Non posso dimenticare di dire qualcosa sul mio Natale. Inizio col dire che è stato un Natale nella più rigorosa delle tradizioni: un Natale in famiglia, come sempre. Quest'anno abbiamo consumato a casa mia un pranzo come sempre preparato a più mani, per dividerci i tempi e le incombenze in cucina e anche la soddisfazione. Da quando la mia famiglia si è radunata in paese per intero a vivere è sempre così durante le feste comandate, si pranza con loro e nel pomeriggio si passa a fare gli auguri alla famiglia di mio marito: quest'anno ci hanno raggiunti i suoceri, i miei cognati e mia nipote invece, per non far spostare la mamma. Ed è stata festa ugualmente, forse non siamo stati comodi come spazi rispetto alla casa dei genitori del papi, ma la sostanza non è cambiata di un grammo, anzi! Il calore, quello che conta, c'è stato come sempre. Fortunatamente.
E' stato un pranzo di Natale, cose insolite su una tavola che come ogni anno preparo con una cura certosina, e non solo facendo uscire dagli armadi e dai cassetti stoviglie e biancheria fine, ma anche cantando. Come gli anni scorsi ho decorato il tavolo e messo su un po' di musica, il Power ha acceso le luci dell'albero e il papi ha aiutato a mettere un po' di ordine.
Non ricordo tutto quello che è stato detto, ma ricordo sorrisi, abbracci, complimenti alle cuoche, ricordo il telefono che ogni tanto squillava o chiamava per un sms, la stufa accesa e la fontana del Presepe che gorgogliava finalmente riparata (erano due anni che non riuscivo a farla funzionare).
Ricordo le visite di due coppie di amici, scambi di auguri, scambi di pensieri per lo più utili (e buoni!) che sono solo il seguito di tanti pensieri che sono arrivati pian piano via poste dalle amiche lontane, e il rumore dei giochi di mio figlio misti alle sue risa. Eh già, il Power è un bambino fortunato, Babbo Natale gli ha portato quello che desiderava (il lego e lo skateboard) e come per tanti altri bambini molto di più, per lo più libri (bellissimi tra l'altro). Si è divertito, è stato coccolato, ha riso e cantato, ha letto la sua poesia natalizia preparata a scuola e consegnato con orgoglio la decorazione che ha fatto col DAS e smilanta brillantini (e ci si deve proprio essere impegnato, perchè normalmente non ha un buon rapporto col DAS...).
Insomma, è stato Natale, un bel Natale. Un Natale dove ognuno ha portato quello che aveva e non in termini di doni, ma di voglia di stare insieme. Ed è una gran bella cosa.
Ah, babbo Natale è stato generoso anche con me, mi ha portato tante belle cose la maggior parte delle quali da persone da cui non mi aspettavo un pensiero: i portalavoro che avevo desiderato, due bei libri gattosi che desideravo da tempo ma non l'ho mai detto (grazie Mia, e grazie Cristina!), un portablocchetti ricamato da Roberta che deve avermi letto nel pensiero perchè da tempo avevo in mente di farmene uno da tenere in borsetta, una sciarpa foffosissima da una zia e tre pashmine deliziose da mia madre, due decorazioni da Sonia fatte da lei, e poi... e poi... E niente, avevo promesso di mostrare qualcosa ed ecco: non ho fotografato tutto perchè non ho un buon rapporto con la digitale e si sa, anzi mi dispiace di non rendere giustizia ai particolari di alcune cose perchè meritano, ma si fa quel che si può.
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