venerdì 28 gennaio 2011

Sensazioni dolorose


Non ho mai allattato. O meglio, mai direttamente. Ho spremuto latte materno per sei mesi. Credo i sei mesi più lunghi degli ultimi sette anni.


Ma non è un post sul mio seno. E' un post su quello che provavo.

Non ho mai avuto manie di perfezione estetica, nè contrarietà particolari all'allattamento: si, forse un po' l'idea di dover attaccare un coso urlante a una parte del mio corpo e non poterne fare a meno mi metteva ansia quando ero incinta, attaccata come sono sempre stata alla mia indipendenza e un po' al mio egoismo, ma si sa, poi l'istinto o la natura fanno il loro corso, partorisci e vien da sè che quel coso in realtà è la tua creatura, e attaccarlo al seno significa dargli nutrimento, in termini di cibo e di coccole, di amore, di sicurezza.
Questo tra me e mio figlio non c'è mai stato. Ho un brutto seno, non è predisposto ad allattare (per non essere più esplicita, ma credo che molte donne abbiano già compreso), ma avevo tanto latte da averne perfino congelato una quantità industriale. E mio figlio non si è mai voluto attaccare. Le abbiamo (uso il plurale perchè anche mio marito ha fatto la sua bella parte in quanto a corse nelle varie farmacie) provate tutte, dalle tettarelle artificiali alle ventosine, dalla stimolazione fisica alla dose infinita di pazienza, consigli delle puericultrici dell'ospedale, del pediatra, credo che ci mancasse solo di rivolgerci a una santa protettrice delle balie se esiste. Ma niente: ogni volta che avvicinavo mio figlio al seno iniziava ad urlare e a irrigidirsi come una trave di legno, aveva una fame impellente e non voleva perder tempo, il latte doveva esserci immediatamente, tanto, e anche sette-otto volte al giorno per il primo mese o giù di lì.  Ergo, per non ricorrere al latte artificiale rinunciando ai millanta vantaggi (per lui) del latte materno, visto che ce n'era per due, Mamigà si è armata di tiralatte e Papigà di biberon, e via, giorno e notte, tira il latte, daglielo, smonta, lava, sterilizza, congela, scongela, scalda... e piangi. Già un neonato è impegnativo di suo, se poi ci si mette anche sta cosa vicino non rimane molto tempo per gioire della maternità.

Al di là di questo, mi ricordo bene la sensazione di impotenza che si era impossessata di me. La sensazione, anche, di essere rifiutata. Assurdo vero? Per settimane, forse mesi, sono stata convinta che mio figlio mi odiasse. Perchè non accettava nulla da me, la cosa più naturale che potevo offrirgli, il contatto con la mamma, lui lo rifiutava, e per me era una sofferenza indicibile: come se avessi fallito nella cosa più semplice del mondo. Nella cosa più importante del mondo, del suo piccolo mondo di neonato. Leggevo le riviste, i siti internet dedicati, i forum, mi confrontavo con le mamme del corso di massaggio neonatale (si, abbiamo fatto anche quello), e morivo dentro di me ogni volta che sentivo parlare del rapporto meraviglioso che si instaura tra madre e figlio quando si allatta. Io vivevo l'esatto contrario. E mi sentivo sbagliata. Mi sentivo fallita.

So che sembra assurdo, sono passati sette anni e tutto è ridimensionato, tutto quel periodo ora lo ricordo sotto un'altra luce, ma se l'ho rivangato un motivo c'è.

Perchè sono mesi che provo di nuovo la stessa sensazione. Non voglio raccontare per filo e per segno la situazione che sta vivendo mio figlio ora e noi con lui, non è il luogo adatto, è troppo personale e troppo delicata questa cosa per poterla sbloggare. Ma la sensazione che provo nei confronti di quanto sta succedendo in questo senso penso che non sia solo mia, ma che sia comune a tante mamme che vorrebbero risolvere i problemi dei loro figli semplicemente tenendoseli stretti al petto, e la frustrazione che si prova nel rendersi conto che non è possibile, è immensa. Quando ti rendi conto che di fronte a un grosso problema puoi intervenire fino a un certo punto, e oltre non puoi andare, dovendoti affidare ad altre mani per non lasciarlo cadere, capisci che hai dovuto semplicemente accettare una soluzione alternativa, ma fa male. Ti senti fallita, impotente, sbagliata. Ti sembra di mancare in una cosa in cui tutte sembrano fare meglio di te e con uno sforzo minimo. Che non è vero, ma guardi tuo figlio negli occhi e ti sembra così. Ti sembra che ti rifiuti, che rifiuti il tuo aiuto. A volte, per quanto paradossale, ti sembra che ti odi. E ti arrovelli per capire dove sbagli, senza saltarne fuori.
Ecco, è così che mi sento. Come sette anni fa. Nè più nè meno. E no, non è affatto piacevole.

13 commenti:

utente anonimo ha detto...

Ti giuro che non ho idea di quello che vi sta succedendo, nemmeno sforzandomi.. Penso che avete superato cose molto grosse e dolorose...
La soluzione anche stavolta è dietro l'angolo...
Lara

utente anonimo ha detto...

Ciao Sara,
non so cosa state passando con vostro figlio, spero sia un momento suo passeggero. Pure io con il secondo ho avuto un po' di problaemi con l'allattamento: non voleva attaccarsi nonostante la fame e, per di più, io ho avuto poco latte e seno dovuta passare subito a quello artificiale. Con la prima non no avuto di questi problemi di questo tipo; si è attaccata al seno fino agli 8 mesi (a 5 mesi comunque ho dovuto dargli l'aggiunta). Non riuscivo a capire perchè il secondo non voleva attaccarsi e mi son sentita pure io "rifiutata". Pure ora a volte mi sento rifiutata quando a me preferiscono il papà. Spero che a tuo figlio passi presto questo momento e, con il vostro amore, ce la farà. Un abbraccio a tutti voi ed uno a tua mamma. Cristina

LauraGDS ha detto...

No Non sei sbagliata e non sei Fallita.
In sedici mesi ho capito una cosa. Che le mamme perfette esistono solo per quei 10 minuti che le incontri per strada e poi ciao.
Tutte abbiamo le nostre magagne e non sono più o meno grandi: dipendono da quale lato le vedi.
L'errore vero credo sia nel tuo sentirti inadeguata.
Davvero lo sei?
Cosa ti fa sentire di essere così? L'aver scelto di essere aiutata perchè sei umana e hai dei limiti?
Io ho visto te ed ho visto Trippa: Ho visto un bimbo sano, un po' felino se vuoi, che ascolta quello che gli fa comodo, ma non è l'unico bambino così. Vivendo in una realtà piccola dove tutti si conoscono per nome cognome e cazzi altrui, ovvio che un tipo fuori dagli schemi come Trippa salta subito all'occhio, ma se tu stessi in una grande città allora non ci sarebbe solo il tuo, ma tanti altri.
Attenta ai forum, ma lo sai già: c'è sempre quella che sa tutto e non sa un beneamato cispal, ma ora che hai letto ed hai deciso di mandarcela, il danno nella tua autostima te lo ha già fatto.
Trippa è così: fuori dagli schemi. Che voleva fin da piccolo essere amato a distanza, e che adesso avrà qualche altra necessità, che ovivamente è fuori dagli schemi.
E non ha una mamma inadeguata, ha sono una MAMMA che si preoccupa perchè non sa che pesci pigliare.

utente anonimo ha detto...

Solo per dire che certe poetiche della maternità andrebbero bruciate, per i danni che fanno.... Un tempo le donne giovani avevano modo di guardare le zie, quando non anche la propria madre, che tirava su neonati, e si confrontavano con la realtà, ed imparavano dalla realtà, a non mitizzare nulla, e a vivere la realtà per quello che è: bella, dolce, splendida, ma anche amara, difficile, pesante...  e noi in mezzo, a far quel che possiamo.
Ho allattato con convinzione due figli, e in nessun momento mi sono sentita come mi avevano raccontato ci si dovesse sentire: unite amorevolmente al figlio, eccetera eccetera ....
Io allattavo e mi annoiavo. Erano poppate lunghe.... silenziose, ed ero anche tanto sola, mentre allattavo. Speravo venisse qualcuno a trovarmi per passare parola, invece le creature erano lì, il primo da solo, silenzioso e prepotente, il secondo con un po' più di mia pratica, ma in compenso avevo il fratellino che girava pericolosamente per casa mentre allattavo, per cui non sapevo se allattare o rincorrere il fratello. Di notte mi addormentavo, mentre il piccolo succhiava. Sai che partecipazione emotiva!
Io in realtà mi annoiavo. Mai divertita ad allattare: ragadi dolorosissime, noia mortale... spesso allattavo guardando la televisione per combattere la noia: peccato mortale!
Allattavo perchè sapevo che il mio latte era il migliore per il mio piccolo, e poi prendevamo le misure, tra la loro prepotenza e il mio bisogno di non essere solo portatrice di contenitori di latte.
Quanti danni avrò fatto alla crescita psicologica dei miei figli? 
Secondo i manuali, infiniti. (ho sempre avuto il sospetto che i manuali li scrivono gli uomini, o le donne che pensano come gli uomini... e si sa, gli uomini mitizzano i contenitori del latte!)
Secondo me  non ho fatto nessun danno, ne sono convinta: nessuno.
E' così, Mamigà: ce la raccontano e ci fanno stare male, ci fanno sentire inadeguate, incapaci, colpevoli. Ma è tutto un trucco, una presa in giro...
Sei stata brava, comunque, non preoccuparti.
Tutte noi facciamo quel che possiamo. In buona fede. Non ci scegliamo nè i genitori nè i figli. E facciamo meglio che possiamo.
Il resto viene da sè.


anonima... solita. Con un grande augurio!

widepeak ha detto...

non conosco la situazione, per cui perdonami se quello che dirò è inadeguato, ma voglio portarti la mia esperienza. affidare il problema di un figlio a mani più esperte, o semplicemente più adatte, o altre perché non è da noi mamme che può venire la soluzione, credo sia la cosa più importante che possiamo insegnare ai nostri figli. sappiamo insegnare loro, con il nostro esempio, che cercare altrove la soluzione, può essere la strada giusta e questa è una lezione importante per tutte le difficoltà della vita, per evitare di credere che la soluzione deve venire per forza da dentro di noi o dalla situazione in cui siamo, chiudendoci in una gabbia pericolosa. lasciare andare i nostri figli, non fare resistenza, è un regalo d'amore. capisco la tua sofferenza, la capisco come mamma, la capisco bene. ma prova a pensare che anche così stai insegnando al power una cosa molto importante, anche così, anche dove non sei tu che puoi aiutarlo, gli stai insegnando che per diventare grandi bisogna sapere raccogliere e chiedere aiuto. vedrai, andrà tutto bene

lauraricama ha detto...

Non sei sbagliata e, purtroppo, siamo solo mamme e non siamo infallibili!!!! Fatti aiutare e fregatene, il Power ne ha bisogno e anche tu, lui ti ama come tu lo ami ha solo bisogno di una mano a ritrovare la serenità ed è tuo dovere cercarla ovunque! Forza Mamigà corri a combattere questa nuova battaglia!!!

ilmondodipiui ha detto...

non conosco tuo figlio anche se da quello che racconti sembra un tipetto particolare....al di là di questo credo che tu abbia fatto la scelta giusta facendoti aiutare: dovrebbero essercene di più di genitori come te che ammettono che c'è un problema e che chiedono appoggio esterno per risolverlo. inutile nascondere la testa sotto la sabbia dato che i bambini (e pure gli adulti) spesso non hanno sufficienti strumenti per uscire da soli dalle crisi grandi o piccole che siaono!
in bocca al lupo

utente anonimo ha detto...

Dopo aver partorito e per l'incuria di chi mi assisteva io stavo lasciando la vita terrena, nel vero senso della parola.
Per vari aiuti medicamentosi, trasfusioni ecc. il mio latte byebye. 

Sono riuscita a dargli solo il colostro, ma io tutto sto istinto materno non lo sentivo, forse troppo poco tempo, forse troppo stanca non lo so.

So solo che l'amore quello profondo, io l'ho provato piano, piano, sempre di più negli anni a venire e continua ancora oggi a crescere, provando nei confronti di mio figlio (24) anni, una grande stima e un amore consapevole.

Nessun genitore nasce imparato, diffido molto da quelli che lo dicono.
Si cresce insieme e ci si confronta. Certo non sono tutte rose e fiori.
I loro disagi in crescita sono un'infinità.
Se posso permettermi, il Power è molto sveglio e forse sta anticipando quelle fasi di crescita nelle quali molti ragazzini si sentono fuori posto.
Vivono tutte le manifestazioni d'affetto a loro modo.
Non lo so cosa ti attanaglia l'anima in questo periodo, ma credimi passerà ci vuole tempo.

Poi magari ho preso l'ucciole per lanterne, ma questo è il mio pensiero.
Non tutti siamo uguali e PER FORTUNA.

Ciao 4 p

 

Gegia88 ha detto...

Non so quale sia la vostra situazione attuale ma se dici che la questione è delicata e non è il caso di parlarne qui, ti credo e, ovviamente, non indagherò.Spero solo che si risolva presto!
Per quanto riguarda il sentirsi inadeguata...bè, penso possa capitare a tutte!Ma di una cosa sono certa: tuo figlio non ti odia adesso e non ti odierà mai perchè, leggendo il tuo blog, ho capito che sei una mamma davvero in gamba e, se l'ho capito io solamente tramite i tuoi post, lo saprà benissimo anche lui che ha la fortuna di averti accanto ogni giorno:-)
Un bacione,
Giulia. 

crusaneta ha detto...

Cara mi dispiace che tu stia passando e rivivendo queste sensazioni. Spero tanto che tutto si sistemi per il meglio. Per quello che hai provato in passato mi permetto di dirti che sicuramente non eri svagliata afatto, infatti avete provato in tutti modi a sistemare la situazione e questo è quello che fa di voi veri genitori, quelli che cercano in tutti i modi di tirar su il suo figlio il meglio possibile. Se il tuo seno non era fatto per allatare non è certo colpa tua. Se tu te ne fossi fregata sarebbe stata tutta un'altra cosa.

ladygabibbo ha detto...

mi spiace molto cara, so come ci sis ente, ho avuto anche io problemi con mio figlio quando aveva sui 7 anni...alla fine mi sono appoggiata a un neuropscichiatra, con qualche consiglio azzeccato e un pò di attenzione le cose si sono aggiustate. Ora non so quali siano i problemi che avete, ma sappi che ci vuol forza ad ammettere di avere bisogno di aiuto, e razionalmente sappiamo che noi mamme non possiamo preservare i nostri figli dai dolori, questo capita anche ora con i miei, che sono 2 adulti, un abbraccio forte

Mamiga ha detto...

@Lara: sicuramente, l'importante è trovarla, e non voglio lasciare niente di intentato...
@Cristina: Grazie
@LauraGDS: grazie. Ci sentiamo per telefono per il resto...
@Utente anonima... solita: grazie per avermi lasciato la tua esperienza, sai che non sono parole che cadono nel vuoto. Mai. Un trucco, dici? Se è un trucco è il più ben riuscito della storia dell'evoluzione femminile penso. Deve essere pesante anche per te il carico, anzi, forse più di quanto non lo sia per me. E grazie per l'augurio
@4p: hai alzato il coperchio di un altro vaso dal contenuto pericoloso: poche mamme ammettono di non essersi innamorate dei propri figli dal primo momento in cui li hanno visti.
@Gabibba: ogni tanto mi rodo perchè ci sia tutta sta distanza tra noi. Avresti qualcosina da insegnarmi.

lucinelbosco ha detto...

ti capisco. anche noi, vari giri di persone che non sto a descrivere, tanti dubbi, tanti perchè, tanti sensi di colpa, qualche illuminazione, ogni tanto, che indica, un minimo, la strada da percorrere, e la netta sensazione che sia, appunto, un percorso, lungo, che non finirà mai, nemmeno da adulti (come ti hanno scritto), ma, altrettanto netta e decisa la voglia di farlo, questo percorso, assieme, io e lei, madre imperfetta sì, sempre, ma sono accanto a te, bimba mia, e starle accanto, dopo tanto cercare, mi sembra ora la cosa più saggia, la più bella, in tutte le avventure che affronteremo... buone avventure anche a voi, sono convinta che abbiate tutti gli strumenti per affrontarle al meglio!