Ogni tanto succede, ultimamente ero stata bene per intere settimane ma stamattina l'ho sentita arrivare appena sveglia: mi alzo a sedere sul letto e paf! bloccata la schiena. Cerco di alzarmi dal letto e paf! si bloccano le ginocchia. Qualche attimo di dolore da togliere il fiato e poi... rigida. Io non mi spavento più da tanto tempo di queste cose, anche se ammetto che sul momento un "mavaff..." mi è uscito dallo stomaco. Ho fatto mentalmente due conti in termini di tempi della giornata: avevo in programma di fare un po' di pulizie, e visto che eravamo soli io e mio figlio saremmo andati a fare spesa grande in vista della microfesta di compleanno (sua). Nel pomeriggio mi aspettava la scalata al Montestiro, e una scappata in biblioteca a restituire due libri presi in prestito un mese fa esatto.
E invece no. La spesa grande è rimandata a domani e stamane solo il latte nel microsuper dietro casa, il Montestiro verrà diviso in tante collinette da affrontare da domani in avanti una al giorno, in biblioteca ci ho mandato mio marito, e le pulizie... il minimo indispensabile per la sopravvivenza senza passarci potenziali malattie infettive, vale a dire pulizia dei sanitari e passata di aspirapolvere. E poi divano, paracetamolo a dosi massime consentite (visto che per ora non posso prendere altro, il cortisone me lo fanno già in flebo con l'anticorpo ogni tre settimane e il Voltfast mi fa venire il mal di stomaco), scaldotto sulla schiena, un calmante e l'avvertimento al Power: "oggi la mamma ha mal di schiena, per piacere, collabora, sii bravo". E lui è stato bravo davvero. Finchè è tornato a casa il papà, poi vabbè, ha pur sempre quasi sette anni...
Mia cognata mi ha chiesto al telefono "come fai ad accettarlo, io al posto tuo non credo che lo accetterei con la vita che sono abituata a fare".
Eh, non è che ci si possa fare molto di diverso. Sono malata reumatica da luglio 2009, lo rimarrò per tutta la vita probabilmente, ho dovuto farmene una ragione. L'alternativa è... che non ci sono alternative: ti spaventi, cerchi una cura, ci piangi, ti arrabbi, ti informi, provi a fare la tua vita normalmente cercando di ignorare il dolore finchè puoi, ma arrivi al punto che lui ti impone la sua presenza e ti costringe ad adeguarti a lui. E ti adegui, o stai sempre peggio. Lui ha i suoi tempi e o li rispetti o li rispetti, e devi farli diventare i tuoi tempi. Lui non passa, ti accompagna, ora lieve ora più imponente, e quando è lieve non ci fai nemmeno quasi più caso perchè adatti i movimenti, gli sforzi, dosi le energie. Quando alza la voce... ti fermi. Impari a chiedere aiuto senza vergognarti. Impari a sforzarti solo per le cose indispensabili, e ti rendi conto che sono veramente poche, impari che se sul mobile rimane mezzo dito di polvere non muori, come non muori se il letto rimane sfatto, e con un bambino di sette anni si può passare il tempo anche stando sdraiati leggendo insieme o facendo altre cose.
Oggi mi sono venute in mente queste cose. Mia cognata mi ha dato lo spunto per rifletterci su, e tutto sommato mi sono accorta che non ci faccio una tragedia da boh, un anno buono forse. Certo, mi secca buttar via una giornata così, ma se non la butto via oggi mi ritrovo domani a star male il doppio, e grazie no. Mi fa male dover affibbiare a mio marito incombenze che spettano a me quando arriva dal lavoro già stanco di suo, e lui da parte sua è un grande ad adattarsi a questa cosa, perchè non è da dimenticare che tutta la famiglia fa uno sforzo notevole ogni volta che mi prendono questi attacchi. Ma lo fa ogni giorno non chiedendomi più di quello che posso dare, e dio solo sa quanto mi pesa non poter dare di più.
E poi ho una gran fortuna: la malattia non mi ha preso le mani, o meglio, solo un dito della mano destra, le altre no. Così posso usare il tempo "perso" leggendo, ma anche ricamando, scrivendo, usando il pc, uncinettando... facendo di necessità virtù, come si suol dire. Anche se sono giovane. Anche se non vorrei trovarmi in questa situazione.
Anche se l'unico modo di ricacciare i lacrimoni quando mi salgono, perchè raramente ma salgono, è pensare che domani andrà sicuramente meglio.
19 commenti:
Mi chiedo come farebbe tua cognata ad accettare la cosa.... Perchè se ci fosse un modo per non accettarla e rispedirla al mittente è il caso che te lo spieghi subito....
Anch'io ho imparato a non lamentarmi più per il mal di testa, certo, ho cercato dei rimedi, che vadano bene con le mie paure, con le mie convinzioni... Però quando capita, perchè nonostante tutto capita ancora, meno spesso ma più forte, faccio come te: delego, anche se non ne ho voglia, lascio passare la giornata sapendo che se non lo faccio, quella dopo sarà anche peggio. Chiedo aiuto, comprensione e coccole....
Un abbraccio per augurarti buon anno!!!!
Mi chiedo come farebbe tua cognata ad accettare la cosa.... Perchè se ci fosse un modo per non accettarla e rispedirla al mittente è il caso che te lo spieghi subito....
Anch'io ho imparato a non lamentarmi più per il mal di testa, certo, ho cercato dei rimedi, che vadano bene con le mie paure, con le mie convinzioni... Però quando capita, perchè nonostante tutto capita ancora, meno spesso ma più forte, faccio come te: delego, anche se non ne ho voglia, lascio passare la giornata sapendo che se non lo faccio, quella dopo sarà anche peggio. Chiedo aiuto, comprensione e coccole....
Un abbraccio per augurarti buon anno!!!!
Ecco, 'sta storia del "io non lo accetterei" me la sono sentita dire anch'io diverse volte e mi sta proprio sullo stomaco. Per usare un eufemismo.
Non lo accetta? E come fa? No, perché se c'è un sistema vorrei conoscerlo anch'io, davvero!
Altrimenti è solo parlare per dare aria alla bocca.
Se poi dopo ci aggiungono anche un "ma tu sei forte" (sottinteso "io non ce la farei, ma tu sì, e allora meglio a te che a me"), allora l'aggressione fisica che ne può derivare dovrebbe essere considerata legittima difesa.
Sarebbe bello poter andare avanti con "la vita che siamo abituate a fare", ma qualche volta non si può, anzi, bisogna cambiare abitudini in modo drastico, pesante e poco gradito. Possiamo rifiutarci? No, ma possiamo scegliere di affrontare questi cambiamenti con tutta la pazienza e la serenità possibili, sapendo che a volte non bastano, che a volte arrivano i lacrimoni e non si riescono a trattenere. Ma sapendo anche che c'è sempre qualcuno pronto ad offrirci un fazzoletto, una spalla e un abbraccio!
Ecco, 'sta storia del "io non lo accetterei" me la sono sentita dire anch'io diverse volte e mi sta proprio sullo stomaco. Per usare un eufemismo.
Non lo accetta? E come fa? No, perché se c'è un sistema vorrei conoscerlo anch'io, davvero!
Altrimenti è solo parlare per dare aria alla bocca.
Se poi dopo ci aggiungono anche un "ma tu sei forte" (sottinteso "io non ce la farei, ma tu sì, e allora meglio a te che a me"), allora l'aggressione fisica che ne può derivare dovrebbe essere considerata legittima difesa.
Sarebbe bello poter andare avanti con "la vita che siamo abituate a fare", ma qualche volta non si può, anzi, bisogna cambiare abitudini in modo drastico, pesante e poco gradito. Possiamo rifiutarci? No, ma possiamo scegliere di affrontare questi cambiamenti con tutta la pazienza e la serenità possibili, sapendo che a volte non bastano, che a volte arrivano i lacrimoni e non si riescono a trattenere. Ma sapendo anche che c'è sempre qualcuno pronto ad offrirci un fazzoletto, una spalla e un abbraccio!
"Io non lo accetterei", ma ha capito quello che ha detto? Ha messo in moto il cervello prima di aprire bocca? Una malattia non vai al super a comperarla, la malattia ti capita fra capo e collo e te la tieni, volente o nolente è tutta tua.
Certo ci sono dei medicinali che posso aiutare a sopportarla meglio, ma quando ce l'hai, ce l'hai, devi adattare il tuo stile divita alla nuova compagnia che non ti sei scelta, ma lei ha scelto te
"Io non lo accetterei", ma ha capito quello che ha detto? Ha messo in moto il cervello prima di aprire bocca? Una malattia non vai al super a comperarla, la malattia ti capita fra capo e collo e te la tieni, volente o nolente è tutta tua.
Certo ci sono dei medicinali che posso aiutare a sopportarla meglio, ma quando ce l'hai, ce l'hai, devi adattare il tuo stile divita alla nuova compagnia che non ti sei scelta, ma lei ha scelto te
Ragasse, capisco il vostro punto di vista, ma non volevo fare un post incentrato su mia cognata...
Nonostante l'inizio non proprio promettente (non dev'essere il massimo rimanere "bloccati" con la schiena...una volta è successo a papà per via di un grande strappo e non ti dico la faccia che aveva,una maschera di dolore!) io in questo post ci ho visto anche una buona dose di positività.
Spero di non essermi sbagliata!:-)
Un bacione,
Giulia.
Nonostante l'inizio non proprio promettente (non dev'essere il massimo rimanere "bloccati" con la schiena...una volta è successo a papà per via di un grande strappo e non ti dico la faccia che aveva,una maschera di dolore!) io in questo post ci ho visto anche una buona dose di positività.
Spero di non essermi sbagliata!:-)
Un bacione,
Giulia.
No Giulia, non sbagli
No Giulia, non sbagli
sì, in effetti il post non era incentrato su tua cognata, ma l'ha detta talmente grossa che.... Ci perdonerai!!!!
Lara
sì, in effetti il post non era incentrato su tua cognata, ma l'ha detta talmente grossa che.... Ci perdonerai!!!!
Lara
mi complimento per il tuo minimo sindacale di pulizie ... così "imbacchettata" non deve essere certo stato agevole passare l'aspirapolvere...
Tilly
mi complimento per il tuo minimo sindacale di pulizie ... così "imbacchettata" non deve essere certo stato agevole passare l'aspirapolvere...
Tilly
@Tilly: dipende da dove lo passi. In genere il minimo sindacale prevede solo dove passa il prete...
sì è un post positivo...si fa di necessità virtù e quello che non si fa oggi si farà domani:-)
sono d'accordo con giulia, sei comunque positiva...
sono d'accordo con giulia, sei comunque positiva...
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