domenica 29 luglio 2007
Modi e mode
giovedì 26 luglio 2007
ODIO le gravidanze santificate (sarà gelosa?), i matrimoni pomposi e cafoni (è una delle cose che in genere pensa chi non se li può permettere), le "code di paglia" (e lei è un fiammifero? Perchè nel caso non è difficile che le trovi tutte lei), le ipocrisie, i cloni (esistono di già? Wow), la perfezione finta o presunta che sia (no comment), il nomignolo "Amò" (ognuno sarà pur libero di chiamare il suo uomo come vuole), andare per centri commerciali soprattutto nei fine settimana (tesora, se uno lavora dal lunedì al venerdì quando se la fa uno straccio di spesa?), il rosa, l'odore di cipolla la mattina presto (che abitudini avranno in casa sua...), chi mi fuma accanto alla fermata dell'autobus (appiccicati un cartello sulle spalle e vedrai che anzichè accanto ti fumeranno in faccia... e che diamine...), le donne-amebe accanto al loro uomo (no, dovranno essere tutte come te ciòn), le prepotenze e le arroganze (e le intolleranze...)!
Ognuno poi sul suo blog scriva quello che gli pare, ovvio.
ODIO le gravidanze santificate (sarà gelosa?), i matrimoni pomposi e cafoni (è una delle cose che in genere pensa chi non se li può permettere), le "code di paglia" (e lei è un fiammifero? Perchè nel caso non è difficile che le trovi tutte lei), le ipocrisie, i cloni (esistono di già? Wow), la perfezione finta o presunta che sia (no comment), il nomignolo "Amò" (ognuno sarà pur libero di chiamare il suo uomo come vuole), andare per centri commerciali soprattutto nei fine settimana (tesora, se uno lavora dal lunedì al venerdì quando se la fa uno straccio di spesa?), il rosa, l'odore di cipolla la mattina presto (che abitudini avranno in casa sua...), chi mi fuma accanto alla fermata dell'autobus (appiccicati un cartello sulle spalle e vedrai che anzichè accanto ti fumeranno in faccia... e che diamine...), le donne-amebe accanto al loro uomo (no, dovranno essere tutte come te ciòn), le prepotenze e le arroganze (e le intolleranze...)!
Ognuno poi sul suo blog scriva quello che gli pare, ovvio.
Tralascio i soprannomi che ho dato ad alcuni oggetti di uso comune perchè rischio di andare sul ridicolo (per dirne una, lo zampirone è lo "zampiragno", e mi fermo qui).
Sarò infantile ma oggi qualche lacrima l'ho versata. Tra un paio d'ore al massimo della Titti mi resterà una chiave. Patetico? Estremamente. Quanto lo è dare l'addio a un'amica che ti ha permesso di fare cose che senza di lei non avresti mai potuto fare.
Tralascio i soprannomi che ho dato ad alcuni oggetti di uso comune perchè rischio di andare sul ridicolo (per dirne una, lo zampirone è lo "zampiragno", e mi fermo qui).
Sarò infantile ma oggi qualche lacrima l'ho versata. Tra un paio d'ore al massimo della Titti mi resterà una chiave. Patetico? Estremamente. Quanto lo è dare l'addio a un'amica che ti ha permesso di fare cose che senza di lei non avresti mai potuto fare.
mercoledì 25 luglio 2007
La sensibilità di Papigà - anche nel cazzeggio...
-Chiamarla "macchina" no eh?
La sensibilità di Papigà - anche nel cazzeggio...
-Chiamarla "macchina" no eh?
lunedì 23 luglio 2007
Sproloqui-meow
Heidi! Gioia! Smettetela di fare confusione, altrimenti mi sveglio e chiamo la polizia! CHIARO?????
Sproloqui-meow
Heidi! Gioia! Smettetela di fare confusione, altrimenti mi sveglio e chiamo la polizia! CHIARO?????
Regalino
Regalino
domenica 22 luglio 2007
Bronx?
Alle otto ho fatto uscire Heidi e Gioia come ogni mattina, e ad aspettarle fuori (inconsapevolmente) ho trovato mamma gatta con i tre cuccioli (che in questi giorni hanno deciso di stabilirsi nel mio giardino) e la zia gatta, ossia la gatta con mezza coda che è di nuovo incinta. Come si sono incontrate le quattro gatte hanno iniziato a darsele di santa ragione, le due semirandagie contro le mie, perchè le prime hanno tentato di cacciare le seconde dal giardino. E con una violenza che finora ho solo visto in qualche documentario televisivo sui grandi felini. Gioia, che ha qualche anno in più di esperienza, dopo le prime zampate serie ha pensato bene di fare marcia indietro e di rifugiarsi in casa, mentre Heidi le ha prese sonore. Non ho potuto nemmeno intervenire perchè il mucchio di pelo informe si muoveva talmente velocemente da non riuscire quasi a seguirne le dinamiche. Alla fine Heidi se l'è data a zampe, e le due semirandagie con i piccoli hanno continuato a soggiornare nel mio giardino. Per poco.
Sono quattro notti che Gioia ed Heidi mi fanno trovare la pipì in giro per casa, stamattina addirittura in tre posti diversi.
Credo che la famiglia Gatti stia prendendo possesso del territorio qui, oltretutto difesa dal Bigio che con le sue imponenti e ostentate palle perennemente in esposizione la fa da padrone (e mi lascia anche dei bei regalini tra l'erba).
So che non bisognerebbe mettere mano tra le questioni feline, ma ho deciso di mandare via tutti questi gatti dal mio giardino. Mi piange il cuore perchè i piccolini mi fanno una tenerezza da morire, ma visto che le mie gatte sono le ultime nella scala gerarchica dei gatti della zona (non hanno odore di femmina) devo prendere le loro difese. Ho visto Gioia difendersi dai cani, dalla gatta della mia retropettaia (anzianissima peraltro), dalla Sissi, ma da queste due gatte con prole no, e questa cosa non mi piace.
Bronx?
Alle otto ho fatto uscire Heidi e Gioia come ogni mattina, e ad aspettarle fuori (inconsapevolmente) ho trovato mamma gatta con i tre cuccioli (che in questi giorni hanno deciso di stabilirsi nel mio giardino) e la zia gatta, ossia la gatta con mezza coda che è di nuovo incinta. Come si sono incontrate le quattro gatte hanno iniziato a darsele di santa ragione, le due semirandagie contro le mie, perchè le prime hanno tentato di cacciare le seconde dal giardino. E con una violenza che finora ho solo visto in qualche documentario televisivo sui grandi felini. Gioia, che ha qualche anno in più di esperienza, dopo le prime zampate serie ha pensato bene di fare marcia indietro e di rifugiarsi in casa, mentre Heidi le ha prese sonore. Non ho potuto nemmeno intervenire perchè il mucchio di pelo informe si muoveva talmente velocemente da non riuscire quasi a seguirne le dinamiche. Alla fine Heidi se l'è data a zampe, e le due semirandagie con i piccoli hanno continuato a soggiornare nel mio giardino. Per poco.
Sono quattro notti che Gioia ed Heidi mi fanno trovare la pipì in giro per casa, stamattina addirittura in tre posti diversi.
Credo che la famiglia Gatti stia prendendo possesso del territorio qui, oltretutto difesa dal Bigio che con le sue imponenti e ostentate palle perennemente in esposizione la fa da padrone (e mi lascia anche dei bei regalini tra l'erba).
So che non bisognerebbe mettere mano tra le questioni feline, ma ho deciso di mandare via tutti questi gatti dal mio giardino. Mi piange il cuore perchè i piccolini mi fanno una tenerezza da morire, ma visto che le mie gatte sono le ultime nella scala gerarchica dei gatti della zona (non hanno odore di femmina) devo prendere le loro difese. Ho visto Gioia difendersi dai cani, dalla gatta della mia retropettaia (anzianissima peraltro), dalla Sissi, ma da queste due gatte con prole no, e questa cosa non mi piace.
giovedì 19 luglio 2007
La sensibilità di Papigà- secondo episodio
-Sdleng... tranch sdegradagang, bang, stranc...
-Che è, il caldo ti fa questo effetto?
-No, è per abituarti all'idea della fine che farà la Titti...
Il Guttalax lo danno senza ricetta?
La sensibilità di Papigà- secondo episodio
-Sdleng... tranch sdegradagang, bang, stranc...
-Che è, il caldo ti fa questo effetto?
-No, è per abituarti all'idea della fine che farà la Titti...
Il Guttalax lo danno senza ricetta?
La chicca della sera: Trippa ha voluto andare a letto con il suo cellulare (nb: cellulare vecchio di papà, rotto, che lui usa per giocare perchè dice - è proprio quello vero!). Si sdraia, io mi accomodo come ogni sera sulla sedia accanto, e alla sola luce della lampadina da libro inizio a leggere due delle solite fiabe. Dopo due righe mi interrompe:
-Drrrin.... petta mamma che devo rispondere al telefono (sempre al semibuio). Si? Chi parla? Grazie grazie arrivederci. Vai avanti mamma.
Altre due righe di sto pastorello che grida "al lupo".
-Mamma zitta che ho una telefonata. Pronto? Guarda ho da fare, ti richiamo. Ciao. Vai avanti mamma, avanti col pastorello.
Robe da matti... Tra un po' mi chiederà il palmare...
Adesso dorme tranquillo, con i capelli tutti dritti come fusi come sono rimasti dopo la mia ultima carezza (erano ancora umidi dalla doccia). In momenti come questo dico a me stessa che valeva la pena passare tante notti in bianco e tirare i nervi come corde di violino per mesi fino a un anno fa, per avere in cambio questo. Questa testa dura così lingualunga e inarrestabile, ultimamente più furba di una volpe e determinata più di un temporale in estate. Ma così intelligente e sorprendentemente piena di vita, che mi riempie di orgoglio in ogni momento. Anche quando la sera non vedo l'ora che si addormenti per godere di un po' di pace e di silenzio in casa.
La chicca della sera: Trippa ha voluto andare a letto con il suo cellulare (nb: cellulare vecchio di papà, rotto, che lui usa per giocare perchè dice - è proprio quello vero!). Si sdraia, io mi accomodo come ogni sera sulla sedia accanto, e alla sola luce della lampadina da libro inizio a leggere due delle solite fiabe. Dopo due righe mi interrompe:
-Drrrin.... petta mamma che devo rispondere al telefono (sempre al semibuio). Si? Chi parla? Grazie grazie arrivederci. Vai avanti mamma.
Altre due righe di sto pastorello che grida "al lupo".
-Mamma zitta che ho una telefonata. Pronto? Guarda ho da fare, ti richiamo. Ciao. Vai avanti mamma, avanti col pastorello.
Robe da matti... Tra un po' mi chiederà il palmare...
Adesso dorme tranquillo, con i capelli tutti dritti come fusi come sono rimasti dopo la mia ultima carezza (erano ancora umidi dalla doccia). In momenti come questo dico a me stessa che valeva la pena passare tante notti in bianco e tirare i nervi come corde di violino per mesi fino a un anno fa, per avere in cambio questo. Questa testa dura così lingualunga e inarrestabile, ultimamente più furba di una volpe e determinata più di un temporale in estate. Ma così intelligente e sorprendentemente piena di vita, che mi riempie di orgoglio in ogni momento. Anche quando la sera non vedo l'ora che si addormenti per godere di un po' di pace e di silenzio in casa.
mercoledì 18 luglio 2007
Non... ce la farò... mai!!!
Poi... ho appena iniziato il mese di luglio del sal di Maryse, fatte trenta crocette ho piantato lì per dare la precedenza al lavoro di cui sopra.
Poi... per fortuna sono riuscita a niccioniccio (si dice così dalle mie parti) a confezionare una borsa di cui non posso pubblicare la foto perchè la destinataria passa spesso di qui.
Poi... per fortuna fortunissima il round Robin Cuccioli è in stato di anticipo extra per cui fino a settembre non riceverò tele da ricamare .
Poi... non riesco a proseguire con i lavori per beneficenza per il banale motivo che non trovo motivi carini da ricamare, o meglio carini secondo i miei gusti. Ripetere due volte lo stesso ricamo è contro i miei sistemi, e io sono una "difficile" quando si tratta di scegliere un disegno.
Ma il problema più grosso in questo ambito è che da giorni ho una crisi di rigurgito da crocette che sta preoccupando perfino mio marito, e seriamente. Sarà perchè arrivo a sera snervata ed esaurita ma non riesco a prendere l'ago in mano proprio nelle ore che di solito riservavo a questo mio hobby, ho la sensazione che l'ago pesi. E questo mi fa perdere completamente la voglia di fare. Mi dispiacerebbe se non altro se non riuscissi a finire in tempo il lavoro di mia cugina, per tutto il resto c'è tempo. Ma accidenti, lo schema che ho scelto è pure in bianco e nero, giusto per complicare la cosa, quindi faccio ancora più fatica. Passerà, ho sentito dire che tante ricamatrici hanno periodi di stasi del genere...
martedì 17 luglio 2007
Eccheccacchio...
Eccheccacchio...
Meno male che la piscinetta alleggerisce di non poco la tensione. Oggi ci ha passato un paio di ore dentro, e io un'ora. L'acqua che ci avvolge e con cui giocare sembra che alleggerisca l'aria, standoci dentro non sembra poi così piccola come sembra da fuori. Peccato che dopo un'ora mi sia scoppiata l'emicrania, avrei voluto star lì ancora. In compenso poco prima che io uscissi è entrato anche Papigà, la balena umana, quindi Gabri non è rimasto solo.
Papigà mi ha fatto anche una sorpresa oggi. Stavo spolverando il mobile in soggiorno e toh, salta fuori uno scontrino e leggo: Swatch Store, ottanta euro, quattordici giugno 2007. AZZ... inizio a s-cervellarmi per capire a cosa si riferisse, non ci arrivo e inizio a rimuginare. Giuro, mi sono passati almeno venti pensieri per la testa, dei quali almeno diciotto non proprio belli. Quindi chiamo Papigà e gli chiedo spiegazioni (gentilmente, non volevo rovinarmi la piazza così di primo acchito). E dunque...
Per l'anniversario di nozze ci eravamo ripromessi di non regalarci nulla, ma siccome lo scorso anno di fronte a questa promessa io sono arrivata lo stesso con un pensierino, lui quest'anno credeva avessi bissato e non voleva fare magra figura. E si è prevenuto. Quando poi si è reso conto che io realmente quest'anno non ho preso nulla per l'occasione, lui ha messo via il pacchettino per il compleanno (a novembre). Ormai però avevo scoperto il fattaccio, quindi mi ha dato il pachettino oggi pomeriggio. Mi ha preso un orologio che ho visto in vetrina poco tempo fa assieme a lui, e per il quale sono uscita con un "queeeeeeeeeesto si mi piaaaaaaaaaace"!. Papigà se potesse mi comprerebbe l'universo, peccato che sarà già tanto se riusciremo a finire di pagare il mutuo da qui al 2030...
Meno male che la piscinetta alleggerisce di non poco la tensione. Oggi ci ha passato un paio di ore dentro, e io un'ora. L'acqua che ci avvolge e con cui giocare sembra che alleggerisca l'aria, standoci dentro non sembra poi così piccola come sembra da fuori. Peccato che dopo un'ora mi sia scoppiata l'emicrania, avrei voluto star lì ancora. In compenso poco prima che io uscissi è entrato anche Papigà, la balena umana, quindi Gabri non è rimasto solo.
Papigà mi ha fatto anche una sorpresa oggi. Stavo spolverando il mobile in soggiorno e toh, salta fuori uno scontrino e leggo: Swatch Store, ottanta euro, quattordici giugno 2007. AZZ... inizio a s-cervellarmi per capire a cosa si riferisse, non ci arrivo e inizio a rimuginare. Giuro, mi sono passati almeno venti pensieri per la testa, dei quali almeno diciotto non proprio belli. Quindi chiamo Papigà e gli chiedo spiegazioni (gentilmente, non volevo rovinarmi la piazza così di primo acchito). E dunque...
Per l'anniversario di nozze ci eravamo ripromessi di non regalarci nulla, ma siccome lo scorso anno di fronte a questa promessa io sono arrivata lo stesso con un pensierino, lui quest'anno credeva avessi bissato e non voleva fare magra figura. E si è prevenuto. Quando poi si è reso conto che io realmente quest'anno non ho preso nulla per l'occasione, lui ha messo via il pacchettino per il compleanno (a novembre). Ormai però avevo scoperto il fattaccio, quindi mi ha dato il pachettino oggi pomeriggio. Mi ha preso un orologio che ho visto in vetrina poco tempo fa assieme a lui, e per il quale sono uscita con un "queeeeeeeeeesto si mi piaaaaaaaaaace"!. Papigà se potesse mi comprerebbe l'universo, peccato che sarà già tanto se riusciremo a finire di pagare il mutuo da qui al 2030...
domenica 15 luglio 2007
Papigà lo ha sempre abituato fin da piccolissimo a giocare molto con il contatto fisico, a fare la lotta, a giocare ad arrotolarsi sul divano e sul pavimento, e a Trippa piace moltissimo questo tipo di gioco. Lui ti corre incontro buttandotisi addosso di peso, se sono inginocchiata in giardino mi salta sulla schiena, adora mettermi le mani sulla faccia e giocare col mio corpo, il tutto con una gioia pazzesca.
Il guaio è che ora mio figlio pesa venti chili, e non sono venti chili di ciccia ma di muscoli (pensate che arriva ad alzare anche un secchio grande pieno d'acqua e a spostarlo da solo), e questi suoi giochi "fisici" da un bel po' di tempo per me stanno diventando un terrore e fonte di incidenti (bernoccoli sulla testa - mia - , sangue dal naso eccetera, oltre che innumerevoli bozzi sul suo corpicino). Ho tentato di spiegargli che non si gioca così, che è pericoloso, che fa male a una persona quando gli si butta addosso in un certo modo. Poi ho iniziato a sgridarlo, ma nemmeno quello è servito (a mio marito fracasserei la testa contro il pavimento perchè se da una parte tenta di sgridarlo, dall'altra si mostra orgoglioso davanti a lui di quanto è forte suo figlio, e fa peggio). Infine...
Infine stamattina non ne ho potuto più e sono passata alle vie di fatto. Eravamo entrambi nel bagnetto di sotto (piccolissimo), io ero seduta sullo sgabellino per abbassargli i pantaloni per fare pipì, e lui inizia a giocare con la mia faccia come sempre (notare, il bagno è così piccolo che se mi siedo sullo sgabellino la mia testa finisce sotto al lavandino). Lui inizia a darmi i pugnetti sul viso con forza e ridendo, alchè io gli ho detto "senti, ti ho già spiegato che questa cosa fa male, vuoi provare?". E gli ho fatto la stessa cosa sulla faccia, ovviamente a mani semiaperte altrimenti gli facevo ancora più male.
Lui di primo mi ha guardato sconvolto, poi ovviamente ha iniziato a piangere perchè non erano proprio carezze... Io spero che stavolta gli sia servito a capire la menata, ma ragazzi, mi sento una cacca supercacchissima...
Papigà lo ha sempre abituato fin da piccolissimo a giocare molto con il contatto fisico, a fare la lotta, a giocare ad arrotolarsi sul divano e sul pavimento, e a Trippa piace moltissimo questo tipo di gioco. Lui ti corre incontro buttandotisi addosso di peso, se sono inginocchiata in giardino mi salta sulla schiena, adora mettermi le mani sulla faccia e giocare col mio corpo, il tutto con una gioia pazzesca.
Il guaio è che ora mio figlio pesa venti chili, e non sono venti chili di ciccia ma di muscoli (pensate che arriva ad alzare anche un secchio grande pieno d'acqua e a spostarlo da solo), e questi suoi giochi "fisici" da un bel po' di tempo per me stanno diventando un terrore e fonte di incidenti (bernoccoli sulla testa - mia - , sangue dal naso eccetera, oltre che innumerevoli bozzi sul suo corpicino). Ho tentato di spiegargli che non si gioca così, che è pericoloso, che fa male a una persona quando gli si butta addosso in un certo modo. Poi ho iniziato a sgridarlo, ma nemmeno quello è servito (a mio marito fracasserei la testa contro il pavimento perchè se da una parte tenta di sgridarlo, dall'altra si mostra orgoglioso davanti a lui di quanto è forte suo figlio, e fa peggio). Infine...
Infine stamattina non ne ho potuto più e sono passata alle vie di fatto. Eravamo entrambi nel bagnetto di sotto (piccolissimo), io ero seduta sullo sgabellino per abbassargli i pantaloni per fare pipì, e lui inizia a giocare con la mia faccia come sempre (notare, il bagno è così piccolo che se mi siedo sullo sgabellino la mia testa finisce sotto al lavandino). Lui inizia a darmi i pugnetti sul viso con forza e ridendo, alchè io gli ho detto "senti, ti ho già spiegato che questa cosa fa male, vuoi provare?". E gli ho fatto la stessa cosa sulla faccia, ovviamente a mani semiaperte altrimenti gli facevo ancora più male.
Lui di primo mi ha guardato sconvolto, poi ovviamente ha iniziato a piangere perchè non erano proprio carezze... Io spero che stavolta gli sia servito a capire la menata, ma ragazzi, mi sento una cacca supercacchissima...
sabato 14 luglio 2007
Stasera a Venezia c'è la festa del Redentore.
VIENSTU O NO?
(Zanetti)
So vegnuo co la chitara
per sentir se ancora in smara
ti te senti de restar.
Cantarò do versi soli
e se po' no ti ghe moli
mi no vado a savariar.
Go pronto el sandolo col so coverto
de fogie a pergola par far l'amor
'na mora in gringola la trovo certo
e vado a goderme el Redentor.
La pazienza xe gran bela
ma no posso cara stela
far la parte del mincion.
Mi te vogio ben assae
ma se dura 'ste sempiae
mondo tuto a rodolon.
Vienstu o no? o Dio! la sento
la vien zoso, oh che contento,
me vien vogia de balar.
Benedeto 'sto momento
che col mio temperamento
go ris-cià de rovinar.
Go pronto el sandolo col so coverto
de fogie a pergola per far l'amor
de andar in gringola ormai so certo
co ti mia cocola al Redentor.
La sera del Redentore di otto anni fa Marco mi chiese di sposarlo, sotto allo spettacolo dei fuochi d'artificio. E' un bellissimo ricordo.
Stasera a Venezia c'è la festa del Redentore.
VIENSTU O NO?
(Zanetti)
So vegnuo co la chitara
per sentir se ancora in smara
ti te senti de restar.
Cantarò do versi soli
e se po' no ti ghe moli
mi no vado a savariar.
Go pronto el sandolo col so coverto
de fogie a pergola par far l'amor
'na mora in gringola la trovo certo
e vado a goderme el Redentor.
La pazienza xe gran bela
ma no posso cara stela
far la parte del mincion.
Mi te vogio ben assae
ma se dura 'ste sempiae
mondo tuto a rodolon.
Vienstu o no? o Dio! la sento
la vien zoso, oh che contento,
me vien vogia de balar.
Benedeto 'sto momento
che col mio temperamento
go ris-cià de rovinar.
Go pronto el sandolo col so coverto
de fogie a pergola per far l'amor
de andar in gringola ormai so certo
co ti mia cocola al Redentor.
La sera del Redentore di otto anni fa Marco mi chiese di sposarlo, sotto allo spettacolo dei fuochi d'artificio. E' un bellissimo ricordo.
venerdì 13 luglio 2007
Odio il mare
Meglio la spiaggia libera in Brussa. Senza servizi tranne una minuscola toilette con due wc e due docce a cento metri dal mare, senza altoparlanti, senza marocchini che passano a vendere l'impossibile, senza intrattenimenti. Solo sabbia, mare, famiglie che trascorrono qualche ora libere, per giocare la fantasia dei bambini e dei papà. Trent'anni fa era così in tutte le spiagge, e ci divertivamo lo stesso. La prossima settimana faremo l'esperimento giorno-di-mare lì. Vediamo se torna a piacermi come una volta.
Odio il mare
Meglio la spiaggia libera in Brussa. Senza servizi tranne una minuscola toilette con due wc e due docce a cento metri dal mare, senza altoparlanti, senza marocchini che passano a vendere l'impossibile, senza intrattenimenti. Solo sabbia, mare, famiglie che trascorrono qualche ora libere, per giocare la fantasia dei bambini e dei papà. Trent'anni fa era così in tutte le spiagge, e ci divertivamo lo stesso. La prossima settimana faremo l'esperimento giorno-di-mare lì. Vediamo se torna a piacermi come una volta.
giovedì 12 luglio 2007
Fa caldo. Fa sempre più caldo. Non è un modo di dire quello che il caldo dà alla testa. Mi ricordo che la mia nonna materna, con la quale ho vissuto per qualche anno da adolescente, ai primi caldi seri iniziava a sragionare. Il caldo fa fare strane cose. E anche quest'anno il caldo ha fatto ripartire la paranoia periodica di mio padre, con i conseguenti neuroni della sottoscritta che vanno a mille senza motivo se non un enorme senso di impotenza e di disgusto.
Fa caldo. Fa sempre più caldo. Non è un modo di dire quello che il caldo dà alla testa. Mi ricordo che la mia nonna materna, con la quale ho vissuto per qualche anno da adolescente, ai primi caldi seri iniziava a sragionare. Il caldo fa fare strane cose. E anche quest'anno il caldo ha fatto ripartire la paranoia periodica di mio padre, con i conseguenti neuroni della sottoscritta che vanno a mille senza motivo se non un enorme senso di impotenza e di disgusto.
mercoledì 11 luglio 2007
Preparativi psicologici
-Mamma, quando viene la zia... la zia... non mi ricordo quella zia che deve venire...
-La zia Laura.
-Si la zia Laura. Ecco digli che se gli va dorme nel mio letto. Gli faccio spazio perchè ci sta anche lei.
-Ah, ok. Glielo farò sapere. Buonanotte.
Preparativi psicologici
-Mamma, quando viene la zia... la zia... non mi ricordo quella zia che deve venire...
-La zia Laura.
-Si la zia Laura. Ecco digli che se gli va dorme nel mio letto. Gli faccio spazio perchè ci sta anche lei.
-Ah, ok. Glielo farò sapere. Buonanotte.
martedì 10 luglio 2007
La legge di Trippa sulla pipì
- Bisogna farla solo ed esclusivamente nel vasetto, può fare eccezioni solo se proprio non si può evitare e solo se siamo fuori casa.
- Il vasetto deve essere quello blu, quello giallo è ammesso solo di notte perchè scendere al bagno di sotto comporta sforzo eccessivo, quello giallo è di sopra e di notte ci si può anche adattarvisi. Se di giorno scappa quando si trova al piano superiore è d'obbligo la corsa giù per le scale.
- Lo straccio sotto al vasetto (blu) deve essere ben teso, senza nemmeno un angolo ripiegato, pulitissimo (controlla), in linea con le piastrelle del pavimento.
- Bisogna togliersi tutto: sandali (o zoccoli), pantaloni, mutande, se in inverno anche calzini. E' intollerabile l'idea di fare pipì semplicemente abbassando il corredo.
- La pipì si fa seduti: ogni tentativo di fargliela fare in piedi per risparmiare tempo è vano, nonostante la natura abbia favorito i maschietti in questo genere di cose permettendogli di svuotare la vescica semplicemente tirando fuori l'attrezzo apposito.
- Se oltre alla pipì deve espellere l'altra cosa la mamma deve uscire dal bagno. Non ci sono deroghe, la cacca esige assoluta privacy con tanto di porta chiusa, ogni tentativo da parte mia di accelerare l'evento è prontamente respinto (nonostante una volta su quattro esso coincida diciamo casualmente con il suono del timer che annuncia che la pasta è cotta).
Eccheccacchio, io non so dove abbia appreso questo sistema, ma ogni volta che a mio figlio scappa la pipì sembra di essere a una cerimonia... Uno di questi giorni mi chiederà di pettinarmi prima di entrare in bagno con lui...
La legge di Trippa sulla pipì
- Bisogna farla solo ed esclusivamente nel vasetto, può fare eccezioni solo se proprio non si può evitare e solo se siamo fuori casa.
- Il vasetto deve essere quello blu, quello giallo è ammesso solo di notte perchè scendere al bagno di sotto comporta sforzo eccessivo, quello giallo è di sopra e di notte ci si può anche adattarvisi. Se di giorno scappa quando si trova al piano superiore è d'obbligo la corsa giù per le scale.
- Lo straccio sotto al vasetto (blu) deve essere ben teso, senza nemmeno un angolo ripiegato, pulitissimo (controlla), in linea con le piastrelle del pavimento.
- Bisogna togliersi tutto: sandali (o zoccoli), pantaloni, mutande, se in inverno anche calzini. E' intollerabile l'idea di fare pipì semplicemente abbassando il corredo.
- La pipì si fa seduti: ogni tentativo di fargliela fare in piedi per risparmiare tempo è vano, nonostante la natura abbia favorito i maschietti in questo genere di cose permettendogli di svuotare la vescica semplicemente tirando fuori l'attrezzo apposito.
- Se oltre alla pipì deve espellere l'altra cosa la mamma deve uscire dal bagno. Non ci sono deroghe, la cacca esige assoluta privacy con tanto di porta chiusa, ogni tentativo da parte mia di accelerare l'evento è prontamente respinto (nonostante una volta su quattro esso coincida diciamo casualmente con il suono del timer che annuncia che la pasta è cotta).
Eccheccacchio, io non so dove abbia appreso questo sistema, ma ogni volta che a mio figlio scappa la pipì sembra di essere a una cerimonia... Uno di questi giorni mi chiederà di pettinarmi prima di entrare in bagno con lui...
lunedì 9 luglio 2007
La sensibilità di Papigà
M-Nzomma, ieri quando hai pronunciato la parola "demolizione" mi sono sentita un tuffo al cuore...
P-Eddai, pensa a quando ti moriranno le gatte...
La sensibilità di Papigà
M-Nzomma, ieri quando hai pronunciato la parola "demolizione" mi sono sentita un tuffo al cuore...
P-Eddai, pensa a quando ti moriranno le gatte...
giovedì 5 luglio 2007
Gita dal veterinario
Oggi Trippa ha fatto la sua prima esperienza dal veterinario, mi ha accompagnato a far vaccinare Heidi. E' stato bravissimo, dovreste vedere con quanto orgoglio è entrato nell'ambulatorio con il libretto sanitario sottobraccio affermando "ho portato la mia gattina per fare la puntura".
Heidi... beh lasciamo perdere. E' andato tutto come da copione: serenata miagolensa per tuttoil viaggio di andata con Gabri che cercava di tenerla buona spiegandole che non era niente, visita sprint con quattro mani che a fatica riuscivano a tenere ferma uno schitto di gatta che sgusciava come un'anguilla e rugnava come una radio sintonizzata male, GNAMMRRRAUUUGGNA equivalente a una dichiarazione di guerra al momento dell'iniezione, veterinaria sudata che a fine visita declama "abbiamo finito i suoi bonus-pazienza, lasciala rientrare nel trasportino và". Ovviamente il tutto concluso con il ripetersi della serenata miagolensa per tutto il viaggio di ritorno, con un Trippa seduto accanto al trasportino con una faccia da "eccheppalle sta gatta è peggio di me". Guardarlo dallo specchietto retrovisore con quell'espressione ti fa rimpiangere di non avere le mani libere per mastrussartelo a dovere, tanto è bravo. Costo dell'operazione Gattasana: venticinque euro più novanta centesimi di benzina. Quest'anno niente graffi nè morsi, nè per me nè per la veterinaria. Poteva farci lo sconto per questo, no?
Ah, la vete mi ha detto che dopo di noi arrivava il peggio della sua clientela, per questo ci ha accompagnati all'auto, per prepararsi psicologicamente. Aspettava un furgoncino contenente: una padrona, due pastori tedeschi adulti di non so quanti chili l'uno, un numero imprecisato di relativi cuccioli, e i tre figli umani della donna di cui sopra. A detta sua questi ultimi erano il peggio della situazione. E io che mi sono fatta scrupoli di portare il mio bambino in ambulatorio...
Gita dal veterinario
Oggi Trippa ha fatto la sua prima esperienza dal veterinario, mi ha accompagnato a far vaccinare Heidi. E' stato bravissimo, dovreste vedere con quanto orgoglio è entrato nell'ambulatorio con il libretto sanitario sottobraccio affermando "ho portato la mia gattina per fare la puntura".
Heidi... beh lasciamo perdere. E' andato tutto come da copione: serenata miagolensa per tuttoil viaggio di andata con Gabri che cercava di tenerla buona spiegandole che non era niente, visita sprint con quattro mani che a fatica riuscivano a tenere ferma uno schitto di gatta che sgusciava come un'anguilla e rugnava come una radio sintonizzata male, GNAMMRRRAUUUGGNA equivalente a una dichiarazione di guerra al momento dell'iniezione, veterinaria sudata che a fine visita declama "abbiamo finito i suoi bonus-pazienza, lasciala rientrare nel trasportino và". Ovviamente il tutto concluso con il ripetersi della serenata miagolensa per tutto il viaggio di ritorno, con un Trippa seduto accanto al trasportino con una faccia da "eccheppalle sta gatta è peggio di me". Guardarlo dallo specchietto retrovisore con quell'espressione ti fa rimpiangere di non avere le mani libere per mastrussartelo a dovere, tanto è bravo. Costo dell'operazione Gattasana: venticinque euro più novanta centesimi di benzina. Quest'anno niente graffi nè morsi, nè per me nè per la veterinaria. Poteva farci lo sconto per questo, no?
Ah, la vete mi ha detto che dopo di noi arrivava il peggio della sua clientela, per questo ci ha accompagnati all'auto, per prepararsi psicologicamente. Aspettava un furgoncino contenente: una padrona, due pastori tedeschi adulti di non so quanti chili l'uno, un numero imprecisato di relativi cuccioli, e i tre figli umani della donna di cui sopra. A detta sua questi ultimi erano il peggio della situazione. E io che mi sono fatta scrupoli di portare il mio bambino in ambulatorio...
Miti
L'altro giorno riordinando lo scomparto delle valigie nell'armadio, guardate cosa ho riesumato:
Chi si ricorda di questo zaino? Lo acquistai (me lo ricordo ancora, anzi lo mandai ad acquistare da mia madre perchè non avevo tempo) diciotto anni fa, e all'epoca costava la bellezza di 40.000 Lire, una cifra considerevole per quei tempi relativamente ad uno zainetto. Ma andava di moda, ce l'avevano tutti, era il modello successivo a quello tutto blu con la S stampata sulla tasca in profilo arancione. Questo zainetto mi ha accompagnato praticamente ovunque: nelle gite con il gruppo della parrocchia, a scuola, in piscina, ai campi scout, ovunque. Ed è stato caricato di tutto, gonfiato come una mongolfiera, maltrattato all'inverosimile. Ci credete? Non ho dovuto fargli l'ombra di una cucitura, è sempre rimasto intatto. E che io mi ricordi da allora non ne ho acquistati altri.
Ma la cosa che mi meraviglia ancora è che, aprendolo, salta fuori di tutto: tantissimi ricordi, profumi, suoni, porta dentro di sè l'aria di montagna di quando l'ho portato a Sappada, l'odore di salmastro del Lido, il "Bona bona petito" dei lupetti al campo, l'odore dello scompartimento del treno Venezia-Padova, la fatica di salire e scendere da Assisi o da Asolo a piedi, porta il sentore della mia adolescenza.
E' incredibile quante cose possono essere legate a un oggetto. Credo che aspetterò qualche giorno prima di riporlo nuovamente sotto ai borsoni, averlo lì appeso in camera dopo tanto tempo è quasi un evento.
Miti
L'altro giorno riordinando lo scomparto delle valigie nell'armadio, guardate cosa ho riesumato:
Chi si ricorda di questo zaino? Lo acquistai (me lo ricordo ancora, anzi lo mandai ad acquistare da mia madre perchè non avevo tempo) diciotto anni fa, e all'epoca costava la bellezza di 40.000 Lire, una cifra considerevole per quei tempi relativamente ad uno zainetto. Ma andava di moda, ce l'avevano tutti, era il modello successivo a quello tutto blu con la S stampata sulla tasca in profilo arancione. Questo zainetto mi ha accompagnato praticamente ovunque: nelle gite con il gruppo della parrocchia, a scuola, in piscina, ai campi scout, ovunque. Ed è stato caricato di tutto, gonfiato come una mongolfiera, maltrattato all'inverosimile. Ci credete? Non ho dovuto fargli l'ombra di una cucitura, è sempre rimasto intatto. E che io mi ricordi da allora non ne ho acquistati altri.
Ma la cosa che mi meraviglia ancora è che, aprendolo, salta fuori di tutto: tantissimi ricordi, profumi, suoni, porta dentro di sè l'aria di montagna di quando l'ho portato a Sappada, l'odore di salmastro del Lido, il "Bona bona petito" dei lupetti al campo, l'odore dello scompartimento del treno Venezia-Padova, la fatica di salire e scendere da Assisi o da Asolo a piedi, porta il sentore della mia adolescenza.
E' incredibile quante cose possono essere legate a un oggetto. Credo che aspetterò qualche giorno prima di riporlo nuovamente sotto ai borsoni, averlo lì appeso in camera dopo tanto tempo è quasi un evento.
lunedì 2 luglio 2007
Perchè
Perchè
Ma prima o poi ce la devo fare.
Il panico è una brutta bestia. Come Mowgli, prima o poi riuscirò a prendere quella tigre per la coda e ad averne il sopravvento. O non crescerò mai.
Ma prima o poi ce la devo fare.
Il panico è una brutta bestia. Come Mowgli, prima o poi riuscirò a prendere quella tigre per la coda e ad averne il sopravvento. O non crescerò mai.