Tra quindici giorni anche mia madre trasloca. Mi sembra impossibile. Eppure sono contenta. Averla a duecento metri da casa anzichè a centoventi chilometri è decisamente un'altra cosa. sapere che un domani potrò prendermi cura di lei nel caso di bisogno senza troppi problemi mi fa stare più tranquilla.
Mi sembra impossibile, si. Se penso da dove siamo partiti, tutti e quattro, e dove ci ritroviamo ora, e in quali circostanze, penso che il destino è proprio strano. Sto per compiere trentasei anni, e in trentasei anni ho vissuto tanti di quei cambiamenti che potrei scriverci un libro in tre volumi. Luoghi, persone, sentimenti, cose, quanta alternanza di situazioni! Mai avrei immaginato, da ragazzina, che oggi mi sarei trovata qui, e qui anche la mia famgilia di origine oltre che a quella proprio mia.
In questi giorni penso spesso alla mia adolescenza. Non so perchè. Forse solo per l'unico stupido motivo che mi sto rodendo per trovare un regalo di compleanno a mia nipote che sta per compiere tredici anni, e visto che non ho la più pallida idea di cosa può piacere a una tredicenne l'unico modo per avvicinarmi a una soluzione è pensare a quando tredici anni li ho avuti io. La mia adolescenza...
L'avrei voluta diversa, ma forse se fosse stata diversa non sarei ora quello che sono. E ora così come sono non mi va per nulla malaccio. Anzi. Rifletto spesso su quanto io abbia perso tempo a dare peso ai giudizi altrui, da adolescente, senza cercare veramente chi io fossi. Se avessi capito prima che io non sono timida come mia madre mi dipingeva, per dirne una, ora non sentirei il bisogno di far eruttare a volte anche in maniera esagerata tutta la mia irruenza. E no, non sono neanche introversa come mi diceva qualcun altro, sono solo un po' diffidente, e a volte come tanti altri ho paura di sbagliare nell'espormi. Ma se occorre mi espongo eccome. Mi ci voleva la maternità per farmi capire quello che in realtà sono, forse, e io sento di essere l'acqua cheta che al bisogno diventa un torrente in piena.
E mi vedevo brutta. Gambe storte (e me ne facevo un dramma), naso lungo, capelli così dritti che in un periodo come gli anni '80 (che esigeva le permanenti extraricce) mi faceva sentire il brutto anatroccolo della situazione. Per questo tagliai i capelli a quindici anni, ma li tagliai di brutto, e mi sentivo ancora più brutta, ma mi rendeva giustizia, perchè tanto brutta mi sentivo già di mio. Le sentii da mia nonna ("ti pare il caso che una ragazza perbene tagli i capelli come un ragazzo? Vergognati!". Me lo sento ancora addosso, lapidario, il suo giudizio severo). Ma il sentirle mi rendeva ancora più orgogliosa di aver "osato", perchè a quindici anni si deve osare, è un imperativo assoluto. Poi passano gli anni, e chissà come tutto cambia. Ho iniziato a chiedermi come mai altre mie coetanee potevano apparire piacenti e mi sono detta "perchè no?". E quel periodo finì.
Ma forse di quegli anni porto dentro ancora qualcosa. Guardarmi attorno fa ancora parte di me, non c'è niente da fare. Certo, non è un problema per fortuna, ma stamattina facevo una riflessione. Io da ragazzina mi vedevo così brutta, e mi sentivo così inadeguata e goffa, che ero convinta che mai mi sarei fidanzata, nè tantomeno sposata. Non me ne sentivo all'altezza. E poi, se ai miei è andata male dopo tredici anni di matrimonio, a me non poteva andare diversamente, pensavo. Quindi tanto vale nemmeno crederci dall'inizio. Amiche mie a quattordici anni avevano già il fidanzatino, a sedici ne avevano già cambiati almeno tre, storielle di poco conto ma a quell'età contano eccome. Soprattutto se non le hai. Io ho avuto il mio primo fidanzato a diciotto anni, quasi diciannove, e quando la storia finì non fu altro che una conferma di quello che pensavo di me: che non ne ero all'altezza. Poi ci sono state altre cose che non mi va di raccontare, finchè ho incontrato Papigà. E quando l'ho incontrato mi sono resa conto di non essere più una ragazzina, sotto quell'aspetto, da tanto tempo. Mi sono resa conto che certi pensieri li avevo abbandonati strada facendo senza nemmeno accorgermene.
Ma allora, quando è che si cambia? Quando è che si cresce? Quand'è che una ragazza può affermare "ora sono una donna?" Io forse me ne sono resa conto quando ho appreso di essere padrona del mio destino e della mia vita, di poter costruire qualcosa al di là del resto del mondo, di cosa il resto del mondo dice e pensa di me. Al di là di quel maledetto specchio, che quando non ti aiuta ad andare dritta mentre stendi l'eye-liner diventa uno sputasentenze di una atrocità mai vista. Quello specchio a volte fatto anche di persone, di cose che credi di sentire sussurrare e invece sono frutto solo della tua immaginazione. Sono diventata donna quando non me ne sono più curata, e guarda caso proprio quando ho iniziato a non curarmene più ho iniziato a sentire anche i complimenti non come una presa in giro, ma come un cioccolatino a cui dire "si grazie" quando te lo offrono. Perchè te lo meriti.
Per la cronaca, anche ora ho i capelli molto corti, ma mi fa tutto un altro effetto.
Mi sembra impossibile, si. Se penso da dove siamo partiti, tutti e quattro, e dove ci ritroviamo ora, e in quali circostanze, penso che il destino è proprio strano. Sto per compiere trentasei anni, e in trentasei anni ho vissuto tanti di quei cambiamenti che potrei scriverci un libro in tre volumi. Luoghi, persone, sentimenti, cose, quanta alternanza di situazioni! Mai avrei immaginato, da ragazzina, che oggi mi sarei trovata qui, e qui anche la mia famgilia di origine oltre che a quella proprio mia.
In questi giorni penso spesso alla mia adolescenza. Non so perchè. Forse solo per l'unico stupido motivo che mi sto rodendo per trovare un regalo di compleanno a mia nipote che sta per compiere tredici anni, e visto che non ho la più pallida idea di cosa può piacere a una tredicenne l'unico modo per avvicinarmi a una soluzione è pensare a quando tredici anni li ho avuti io. La mia adolescenza...
L'avrei voluta diversa, ma forse se fosse stata diversa non sarei ora quello che sono. E ora così come sono non mi va per nulla malaccio. Anzi. Rifletto spesso su quanto io abbia perso tempo a dare peso ai giudizi altrui, da adolescente, senza cercare veramente chi io fossi. Se avessi capito prima che io non sono timida come mia madre mi dipingeva, per dirne una, ora non sentirei il bisogno di far eruttare a volte anche in maniera esagerata tutta la mia irruenza. E no, non sono neanche introversa come mi diceva qualcun altro, sono solo un po' diffidente, e a volte come tanti altri ho paura di sbagliare nell'espormi. Ma se occorre mi espongo eccome. Mi ci voleva la maternità per farmi capire quello che in realtà sono, forse, e io sento di essere l'acqua cheta che al bisogno diventa un torrente in piena.
E mi vedevo brutta. Gambe storte (e me ne facevo un dramma), naso lungo, capelli così dritti che in un periodo come gli anni '80 (che esigeva le permanenti extraricce) mi faceva sentire il brutto anatroccolo della situazione. Per questo tagliai i capelli a quindici anni, ma li tagliai di brutto, e mi sentivo ancora più brutta, ma mi rendeva giustizia, perchè tanto brutta mi sentivo già di mio. Le sentii da mia nonna ("ti pare il caso che una ragazza perbene tagli i capelli come un ragazzo? Vergognati!". Me lo sento ancora addosso, lapidario, il suo giudizio severo). Ma il sentirle mi rendeva ancora più orgogliosa di aver "osato", perchè a quindici anni si deve osare, è un imperativo assoluto. Poi passano gli anni, e chissà come tutto cambia. Ho iniziato a chiedermi come mai altre mie coetanee potevano apparire piacenti e mi sono detta "perchè no?". E quel periodo finì.
Ma forse di quegli anni porto dentro ancora qualcosa. Guardarmi attorno fa ancora parte di me, non c'è niente da fare. Certo, non è un problema per fortuna, ma stamattina facevo una riflessione. Io da ragazzina mi vedevo così brutta, e mi sentivo così inadeguata e goffa, che ero convinta che mai mi sarei fidanzata, nè tantomeno sposata. Non me ne sentivo all'altezza. E poi, se ai miei è andata male dopo tredici anni di matrimonio, a me non poteva andare diversamente, pensavo. Quindi tanto vale nemmeno crederci dall'inizio. Amiche mie a quattordici anni avevano già il fidanzatino, a sedici ne avevano già cambiati almeno tre, storielle di poco conto ma a quell'età contano eccome. Soprattutto se non le hai. Io ho avuto il mio primo fidanzato a diciotto anni, quasi diciannove, e quando la storia finì non fu altro che una conferma di quello che pensavo di me: che non ne ero all'altezza. Poi ci sono state altre cose che non mi va di raccontare, finchè ho incontrato Papigà. E quando l'ho incontrato mi sono resa conto di non essere più una ragazzina, sotto quell'aspetto, da tanto tempo. Mi sono resa conto che certi pensieri li avevo abbandonati strada facendo senza nemmeno accorgermene.
Ma allora, quando è che si cambia? Quando è che si cresce? Quand'è che una ragazza può affermare "ora sono una donna?" Io forse me ne sono resa conto quando ho appreso di essere padrona del mio destino e della mia vita, di poter costruire qualcosa al di là del resto del mondo, di cosa il resto del mondo dice e pensa di me. Al di là di quel maledetto specchio, che quando non ti aiuta ad andare dritta mentre stendi l'eye-liner diventa uno sputasentenze di una atrocità mai vista. Quello specchio a volte fatto anche di persone, di cose che credi di sentire sussurrare e invece sono frutto solo della tua immaginazione. Sono diventata donna quando non me ne sono più curata, e guarda caso proprio quando ho iniziato a non curarmene più ho iniziato a sentire anche i complimenti non come una presa in giro, ma come un cioccolatino a cui dire "si grazie" quando te lo offrono. Perchè te lo meriti.
Per la cronaca, anche ora ho i capelli molto corti, ma mi fa tutto un altro effetto.
19 commenti:
una ragazza diventa donna e può affermare di esserlo quando le studentesse di liceo o le universitarie al primo anno la guardano e le dicono:" mi scusi signora....."
@Laura: no, lì diventa vecchia! XDXDXD
Brava, hai preso consapevolezza di te stessa prima di quanto lo abbia fatto io, che ho qualche anno più di te. Perchè non l'ho ancora fatto e la sensazione di inadeguatezza è più forte che mai.
Roberta
Brava, hai preso consapevolezza di te stessa prima di quanto lo abbia fatto io, che ho qualche anno più di te. Perchè non l'ho ancora fatto e la sensazione di inadeguatezza è più forte che mai.
Roberta
Brava, hai preso consapevolezza di te stessa prima di quanto lo abbia fatto io, che ho qualche anno più di te. Perchè non l'ho ancora fatto e la sensazione di inadeguatezza è più forte che mai.
Roberta
Brava, hai preso consapevolezza di te stessa prima di quanto lo abbia fatto io, che ho qualche anno più di te. Perchè non l'ho ancora fatto e la sensazione di inadeguatezza è più forte che mai.
Roberta
@roberta: ognuno ha il suo percorso... chi arriva prima in certe cose e chi in altre. E di difetti siamo pieni tutti :)
E' strano sembra il post che ho scritto io oggi. E mi sento di essere d'accordo con mamigà...
E' strano sembra il post che ho scritto io oggi. E mi sento di essere d'accordo con mamigà...
E' strano sembra il post che ho scritto io oggi. E mi sento di essere d'accordo con mamigà...
E' strano sembra il post che ho scritto io oggi. E mi sento di essere d'accordo con mamigà...
una bella riflessione, complimenti
una bella riflessione, complimenti
una bella riflessione, complimenti
una bella riflessione, complimenti
nonstante siano passati tanti anni mi ritrovo in tutto quello che dici... come tanti anni fa in collegio nelle lunghe chiaccherate che mi mancano un pò....
Antonella
nonstante siano passati tanti anni mi ritrovo in tutto quello che dici... come tanti anni fa in collegio nelle lunghe chiaccherate che mi mancano un pò....
Antonella
nonstante siano passati tanti anni mi ritrovo in tutto quello che dici... come tanti anni fa in collegio nelle lunghe chiaccherate che mi mancano un pò....
Antonella
nonstante siano passati tanti anni mi ritrovo in tutto quello che dici... come tanti anni fa in collegio nelle lunghe chiaccherate che mi mancano un pò....
Antonella
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