giovedì 28 giugno 2012

Port-a...

Ci siamo conosciute otto anni fa o quasi, quando il suo primo bambino aveva poco meno di un anno più del mio, ed entrambe portavamo i pargoli al TPF. Qualche chiacchierata leggera, niente di personale, giusto discorsi strettamente inerenti a quell'uragano che ci aveva investito di recente e che di nome faceva "neonato". Allora avevo iniziato ad invidiarla per la serenità che traspariva quando parlava della sua "mammitudine", mentre io mi sentivo letteralmente annegare in questa dimensione. Magari era tutta facciata, chissà, di fatto quando il suo bambino ha iniziato la materna non ci siamo più viste per tutto l'anno successivo.
Ci siamo riviste, appunto, alla materna. E poi, dopo un anno, alle elementari.
Da settembre a giugno ci vediamo ogni giorno all'uscita della scuola: io arrivo al solito zoppicottando dall'auto al cancello, lei con immensa calma dal fondo della via con il cagnolino al guinzaglio, il secondo bimbo appare solo il sabato quando la materna è chiusa. Un semplice "ciao" e basta, perchè tra l'altro a metà strada si ferma sempre ad aspettare sua sorella, anche lei con una bimba a scuola, e iniziano a parlare fitto fitto.

Oggi sono andata a fare il lavaggio del port.
E l'ho trovata li, seduta in poltrona.
Mi si è gelato il sangue.
Ma dopo un momento di "ma... ma... tu... qui? Anche tu? Si, anch'io sai? Al seno? Si, mi ricordo di quando uscivi solo col cappello sai? E come stai? Si sto benissimo ma... anche tu qui...", abbiamo iniziato a parlare, e a parlare, e a parlare...
L'infermiera mi ha concesso di fermarmi con lei per un po'.
Strano. La malattia ti fa passare da una quasi indifferenza al raccontarti cose personali e dolorose in pochi minuti.E ti sembra di rileggere un copione, sempre lo stesso, le cose scritte e quelle non scritte, ma che traspaiono dai gesti, dal tono della voce, dalla certezza che il grosso, il più grosso, non si riesce mai a dire a parole. E dilania l'anima. E ti senti gli occhi inumidirsi, perchè sarebbe stato molto meglio incrociarsi per caso in qualsiasi altro posto fuorchè lì, ma tant'è, facciamo di necessità virtù e via, se posso esserti di aiuto, anche solo per parlare, io ci sono, tanto la strada da fare per incontrarsi è proprio poca. Ti senti il cuore scoppiare dentro, perchè quando lei ti ha chiesto come stai le hai risposto "bene, benissimo, mi vedi, i controlli vanno stupendamente, ce l'ho fatta, ce la farai" e ti vien voglia di ripetergliela mille e mille volte, quasi a farla diventare una suoneria per il cellulare e chiamarla ogni due minuti per farglielo sapere, per farle sapere che il percorso è duro, ma non impossibile. Per farle sapere che non è sola.
Sentire tutto questo turbine interiore trasformarsi in rabbia mentre torni a casa, dodici chilometri sotto il sole, perchè non è giusto, la "faccenda" non guarda in faccia proprio nessuno, e anche con la quasi certezza che finirà bene... ti incazzi perchè vorresti essere l'ultima giovane mamma ad aver percorso quella strada, e invece no.

No, mai, accidenti.

domenica 24 giugno 2012

Finiti!

Finito il centro a moduli...





...e dato una destinazione al gatto su etamine gialla. Diventerà un regalo per una signorinella!




venerdì 22 giugno 2012

Lavori estivi

Estate, voglia di sole e del colore del sole...



...e il colore del sole mi ha dato anche la base per un ricamino iniziato lo scorso anno, e finito ieri (manco si trattasse di un lavoro formato murales)



In teoria era stato pensato come coperchio per una scatola di latta foderata, per farne un portalavoro, ma tra il dire e il fare si sa...

E' che in mezzo ci sono altri mini-ufo (ma perchè insisto ad iniziare lavori piccini con l'intento di finirli alla svelta mentre sono quelli che, alla fine, rimangono per più tempo a metà?).

C'è un segnalibro che va ad utilizzare un ritaglio di aida 72 (bellissima, ma rigida come il cartone)



un porta-aghi oversize su etamine di cotone 16ct



e il mio lavoro ad uncinetto del post precedente, mi mancano quattro moduli per terminarlo (mannaggia al flash)



Oggi però mi dedico alla mia dama, la Christmas Visit. E ovviamente la foto non l'ho ancora scattata.

Sto cercando un disegno adatto alla tela nera, ogni estate ricamo qualcosa su aida nera 72 (ne ho ancora!) ma ad oggi non ho in mente niente per il momento. Qualche suggerimento?

Pagella

Siamo andati a ritirare la pagella.
Non è male: tre sette, quattro otto e quattro nove, e un "distinto" in comportamento. E' il giudizio complessivo che mi urta, non tanto per il contenuto, quanto per il modo con cui hanno l'abitudine di scriverlo ogni volta: tre frasi, ogni frase ti dà prima la pillola dolce, poi la pillola amara. Come dire, si va bene, ma non illuderti perchè va anche male. Sempre. Ad ogni semestre, a partire dalla prima elementare: prima la carezza, poi lo schiaffo. Senza sconti.
Quello che penso delle insegnanti principali di mio figlio è meglio che non lo scriva, perchè sarei passibile di querela. Soprattutto dopo quello che ci hanno fatto alle spalle, che non ho potuto raccontare, e che mi ha fatto un gran male (e non si pensi che subiamo passivamente, perchè sia chiaro, ci siamo ben attivati per contraccambiare i bei gesti con altrettanti a tono).
A mio figlio, invece, dedico questa cosa che ho trovato in giro per il web: è un piccolo aneddoto, che penso appenderò in un angolo della casa.


I DUE VASI: LA FORZA RIGENERATRICE DI UN BREVE RACCONTO ZEN.

Un'anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: "Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa".
La vecchia sorrise: " Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori e se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la nostra casa".

lunedì 18 giugno 2012

Dodici anni

Ero una bella sposa... dodici anni fa.
Era una giornata soleggiata ed afosa, proprio come oggi. E il ricordo è talmente vivo che sembra sia stato solo ieri.
Ps. sapete che il Gatto Alfa non vuole che metta foto sue su queste pagine, e quello che tengo a braccetto nella foto è mio fratello che mi accompagna in chiesa. 

mercoledì 13 giugno 2012

Dora on holidays

Un video è d'obbligo. I padroni di Dora sono partiti per le vacanze e ce l'hanno affidata per un paio di settimane. Averla qui è una gioia, soprattutto perchè da come si comporta mi rendo effettivamente conto di quanto è stata allevata bene. Non ha mai sporcato in giro, non graffia quando gioca, è affettuosissima e dal primo momento in cui è tornata in casa non ha mostrato il minimo segno di spaesamento. Come non fosse mai partita. Peccato solo che la mamma non la riconosca affatto e le soffi addosso di continuo, penso sia una questione di odori. La natura è qualcosa di davvero misterioso.
Io però me la godo alla grande.

lunedì 11 giugno 2012

Silence

Non sono sparita, mi mancano semplicemente due cose fondamentali per scrivere: le idee e la voglia di metterle giù. Succede. Ma tranquilli, va tutto più o meno bene.