venerdì 9 giugno 2006

Nato il sei gennaio

Eccomi a spiegarvi cosa significhi essere nato il sei gennaio, o almeno visto dal punto di vista della mamma (che sarei io).


!- La prima baggianata che mi sono sentita dire da una donna che aveva partorito nella mia stessa corsia il giorno prima: "meno male che non era femmina, la avrebbero chiamata Befana... " Risposta senza farmi sentire:" meno male che non sei nata tu il sei gennaio, befana lo sei già...".


2- Sei nato in giorno festivo, per giunta troppo vicino al Natale. Domanda di rito di qualcuno già dal primo compleanno: "vuoi che gli facciamo un regalo unico per tutte e tre le ricorrenze o tre regali piccoli?". Ma che domandaccia è? Ogni bambino vuole LA calza, IL regalo di Babbo Natale, IL regalo di compleanno. Anche se sei nato il 10 agosto o il 20 settembre, fa niente.


3- La scuola materna: sei piccolo per frequentarla con quelli del settembre precedente, grande per quelli del settembre successivo. Quando ne parlo con le mamme mi guardano storto tutte, sia quelle dei bambini più grandicelli sia quelle dei più piccini. Perchè sanno già che se Trippa frequenterà con i più grandi sarà quello che secondo loro "tirerà indietro" il programma (eh, devono adattarsi tutti poi...), viceversa quelle dei piccoli temono che il mio li sottometta tutti (non temete, è già capitato. Al TPF ha buttato per terra in sbaglio un piccino di un anno più giovane che, causa equilibrio ancora instabile, ha fatto un volo pindarico con tripla piroetta e salto all'indietro. Mi sono sentita fulminare dalla madre).


MA TRIPPA E' UN REGALO SPECIALE! Sapete cosa gli racconto sotto le feste? Che lui non l'ha portato la cicogna nè l'abbiamo trovato sotto a un cavolo, bensì è un dono che i Re Magi hanno lasciato a me e papà tornando a casa dopo essere stati a trovare Gesù Bambino. Passavano di qua...


Buona nottata, Mamigà


 


 

giovedì 8 giugno 2006

Ieri mattina abbiamo fatto la festina al TPF ( https://www.itaca.coopsoc.it/article.php3?id_article=589 ). Era l'ultimo giorno. Finalmente.
Dovete sapere che da quando mio figlio aveva nove mesi di vita, io e lui abbiamo iniziato a frequentare questo "spazio" dedicato a mamme e bimbi da zero a tre anni, con lo scopo di inserire gradualmente mio figlio nella sua prima piccolissima cerchia sociale. Siamo stati bene, anche se devo dire la verità, ultimamente mi annoiavo un po'. Quando i bimbi sono piccolissimi stanno sempre appiccicati alle mamme, man mano che crescono la natura vuole che imparino a farne pian piano a meno, così... lui a giocare e io a intrattenermi con le altre mamme. Con mia somma noia, dato che parlare di bimbi con altre mamme spesso è un rischio.
Perchè? Perchè tra donne siamo delle arpie in certe occasioni. Se una madre è più apprensiva di te ti da della sciagurata (perchè lo lasci uscire senza cappellino? Perchè non lo aiuti ad alzarsi, non vedi che è caduto? Aaaaaaaahhh alla materna no, non lo manderò maiiiiii, si prendono di quelle malattie...). Se una mamma pensa di avere il genio in casa te lo fa pesare come un macìgno: "eh, mio figlio ha tolto il pannolino già un anno fa. Il tuo no? Come mai? Aaaaaaaaahhh è più piccolo... Mah guarda, il mio fa certi disegni... capolavori sono. Ma come mai il tuo non tiene bene i pennarelli in mano? Aaah gioca ancora con le macchinine vero?" e via così. Non toccate poi argomenti tipo "dormire nel lettone" oppure "scelta del pediatra" (pediatra della ASL? Ma come? ti fidi? Neanche fossero dei veterinari, con tutta la stima per la categoria...).
Io per precauzione evito largamente di dire le mie opinioni esattamente come le penso, rimango sul vago. Così evito di irrigidirmi il fegato.
Insomma, è finita. Prossima tappa: a settembre si va alla scuola materna, e ho il terrore, perchè mio figlio è nato il sei gennaio. Non che sia una data particolarmente nefasta (è la befana, carinissima festa), il perchè ve lo racconterò con calma in un prossimo post.  Intanto godiamoci l'estate.
Mamigà

martedì 6 giugno 2006

Faceva cric...

Stamattina ho lasciato marito e figlio al parco giochi dieci minuti, mentre giravo all'interno del supermercato in cerca di tre o quattro cose. Esco e mi accorgo che all'interno del recinto non ci sono che loro. Non mi lascio scappare l'occasione: mi guardo attorno furtiva e, appurato che nessuno mi vedesse VLAM! Mi fiondo sull'altalena più alta. Dato che è un periodo che sto facendo mea culpa ogni giorno per essermi accorta di non essere più in grado di giocare, quale migliore occasione per rilanciare la mia autostima in merito?


Trippa mi corre incontro entusiasta grdando "Maaaaaaaaamma sei bravissima!" e a me non sembrava vero. E via, su e giù, sempre più in alto, tornata indietro di trent'anni in pochi secondi.


Solo con l'immaginazione. Perchè forse trent'anni fa non pesavo sessantasette chili di sicuro. E non credo che l'altalena fosse collaudata per persone adulte, forse nemmeno chi l'ha messa lì pensava che servisse alle mamme piuttosto che ai bambini. Fatto sta che mio marito si mette a urlare "BASTA! FERMATI!" e IO "MA NO CHE MI DIVERTO, TANTO NON MI VEDE NESSUNO!".


E lui: "Fermati, fa criiiiiccc!!!". Alzo lo sguardo e balzo giù di colpo, faceva cric sul serio...  E la struttura ballonzolava tutta sotto il mio peso...


Vedrò di rilanciare la mia autostima magari giocando coi colori a dita...


Mamigà

Sto contando i giorni: meno quattro. Venerdì sera dopo aver timbrato il cartellino... FERIE! Ferie pagate, le prime dopo non ricordo quanti anni (in cui ho svolto sempre lavori precari, con quel maledetto contratto CO.CO.CO. che ti chiede tutto in cambio di quasi nulla). Ferie brevi, solo una settimana, che comunque non significheranno riposo (quando mai? A casa con la famiglia da fare ce n'è sempre) ma almeno non avrò il legame con l'orario di lavoro. Ferie casalinghe: non andremo da nessuna parte, ma a casa sto di un bene... Ferie particolari: sabato inizierò a spannolinare Trippa, così chiamo mio figlio affettuosamente, e già mi vedo a girare per casa con mutande pulite in una mano e mocio vileda nell'altra. Chi la dura la vince, dicono, vedremo come andrà.


Mamigà


domenica 4 giugno 2006

Penso che forse sarebbe meglio se dicessi qualcosa di più su di me, prima di andare avanti. Mi rendo conto che, così di getto, scriverei cose incomprensibili per chi mi legge dato che non ho scritto ancora in poche parole chi sono.
Che sono una mamma e una donna lo sapete già. Sono anche una moglie, e lo avete intuito dal precedente post. Inoltre con noi vive una gatta, Gioia si chiama: la mia dolce compagna di postazione PC, la bestiaccia con cui lotto ogni sera per cenare in pace, quella gatta che ho preso per farmi compagnia la cui attività principale consiste nel difendere il suo territorio come fosse un cane. Ma di lei avrò ampiamente occasione di parlare.
Lavoro: faccio l'operatrice telefonica in una nota azienda di surgelati, orario 17-21. Un lavoro che mi piace, orario comodo nonostante le apparenze, niente di più da dire. Anzi, ne avrei sulle sparate di certi clienti di fronte ai quali non si può ridere, ma lasciamo stare... c'è chi ha scritto un blog apposta per questo.
Passioni: le cose piccole. Intendo piccole davvero: ho passato diversi anni della mia prima giovinezza con la valigia in mano, sempre in giro a destra e a manca, dopo essermi sposata mi sono innamorata di casa mia e ho riposto la valigia in un armadio per tirarla fuori in casi eccezionali. Mi piace cucinare, ricamare a punto croce, curare il giardino, girare in bicicletta con la zavorra dietro (mio figlio, 16 chili più i vestiti), stare al computer... tutto naturalmente figlio, casa, lavoro permettendo.
Beh, forse qualcuno mi crederà una personcina semplice semplice, e io stessa mi ritengo banale ogni tanto.
Ma chissenefrega?
Mamigà

sabato 3 giugno 2006

Io: "sai amore, quella mania dei blog? Tutti parlano dei blog, tutti leggono i blog..."
Marito: "ah già, quelle cavolate lì...".
Io: "eh. Ne ho aperto uno ieri sera, l'idea mi divertiva così l'ho aperto.".
Marito: ""
Io: "guarda che non ci scrivo niente di scandaloso, siete voi maschi che pensate che una donna sul suo diario scriva solo di sesso e porcherie varie".
Marito: "ah no?"
....................
Mamigà

venerdì 2 giugno 2006

Inizio a scrivere questo blog stasera, con tante idee in testa e la consapevolezzache non riuscirò mai a renderle tutte concrete. Concrete in internet? Ho già detto la prima sciocchezza!
Sono una mamma. Non lo sono sempre stata, è ovvio, prima ero altro e anche ora sono anche altro. Solo che da quando è nato mio figlio (che ora dorme beato nei suoi dolcissimi due anni e mezzo di grinta), non so se dire purtroppo o per fortuna tutto ciò che faccio e penso lo faccio e lo penso da mamma. E' giusto che sia così. Spesso mi sento una mamma terribilmente stanca,  altrettanto spesso  questa stanchezza passa in seconda  scavalcata a piè pari dall'orgoglio di esserlo.  Sono una mamma molto egoista, perchè  pretendo dalla mia famiglia che essa mi lasci un po' di spazio unicamente riservato a me e a ciò che mi piace fare. Che poi non sono cose eclatanti, lo scoprirete nel tempo. E spesso sono anche una mamma imbranata, tanto che dal basso (o dall'alto?) dei suoi quasi trenta mesi mio figlio spesso mi dice con voce sconsolata: "ma maaaaaaamma! Che fai?". Io lì per lì faccio finta di prendermela, poi rido come una matta e penso che ha ragione. Così tanta ragione che me lo dico da sola quando lui non c'è.
E ne ho fatto un titolo per questo blog, nato un po' controvoglia in una di quelle infinite sere in cui devo aspettare le 23.30 perchè si liberi il lettone e possa andare a dormire io.
Perchè? Mistero... Lo svelerò col tempo.
Mamigà