Mi sono persa su facebook. Prima o poi ne risalto fuori e torno in me. Spero.
mercoledì 31 dicembre 2008
martedì 30 dicembre 2008
Cose che non vorresti mai sentire
In un post del primo dicembre accennavo al fatto che avrei tanto voluto avere notizie di F., che non sento da anni.
Oggi le notizie le ho avute. Dalla moglie.
O meglio, l'ex moglie. Perchè mi ha mandato un biglietto, in risposta agli auguri di Natale, in cui mi dice che proprio da tanti anni quanti sono gli anni di silenzio (quattro) lei e F. si sono separati.
Il colpo è stato forte.
Oggi le notizie le ho avute. Dalla moglie.
O meglio, l'ex moglie. Perchè mi ha mandato un biglietto, in risposta agli auguri di Natale, in cui mi dice che proprio da tanti anni quanti sono gli anni di silenzio (quattro) lei e F. si sono separati.
Il colpo è stato forte.
lunedì 29 dicembre 2008
Post-Natale
Tutti che scrivono come hanno trascorso il Natale, io non posso esimermi dall'annotare in poche righe il mio. Proprio poche righe, perchè non è stato nulla di particolare: Natale dai miei con mio figlio, in tranquillità, e Santo stefano dai suoceri, andato bene fino a cinque minuti prima di tornare a casa, quando io e mia suocera ci siamo un po' prese per i capelli. Ma vabbè, cose che capitano, e per fortuna ce ne sono di peggiori.
Babbo Natale: mio figlio ha ricevuto di tutto, dai giochi ai libri, al vestiario, e considerando che è la prima "tranche" di pacchetti scartati nel giro di dieci giorni devo dire che ce la siamo cavata egregiamente: niente confusione, tanta allegria, Papigà impegnato per mezz'ora buona a montare la famosa Pista "dei pauer renger super reget" (come la chiama PRMF) e Mamigà impegnata per un'ora a cambiare abito dopo abito per trovare la combinazione giusta. Ora, non è che io sia pignola o mai contenta, il problema dei miei vestiti per Natale era uno solo. Abituata a trascorrere le mie giornate in jeans o pantaloni di tuta, non mi sono accorta in questi mesi che non avevo uno straccio di pantaloni decenti da mettere in una occasione di festa, che mi andassero bene. Ovvero, stramaledetti fianchi che quando ingrassi ingrassano, ma quando dimagrisci rimangono ben saldi lì al loro posto, incuranti del fatto che le cosce immediatamente sotto e la pancia immediatamente sopra si sono un po' ritirate. Ho una bellerrima gonna a portafoglio nera, lunga fino alle caviglie, che avrei messo volentieri, se non fosse per il piccolo particolare che non avevo nemmeno uno straccio di collant che superassero indenni la barriera/fianchi, pena l'inguainamento totale di Mamigà. Insomma, la via di mezzo l'ho trovata ed è andata bene così.
Al di là di queste cosette, Natale è appunto trascorso, non senza lasciare strascichi di reflusso (e dire che ho cercato di stare attenta a cosa mangiavo...), e mi porto di lui un ricordo carino nell'anno nuovo. Compreso il regalo più bello, la telefonata con la mia amica Laura, che conosco fin dalla prima media, e con cui ho condiviso l'impossibile fin quando si è potuto.
A dire il vero avevo chiesto a Babbo Natale un altro regalo, una cosa che credevo più semplice, pensando che forse a Natale i miracoli accadono se ci credi. E non l'ho ricevuta. Forse alla fin fine Heidi sta meglio dove sta. Prendetemi per stupida ma ho desiderato infinitamente di vedermela spuntare dal nulla. E' una mia piccola debolezza, ma che posso farci...
Babbo Natale: mio figlio ha ricevuto di tutto, dai giochi ai libri, al vestiario, e considerando che è la prima "tranche" di pacchetti scartati nel giro di dieci giorni devo dire che ce la siamo cavata egregiamente: niente confusione, tanta allegria, Papigà impegnato per mezz'ora buona a montare la famosa Pista "dei pauer renger super reget" (come la chiama PRMF) e Mamigà impegnata per un'ora a cambiare abito dopo abito per trovare la combinazione giusta. Ora, non è che io sia pignola o mai contenta, il problema dei miei vestiti per Natale era uno solo. Abituata a trascorrere le mie giornate in jeans o pantaloni di tuta, non mi sono accorta in questi mesi che non avevo uno straccio di pantaloni decenti da mettere in una occasione di festa, che mi andassero bene. Ovvero, stramaledetti fianchi che quando ingrassi ingrassano, ma quando dimagrisci rimangono ben saldi lì al loro posto, incuranti del fatto che le cosce immediatamente sotto e la pancia immediatamente sopra si sono un po' ritirate. Ho una bellerrima gonna a portafoglio nera, lunga fino alle caviglie, che avrei messo volentieri, se non fosse per il piccolo particolare che non avevo nemmeno uno straccio di collant che superassero indenni la barriera/fianchi, pena l'inguainamento totale di Mamigà. Insomma, la via di mezzo l'ho trovata ed è andata bene così.
Al di là di queste cosette, Natale è appunto trascorso, non senza lasciare strascichi di reflusso (e dire che ho cercato di stare attenta a cosa mangiavo...), e mi porto di lui un ricordo carino nell'anno nuovo. Compreso il regalo più bello, la telefonata con la mia amica Laura, che conosco fin dalla prima media, e con cui ho condiviso l'impossibile fin quando si è potuto.
A dire il vero avevo chiesto a Babbo Natale un altro regalo, una cosa che credevo più semplice, pensando che forse a Natale i miracoli accadono se ci credi. E non l'ho ricevuta. Forse alla fin fine Heidi sta meglio dove sta. Prendetemi per stupida ma ho desiderato infinitamente di vedermela spuntare dal nulla. E' una mia piccola debolezza, ma che posso farci...
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tra mamigà e mamigà
martedì 23 dicembre 2008
Mamigauguri
Buon Natale a chi ci crede e a chi non ci crede.
Buon Natale a chi è vicino e a chi non lo è.
Infiniti auguri a chi passa di qua e mi tiene compagnia, buon Natale.
E adesso passo di qua e di là, come Babbo Natale (un po' più truccato però, e con un HO HO HO più femminile) a lasciare i miei auguri. se dimentico qualcuno fatemi un fischio eh...
Buon Natale a chi è vicino e a chi non lo è.
Infiniti auguri a chi passa di qua e mi tiene compagnia, buon Natale.
E adesso passo di qua e di là, come Babbo Natale (un po' più truccato però, e con un HO HO HO più femminile) a lasciare i miei auguri. se dimentico qualcuno fatemi un fischio eh...
lunedì 22 dicembre 2008
Ma che bello tornare a casa e sentirti dire "amore, non ho rifatto il letto, non ho passato l'aspirapolvere e non ho messo su l'acqua per la pasta perchè ho passato tutta la mattina fuori... a cercare il tuo regalo di Natale". A sto punto chi se ne importa se non ha trovato il paio di guanti neri di finta pelle con finto pelo ai polsi su cui avevo messo gli occhi? Io il mio regalo di Natale l'ho sposato otto anni e mezzo fa...
Una giornata iniziata male
Oggi sbotto. Mi sento esasperata e stanca, e sono le uniche due parole che possono descrivere come io mi sento oggi.
Ho insegnato catechismo ai bambini delle elementari per diversi anni, ho lavorato in colonia al mare per due estati, sono stata aiuto-capo tra gli scout in branco, credevo di averne di pazienza, di fantasia, di inventiva, soprattutto credevo di avere una discreta capacità di comunicazione con i bambini.
Ma perchè con mio figlio non è così? Perchè ci sono mattine come queste, in cui vado a svegliarlo animata di tutte le buone intenzioni, col bacetto, con la coccola, con la voce dolce, e per tutta risposta solo perchè non ho assecondato un capriccio è iniziata l'apocalisse? Io mi sento inerme di fronte a queste reazioni, non tanto perchè non le contengo (perchè comunque a discorsi, sgridate e scappellotto ne esco fuori e per forza), ma perchè ogni volta che devo alzare la voce e usare le maniere pesanti mi sento un fallimento. E dire che ci provo, giuro che ci provo a farlo ragionare, perche a ragionare è capace, io ci provo a usare le buone maniere, ma il signor MISPEZZOMANONMIPIEGO delle buone maniere se ne strafotte, e uno che deve fare?
Ignoralo, mi ha detto qualcuno, ignoralo. E io ignoro anche. Ma quando devi rispettare un orario, essere alla materna alle nove, non puoi lasciar passare un'ora e mezzo ignorandolo e lasciandolo nel suo brodo. Perchè un'ora e mezzo siamo stati senza parlarci qualche sera fa, quando ho usato questo sistema per arenare i capricci, e per un'ora e mezzo lui si è bellamente calato davanti alle sue cose facendo finta di niente. Incorruttibile.
Lo prendi di forza e lo vesti come fosse un burattino? Si, mio marito ci riesce, io no. Non senza farmi male.
Il cielo mi dica dove sbaglio, DOVE!
Ho insegnato catechismo ai bambini delle elementari per diversi anni, ho lavorato in colonia al mare per due estati, sono stata aiuto-capo tra gli scout in branco, credevo di averne di pazienza, di fantasia, di inventiva, soprattutto credevo di avere una discreta capacità di comunicazione con i bambini.
Ma perchè con mio figlio non è così? Perchè ci sono mattine come queste, in cui vado a svegliarlo animata di tutte le buone intenzioni, col bacetto, con la coccola, con la voce dolce, e per tutta risposta solo perchè non ho assecondato un capriccio è iniziata l'apocalisse? Io mi sento inerme di fronte a queste reazioni, non tanto perchè non le contengo (perchè comunque a discorsi, sgridate e scappellotto ne esco fuori e per forza), ma perchè ogni volta che devo alzare la voce e usare le maniere pesanti mi sento un fallimento. E dire che ci provo, giuro che ci provo a farlo ragionare, perche a ragionare è capace, io ci provo a usare le buone maniere, ma il signor MISPEZZOMANONMIPIEGO delle buone maniere se ne strafotte, e uno che deve fare?
Ignoralo, mi ha detto qualcuno, ignoralo. E io ignoro anche. Ma quando devi rispettare un orario, essere alla materna alle nove, non puoi lasciar passare un'ora e mezzo ignorandolo e lasciandolo nel suo brodo. Perchè un'ora e mezzo siamo stati senza parlarci qualche sera fa, quando ho usato questo sistema per arenare i capricci, e per un'ora e mezzo lui si è bellamente calato davanti alle sue cose facendo finta di niente. Incorruttibile.
Lo prendi di forza e lo vesti come fosse un burattino? Si, mio marito ci riesce, io no. Non senza farmi male.
Il cielo mi dica dove sbaglio, DOVE!
sabato 20 dicembre 2008
Un problema di coerenza
Sono anni che non mi accosto al sacramento della Confessione. Sarebbe ora di andarci, sono giorni che ci penso, ma c'è qualcosa che mi trattiene e non riuscivo a capire cosa, fino a pochi istanti fa.
La Confessione prevede che uno faccia un esame di coscienza, scovi le magagne che ha combinato nei meandri della sua memoria, si penta di averli fatti, si confessi e si riproponga di non farli più.
Appunto, si riproponga di non farli più.
Ecco il problema.
Di quello che faccio sono convinta, quindi che pentimento del cavolo sarebbe...
Meglio che rinvii.
Solo mi dispiacerebbe lasciar passare anche queste Feste senza un minimo di "quel che si dice" per un cristiano.
Ah, astenersi dal commentare sulla misericordia di Dio eccetera eccetera, grazie. Il motivo lo so io.
La Confessione prevede che uno faccia un esame di coscienza, scovi le magagne che ha combinato nei meandri della sua memoria, si penta di averli fatti, si confessi e si riproponga di non farli più.
Appunto, si riproponga di non farli più.
Ecco il problema.
Di quello che faccio sono convinta, quindi che pentimento del cavolo sarebbe...
Meglio che rinvii.
Solo mi dispiacerebbe lasciar passare anche queste Feste senza un minimo di "quel che si dice" per un cristiano.
Ah, astenersi dal commentare sulla misericordia di Dio eccetera eccetera, grazie. Il motivo lo so io.
martedì 16 dicembre 2008
Sproloqui- perchè lavarsi...
-Gabri, vatti a lavare le mani che è pronta la cena.
-Ma ieri sera ho fatto la doccia!
-Ma ieri sera ho fatto la doccia!
domenica 14 dicembre 2008
Sproloqui- la maschera di argilla
-
-Che c'è?
-Mamma perchè hai quello smalto sulla faccia?
-Non è smalto, è una maschera.
-E perchè ce l'hai?
-Perchè è una cosa che ogni tanto fanno le femmine per pulirsi la pelle del viso. Prima la sporcano, poi la puliscono.
-Ma poi te la togli vero?
-Si, tra cinque minuti.
-Succede anche quando si diventa Power...
-
-Che c'è?
-Mamma perchè hai quello smalto sulla faccia?
-Non è smalto, è una maschera.
-E perchè ce l'hai?
-Perchè è una cosa che ogni tanto fanno le femmine per pulirsi la pelle del viso. Prima la sporcano, poi la puliscono.
-Ma poi te la togli vero?
-Si, tra cinque minuti.
-Succede anche quando si diventa Power...
-
sabato 13 dicembre 2008
L'albero di Natale
Che la Gioiuta abbia ricominciato, al suo settimo Natale, a giocare con l'albero di Natale come fece solo al suo primo e mai più dopo quello, mi fa pensare che:
-o è vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, per cui se da Heidi ha imparato a grugnire da Amy ha reimparato a giocare...
-oppure il clima tra loro due si sta scaldando e la Gioiuta si sente di nuovo a suo agio in casa, ed è la cosa più probabile visto che l'altro giorno le ho trovate mentre dormivano assieme. Assieme = a 30cm di distanza una dall'altra. L'altro giorno sono stata con mia madre al Bricofer e mi sono letteralmente innamorata di una serie di angioletti bianchi e azzurri decorati in oro, in coccio, da appendere all'albero. Ho immaginato l'albero di Natale tutto decorato con angioletti, e ho pensato che magari in un futuro neanche troppo lontano potrei anche farlo (so di persone che ogni anno cambiano "tema" o colore all'albero, che idea!). Il mio ideale sarebbero tante palline trasparenti, in cristallo, o in cristallo rosso e oro, ma a quegli angioletti ho lasciato lì il cuore.
Mi sa che per qualche anno ancora è decisamente meglio rimanere saldamente ancorata all'infrangibile. Tassativamente.
Però è bellissimo la sera accenderlo come unica fonte di illuminazione, e stare a guardarlo anche per solo qualche minuto prima di andare a dormire.
-o è vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, per cui se da Heidi ha imparato a grugnire da Amy ha reimparato a giocare...
-oppure il clima tra loro due si sta scaldando e la Gioiuta si sente di nuovo a suo agio in casa, ed è la cosa più probabile visto che l'altro giorno le ho trovate mentre dormivano assieme. Assieme = a 30cm di distanza una dall'altra. L'altro giorno sono stata con mia madre al Bricofer e mi sono letteralmente innamorata di una serie di angioletti bianchi e azzurri decorati in oro, in coccio, da appendere all'albero. Ho immaginato l'albero di Natale tutto decorato con angioletti, e ho pensato che magari in un futuro neanche troppo lontano potrei anche farlo (so di persone che ogni anno cambiano "tema" o colore all'albero, che idea!). Il mio ideale sarebbero tante palline trasparenti, in cristallo, o in cristallo rosso e oro, ma a quegli angioletti ho lasciato lì il cuore.
Mi sa che per qualche anno ancora è decisamente meglio rimanere saldamente ancorata all'infrangibile. Tassativamente.
Però è bellissimo la sera accenderlo come unica fonte di illuminazione, e stare a guardarlo anche per solo qualche minuto prima di andare a dormire.
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venerdì 12 dicembre 2008
Clima prenatalizio e colloquio individuale
Si, gli dondola il primo dentino, e io ho gongolato per un paio di giorni di commozione, perchè effettivamente il mio tato è precoce in alcune cose, prima su tutte lo sviluppo fisico. E sa già leggere, e scrive il suo nome quando ha voglia di impegnarsi. Se crescesse anche un po' in altre cose sarei più contenta, ma non si può avere tutto, e io sono già orgogliosissima così.
Ieri siamo stati al colloquio individuale, il primo di quest'anno. E' il più breve colloquio individuale della serie, perchè effettivamente non c'era molto da dire nè da parte delle maestre nè da parte nostra. Cose scontate e che già sapevamo: PRMF è molto intelligente (le maestre hanno usato l'espressione "uno dei più intelligenti della classe, ha una mente molto brillante") e ha una memoria eccezionale. Peccato che sia così testone, duro, forte di carattere. Tutto sta, crescendo, che impari a usare bene questa capoccia dura e ostinata, sperando che prima di andare a scuola si ammorbidisca un pochino altrimenti saranno problemoni. Per le maestre, per lui nemmeno tanto...
Allora, abbiamo addobbato la casa per Natale in allegria, forse la prima volta da quando è nato mio figlio l'operazione si è conclusa felicemente e senza snervate. Anzi, ci siamo anche divertiti. Forse perchè lui è cresciuto e si controlla un po' di più negli impulsi, forse io sto diventando più tollerante, fatto sta che ci stiamo godendo il clima prenatalizio serenamente. E dirò, nonostante dal punto di vista economico sia il Natale più difficile di tutti per la nostra famiglia, più degli anni scorsi mi sento contenta di pensarci, di preparare qualche pensierino per le persone care, di spedire i biglietti di auguri (lo scorso anno ne spedii pochissimi, al limite dell'educazione, e con un grugnito) e di pensare al pranzo in compagnia, sebbene senza mio marito (con cui festeggeremo comunque la vigilia e Santo Stefano). A meno che l'arrivo del bollettino semestrale del mutuo, che dovrebbe capitare in questi giorni, non guasti definitivamente l'atmosfera, posso dire che nonostante tutto posso sperare in un bel Natale. Con poco, in semplicità, ma bello.
Ieri siamo stati al colloquio individuale, il primo di quest'anno. E' il più breve colloquio individuale della serie, perchè effettivamente non c'era molto da dire nè da parte delle maestre nè da parte nostra. Cose scontate e che già sapevamo: PRMF è molto intelligente (le maestre hanno usato l'espressione "uno dei più intelligenti della classe, ha una mente molto brillante") e ha una memoria eccezionale. Peccato che sia così testone, duro, forte di carattere. Tutto sta, crescendo, che impari a usare bene questa capoccia dura e ostinata, sperando che prima di andare a scuola si ammorbidisca un pochino altrimenti saranno problemoni. Per le maestre, per lui nemmeno tanto...
Allora, abbiamo addobbato la casa per Natale in allegria, forse la prima volta da quando è nato mio figlio l'operazione si è conclusa felicemente e senza snervate. Anzi, ci siamo anche divertiti. Forse perchè lui è cresciuto e si controlla un po' di più negli impulsi, forse io sto diventando più tollerante, fatto sta che ci stiamo godendo il clima prenatalizio serenamente. E dirò, nonostante dal punto di vista economico sia il Natale più difficile di tutti per la nostra famiglia, più degli anni scorsi mi sento contenta di pensarci, di preparare qualche pensierino per le persone care, di spedire i biglietti di auguri (lo scorso anno ne spedii pochissimi, al limite dell'educazione, e con un grugnito) e di pensare al pranzo in compagnia, sebbene senza mio marito (con cui festeggeremo comunque la vigilia e Santo Stefano). A meno che l'arrivo del bollettino semestrale del mutuo, che dovrebbe capitare in questi giorni, non guasti definitivamente l'atmosfera, posso dire che nonostante tutto posso sperare in un bel Natale. Con poco, in semplicità, ma bello.
Ah, PRMF ha preparato, con l'aiuto della mamma ovviamente, la letterina a Babbo Natale, la prima letterina seria della sua vita. "seria" nel senso che stavolta ha espresso un vero desiderio, pensato durante gli ultimi giorni, preciso, col cuore. Vuole QUESTA. Oggi il folletto di Babbo Natale si è dato da fare per cercarla, perchè se è vero che per tutti gli altri regali di Natale ci siamo contenuti molto con le cifre e per mio figlio non ho mai speso così tanto per un giocattolo, è altrettanto vero che per il primo desiderio vero e proprio espresso a neanche cinque anni di età uno sforzo si può fare. Peccato che la pista in questione sia piuttosto difficile da trovare, per cui mi sa che stasera Mamigà riceverà una "misteriosa telefonata da un folletto di Babbo Natale, che avviserà di aver ricevuto la letterina di PRMF, ma essendo un po' in difficoltà nel reperire i pezzi per costruire la pista che desidera in quanto troppo super, chiederà se nel caso non riuscisse a terminarla per tempo ci fosse qualcosa di alternativo che al destinatario potrebbe far piacere". E speriamo di cavarcela così. Non che ci faccia molto conto, ma tentar non nuoce...
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lunedì 8 dicembre 2008
Si cresce! Un'altra sorpresa...
In largo anticipo sulla tabella di marcia, oggi ci siamo accorti che...
A PRMF DONDOLA IL SUO PRIMO DENTINO!
domenica 7 dicembre 2008
Sono una donna impressionabile
Un po' me ne vergogno, ma non posso farci niente. Sono una donna impressionabile, estremamente impressionabile, a livello di una bambina di due anni, mi tocca prenderne atto. Quando lo si dice a sè stesse è già una gran cosa.
Succede che ieri sera ho voluto a tutti i costi rivedere il film "TITANIC", l'ultimo, quello con Di Caprio (che a dirla tutta secondo me è bellissima in quel film Kate Winslet, ma anche lui non è da buttare dai. Avere sempre una faccina da adolescente in sempiterno non è da tutti). Comunque. La prima volta che vidi quel film fu con il mio ex fidanzato nonchè attuale marito, la situazione era particolare (il periodo in cui la nostra storia era "tesa", ma non mi va di raccontarla ora). Ricordo che al cinema piansi fino all'ultima lacrima, un po' peril film, un po' per altre cose, perchè si sa, in certi momenti - dicesi innamoramento - si è particolarmente vulnerabili emotivamente. Soprattutto quando non è tutto in regola. Insomma, vederlo fu una tragedia davanti alla tragedia, ma siccome tutti i film in costume mi attraggono come una calamita, ieri sera mi sono detta "toh, mi guardo solo la prima parte, quella bella, poi spengo o cambio canale". E così ho fatto.
Non è servito a nulla. Spenta la tv a metà film, ho continuato a ricordare tutta la seconda parte, scoprendo di avere una memoria bella tosta quando si tratta di scene drammatiche (sono passati quasi dieci anni, mica uno), ho rivissuto le emozioni di allora, mi ci sono trovata dentro fino al collo, e perdipiù in camera con la luce spenta e nemmeno Amy che mi distraesse (mai fidarsi dei gatti, sono tra i piedi quando gli comoda ma quando serve se la svignano). I pensieri sono volati ovunque, sfiorando l'attacco di panico quando ho iniziato a pensare alla morte.
Insomma, non ho dormito. Anzi, ho dormito da mezzanotte all'una e dalle quattro alle sei. Alle sei si è svegliato PRMF, che preso da un brutto sogno era convinto di aver fatto la cacca nel letto, cosa per lui estremamente schifevole più del vomito. E quando sei sveglia alle sei che fai, non ti riaddormenti... Sono scesa a fare quattro crocette finchè mio figlio non si è di nuovo svegliato, stavolta definitivamente, alle sette.La prossima volta mi butto a colpo sicuro per la trecentomilionesima volta su "Sissi". Tanto zucchero, costumi a sfinimento e niente brutte scene. A costo di farmi prendere in giro dai ragni sul soffitto. Uno deve pur sopravvivere...
Succede che ieri sera ho voluto a tutti i costi rivedere il film "TITANIC", l'ultimo, quello con Di Caprio (che a dirla tutta secondo me è bellissima in quel film Kate Winslet, ma anche lui non è da buttare dai. Avere sempre una faccina da adolescente in sempiterno non è da tutti). Comunque. La prima volta che vidi quel film fu con il mio ex fidanzato nonchè attuale marito, la situazione era particolare (il periodo in cui la nostra storia era "tesa", ma non mi va di raccontarla ora). Ricordo che al cinema piansi fino all'ultima lacrima, un po' peril film, un po' per altre cose, perchè si sa, in certi momenti - dicesi innamoramento - si è particolarmente vulnerabili emotivamente. Soprattutto quando non è tutto in regola. Insomma, vederlo fu una tragedia davanti alla tragedia, ma siccome tutti i film in costume mi attraggono come una calamita, ieri sera mi sono detta "toh, mi guardo solo la prima parte, quella bella, poi spengo o cambio canale". E così ho fatto.
Non è servito a nulla. Spenta la tv a metà film, ho continuato a ricordare tutta la seconda parte, scoprendo di avere una memoria bella tosta quando si tratta di scene drammatiche (sono passati quasi dieci anni, mica uno), ho rivissuto le emozioni di allora, mi ci sono trovata dentro fino al collo, e perdipiù in camera con la luce spenta e nemmeno Amy che mi distraesse (mai fidarsi dei gatti, sono tra i piedi quando gli comoda ma quando serve se la svignano). I pensieri sono volati ovunque, sfiorando l'attacco di panico quando ho iniziato a pensare alla morte.
Insomma, non ho dormito. Anzi, ho dormito da mezzanotte all'una e dalle quattro alle sei. Alle sei si è svegliato PRMF, che preso da un brutto sogno era convinto di aver fatto la cacca nel letto, cosa per lui estremamente schifevole più del vomito. E quando sei sveglia alle sei che fai, non ti riaddormenti... Sono scesa a fare quattro crocette finchè mio figlio non si è di nuovo svegliato, stavolta definitivamente, alle sette.La prossima volta mi butto a colpo sicuro per la trecentomilionesima volta su "Sissi". Tanto zucchero, costumi a sfinimento e niente brutte scene. A costo di farmi prendere in giro dai ragni sul soffitto. Uno deve pur sopravvivere...
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tra mamigà e mamigà
Addobbi 2008...
...ma potevano venire anche meglio. Le foto intendo, non mi riesce di farle come si deve... E comunque ho deciso che di addobbi per l'albero non ne faccio più fino al 2020, non mi piacciono gli alberi troppo pieni... Mio marito direbbe "troppo schiass". Al di là delle foto venute un po' sfocate, questi cuori mi piacciono molto, a vederli dal vivo sembrano piccoli gioielli. Manca una foto del cuore grande trovato sul blog di Maryse, quella proprio non mi è riuscita...
Questo ha un bottone a sigillo del cordoncino in alto
Questo mi fa tanto da "piccolo vecchio cuscinetto", non so perchè...
Anche questo è carino, mi ha fatto tribolare un po' con il punto scritto (su etamine mi fa incavolare sempre) ma insomma...
E questo è l'ultimo, non si vede ma è su aida 55 beige
Questo mi fa tanto da "piccolo vecchio cuscinetto", non so perchè...
Anche questo è carino, mi ha fatto tribolare un po' con il punto scritto (su etamine mi fa incavolare sempre) ma insomma...
E questo è l'ultimo, non si vede ma è su aida 55 beige
sabato 6 dicembre 2008
Meeeaooowyyy Xmas
Esattamente secondo le previsioni. Una decorazione naturale animata. Un po' stravagante ma decisamente chic.
Tutto sommato è andata meglio del previsto. Una sola pallina andata in frantumi. E dire che sulla confezione, quella originale che aveva 8 anni fa, c'era scritto "infrangibile" (e me lo ricordo bene perchè le ho scelte apposta).
Comunque...
Ecco l'opera terminata.
Domani toccherà al Presepe. Che i re magi ci proteggano.
Vado a sbloggare sul mio spazio a crocette i decori natalizi handmade di quest'anno.
venerdì 5 dicembre 2008
Uff... 2
Ha ragione Papigà. Ultimamente passo poco tempo con PRMF. Ma...
Ma Papigà è in malattia da dieci giorni, e quando lui è a casa PRMF preferisce la sua compagnia alla mia. Giocare col papi è più divertente che fare da mangiare con la mamma. Ovvio.
Ma Mamigà è piena di infiammazione in gola, nel naso e fino in fondo alla trachea, fa fatica a parlare e la notte dorme molto male. Non riesce a leggere a voce alta il giornalino nè a sostenere una conversazione che duri più di tre minuti consecutivi. Non è colpa di Mamigà, giuro.
Ma PRMF fa i capricci a tavola, ogni santa sera, e ieri li ha fatti anche per tornare a casa dall'asilo perchè voleva fermarsi a giocare fuori mentre faceva freddo, e Mamigà aveva fretta. Capricci, beninteso, per mio figlio non significa frigni, ma è il sinonimo di quarta guerra mondiale con tanto di feriti sul campo in dimensione famigliare. E Mamigà non ne può più, Mamigà non è un pezzo di ferro che lo batti fino a renderlo rovente e poi lo immergi in acqua freda e si rafffredda all'istante. A Mamigà ci vuole almeno un'ora buona per smaltire, se basta. E questo non contribuisce certo a una serena convivenza mamma-figlio, non perlomeno come vorrebbero farti credere le nonne.
Se tutto va bene, se gli antibiotici sortiscono l'effetto desiderato entro un paio di giorni e restituiscono a Mamigà un minimo di ugola funzionante, è possibile che si tenti di rimediare e dare spazio al nostro rapporto durante questo Weekend. C'è l'intenzione di fare fare albero e Presepe. Assieme.
Ma Papigà è in malattia da dieci giorni, e quando lui è a casa PRMF preferisce la sua compagnia alla mia. Giocare col papi è più divertente che fare da mangiare con la mamma. Ovvio.
Ma Mamigà è piena di infiammazione in gola, nel naso e fino in fondo alla trachea, fa fatica a parlare e la notte dorme molto male. Non riesce a leggere a voce alta il giornalino nè a sostenere una conversazione che duri più di tre minuti consecutivi. Non è colpa di Mamigà, giuro.
Ma PRMF fa i capricci a tavola, ogni santa sera, e ieri li ha fatti anche per tornare a casa dall'asilo perchè voleva fermarsi a giocare fuori mentre faceva freddo, e Mamigà aveva fretta. Capricci, beninteso, per mio figlio non significa frigni, ma è il sinonimo di quarta guerra mondiale con tanto di feriti sul campo in dimensione famigliare. E Mamigà non ne può più, Mamigà non è un pezzo di ferro che lo batti fino a renderlo rovente e poi lo immergi in acqua freda e si rafffredda all'istante. A Mamigà ci vuole almeno un'ora buona per smaltire, se basta. E questo non contribuisce certo a una serena convivenza mamma-figlio, non perlomeno come vorrebbero farti credere le nonne.
Se tutto va bene, se gli antibiotici sortiscono l'effetto desiderato entro un paio di giorni e restituiscono a Mamigà un minimo di ugola funzionante, è possibile che si tenti di rimediare e dare spazio al nostro rapporto durante questo Weekend. C'è l'intenzione di fare fare albero e Presepe. Assieme.
Aiuto.
mercoledì 3 dicembre 2008
Iniziamo...
...a tirar fuori dalle scatole e dagli armadi le diavolerie natalizie. Che tanto poi come ogni anno, sono sicura che tra 15 giorni o anche meno non vedrò l'ora che sia il 7 gennaio per togliere tutto di torno...
Stasera ho iniziato con il tavolo dell'ingresso.
Il centrotavola
Inutile dire che Amy ha già deciso che la farina gialla che tiene unito il tutto, e che dalla foto non si vede, è un'ottima cosa per allenarsi agli esercizi nella sabbiera. Come dire, la palestra nella depandance. Ha da durare molto...
Stasera ho iniziato con il tavolo dell'ingresso.
Il centrotavola
Inutile dire che Amy ha già deciso che la farina gialla che tiene unito il tutto, e che dalla foto non si vede, è un'ottima cosa per allenarsi agli esercizi nella sabbiera. Come dire, la palestra nella depandance. Ha da durare molto...
martedì 2 dicembre 2008
Noel... un consiglio?
Ecco cosa ho realizzato in questi giorni di influenza, barbaramente copiato dal blog di Roberta, scaricato gratuitamente QUI e modificato leggermente cambiando i fiocchi di neve in perline (sennò sul bianco chi li vedeva...)
Ma adesso... che ci faccio? Come addobbo per l'albero è un po' grande... Mi sa che se non mi viene un'idea lo relego nella scatola magica in attesa di ispirazione.
Ma adesso... che ci faccio? Come addobbo per l'albero è un po' grande... Mi sa che se non mi viene un'idea lo relego nella scatola magica in attesa di ispirazione.
lunedì 1 dicembre 2008
RR tadà terminato
Ed ecco finalmente la fine del Round Robin Tadà, il RR più comodo della storia (nel senso che tra amiche-partecipanti ci eravamo messe d'accordo sul fatto di prendersela comoda, e da un RR che doveva durare sei mesi è durato un anno con buona pace di tutte!). Il mio strofinaccio aveva come tema ANIMALI DELLA FATTORIA, ed ecco il risultato (bello eh?).
Il tacchino è mio, Gallo e gallina sono di LAURA, le oche di LOREDANA e Papero di MEG (cliccate sui nomi se volete vedere i rispettivi siti/blog).
E adesso aspettiamo l'anno nuovo per partire con altri due RR, perchè non è ancora finito il 2008 ma sto già programmando le XXX per il 2009...
Il tacchino è mio, Gallo e gallina sono di LAURA, le oche di LOREDANA e Papero di MEG (cliccate sui nomi se volete vedere i rispettivi siti/blog).
E adesso aspettiamo l'anno nuovo per partire con altri due RR, perchè non è ancora finito il 2008 ma sto già programmando le XXX per il 2009...
Eccomi di ritorno
Eccomi qui. Non ho mai lasciato passare così tanto tempo tra un post e l'altro ora che ci penso... E' che di scrivere in questi giorni non avevo proprio voglia nè tempo.
Non avevo il tempo semplicemente perchè in famiglia ci siamo ammalati tutti: ha iniziato Papigà con la prima bronchite quindici giorni fa, dopodichè sabato (non l'ultimo, quello precedente) PRMF ha pensato bene di prendersi la sua parte e accollarsi raffreddore e tosse da quintale. Il che è significato dieci giorni a casa con aerosol vari, fazzoletti di carta a badilate e noia, tanta noia. Stamattina ha ripreso la via dell'asilo tutto contento (da non crederci) con la ferma intenzione di dichiarare in classe il tipo di malattia che ha avuto. Ha un futuro come politico. Infine giovedì scorso Papigà, dopo due giorni di lavoro, ha avuto una ricaduta, ed ora è a casa nuovamente con la bronchite e la febbre alta. Io seguo a ruota con quattro giorni di ritardo sulla tabella di marcia, ma se non si parte un po' sfasati con i tempi che gusto c'è.... Insomma, con tutta la famiglia chiusa in casa di quiete ce n'è stata ben poca, diciamo pure nulla, perciò il pc è rimasto per una settimana abbondante ad uso e consumo esclusivi (o quasi) degli uomini di casa. Che per farsi passare il tempo... beh basta, lasciamo perdere.
E poi ho avuto un buon motivo per non scrivere: mi sono trovata in un inaspettato silenzio interiore desiderato e vissuto intensamente. Durante il trasloco di mia madre di dieci giorni fa circa, mi sono tornati tra le mani tre scatoloni di cose che avevo lasciato a casa sua dopo il matrimonio, del cui contenuto avevo dimenticato totalmente l'esistenza per almeno due terzi. Mi ricordavo di aver lasciato i miei vecchi diari (e sinceramente avevo il terrore che proprio quelli finissero in canale durante il trasbordo barca/furgoncino, chissà perchè), qualche lettera, e invece è arrivato un bel pacco di libri e i miei ricordi da scout. E quanta posta... ma saranno centinaia di lettere! Sapevo di essere stata una grafomane, ma non fino a quel punto!
Mi sono fermata per tre o quattro giorni a rileggere i diari. Il più vecchio risale al 1986, avevo quasi 14 anni. E poi sono passata alla corrispondenza. Qualche lettera la ricordavo per filo e per segno, altre no, addirittura ho trovato un pacchettino (perchè prima di sposarmi ho diviso le lettere in pacchettini, a seconda del mittente) di lettere che io e una persona ci siamo scambiati si e no dodici anni fa. Ma ci credete che è l'unica di tutta la serie che non ho alba di chi fosse? Buio totale, zero, il vuoto. E dire che questa persona mi ha fatto anche delle confidenze di un certo peso, eppure l'ho rimossa del tutto dalla mia testa (vatti a fidare di Mamigà, dirà qualcuno, e lo dico anch'io...). Insomma, mi sono immersa nei ricordi.
Di quante persone non ho più notizie da anni... Eppure all'epoca sembravano davvero importanti, e lo erano forse solo per quel pezzo della mia vita se poi effettivamente nel tempo i contatti sono andati dissipandosi. Probabilmente quelli che lo erano davvero sono quei pochi che porto ancora con me, quelle pochissime persone che sento ancora, prima fra tutte la mia amica delle medie, Laura... No, non è corretto chiamarla amica, era la mia MIGLIORE amica, e nel tempo ho potuto constatare che quel che si dice è vero... Che gli Amici, quelli veri, sono proprio pochi, e io li conto sulle dita di una mano. Il resto è conoscenza. Non nel senso biblico si intende. Mi è assalita la curiosità di sapere dove sono finite tante conoscenze, ma chi si è sposato, chi si è trasferito, non saprei più dove girarmi. Antonella è stata un'eccezione, che dimostra che il web non è poi così grande come si crede. Non quello che frequento io almeno. Ritrovarla è stato come respirare una boccata di aria fresca.
Ma poi. Sinceramente. A parte sapere dov'è F., a cui non ho smesso mai un momento di volere bene, e di avere l'indirizzo di P., che è volata in Brasile... se mi guardo dentro a fondo il resto non ha più un gran peso come credevo. Non ho nemmeno un briciolo di nostalgia. Forse certe persone passano nella vita come fiaccole, che servono a illuminare un piccolo tratto di strada e poi si consumano, per lasciare il posto ad altre. O forse mi sbaglio totalmente e mi sto comportando come la persona più irriconoscente che esista, ma se così fosse non saprei cosa farci e mi dovrei tenere così. Poco male.
Non so se in questi dieci-dodici anni sono cambiata in meglio o in peggio. Di sicuro scrivo molto meno, e vivo molto di più. Affondare nei ricordi mi è servito a capire da dove arriva la Mamigà che sono ora. Che non è più dolce come un tempo e ha un limite di pazienza che si è notevolmente ridimensionato, che non si lascia più mettere i piedi in testa da nessuno ma purtroppo deve constatare che attorno a sè ha terra arsa. Cioè, non che io mi senta sola, sto bene così, ma probabilmente sono assorbita da talmente tante altre cose che poco spazio c'è per la quantità di rapporti sociali che ogni tanto vorrei avere. E diciamolo, non sono mai stata una grande amicona, una compagnona di quelle con le quali ci si diverte da morire e per le quali vale la pena organizzare feste, cene ed occasioni mondane. Ma tutto questo non mi dispiace più come mi dispiaceva quindici anni fa, è questa la cosa che cambia. O mi si prende così o mi si molla, ma lo dico col cuore, non con disprezzo o arroganza. E in questi giorni di silenzio e di lettura me lo sono detto da sola, più e più volte, perchè sfogliando lettera dopo lettera, una pagina di diario dopo l'altra (non tuttotuttotutto, altrimenti mi ci sarebbero volute settimane intere) è stato come fare una somma: questo, più questo, più questo, sommato agli anni che sono passati e alla differenza tra una diciottenne e una trentaseienne, dà...
Dà questa Mamigà qui. E ci tengo a dire che stamattina mi sono guardata allo specchio constatando che non ho nemmeno l'ombra di una ruga in viso. Come se avessi ancora diciassette anni. Punti neri compresi.
Non avevo il tempo semplicemente perchè in famiglia ci siamo ammalati tutti: ha iniziato Papigà con la prima bronchite quindici giorni fa, dopodichè sabato (non l'ultimo, quello precedente) PRMF ha pensato bene di prendersi la sua parte e accollarsi raffreddore e tosse da quintale. Il che è significato dieci giorni a casa con aerosol vari, fazzoletti di carta a badilate e noia, tanta noia. Stamattina ha ripreso la via dell'asilo tutto contento (da non crederci) con la ferma intenzione di dichiarare in classe il tipo di malattia che ha avuto. Ha un futuro come politico. Infine giovedì scorso Papigà, dopo due giorni di lavoro, ha avuto una ricaduta, ed ora è a casa nuovamente con la bronchite e la febbre alta. Io seguo a ruota con quattro giorni di ritardo sulla tabella di marcia, ma se non si parte un po' sfasati con i tempi che gusto c'è.... Insomma, con tutta la famiglia chiusa in casa di quiete ce n'è stata ben poca, diciamo pure nulla, perciò il pc è rimasto per una settimana abbondante ad uso e consumo esclusivi (o quasi) degli uomini di casa. Che per farsi passare il tempo... beh basta, lasciamo perdere.
E poi ho avuto un buon motivo per non scrivere: mi sono trovata in un inaspettato silenzio interiore desiderato e vissuto intensamente. Durante il trasloco di mia madre di dieci giorni fa circa, mi sono tornati tra le mani tre scatoloni di cose che avevo lasciato a casa sua dopo il matrimonio, del cui contenuto avevo dimenticato totalmente l'esistenza per almeno due terzi. Mi ricordavo di aver lasciato i miei vecchi diari (e sinceramente avevo il terrore che proprio quelli finissero in canale durante il trasbordo barca/furgoncino, chissà perchè), qualche lettera, e invece è arrivato un bel pacco di libri e i miei ricordi da scout. E quanta posta... ma saranno centinaia di lettere! Sapevo di essere stata una grafomane, ma non fino a quel punto!
Mi sono fermata per tre o quattro giorni a rileggere i diari. Il più vecchio risale al 1986, avevo quasi 14 anni. E poi sono passata alla corrispondenza. Qualche lettera la ricordavo per filo e per segno, altre no, addirittura ho trovato un pacchettino (perchè prima di sposarmi ho diviso le lettere in pacchettini, a seconda del mittente) di lettere che io e una persona ci siamo scambiati si e no dodici anni fa. Ma ci credete che è l'unica di tutta la serie che non ho alba di chi fosse? Buio totale, zero, il vuoto. E dire che questa persona mi ha fatto anche delle confidenze di un certo peso, eppure l'ho rimossa del tutto dalla mia testa (vatti a fidare di Mamigà, dirà qualcuno, e lo dico anch'io...). Insomma, mi sono immersa nei ricordi.
Di quante persone non ho più notizie da anni... Eppure all'epoca sembravano davvero importanti, e lo erano forse solo per quel pezzo della mia vita se poi effettivamente nel tempo i contatti sono andati dissipandosi. Probabilmente quelli che lo erano davvero sono quei pochi che porto ancora con me, quelle pochissime persone che sento ancora, prima fra tutte la mia amica delle medie, Laura... No, non è corretto chiamarla amica, era la mia MIGLIORE amica, e nel tempo ho potuto constatare che quel che si dice è vero... Che gli Amici, quelli veri, sono proprio pochi, e io li conto sulle dita di una mano. Il resto è conoscenza. Non nel senso biblico si intende. Mi è assalita la curiosità di sapere dove sono finite tante conoscenze, ma chi si è sposato, chi si è trasferito, non saprei più dove girarmi. Antonella è stata un'eccezione, che dimostra che il web non è poi così grande come si crede. Non quello che frequento io almeno. Ritrovarla è stato come respirare una boccata di aria fresca.
Ma poi. Sinceramente. A parte sapere dov'è F., a cui non ho smesso mai un momento di volere bene, e di avere l'indirizzo di P., che è volata in Brasile... se mi guardo dentro a fondo il resto non ha più un gran peso come credevo. Non ho nemmeno un briciolo di nostalgia. Forse certe persone passano nella vita come fiaccole, che servono a illuminare un piccolo tratto di strada e poi si consumano, per lasciare il posto ad altre. O forse mi sbaglio totalmente e mi sto comportando come la persona più irriconoscente che esista, ma se così fosse non saprei cosa farci e mi dovrei tenere così. Poco male.
Non so se in questi dieci-dodici anni sono cambiata in meglio o in peggio. Di sicuro scrivo molto meno, e vivo molto di più. Affondare nei ricordi mi è servito a capire da dove arriva la Mamigà che sono ora. Che non è più dolce come un tempo e ha un limite di pazienza che si è notevolmente ridimensionato, che non si lascia più mettere i piedi in testa da nessuno ma purtroppo deve constatare che attorno a sè ha terra arsa. Cioè, non che io mi senta sola, sto bene così, ma probabilmente sono assorbita da talmente tante altre cose che poco spazio c'è per la quantità di rapporti sociali che ogni tanto vorrei avere. E diciamolo, non sono mai stata una grande amicona, una compagnona di quelle con le quali ci si diverte da morire e per le quali vale la pena organizzare feste, cene ed occasioni mondane. Ma tutto questo non mi dispiace più come mi dispiaceva quindici anni fa, è questa la cosa che cambia. O mi si prende così o mi si molla, ma lo dico col cuore, non con disprezzo o arroganza. E in questi giorni di silenzio e di lettura me lo sono detto da sola, più e più volte, perchè sfogliando lettera dopo lettera, una pagina di diario dopo l'altra (non tuttotuttotutto, altrimenti mi ci sarebbero volute settimane intere) è stato come fare una somma: questo, più questo, più questo, sommato agli anni che sono passati e alla differenza tra una diciottenne e una trentaseienne, dà...
Dà questa Mamigà qui. E ci tengo a dire che stamattina mi sono guardata allo specchio constatando che non ho nemmeno l'ombra di una ruga in viso. Come se avessi ancora diciassette anni. Punti neri compresi.
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