Una cara amica (reale mooooooolto prima che virtuale) ha da poco aperto un blog dolcissimo, perchè i dolci per lei sono una vera passione! Se vi va di farci un giro (tanto a guardare mica si ingrassa... XD) lo trovate qui
E ricevuto il suo primo premio (meritatissimo!) me lo ha rigirato. Che onore! Era da una vita che non vedevo i premi girellare per i blogs...
Ho ricevuto il
Grazie Paola! E visto che rigirare il premio ad altri 5 blogs che si seguono che non superino i 200 followers è l'unica regola (che mi piace anche), lo passo a
Paola stessa (perchè chi ben comincia è già a metà dell'opera)
Sonia (che fa dei lavoretti deliziosi!)
Lara (a cui sono affezionata e non solo perchè fa dei bei lavori)
Cri (idem come sopra)
Tilly (che mi fornisce di innumerevoli ispirazioni)
Ovviamente non siete obbligate ad accettare, ma se vi va di partecipare... ^_^ Bene!
lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
Convalescente
C'era il chirurgo che mi ha visto le prime volte che, nonostante stesse smontando dal turno di notte, si è preso l'impegno di preparare la mia cartella per il ricovero a tutti i costi. Ha impiegato un'ora e mezzo per farlo, scrivendo le stesse dieci cose un numero ics di volte, perdendosi in chiacchiere, senza accorgersi che non sapevo più in che posizione mettermi dal dolore. Entrata la dottora che mi ha poi operato (grazie al cielo!) ci ha messo trenta secondi per zittire lui e spedire a letto me. Alleluia!
Ore nove e trenta: mi allettano.
Ore dodici e trenta: mi portano via dopo avermi aiutato a cambiarmi e ad infilare quelle calze che adesso sembra siano il "must" per i pazienti (se non avessero il buco per le dita dei piedi sarebbero anche un tic sexy).
Ore dodici e quaranta: apprezzo il modo degli anestesisti di cercare di indorarti la pillola per farla andar giù in maniera meno terroristica, ma il panico quando ti senti addormentare dai piedi via via verso il collo e perdi il controllo dei polmoni voglio vedere a chi non arriva. E' la prima volta che mi succede: è una sensazione di lento soffocamento che spero di non provare mai più per il resto dei miei giorni. Alla faccia dell'anestesista che prima di drogarmi si è simpaticamente premurato di dire "eh, ma qui c'è il meglio del meglio, altro che Tisanville". Io però a Tisanville manco mi sono accorta di essere passata dal conscio all'oblio, veda lei.
Comunque, ore "e chi lo sa" esco da li, con qualche flash-ricordo, e pian piano torno tra i vivi. E, miracolo, non mi fa più male la gamba. Cioè, dopo quattro mesi di sciatica attaccata alla mia gamba come un piranha, più nulla. Finito.
Mi fa un male cane il taglio (sapevo che ormai le ernie discali si operano in microdiscectomia, ma io mi sono pippata l'apertura della confezione alla vecchia maniera), convivo con un simpatico busto che credetemi, per quanto mi stringa l'addome guai a starci senza nemmeno per andare in bagno, e ieri sera ero già a casa.
A riposo AZZZZZOLUTO, ha raccomandato la dottora, per almeno due mesi, soprattutto per le prime due settimane.
E così eccomi, tra il letto e la poltrona, fortunata ad avere il marito in ferie per arrivare dove non arrivo io (sant'uomo), assistendo all'andirivieni di Maya che per tutto il giorno non ha fatto altro, oggi, che cercare di gabbare l'attenzione dei miei uomini portandomi i cuccioli uno ad uno in camera. In continuazione. E più il gatto Alfa cercava di bloccarla, più lei inventava percorsi alternativi per arrivare al suo scopo.
Sono qui a re-imparare ad usare la schiena, a dosare la forza e ristabilire l'equilibrio che mi tiene in piedi.
Sono in buona compagnia. E che il cielo mi salvaguardi il sistema nervoso per le prossime settimane.
Ore nove e trenta: mi allettano.
Ore dodici e trenta: mi portano via dopo avermi aiutato a cambiarmi e ad infilare quelle calze che adesso sembra siano il "must" per i pazienti (se non avessero il buco per le dita dei piedi sarebbero anche un tic sexy).
Ore dodici e quaranta: apprezzo il modo degli anestesisti di cercare di indorarti la pillola per farla andar giù in maniera meno terroristica, ma il panico quando ti senti addormentare dai piedi via via verso il collo e perdi il controllo dei polmoni voglio vedere a chi non arriva. E' la prima volta che mi succede: è una sensazione di lento soffocamento che spero di non provare mai più per il resto dei miei giorni. Alla faccia dell'anestesista che prima di drogarmi si è simpaticamente premurato di dire "eh, ma qui c'è il meglio del meglio, altro che Tisanville". Io però a Tisanville manco mi sono accorta di essere passata dal conscio all'oblio, veda lei.
Comunque, ore "e chi lo sa" esco da li, con qualche flash-ricordo, e pian piano torno tra i vivi. E, miracolo, non mi fa più male la gamba. Cioè, dopo quattro mesi di sciatica attaccata alla mia gamba come un piranha, più nulla. Finito.
Mi fa un male cane il taglio (sapevo che ormai le ernie discali si operano in microdiscectomia, ma io mi sono pippata l'apertura della confezione alla vecchia maniera), convivo con un simpatico busto che credetemi, per quanto mi stringa l'addome guai a starci senza nemmeno per andare in bagno, e ieri sera ero già a casa.
A riposo AZZZZZOLUTO, ha raccomandato la dottora, per almeno due mesi, soprattutto per le prime due settimane.
E così eccomi, tra il letto e la poltrona, fortunata ad avere il marito in ferie per arrivare dove non arrivo io (sant'uomo), assistendo all'andirivieni di Maya che per tutto il giorno non ha fatto altro, oggi, che cercare di gabbare l'attenzione dei miei uomini portandomi i cuccioli uno ad uno in camera. In continuazione. E più il gatto Alfa cercava di bloccarla, più lei inventava percorsi alternativi per arrivare al suo scopo.
Sono qui a re-imparare ad usare la schiena, a dosare la forza e ristabilire l'equilibrio che mi tiene in piedi.
Sono in buona compagnia. E che il cielo mi salvaguardi il sistema nervoso per le prossime settimane.
mercoledì 25 aprile 2012
Gatteria: ieri abbiamo compiuto quattro settimane
Ieri ho portato di nuovo Maya dalla vete per un problema intestinale che la infastidisce (e infastidisce anche noi e non poco) da una settimana prima del parto. Consigliata dalla vete stessa ho capito che è ora: ho trasferito la famigliola felina dalla scatola-nido a una bella cesta imbottita dai bordi bassi, e ho spostato tutto nell'ingresso, dove abbiamo delimitato le porte con delle assi di legno in modo che non possano uscire dal luogo in cui abbiamo deciso che rimangano finchè non lasceranno casa nostra. Non ci sono pericoli, la pappa è a disposizione così come una mini-lettiera ad hoc. Maya non è molto d'accordo, nel senso che ha tentato un paio di volte di trasferirli a modo suo (felino) altrove, ma stavolta decido io, punto.
Comunque, sembra che ai felinetti piaccia. Dopo giorni che facevano di tutto per uscire dalla vecchia scatola piangendo ogni volta che mi vedevano affacciata, evidentemente non sembra loro vero di poter godere di uno spazio tanto grande tutto per loro. E gli altri gatti adulti, ovviamente. Addirittura una delle femminucce, appena annusato il piatto con il cibo umido, ci si è direttamente tuffata dentro: dava l'impressione di non aver mangiato altro in vita sua. La cosa che mi spiazza, sebbene sappia che avendoli aiutati praticamente a nascere non poteva essere diversa, è la confidenza e la fiducia assoluta che hanno nei confronti miei e della famiglia intera. Non si pongono il problema se lasciarsi manipolare o meno da noi, facciamo semplicemente parte della loro vita da sempre, da sempre conoscono il nostro odore e i rumori di casa. Non hanno il minimo timore. Ed è straordinario, se penso che di tutti gli altri gatti che ho avuto per casa finora ho dovuto conquistarmi la fiducia un po' alla volta, e a volte con non poca difficoltà.
Mi ero ripromessa di non dare loro dei nomi, ma come si fa... Se ogni volta che devo distinguerli uno dall'altra devo descrivere il colore del pelo, faccio prima ad assegnare loro dei nomi no? Fatta eccezione per Perla (il cui nome è stato scelto da chi la prenderà con sè definitivamente), agli altri ho affibbiato i nomi di Theo, Carlotta e Dora. Provvisoriamente, certo.
Ma eccoli! (Accendete le casse!)
Comunque, sembra che ai felinetti piaccia. Dopo giorni che facevano di tutto per uscire dalla vecchia scatola piangendo ogni volta che mi vedevano affacciata, evidentemente non sembra loro vero di poter godere di uno spazio tanto grande tutto per loro. E gli altri gatti adulti, ovviamente. Addirittura una delle femminucce, appena annusato il piatto con il cibo umido, ci si è direttamente tuffata dentro: dava l'impressione di non aver mangiato altro in vita sua. La cosa che mi spiazza, sebbene sappia che avendoli aiutati praticamente a nascere non poteva essere diversa, è la confidenza e la fiducia assoluta che hanno nei confronti miei e della famiglia intera. Non si pongono il problema se lasciarsi manipolare o meno da noi, facciamo semplicemente parte della loro vita da sempre, da sempre conoscono il nostro odore e i rumori di casa. Non hanno il minimo timore. Ed è straordinario, se penso che di tutti gli altri gatti che ho avuto per casa finora ho dovuto conquistarmi la fiducia un po' alla volta, e a volte con non poca difficoltà.
Mi ero ripromessa di non dare loro dei nomi, ma come si fa... Se ogni volta che devo distinguerli uno dall'altra devo descrivere il colore del pelo, faccio prima ad assegnare loro dei nomi no? Fatta eccezione per Perla (il cui nome è stato scelto da chi la prenderà con sè definitivamente), agli altri ho affibbiato i nomi di Theo, Carlotta e Dora. Provvisoriamente, certo.
Ma eccoli! (Accendete le casse!)
martedì 24 aprile 2012
Come lasciarsi scappare...
Rose
Visto che la primavera tarda ad arrivare (abbiamo ancora la stufa a legna accesa, anche se solo la sera), intanto me ne anticipo un pezzetto ricamando. In questi giorni avevo voglia di... rose
Ho trovato lo schema su un libretto della DMC, mi metteva allegria il disegno, soprattutto i colori. A trovare il modo di confezionarlo ci penserò.
Ho trovato lo schema su un libretto della DMC, mi metteva allegria il disegno, soprattutto i colori. A trovare il modo di confezionarlo ci penserò.
lunedì 23 aprile 2012
Che brutta cosa accorgersi di essere prese in giro.
All'inizio ti fa sentire una stupida.
Poi capisci che lo stupido è in realtà colui del quale ti eri fatta un'idea del tutto sbagliata. Soprattutto quanto a sincerità.
In ogni caso fa male. Forse più del necessario. E il dolore è una cosa talmente seria che chi te lo ha provocato prendendoti in giro non merita nemmeno di guardarlo in faccia.
All'inizio ti fa sentire una stupida.
Poi capisci che lo stupido è in realtà colui del quale ti eri fatta un'idea del tutto sbagliata. Soprattutto quanto a sincerità.
In ogni caso fa male. Forse più del necessario. E il dolore è una cosa talmente seria che chi te lo ha provocato prendendoti in giro non merita nemmeno di guardarlo in faccia.
La luce in fondo al tunnel
-Pronto? Parlo con la signora Mamigà?
-Si, sono io, chi parla?
-E' la chirurgia vertebrale del Big Hospital. Intanto, come sta?
Eeeeeeeeeeh! E' la tipa dell'altra volta, miss "so tutto io!". -Male, grazie. Sono a letto. (Infatti aspetto l'operazione come una grazia davanti a un capitello perchè smanio di farmi in vena di anestetico, ci si fa di quei viaggi che neanche... vabbè).
-Ecco, appunto, la chiamo per informarla che verrà operata questo venerdì, il 27.
-Finalmente! Cosa devo fare?
-Dunque, lei prende dell'aspirina, la pillola o fa qualche terapia ormonale?
-Niente pillola, ma prendo il tamoxifene.
-Ahi ahi...
-Ma non so mica se possono operarla con il TAM...
-Guardi, ho informato l'anestesista durante il colloquio, mi ha detto che il TAM non da problemi per l'anestesia.
-Ma con che anestesista ha parlato lei?
(Uno dei duecentomila che avete lì al Big Hospital, non mi sono mica segnata il nome...) -No, guardi, non lo so, era una dottoressa giovane, mi ci avete portato voi. Comunque ha segnato in cartella tutti i farmaci che prendo.
-Ah, va bene. Mi fido. (Eeeeeh... fai questo sforzo dai). Comunque quando arriva venerdì si ricordi di avvisare. (Ma non so, carta sprecata le cartelle veh! Vabbè). Si presenti alle otto di mattina a digiuno, verrà dimessa già sabato.
Spero almeno di poter avere davanti un'estate come la vorrei, riprendere a camminare, usare la bici, guidare senza problemi, occuparmi della famiglia come è giusto che sia.
sabato 21 aprile 2012
L'infusaport, mancava lui
Oggi mi sono presentata, puntualmente come ogni mese, per il lavaggio dell'infusaport, all'infermeria del paese.
Mi siedo sulla poltroncina.
L'infermiera prepara l'ambaradam, nel mentre chiacchieriamo del più e del meno.
Mi disinfetta.
Faccio il solito respiro a fondo e BZIN! l'ago uncinato entra.
Male. Ma capita: il mio port è stato inserito piuttosto a fondo, infatti non si vede proprio se non per le cicatrici ormai bianche.
Cerca di aspirare. Il sangue non refluisce. Ma non è un problema, non a tutti refluisce. A me mai.
Preme lo stantuffo del siringone.
La fisio non entra.
Stacca l'ago. Male.
Altro respiro a fondo. BZIN! Lo reinfila. Dolore!
La fisio non entra.
Ago difettoso? Cambiamolo.
Estrae l'ago. E io inizio a sudare.
Anche un po' ad innervosirmi, ma è un dettaglio.
Altra disinfettata.
Altro respiro a fondo.
BZIN! Maaaaale!
La fisio non entra. MER...*@£%§
Stacca l'ago. Brucia!
Che si fa?
Si fa che mi spedisce a Tisanville, a farlo fare in reparto, al quarto piano. Lì sono più esperte, li usano decine di volte al giorno. Lunedì mattina chiamo. Ma non ho molto tempo: sono già passati trentatre giorni dall'ultimo lavaggio.
E se non va?
"Signora, potrebbe anche essere intasato, può succedere. Se è intasato deve farlo togliere. Ma ci sono persone che lo tengono per diverso tempo anche così".
"Ma se si può tenere anche ostruito perchè consigliate di farlo lavare ogni 40-45 giorni al massimo?".
"Per evitare il rischio di avere coaguli. Non si sa mai. Non è bene."
Posso dirlo?
C@ZZO.
Mi siedo sulla poltroncina.
L'infermiera prepara l'ambaradam, nel mentre chiacchieriamo del più e del meno.
Mi disinfetta.
Faccio il solito respiro a fondo e BZIN! l'ago uncinato entra.
Male. Ma capita: il mio port è stato inserito piuttosto a fondo, infatti non si vede proprio se non per le cicatrici ormai bianche.
Cerca di aspirare. Il sangue non refluisce. Ma non è un problema, non a tutti refluisce. A me mai.
Preme lo stantuffo del siringone.
La fisio non entra.
Stacca l'ago. Male.
Altro respiro a fondo. BZIN! Lo reinfila. Dolore!
La fisio non entra.
Ago difettoso? Cambiamolo.
Estrae l'ago. E io inizio a sudare.
Anche un po' ad innervosirmi, ma è un dettaglio.
Altra disinfettata.
Altro respiro a fondo.
BZIN! Maaaaale!
La fisio non entra. MER...*@£%§
Stacca l'ago. Brucia!
Che si fa?
Si fa che mi spedisce a Tisanville, a farlo fare in reparto, al quarto piano. Lì sono più esperte, li usano decine di volte al giorno. Lunedì mattina chiamo. Ma non ho molto tempo: sono già passati trentatre giorni dall'ultimo lavaggio.
E se non va?
"Signora, potrebbe anche essere intasato, può succedere. Se è intasato deve farlo togliere. Ma ci sono persone che lo tengono per diverso tempo anche così".
"Ma se si può tenere anche ostruito perchè consigliate di farlo lavare ogni 40-45 giorni al massimo?".
"Per evitare il rischio di avere coaguli. Non si sa mai. Non è bene."
Posso dirlo?
C@ZZO.
giovedì 19 aprile 2012
Anna Lisa, il libro
In questi giorni è uscito questo libro
Che altro non è che il libro che in tante aspettavamo da tempo, il libro postumo della nostra Annina.
E niente, bello. Dicono. Perchè non so per quale ragione, anche se in teoria dovrei, non riesco a sentire il desiderio di acquistarlo. Anzi, se ci penso bene, solo il pensiero di affondare il naso tra quelle pagine mi fa venire il nodo alla gola. E non voglio. Non ora.
(cliccando sull'immagine vi si apre la pagina de LA STAMPA dedicata all'opera) |
E niente, bello. Dicono. Perchè non so per quale ragione, anche se in teoria dovrei, non riesco a sentire il desiderio di acquistarlo. Anzi, se ci penso bene, solo il pensiero di affondare il naso tra quelle pagine mi fa venire il nodo alla gola. E non voglio. Non ora.
I colloqui
Hanno capito che il Power ha bisogno di tempo, e non di giorni nè di settimane, ma qualcosina di più, per maturare.
Hanno compreso che dare importanza alle cose importanti (la maturazione emotiva) piuttosto che a quelle secondarie (errori di ortografia e calligrafia da bradipo con i calli, nonchè disegni mooooolto approssimativi) ottiene risultati più significativi e, soprattutto, duraturi.
Hanno ottenuto di avere un Power che, finalmente, collabora, lavora, fa "rientrare" da solo le sue esplosioni d'ira (peraltro sempre più rare e contenute), non ha bisogno di essere continuamente stimolato per portare a termine le consegne più tediose, rispetta i tempi di lavoro, si diverte con i compagni.
Insomma, il colloquio con le insegnanti di ieri è stato il primo che ci ha procurato solo soddisfazioni. Finalmente. E se le insegnanti sono contente di come sta crescendo, io e suo padre lo siamo infinitamente di più, perchè ne conosciamo le fatiche e la consistenza degli ostacoli che ha dovuto e deve abbattere per diventare grande. Ma non serve dirlo.
Hanno compreso che dare importanza alle cose importanti (la maturazione emotiva) piuttosto che a quelle secondarie (errori di ortografia e calligrafia da bradipo con i calli, nonchè disegni mooooolto approssimativi) ottiene risultati più significativi e, soprattutto, duraturi.
Hanno ottenuto di avere un Power che, finalmente, collabora, lavora, fa "rientrare" da solo le sue esplosioni d'ira (peraltro sempre più rare e contenute), non ha bisogno di essere continuamente stimolato per portare a termine le consegne più tediose, rispetta i tempi di lavoro, si diverte con i compagni.
Insomma, il colloquio con le insegnanti di ieri è stato il primo che ci ha procurato solo soddisfazioni. Finalmente. E se le insegnanti sono contente di come sta crescendo, io e suo padre lo siamo infinitamente di più, perchè ne conosciamo le fatiche e la consistenza degli ostacoli che ha dovuto e deve abbattere per diventare grande. Ma non serve dirlo.
mercoledì 18 aprile 2012
Due giorni fa
martedì 17 aprile 2012
La visita di rinnovo...
Oggi ho fatto la visita per la revisione dell'handicap, per la 104.
No, scusate, proprio non mi va di raccontarla. Preferisco rimuovere. Ne ho sentite fin troppe di menate come quella che ho vissuto oggi pomeriggio su me stessa. Peggio ancora di chi attendeva come me, due ore per tre minuti di colloquio, per "certificare" che non è guarita da demenza senile (seguaci di padre Pio? Ah no, medici) e cose del genere, per esempio.
Lasciamo perdere. Ho l'incubo di finire per autoconvincermi di non essere davvero un essere umano, ma qualcosa che ci si avvicina vagamente solo per la forma del corpo e l'assenza, o quasi, di peli, a forza di fare certe esperienze. Si, lasciamo perdere.
No, scusate, proprio non mi va di raccontarla. Preferisco rimuovere. Ne ho sentite fin troppe di menate come quella che ho vissuto oggi pomeriggio su me stessa. Peggio ancora di chi attendeva come me, due ore per tre minuti di colloquio, per "certificare" che non è guarita da demenza senile (seguaci di padre Pio? Ah no, medici) e cose del genere, per esempio.
Lasciamo perdere. Ho l'incubo di finire per autoconvincermi di non essere davvero un essere umano, ma qualcosa che ci si avvicina vagamente solo per la forma del corpo e l'assenza, o quasi, di peli, a forza di fare certe esperienze. Si, lasciamo perdere.
mercoledì 11 aprile 2012
Un segnalibro regale
Oggi mi sono fatta regalare questo
che non è altro che la biografia (un po' romanzata pare, ma devo ancora iniziarlo) di Maria Sofia di Borbone, l'ultima regina di Napoli. Da un po' mi incuriosiva la figura di questo personaggio, avendone solo sentito accennare qui e là la particolare personalità attraverso altre letture. Così oggi ho approfittato del giro in libreria che ho fatto principalmente per acquistare un regalo (non per me) per sbavarci innocentemente sopra davanti allo sguardo di mio marito. Subdola.
Ma che c'entra con questo blog... Beh, c'entra perchè mentre lo maneggiavo durante il tragitto verso casa pensavo che un libro così merita un segnalibro cosà
Ho l'abitudine di lasciare i segnalibri nei libri letti, perchè così mi riesce più facile associare un libro al momento della vita in cui l'ho avuto per le mani. Per questo credo di avere in casa più segnalibri che libri o quasi, se tengo conto che nei libri da consultazione (di cucina, di giardinaggio eccetera) ne lascio infilati più di uno per trovare più presto quello che cerco di volta in volta. E un libro "regale" merita un segnalibro che dia un'atmosfera!
Realizzarlo è stato semplicissimo e velocissimo. E' stato sufficiente ritagliare da un cartoncino nero, con le forbici zigrinate, un cerchio un po' più grande di un centrino mignon che avevo realizzato come campione un po' di tempo fa, bucarlo in basso con la perforatrice e infilarvi un nastro bianco a mò di cappio. Incollato il centrino sul cartoncino con la colla stick è pronto il segnalibro. L'idea non è del tutto mia, ho visto una serie di segnalibri realizzati con ritagli di pizzo incollati su cartoncino nero su un altro blog che sbadatamente non ho segnato tra i preferiti (così l'ho perso, ovviamente), e ho personalizzato la cosa con quello che avevo in casa. Però l'effetto non è male no?
che non è altro che la biografia (un po' romanzata pare, ma devo ancora iniziarlo) di Maria Sofia di Borbone, l'ultima regina di Napoli. Da un po' mi incuriosiva la figura di questo personaggio, avendone solo sentito accennare qui e là la particolare personalità attraverso altre letture. Così oggi ho approfittato del giro in libreria che ho fatto principalmente per acquistare un regalo (non per me) per sbavarci innocentemente sopra davanti allo sguardo di mio marito. Subdola.
Ma che c'entra con questo blog... Beh, c'entra perchè mentre lo maneggiavo durante il tragitto verso casa pensavo che un libro così merita un segnalibro cosà
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Ho l'abitudine di lasciare i segnalibri nei libri letti, perchè così mi riesce più facile associare un libro al momento della vita in cui l'ho avuto per le mani. Per questo credo di avere in casa più segnalibri che libri o quasi, se tengo conto che nei libri da consultazione (di cucina, di giardinaggio eccetera) ne lascio infilati più di uno per trovare più presto quello che cerco di volta in volta. E un libro "regale" merita un segnalibro che dia un'atmosfera!
Realizzarlo è stato semplicissimo e velocissimo. E' stato sufficiente ritagliare da un cartoncino nero, con le forbici zigrinate, un cerchio un po' più grande di un centrino mignon che avevo realizzato come campione un po' di tempo fa, bucarlo in basso con la perforatrice e infilarvi un nastro bianco a mò di cappio. Incollato il centrino sul cartoncino con la colla stick è pronto il segnalibro. L'idea non è del tutto mia, ho visto una serie di segnalibri realizzati con ritagli di pizzo incollati su cartoncino nero su un altro blog che sbadatamente non ho segnato tra i preferiti (così l'ho perso, ovviamente), e ho personalizzato la cosa con quello che avevo in casa. Però l'effetto non è male no?
So tutto io!
Stamattina ho fatto la visita anestesiologica. Bene, ci siamo. E' il caso che faccia l'inventario della biancheria decente che ho a disposizione per i millemila giorni di degenza (tre, perfino, se va male) che mi aspettano in quel Big Hospital che detesto sempre di più. Quando? Sono andata a chiederlo in segreteria del reparto dove verrò ricoverata. Ne sono uscita così.
La segretaria che ti accoglie con un "cosa vuole? Non mi dirà mica che vuole sapere quando la opereranno veeeeeero?" (No, voglio sapere la sua taglia di biancheria, colleziono taglie sa...).
A parte che CASOMAI sposto la visita di revisione e non l'intervento visto che ho un male cane da mesi e se mi dicono che mi operano domani non faccio nemmeno la fatica di tornare a casa a preparare la valigia, mi faccio allettare anche in mutande se necessario. Ma poi, cosa sai tu se il mio caso come quello di qualsiasi altro che gravita nella tua ospedalo-sfera ha più o meno urgenza di un altro, visto che non hai nemmeno la mia cartella sulla scrivania perchè è rimasta nell'ambulatorio dell'anestesista dove sono stata non più di tre minuti fa?
MA STAI UN PO' A VEDERE che ho parlato con un medico che hanno messo al posto sbagliato veh... O.o
La segretaria che ti accoglie con un "cosa vuole? Non mi dirà mica che vuole sapere quando la opereranno veeeeeero?" (No, voglio sapere la sua taglia di biancheria, colleziono taglie sa...).
-Non proprio, vorrei piuttosto se fosse possibile averne una indicazione di massima, perchè la prossima settimana ho la visita di revisione dell'handicap per la 104, e per spostarla vogliono una raccomandata...
-Ma lei deve essere operata quiiiii?
-(No, mi operano a Belluno, ma ho perso il numero di telefono per cui magari me lo sa dire lei...) Ma certo.
-Qui in questo reparto?
-(Ma... boh). Si. Devono togliermi due ernie lombosacrali.
-NON E' POSSIBILE, NE TOLGONO UNA.
-No scusi, ho appena chiesto all'anestesista, che sulla cartella ha letto DUE. Lo ha scritto il chirurgo.
-No, ho detto no. Non tolgono due ernie. E poi dove le AVREBBE queste due ernie?
-(ma allora sei dura!) Sono lombosacrali. Ma poi scusi, cosa cambia...
-Allora è una ernia sola su due livelli, non due. E comunque non la chiamo di sicuro la prossima settimana, quindi non si preoccupi. Al massimo se proprio dovesse succedere lei mi ricorda della visita e le sposto l'intervento.
MA STAI UN PO' A VEDERE che ho parlato con un medico che hanno messo al posto sbagliato veh... O.o
martedì 10 aprile 2012
Siamo cresciuti!
Oggi abbiamo due settimane. Abbiamo tutti aperto gli occhietti, siamo curiosi, e ci piace stare in braccio (mano?) a Gnagna. Qualcuno vorrebbe uscire dalla scatola, perchè siamo convinti che ci sia qualcosa di interessante li fuori, ma nè la mamma nè Gnagna sono d'accordo. Ah, stiamo imparando anche a leccarci le zampette e a grattarci dietro le orecchie con una zampa posteriore, però la mamma lo fa moooooolto meglio e più in fretta di noi. Comunque, siamo belli e sappiamo di esserlo. Oooooo yeah.
Ps. stasera Youtube non collabora, perciò non sono riuscita a modificare l'audio con una musica adatta.
Ps2 - IMPORTANTE: SERIAMENTE, SE QUALCUNO VOLESSE ADOTTARNE UNO ME LO FACCIA SAPERE, NON POSSO TENERLI. Ho bisogno di famiglie/coppie/persone che siano disposti ad amarli e che li adottino per davvero. Ovviamente non prima di inizio giugno, quando saranno svezzati ed educati.
Ps2 - IMPORTANTE: SERIAMENTE, SE QUALCUNO VOLESSE ADOTTARNE UNO ME LO FACCIA SAPERE, NON POSSO TENERLI. Ho bisogno di famiglie/coppie/persone che siano disposti ad amarli e che li adottino per davvero. Ovviamente non prima di inizio giugno, quando saranno svezzati ed educati.
domenica 8 aprile 2012
Ma Pasqua...
A casa mia è tradizione da sempre che la mattina di Pasqua la mamma prepari l'uovo sbattuto con lo zucchero. Praticamente da sempre. E stamattina io ho rispettato questa tradizione deliziosa, ovviamente. Il Power ha rotto un uovo di cioccolato, ha recitato la poesiola che a mia volta ho imparato da mia madre da bambina, e come a ogni festa comandata mi sono messa ai fornelli. Non prima di fare la mezzoretta di stretching che mi sono imposta di fare ogni mattina, e durante le vacanze assieme a mio figlio.
Dopo colazione mio figlio mi ha chiesto se fossimo sicuri che fosse davvero oggi Pasqua.
Pugnalata psicologica sul mio stomaco.
E' vero. Senza aver partecipato alle funzioni durante la Quaresima, quelle che ti fanno attendere la Pasqua come il punto di arrivo di un cammino, solo per averne sentito parlare a scuola durante le ore di religione, per lui è difficile se non impossibile capire perchè Pasqua è proprio oggi e non un altro giorno. In fondo è come il periodo di Avvento, solo che Natale viene lo stesso giorno ogni anno, per cui il punto di riferimento c'è. Pasqua no. Pasqua è il termine di diverse tappe ben chiare, che lui non ha vissuto. Per lui i riti hanno un senso, sono il "visibile" che fa pensare all'invisibile, e io ho dato per scontato che come a me non serve, non servisse nemmeno a lui. Che tordola.
Bella cosa su cui dovrò riflettere seriamente.
Dopo colazione mio figlio mi ha chiesto se fossimo sicuri che fosse davvero oggi Pasqua.
Pugnalata psicologica sul mio stomaco.
E' vero. Senza aver partecipato alle funzioni durante la Quaresima, quelle che ti fanno attendere la Pasqua come il punto di arrivo di un cammino, solo per averne sentito parlare a scuola durante le ore di religione, per lui è difficile se non impossibile capire perchè Pasqua è proprio oggi e non un altro giorno. In fondo è come il periodo di Avvento, solo che Natale viene lo stesso giorno ogni anno, per cui il punto di riferimento c'è. Pasqua no. Pasqua è il termine di diverse tappe ben chiare, che lui non ha vissuto. Per lui i riti hanno un senso, sono il "visibile" che fa pensare all'invisibile, e io ho dato per scontato che come a me non serve, non servisse nemmeno a lui. Che tordola.
Bella cosa su cui dovrò riflettere seriamente.
sabato 7 aprile 2012
Occhietti
Oggi i micetti hanno iniziato ad aprire gli occhi. Uno dei quattro, una lady, li ha spalancati entrambi. Il maschietto ne ha uno spalancato e uno aperto a metà. Le altre due ladies li hanno entrambi appena fessurati, con aperto solo l'angolo interno.
Ecco fatto. L'ingiustizia trionfa. Non si può nascere in una casa dove vivono stabilmente già quattro mici e impossessarsi a tradimento del cuore di chi li nutre semplicemente rivolgendole un primo, intenso, stucchevole sguardo. E' una vigliaccheria. No, non si fa!
Ecco fatto. L'ingiustizia trionfa. Non si può nascere in una casa dove vivono stabilmente già quattro mici e impossessarsi a tradimento del cuore di chi li nutre semplicemente rivolgendole un primo, intenso, stucchevole sguardo. E' una vigliaccheria. No, non si fa!
venerdì 6 aprile 2012
Pasqua col bis
Buona Pasqua a chi passa. Se la festeggiate, ovvio.
Ah, non ve l'ho detto? Qualcuno si ricorda, per caso, che a Natale avevamo due gessi al prezzo di uno in famiglia? Bene. Mi raccomando, che non si perda la tradizione. A Pasqua c'è la mamma col braccio al collo, (non io, la mia mamma). Ha rotto un gomito qualche giorno fa.
Per la serie, guai a farci mancare qualcosa.
Ah, non ve l'ho detto? Qualcuno si ricorda, per caso, che a Natale avevamo due gessi al prezzo di uno in famiglia? Bene. Mi raccomando, che non si perda la tradizione. A Pasqua c'è la mamma col braccio al collo, (non io, la mia mamma). Ha rotto un gomito qualche giorno fa.
Per la serie, guai a farci mancare qualcosa.
mercoledì 4 aprile 2012
Gattolineria
Che esperienza singolare. Rimarrei a guardarli per ore, anche mentre dormono. E' la prima volta che succede in casa mia, davanti ai miei occhi, e dato che probabilmente sarà anche l'ultima me la sto godendo appieno.
Ieri i topi (li chiamiamo così, perchè per ora assomigliano davvero a dei grossi topi) hanno compiuto una settimana. Hanno ancora gli occhi chiusi, sono vitali a mille e belli, bellissimi. Non sono ancora riuscita a distinguerne al cento per cento il sesso, ma così ad occhio direi che tre sono femmine e uno maschio. Dicono che non dovrei manipolarli molto, io cerco di fargli sentire il mio odore spesso in modo da rendergli il contatto umano il più possibile famigliare. Spero di rendergli più facile, in questo modo, adattarsi alle loro future famiglie.
Perchè no, non ho nessuna intenzione di tenerli. Non se ne parla proprio. Ne ho già quattro, e sono tanti. Mi dispiace da morire, ma è anche questione di spazi: benchè abbia un giardino non è di certo un campo, e oltre ai miei ci sono i gatti dei vicini che ci scorrazzano. E bisogna mantenerli, curarli, casa mia non è un gattile. Per questo non ho intenzione di dare loro un nome, è più giusto che glielo dia chi li prende come futuri compagni di vita.
Gli altri gatti hanno avuto reazioni diverse verso di loro. Miki li guarda, li riguarda, li triguarda e se ne va per i fatti suoi. Artù soffia sia alla mamma che ai piccoli, e dopo un po' se ne va. Amy è quella che l'ha presa peggio: è sempre arrabbiata, se ne sta fuori per la maggior parte del tempo, grugnisce contro tutto e tutti. Per tutti e tre vale la stessa filosofia: GLI PASSA. Ovvero, non me ne cruccio più di tanto.
Il Power invece, dopo i primi due giorni di "sono diventato zio eh", ha smesso di curarsene. Ho scoperto che ne è intimorito. Ieri sera ha espresso il desiderio di prenderne uno tra le mani, ma nel momento in cui ho fatto il gesto di passarlo dalle mie alle sue si è tirato indietro. Ha paura, dice, perchè hanno sempre le unghiette in fuori. Credo in realtà che si senta goffo. Io non insisto, lascio che piano piano maturi da sè la consapevolezza che lo può fare. Come sempre a mio figlio serve del tempo, più tempo di quello che si vorrebbe, per fare i suoi piccoli passi. E va bene così.
Chi mi stupisce è il Gatto Alfa. Non voleva saperne, si era barricato dietro a un muro di "no, no, no", e ora lo scopro a parlarci assieme perfino. Oggi mi ha chiesto se ne volessi tenere almeno uno. Dice che lo fa per provocarmi, ma basta guardarlo in viso per capire che è lui ad averne una gola! Di sicuro sono convinta che questa cosa sta facendo più bene a lui che non a tutti noi messi assieme. E' un regalo gioioso. E alla gioia non si può dire di no.
Ieri i topi (li chiamiamo così, perchè per ora assomigliano davvero a dei grossi topi) hanno compiuto una settimana. Hanno ancora gli occhi chiusi, sono vitali a mille e belli, bellissimi. Non sono ancora riuscita a distinguerne al cento per cento il sesso, ma così ad occhio direi che tre sono femmine e uno maschio. Dicono che non dovrei manipolarli molto, io cerco di fargli sentire il mio odore spesso in modo da rendergli il contatto umano il più possibile famigliare. Spero di rendergli più facile, in questo modo, adattarsi alle loro future famiglie.
Perchè no, non ho nessuna intenzione di tenerli. Non se ne parla proprio. Ne ho già quattro, e sono tanti. Mi dispiace da morire, ma è anche questione di spazi: benchè abbia un giardino non è di certo un campo, e oltre ai miei ci sono i gatti dei vicini che ci scorrazzano. E bisogna mantenerli, curarli, casa mia non è un gattile. Per questo non ho intenzione di dare loro un nome, è più giusto che glielo dia chi li prende come futuri compagni di vita.
Gli altri gatti hanno avuto reazioni diverse verso di loro. Miki li guarda, li riguarda, li triguarda e se ne va per i fatti suoi. Artù soffia sia alla mamma che ai piccoli, e dopo un po' se ne va. Amy è quella che l'ha presa peggio: è sempre arrabbiata, se ne sta fuori per la maggior parte del tempo, grugnisce contro tutto e tutti. Per tutti e tre vale la stessa filosofia: GLI PASSA. Ovvero, non me ne cruccio più di tanto.
Il Power invece, dopo i primi due giorni di "sono diventato zio eh", ha smesso di curarsene. Ho scoperto che ne è intimorito. Ieri sera ha espresso il desiderio di prenderne uno tra le mani, ma nel momento in cui ho fatto il gesto di passarlo dalle mie alle sue si è tirato indietro. Ha paura, dice, perchè hanno sempre le unghiette in fuori. Credo in realtà che si senta goffo. Io non insisto, lascio che piano piano maturi da sè la consapevolezza che lo può fare. Come sempre a mio figlio serve del tempo, più tempo di quello che si vorrebbe, per fare i suoi piccoli passi. E va bene così.
Chi mi stupisce è il Gatto Alfa. Non voleva saperne, si era barricato dietro a un muro di "no, no, no", e ora lo scopro a parlarci assieme perfino. Oggi mi ha chiesto se ne volessi tenere almeno uno. Dice che lo fa per provocarmi, ma basta guardarlo in viso per capire che è lui ad averne una gola! Di sicuro sono convinta che questa cosa sta facendo più bene a lui che non a tutti noi messi assieme. E' un regalo gioioso. E alla gioia non si può dire di no.
domenica 1 aprile 2012
Due piccole cose
Era ora che passassi di qui... In questo periodo non ho molta voglia di stare alla macchina da cucire, causa confinamento a letto. Però oggi mezzoretta me la sono concessa, perchè il riposo forzato aiuta l'immaginazione, e l'immaginazione oggi ha prodotto questo, che era da un po' che ci filavo sopra per farne uno.
Cuscinetto cuoricioso?
No, o almeno non solo...
Perchè aprendolo ed estraendone il contenuto se ne ottiene una...
...comodissima shopper da tenere in borsetta! Non mi ricordo dove ne ho vista una simile, ma l'esserci riuscita senza avere un tutorial a portata di zampa mi riempie di orgoglio. Ho usato le prime stoffe che mi sono venute in mano per farne una prova, ma penso di farne altre un po' più chiccose da regalare. Magari decorandoci il sacchettino/triangolo con un ricamo, un bottone, delle passamanerie o che so io.
E poi con un po' di ritardo voglio mostrarvi come ho riciclato l'idea dei cuscinetti: mica servono solo per appenderli alle maniglie delle porte o come trovaforbici, o puntaspilli... Il mio ultimo cuscinetto, ideato per una amica ricamina, è questo
Che sul davanti è un normalissimo banale puntaspilli, ma dietro
semplicemente applicando una taschina prima di cucirlo lungo il perimetro, è diventato un portafarfalline, o portaforbici, o porta-qualsiasi altra cosa. Il bottone è il mio ormai collaudato portafilo volante, e una mollettina per tenere fermo un piccolo schema fa sicuramente comodo.
Cuscinetto cuoricioso?
No, o almeno non solo...
Perchè aprendolo ed estraendone il contenuto se ne ottiene una...
...comodissima shopper da tenere in borsetta! Non mi ricordo dove ne ho vista una simile, ma l'esserci riuscita senza avere un tutorial a portata di zampa mi riempie di orgoglio. Ho usato le prime stoffe che mi sono venute in mano per farne una prova, ma penso di farne altre un po' più chiccose da regalare. Magari decorandoci il sacchettino/triangolo con un ricamo, un bottone, delle passamanerie o che so io.
E poi con un po' di ritardo voglio mostrarvi come ho riciclato l'idea dei cuscinetti: mica servono solo per appenderli alle maniglie delle porte o come trovaforbici, o puntaspilli... Il mio ultimo cuscinetto, ideato per una amica ricamina, è questo
Che sul davanti è un normalissimo banale puntaspilli, ma dietro
semplicemente applicando una taschina prima di cucirlo lungo il perimetro, è diventato un portafarfalline, o portaforbici, o porta-qualsiasi altra cosa. Il bottone è il mio ormai collaudato portafilo volante, e una mollettina per tenere fermo un piccolo schema fa sicuramente comodo.
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