Ieri, mentre facevo la quotidiana necessaria ispezione nella cartella di mio figlio dopo il suo rientro a casa, ho trovato un avviso dell'insegnante di italiano, in cui si spiega ai genitori che ieri è stato iniziato un nuovo progetto di lettura: ogni venerdì ciascun bambino preleva un libro a scelta dalla biblioteca della scuola e lo restituisce quando vuole ma entro il limite massimo di una settimana. Chiede di far leggere e di leggere assieme, di far riassumere e magari ridisegnare i racconti, insomma, vuole far amare ai bambini i libri. Per il Power non c'è bisogno di insistere molto, lui ha iniziato a sfogliare i primissimi libriccini in gomma e cartone che non stava nemmeno in piedi da solo, me lo ricordo ancora seduto in mezzo alla sala con tanto di pannolone e gambette aperte mentre scopre che se si prende una pagina e la si gira dall'altra parte c'è qualcos'altro di bello da vedere. Lui i libri li ama già, tanto che quando gli ho proposto di liberarsi di quelli vecchissimi ma ancora in buono stato per darli ad altri bambini si è opposto con più fermezza che non quando gli ho fatto la stessa proposta per i giocattoli.
Guardacaso in questi ultimi giorni mi sto liberando proprio di tanti... libri. Un libro non si butta e su questo non ci piove, ma bisogna fare spazio. Il pc di mio marito ha dato forfait un paio di settimane fa, il vecchissimo pc gigangesco con cui ho iniziato a navigare in internet, passandoci le notti insonni quando ero incinta, con la Gioiuta ancora cucciolotta sgattaranzata sulla scrivania o sulle ginocchia e il messenger aperto. Il pc con cui ho fatto le conoscenze virtuali che poi sono diventate delle Amicizie importanti, reali e bellissime. Insomma, il pc è defunto, e ho voluto cogliere l'occasione per "restituire" la cameretta a mio figlio. Ergo, togliere tutto quello che non è suo da lì dentro per lasciargli al cento per cento i suoi spazi, da riempire come vuole. Ma visto che non abitiamo in una villa di trecento metri quadrati ma in una casaschiera di appena novanta distribuiti su due piani (e grazie al nonno che c'è la casetta per gli attrezzi a tamponare la mancanza di un ripostiglio) non è impresa facile. In questi giorni appunto sto facendo una sorta di puzzle: togli da qui per mettere di là, sposta quello, incastra questo e vedi se ci sta anche quell'altro, porta giù quello scatolone e porta su quell'altro, piega, smonta, sali e scendi la scala, e visto che ci sei dai anche una ripulita. E soprattutto elimina, elimina, elimina. Non avevo idea di aver accumulato tanta robaglia in quasi undici anni di matrimonio. Ho buttato vecchi numeri di riviste, schemi a punto croce stampati anni fa che mi ero ripromessa di ricamare l'anno di san Mai, avanzi di strisce adesive da parete, fogli imbrattati, pezzi di cavi elettrici, scatole vuote di cartucce per la stampante, pile esauste, videocassette rovinate, un sellino da bicicletta coperto di muffa, metri di corda da tapparella altrettanto coperti di muffa, adesivi, pennarelli che non scrivono, carta delle uova di Pasqua, carte di caramelle, giochini per gatti rotti (i giochini, non i gatti), macchinine senza ruote o con la carrozzeria aperta, sorpresine kinder a cui mancano pezzi, e chi più ne ha più ne metta.
E i libri... tanti libri... finiranno in biblioteca. Non tutti, intendiamoci, non ci penso minimamente. Ho deciso di tenere solo quelli che per me hanno avuto o hanno tutt'ora un significato particolare, o mi sono stati regalati, il resto via, raus. Che tanto andandosene in biblioteca non vanno perduti, al massimo se voglio rileggerli non faccio che salire in bici e pedalare per trecento metri. La verità, un po' mi dispiace, ma non ho spazio per una libreria, e anche se l'avessi per metterci tutti i miei e quelli di mio marito ci vorrebbero un numero indefinito di metri quadrati a disposizione. Perchè mio marito ha fatto altrettanto con i suoi. E avere dieci scatoloni di libri chiusi a prender polvere sul soppalco della lavanderia è come non averli.
Insomma, sto facendo le pulizie di primavera un po' in anticipo, e penso che forse non è solo la casa che voglio ripulire e svuotare, ma non voglio addentrarmi in riflessioni psicotiche di una mente psicotica quale sono. E' che nel fare spazio, oltre a fare le pulizie con più facilità, mi sento più leggera. Liberarmi del superfluo (inderogabilmente differenziando quello che elimino, non si discute su questo) mi fa sentire meno legata.
Comunque, avevo iniziato il post parlando di lettura. E voglio lasciare a chi legge (qui) quello che ho trovato sul retro del foglio citato più sopra, tratto da un romanzo di Pennac (che non so chi sia ma mi riprometto di informarmi). Fa pensare. Sono i DIRITTI DEL LETTORE.
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere