha preso una malattia contagiosa perchè ha perso i capelli ("aaaaaaaa io l'avevo detto che i gatti portano brutte malattieeee!!!"), dare per certo che ha le fisse igienistiche perchè in mezzo alla gente usa la mascherina davanti alla bocca. E giuro, l'ho pensata anch'io quest'ultima cosa, quando un paio di volte al super mi è capitato di incrociare delle persone con la mascherina (e ora che ci penso non erano mai da sole).
Qualcuno mi ha detto che sono forte.
In realtà me la sto facendo sotto. Come i bambini, quando ne parlo inizio a tremare come una foglia. E tremo anche adesso che sto scrivendo.
Di fatto mi sento incastrata. Incastrata dalla vita che per una volta mi impedisce di scegliere se andare avanti o no per la strada che mi viene imposta. E io convivo malissimo con le imposizioni (chissà mai da chi avrà preso mio figlio?).
D'altra parte l'alternativa è decisamente poco conveniente.

Gennaio è andato, febbraio è oltre la metà...

...e io nonostante il periodo decisamente nero, sto facendo e realizzando progetti ricamosi per il 2010, sperando di trovare nei colori dei ricami uno sprone per vedere la vita un po' meno nera di come essa stessa cerca di presntarsi. E io non gliela voglio dare vinta.
Perciò... colori!
Ho terminato un ricamo iniziato lo scorso anno, un piccolo albero di Natale, approfittando di un taglio di tela sbrilluccicosa che mi ha mandato Tittiz. E' il primo dei "ricami della nonna", non perchè siano suoi, ma perchè li faccio quando vado da mia madre e li lascio lì di volta in volta. Per non stare mai con le mani in mano. Tra l'altro mi ha dato una bella scatola di latta rossa che conteneva dei torroncini, in cui conservare il necessario. Ed eccolo, a me piace molto.


E questo è un ricamo fatto perchè... avevo voglia di sole. Si, di sole, e la tela gialla abbinata alle margherite (ricavate da un RicAmare di boh anni fa) ha reso l'idea che avevo in mente.


E questo diventerà un portamollette, visto che il mio (di plastica) s è sbriciolato nel cadere mentre se ne stava al gelo.
Infine c'è questo


che è il primo dei dodici disegni floreali che EMS ha pubblicato per il nuovo progetto 2010. Ho intenzione di ricamarli tutti e dodici, mi piacciono molto.
Spero che le crocette mi tengano compagnia visto che nei prossimi mesi non potrò fare molto altro. Ma più ancora spero mi terranno compagnia le persone care, e qualche chattata che mi dia un po' di allegria.
A presto!





domenica 14 febbraio 2010

Piccolo paradosso

Ok, ho il cancro.
Da una settimana Papigà è pieno di raffreddore.
Ieri sera ci riflettevo.
Ma guarda come va la vita, dall'esterno quello peggio conciato appare lui...

sabato 13 febbraio 2010

Sogni

Oggi inauguro un nuovo tag: IL LATO BUONO DELLA FACCENDA. Per "faccenda" intendo quanto di cui ai post precedenti, relativi al cancro. Perchè sto iniziando a materializzare il concetto che se devo affrontarlo ho bisogno di positività, altrimenti mi chiudo in camera, ficco la testa sotto al cuscino e grazie arrivederci. Però alla lunga ci lascio le penne, perchè qui non si tratta di una pillola anticoncezionale che se te la dimentichi mal che vada dopo nove mesi hai un bebè con contorno di relativi oneri e onori.
Accade quindi che mi sono resa conto che da una settimana le mie mani, quando non hanno altro da fare, sono in perenne lavorìo con i capelli (e me ne accorgo perchè dopo un po' mi si aggrovigliano) e mi tocco spesso, ahimè, il seno (e qui me ne accorgo perchè è lo sguardo di Papigà ad essere inequivocabilmente perplesso).
Stanotte poi ho sognato... seni. Seni ovunque! Ovunque tranne che addosso a me, dove al loro posto stava una cosa informe, brutta, che cercavo di coprire in ogni modo. Non voglio fare la volgare, ma la psiche di questi brutti scherzi fa, non posso farci niente. Al risveglio ho solo pensato "toh, io avrò anche fatto questo sogno per ovvi motivi, non serve andare a rivoltare il subconscio per capirlo. Ma vorrei tanto sapere quanto avrebbe pagato Papigà per fare un sogno del genere ...".

venerdì 12 febbraio 2010

:/

-Dottore, già che ci siamo, dovremmo avviare la pratica per l'accertamento di invalidità civile..
-Si. Dunque. Puoi venirmi una mezzoretta mercoledì pomeriggio? Porta la documentazione bla bla bla... Perchè ci mettiamo la spondilite, quello che hai adesso...
-Dottore, ho un tumore, lo chiami per nome.
-Si, il tumore, poi l'emicrania, l'insufficienza venosa, l'esofagite...
-Dottore, fermo. Cosa c'entrano l'emicrania, le vene e il resto con la pratica di invalidità?
-Eh, già che ci siamo carichiamo bene, no?


Ringrazio vivamente il mio medico di base per avermi fatto sentire, in trenta secondi, un vero catorcio.

E meno male che i malati di cancro hanno bisogno prima di tutto di iniezioni di ottimismo...


mercoledì 10 febbraio 2010

Mi sento come in una bolla... Domani mi sveglio e mi accorgo che stavo sognando, lo so.
Ogni volta che squilla il telefono mi aspetto che dall'altra parte ci sia l'infermiera dell'oncologico che si scusa per l'errore, ma la mia cartella è stata scambiata con quella di qualcun' altra, ed è tutto a posto, solo una ciste.
Qualcuno mi aiuti a tornare coi piedi per terra perchè ho l'impressione di vivere in una realtà parallela...

martedì 9 febbraio 2010

Proprio non riesco a tenermi tutto dentro. Non ce la faccio. Forse scrivendolo esorcizzo la paura, a costo di sembrare sciocca o esibizionista. Ma il blog è mio e visto che quello che sto per intraprendere non è proprio un viaggio di piacere, non posso più scrivere solo vaccate.
Ho il cancro.
Ho ricevuto la notizia ieri mattina. Ho un tumore al seno. A me non piace definirlo "brutto male", come fanno in molti, non mi piace nemmeno dargli altri appellativi per farlo apparire meno grave, meno reale, o farlo passare in sordina.
La bastonata è stata violenta. Ho l'impressione che il mio corpo mi si stia rivoltando contro, prima con la spondilite, ora con questo. Mi domando cosa gli ho fatto di tanto male per essere ripagata così.
Vi prego, non ditemi cosa devo o non devo fare. Non è il caso. Da domani mi affido alle cure del reparto oncologico di Latisana, mi farò aiutare dalla psicologa del centro, e mi lascerò sostenere dall'amore della mia famiglia, tutta quanta, non solo mio marito e mio figlio.
Guarirò. Sono le mamme che accompagnano i figli il primo giorno di scuola, che si fermano due metri più in là del cancello per non farsi vedere piangere, e io voglio essere lì come le altre, fosse con un cappellino o con un bandana in testa, ma voglio essere lì. E quando sarò vecchia voglio rileggere queste pagine come un brutto, bruttissimo ricordo.

lunedì 8 febbraio 2010

sabato 6 febbraio 2010

Il Power rientra in casa come un razzo

-MAMMAAAAA E' INIZIATO ARTATTAAAAAAAAAAACK??? (e si lancia sul divano di tutto peso).

Una che vorrebbe...


Mamma ciao come stai? Che bello rivederti, non ci vediamo dalle otto e mezzo di stamattina, e poi sai alle quattro il papà mi è venuto a prendere e mi ha portato al centro commerciale... si lo so che sono le sei, mi sei mancata tanto... Fammi due coccole... pciu pciu... Oggi all'asilo ho fatto un lavoretto, la maestra mi ha detto bravo... posso bermi un succo di frutta? Che profumino, fai la pizza per cena? Posso vedermi un paio di cartoni?

A.A.A.Apostrofi cercasi

Non è che abbia improvvisamente cambiato idea su come si scrive, nè mi sono  mangiata gli apostrofi.
E' che ogni volta che provo ad inserire un apostrofo nei commenti, al suo posto mi appare una finestrella rossa in basso con i suggerimenti, una specie di T9 splinderesca, che mi impedisce di apostrofare le parole come si deve.
Se qualcuno in zona ha modo di aiutarmi mi fa una grossa cortesia.
Grazie.