Premetto che quello che sto per scrivere è la conclusione di un iter che va avanti dallo scorso autunno, da quando cioè la maestra che insegna italiano a mio figlio (che non è quella dell'anno scorso, e a posteriori dico "per fortuna") ci ha segnalato il problema, e abbiamo iniziato a far seguire il Power da degli specialisti che gli hanno fatto degli appositi test.
Al Power è stata fatta la diagnosi di disgrafia.
Non sono in grado di riassumere in poche parole di cosa in realtà si tratti, perciò per la spiegazione rimando i curiosi a
Google (link).
Il discorso è più ampio di quello che si può rendere in queste poche righe, la problematica piuttosto complessa, e come ci è stato spiegato (ma lo si riscontra anche sulla pagina linkata qui sopra, paro paro) sarebbe stato difficile arrivare a questa conclusione prima.
Non ho voluto, in questi mesi, esternare il lavoro che faceva nostro figlio in tal senso, perchè è davvero complicato raccontare (ma dovevo? No, assolutamente no) una cosa così personale e difficile da capire anche per noi, e qui credo che (scusate, non è per dividere la gente in caste, ma è quello che realmente penso) solo un'altra madre possa comprendere.
Per carità, non è grave, c'è tutto un percorso di recupero che il Power inizierà ad intraprendere già dalla prossima settimana con una fisioterapista che lui già conosce e che gode della sua fiducia (e della nostra). Ci vorrà del tempo, e ce lo metteremo, tutto il tempo che serve.
Non sono avvilita, anzi, quando si è riusciti a dare un nome a questa cosa ho tirato un sospiro di sollievo: focalizzato il problema, si può pensare concretamente a una possibile soluzione. Si alza la testa, si prende e si fa.
Ma un groppo di rabbia mi è venuto, questo si. Perchè l'insegnante di italiano che ha avvicinato mio figlio e i suoi compagni alla scrittura corsiva, l'anno scorso, ha usato un metodo (nuovo, collaudato, moderno, visto che NOI trentacinque anni fa con i vecchi sistemi dell'età della pietra siamo rimasti degli emeriti ignoranti che al massimo si limitano a scrivere a penna la lista della spesa!) che anzichè favorirlo nell'apprendimento gli ha messo ulteriormente i bastoni tra le ruote, caricando di ansia (come se non ne avesse già a sufficienza) tutto l'ambaradan.
"La maestra non vuole assolutamente che si stacchi la penna dal foglio, per nessun nessunissimo motivo", diceva, e intanto i quaderni si riempivano e si riempiono di cose che a tutto somigliano fuorchè alla scrittura di un bambino di terza, fioccavano le note
"c'è troppo disordine, pasticcia di meno", e mia suocera ripeteva come un ritornello
"anche il suo papà andava male in italiano, che vuoi che sia".
"Tanto scriverà col computer", mi ha detto qualcun altro,
"adesso non è più importante saper scrivere con la biro".
No, io non la penso così, e chi mi conosce lo sa bene, e sa bene anche il perchè.
E la cosa che più mi innervosisce è che quando lo dicevo io che questo modo di imparare il corsivo mi sembrava più difficoltoso, molto tempo fa, venivo trattata con sufficienza. Probabilmente era più facile mettere una nota che cercare una soluzione, o chiedersi se non fosse il sistema a non essere idoneo.
Cosa volete, io sono "solo sua madre", e una madre, che peraltro si macchia della disprezzabile colpa di essere nulla di più di una casalinga con la salute instabile, dalla mente sicuramente ristretta, senza una cultura dimostrata da un attestato e apprensiva per antonomasia, cosa può capirne?