giovedì 12 gennaio 2012

Faccende di... forma

 Non ho mai parlato di questioni religiose o politiche sulle pagine del mio blog, mi ero ripromessa di non farlo per non scatenare eventuali vespai, ma questa occasione mi coinvolge parecchio, perchè non passa giorno che o da una parte o dall'altra della famiglia (acquisita) non salti fuori.

Un paio di giorni fa sono andata dal medico per una breve visita (ho l'orticaria), Come sempre in sala d'attesa si trova la tizia che ha voglia di chiacchierare (ovviamente non dei fatti suoi, ma è un dettaglio).  Inizia a sbuffare per l'attesa, e mi chiede come possa io essere così paciosa, tranquilla, serena nell'aspettare il mio turno.
Le ho risposto che ormai sono abituata da tempo alle sale d'attesa in ospedale e dal medico, e innervosirsi non accorcia i tempi e non  accelera la guarigione, quindi tanto vale farsene una ragione. Con tono compiacente inizia a farmi i complimenti, e se ne esce dicendo che probabilmente esagero nel dichiarare la mia abitudine a vedere i medici così spesso, in fondo sono giovane, cosa posso avere di tanto grave e persistente io... Le dico che no, non esagero, perchè da tempo non mi reco dal medico per una semplice influenza, e che ci sono cose che indipendentemente dal fatto di essere giovani costringono ad avere a che fare con la malattia in maniera stabile. Come scrissi una volta, la malattia non passa dall'ufficio anagrafe prima di decidere se entrare in casa tua o meno.
Seriamente mi dice se ho mai pensato di andare in pellegrinaggio in un luogo santo, a chiedere una grazia.
Seriamente le rispondo che io non sono credente, o perlomeno non lo sono come pensa lei.
Il tono del discorso cambia improvvisamente. Mi sento rispondere che "male, malissimo, perchè così lei si preclude una possibilità di guarigione, visto che i miracoli a volte accadono, e basta chiederli".
Seriamente le rispondo che è un peccato che guariscono sia i cristiani che gli ebrei o gli atei, come altrettanto muoiono quando arriva la loro ora, che abbiano pregato o meno, e non è dimostrato che tra i frequentatori di luoghi santi (e avrei voluto aggiungere, tra ingrassatori di tasche di chi ne approfitta, ma non era il luogo per fare polemica, e nemmeno mi interessava farlo) ci sia un numero maggiore di "guariti" rispetto alle altre categorie di malati.
Mi giro, e fortunatamente il medico chiama il mio numero di visita.

Mercoledì prossimo è un giorno molto importante per la famiglia di mio marito, e di conseguenza per la nostra. La nonna del Gatto Alfa, la Ghighie, compie cento anni. CENTO. Un secolo di vita. E per quanto poco affetto provino per lei i nipoti e i pronipoti (non è mai stata uno stinco di santo, diciamolo, anzi, forse una delle persone tra le più egoiste che io conosca, ma tant'è, nessuno è perfetto), quante famiglie possono dire di aver potuto festeggiare un centesimo compleanno? Poche. E sperando che mio marito e mio figlio abbiano tra i loro geni un po' di quel sangue longevo, ci si appresta  a festeggiare questo evento straordinario.
Per l'occasione la centenaria religiosissima festeggianda ha chiesto ed ottenuto di ricevere la Comunione almeno una volta prima di passare oltre l'ultima frontiera, addirittura il monsignore del paese si è offerto di celebrare l'Eucarestia in casa sua (che poi è casa dei miei suoceri). Mio suocero - che fino all'altro ieri quando sentiva nominare i preti vedeva nero, ma da quando ha visto da lontano San Pietro arrivargli incontro stranamente ha cambiato... partito - non si è fatto scappare il colpo: sta organizzando una festa con i fiocchi e i controfiocchi (bisogna pur fare bella figura davanti al monsignore, no? Non gli si può mica offrire un tè coi pasticcini e torta di mele), ha invitato trenta persone (venticinque delle quali non hanno nemmeno alba di chi sia la Ghighie se non per l'averne sentito accennare l'esistenza dal suocero, ma bisogna pure far numero), stanno organizzando l'abbuffet, ha ordinato la supermega torta/semifreddo dal suo amico amicissimo gelataio che fa delle cose sì favolose ma pur sempre fredde (ahimè), sta installando fuori sul ballatoio esterno un impianto di illuminazione composto da una striscia luminosa che va a scrivere nell'aria il numero "100". Come si dice? Robononononononononis.

Comunque, io non mi metto a discutere su questa cosa: alla bisnonna fa piacere, ai suoceri pure, ognuno è padrone di vederla come vuole e di viverla come vuole, per me non è un problema. Vivi e lascia vivere. In fondo si prospetta una bella festa, al di là di tutto, e la famiglia è la famiglia, per quanto non sempre ci si senta in perfetta sintonia gli uni gli altri.
Io però ho deciso, dicendolo a chiare lettere, che non parteciperò alla funzione. Non che non verrò al compleanno (ci mancherebbe), ma non intendo partecipare alla funzione. E la famiglia di mio marito sta vedendo questa cosa come fumo negli occhi, facendo le proprie rimostranze in vari modi e a più riprese.

Ora, io non mi ritengo atea. L'ateo non crede nell'esistenza di Dio, io invece ci credo fermamente. Per me Dio esiste, qualsiasi Dio sia, ma c'è, punto. E' tutto il resto che ne fa da contorno, e il contorno che mi è proposto non lo sento mio, non lo sento vero. Sono stata cresciuta credendo al Dio dei cristiani e per me esiste il Dio dei cristiani, ma non considero la mia verità più verità di quella degli altri, perchè non sono nessuno per dire che il mio credo è il credo giusto: qualunque esponente di un altro credo affermerà di essere dalla parte giusta con la stessa veemenza e fermezza, e allora chi può dire quale sia la cosa più giusta tra le cose giuste? Nessuno. Penso che ognuno di noi abbia in mano un pezzetto di verità, ma solo un pezzetto, che senza i pezzetti degli altri non permette di immaginare che esista una verità più grande, e non ne ammette l'esistenza.

Tutto il resto sono riti, forme, credenze, cose che per me non hanno valore, se non un valore simbolico per chi ha bisogno di simboli. Ma non sono la religione. Il fondamento di un credo non sono i riti, tantomeno il peso che si da a chi i riti li propone e li amministra, non è la riverenza al vescovo o la preghiera recitata ripetutamente e a pappagallo perchè lo fanno tutti, non è la testa china davanti all'altare con il cuore e la mente che vagano altrove. Dio è altro. E non sono disposta a recitare dei riti  per compiacere qualcuno per cui sono importanti solo per questione di forma, di facciata. Mi sentirei una pecora, e io pecora non mi ci sento proprio. Pecora forse lo sono di Dio, non degli uomini.

Al di là di tutto questo discorso, che può essere condivisibile o meno (non è un mio problema), mi sta facendo male non poco il fatto che io venga criticata per la mia scelta. Perchè alle persone in questione voglio bene, e mi fa male pensare che il loro affetto possa essere condizionato o meno dal mio modo di vivere la fede. In fondo, al di là di quello che uno pensa, ho sempre creduto che una persona vada guardata per quello che è e che fa, e io non credo di essere una moglie e una madre peggiore solo perchè il mio modo di vedere l'aspetto religioso della vita è intimamente cambiato. Non credo che cedere alle insistenze per salvaguardare l'apparenza davanti a una certa cerchia di persone, per quanto la famiglia ci tenga, faccia di me una brava persona, o il contrario dimostri che io li ami di meno.
"Però alla cresima di tua nipote sei venuta", mi è stato fatto notare. Vero. Ma  un sacramento è un Sacramento, non una messinscena, non una pagliacciata per dare soddisfazione al prete di turno o a chi lo invita, non l'occasione per colorare di santità un compleanno, che per quanto sia centenario sempre compleanno è. Io almeno la vedo così.
Per il Gatto Alfa è diverso. Per lui partecipare a questa cosa è un segno di affetto verso i suoi genitori, e sinceramente lo ammiro per la sua capacità di andare oltre alle sue convinzioni per affetto. In questo lui è avanti a me anni luce. Ma io non ho evidentemente un carattere malleabile quanto basta per mettere da parte le mie convinzioni, anche temporaneamente, e soprattutto di farlo serenamente.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Vai alla messa di compleanno. Fallo per tuo marito e per vivere appieno, e con gioia, questa giornata con tutta la tua famiglia. Sarà un piccolo sacrificio che regalerai alla nonna. Sarà il dono più serio in assoluto.
Ciao, cara :-)

Anonimo ha detto...

Il commento è mio
Fiordistella
www.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

uff...
Fiordistella
www.avocado.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

ciao, mi sento intimamente vicina e condivido pienamente ciò che scrivi, bando alle ipocrisie del nostro tempo! Credo che farò tesoro del tuo pensiero e provo grande rispetto per queste tua limpida chiara e semplice posizione. Penso che la lealtà verso se stessi sia fondamentale, e trovo giusto che tu non scenda a patti con suoceri e nonni vari: continua così! Forse l'unico per cui potresti valutare se far buon viso a cattivo gioco, è il gatto alfa, ma se per lui va bene... allora "chissene, e buona camicia a tutti"!!!!
salutissimi Sara

Anonimo ha detto...

Ciao, Gesù disse "se due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" pensi che ci saranno almeno due o tre riuniti con amore verso Dio?
Un abbraccio Claudia

Mamiga ha detto...

Non è un problema mio, Claudia, se ci saranno almeno due o tre riuniti con amore verso Dio. Ognuno guarda la sua coscienza.

Livia ha detto...

Vai dritta per la tua strada, se Dio esiste non apprezza gli ipocriti. E presenziare a questa Eucaristia tanto per far contento qualcuno mi sembra appunto ipocrita (lo dice una che ha organizzato e celebrato la prima comunione del figlio con scarsissima convinzione perché "andava fatto" e poi non l'ha più portato a messa, mea culpa). Se tuo marito ti comprende, è questo che conta!
Non aggiungo altro perché hai detto tutto, e molto brillantemente. Tieni la schiena dritta e in bocca al lupo :)

Anonimo ha detto...

Concordo con Fiordistella, metterei al primo posto l'unione e l'affetto familiare, per il resto goditi lo "spettacolo" dopotutto no è una messa in scena ideata da te, le tue convinzioni rimarranno tali e farai felice tuo marito che sicuramente se lo merita...
è solo il mio parere niente di più...
Nenelinda

Mamiga ha detto...

Mio marito mi lascia libera di scegliere e io ho scelto, anzi, apprezza il fatto che in questa mia posizione non mi sono mai permessa di obbligare lui a seguirmi. Di questo devo dargliene atto. E grazie per le vostre opinioni, davvero.

lauragds@gmail.com ha detto...

Gran bel post Mamigà. Ci voleva. E poi come ci è stato insegnato, l'uomo di Nazareth diceva: "amatevi gli uni gli altri come fratelli", e non: "discriminatevi se qualcuno fa qualcosa di diverso da come la vedete e pensate". Purtroppo molti, troppi, questo se lo dimenticano.

Però alla festa di compleanno della Ghighie io non sono stata invitata pur avendola conosciuta.... :((((

ziacris1 ha detto...

Lasignora in sala d'aspetto ha fattovenire l'orticaria pure a me.
Per il resto, sono quelle riunioni alla quale mi sono sempre mantenuta lontANA.
Mia suocera tutti gli anni faceva dire messa per il figlio morto a 40 anni, a questa messa partecipavano la moglie, la figlia del poveretto e tutti gli altri, poi alla fine si finiva a tavola, a ridere, mangiare, bere e chi più ne ha più ne metta.
non ho mai partecipato, con il mio modo talebano non mi sembrava l'occasione giusta per riunirsi a tavola, avessero detto messa e poi ognuno a casa sua, allora andavo, ma così...no no. non fa per me

Tittiz ha detto...

...sembra che le parole che hai scritto siano uscite dalla mia testa!
Bel post, belle parole, coerenti e oneste!