venerdì 24 ottobre 2014

Ricicli svenevoli

Si è messo in testa, adesso, di essere completamente in grado di valutare se gli avvisi che gli consegnano a scuola sono di nostro (suo) interesse o meno. Se secondo lui non lo sono, anzichè infilarli nel diario e consegnarceli, ci fa... barchette o cappellini.
-Lo fanno anche gli altri.
Il concetto che "anche no, non si fa" glie l'ho spiegato, e con parecchia, ma parecchia stizza.
Poi mi tira fuori il foglietto "depennato" e riciclato di turno.
E una madre ha anche i suoi limiti quando si tratta di fare la dura... Perchè avrà anche problemi di grafìa, ma per farsi capire si fa capire bene.


sabato 11 ottobre 2014

E avanti

La prima sgridata è arrivata, dalla maestra di inglese, con tanto di attesa del genitore all'uscita di scuola con le mani sui fianchi, a mo' di gendarme. Per fortuna quel giorno ci è andato l'omo a ritirare il pollo.
E' arrivato anche il primo "cinque", per la mancata recita di una poesia a causa di un improvviso attacco di emotività. Voto recuperato una settimana dopo (il maestro, capendolo, ha voluto dargli un'altra possibilità... Mai preso "cinque" finora, sarebbe stato un peccato. Privilegi di essere ancora alle elementari.) con un "sette", che a fare media col "cinque" precedente gli ha fruttato un "sei" sul registro. Pas mal.
E sono arrivati i primi battibecchi a ricreazione.

Ma sono arrivati anche i primi "dieci", le prime lodi all'uscita, i primi lavoretti dell'ora di arte (va beh, mettiamola così, il Power non sarà mai un pittore nè uno scultore. E che sarà mai. Ci sono tanti altri mestieri nella vita, tra cui scegliere), i libri da ricopertinare (quest'anno fortunatamente solo cinque, tutti gli altri sono testi che valevano anche per la quarta, quindi di plastica e scotch... già dato), e l'avviso della prima riunione (tra dieci giorni).

Un equilibrio accettabilissimo, insomma, di alti e bassi.

Si prosegue. E speriamo che vada avanti così. C'è che dall'alto della sua statura con la quale guarda negli occhi la maggior parte delle insegnanti senza piegare la testa all'indietro, e dal largo delle sue spalle, ormai, quando dice in giro che frequenta la quinta elementare non gli crede più nessuno.

giovedì 9 ottobre 2014

Libri - Via Col Vento

Difficilmente scrivo qualcosa sui libri che leggo, perchè ho dei gusti letterari che non amo sciorinare in giro: sono totalmente fuori moda. Mi piacciono le storie di donne: donne di tutti i tempi, storie ambientate in tutte le epoche, biografie, storie vere ma anche no.
Però ho appena finito di leggere da qualche giorno "Via Col Vento", e ho ancora la storia e i personaggi che mi abitano la testa. Mi sono immersa talmente tanto in quelle 916 pagine, che non riesco ad uscirne ancora: e il libro non l'ho più in mano, l'ho restituito alla Biblioteca dalla quale l'avevo preso in prestito. Per questo voglio segnarmi alcune cose, prima di perderle.
Ma era un libro particolare non solo per la storia, guardate:
E' una edizione, siore e siori, datata 1951. L'ultima volta che è stato preso in prestito è stato nei primi mesi del 1993. Cioè, erano più di vent'anni che nessuno apriva quelle pagine. Con tutto il rispetto per i nuovi e-book, avere questo testo in mano dà al cuore una sensazione tutta sua, che niente di elettronico può sostituire. La consistenza delle pagine un po' macchiate dal tempo, il loro odore, il colore così ingiallito, gli errori di battitura qui e là (mica c'era il correttore automatico...), ha dato alla lettura un tocco inspiegabile, quasi un aiuto ad immergersi nel contesto in cui si svolge il racconto.
Ho voluto accostarmi a questa lettura dopo che, tempo fa (parecchio tempo fa), durante una chiacchierata con un'amica che lo aveva già letto, ho appreso che il libro e il film sono due cose estremamente diverse, di cui il film è solo un riassunto estremamente succinto della storia originale. E siccome il film è tra i film che amo di più (si, lo so, ho gusti antiquati, ma a me i film girati in quell'epoca piacciono e rilassano, mi fanno viaggiare molto di più di altri) la curiosità l'ha avuta vinta.
Ho "mangiato" 916 pagine in meno di un mese. Senza sforzo, anzi, avidamente. A parte la conoscenza di tantissimi personaggi che il film non nomina nemmeno, ma che nella storia hanno ruoli importantissimi, il libro catapulta letteralmente non sono negli eventi, ma anche nel contesto storico che, Wikipedia alla mano, ho potuto appurare essere riportato con precisione. E mi ha entusiasmato, perchè il tutto è raccontato con dovizia di particolari, colori, pare di sentire addirittura i rumori e gli odori che l'autrice descrive. C'è tutto il dramma di una nazione prima florida, con tutti i suoi rituali, la sua società con le sue regole a volte assurde ma intoccabili, poi ridotta in ginocchio nel vero senso della parola, e costretta a cambiare e a "crescere". Anche i caratteri dei personaggi ho scoperto essere molto più intensi di come il film li dipinge: Rhett Butler è a tratti di una cattiveria incredibile, Ashley Wilkes di un melanconico e un indeciso che fa cadere le braccia (e a me, per come sono fatta io, fa venir voglia di tirare più di qualche volta un sonoro ceffone), e Rossella... Rossella l'ho odiata. Gretta, avida, calcolatrice, egoista allo stremo, ambiziosa, cieca per tutto quello che non è il suo tornaconto personale. L'ho odiata fino quasi all'ultimo, provando pena per il suo personaggio solo nelle ultime tre pagine. Lì si intravede un'anima che si apre, ma il racconto finisce, e rimane la curiosità di sapere come andrà a finire. Ma finisce lì.

Da un paio di giorni ho iniziato un libro nuovo, anch'esso ispirazione per un film che mi è piaciuto molto.
Ho letto poche pagine, ma confesso che stavolta la lettura non è molto semplice per me: il linguaggio usa espressioni intrise della parlata del nostro Sud, e ad ogni frase devo fare un piccolo sforzo per afferrarne bene il significato. Ma non demordo. Credo, da come è partita la lettura, che ne valga la pena.