lunedì 22 ottobre 2012

Di difesa e di ottimismo

Il Power oggi è tornato a casa raccontando dell'ennesima litigata con un gruppetto di compagni, durante la ricreazione. Sempre quello. E' il genere di gruppetto di "svegli", di quelli che fanno la parte dei bulletti ma solo finchè se la vedono tra di loro e il pollo che prendono di mira (e bisogna dirlo, mio figlio si presta degnamente a fare la parte del pollo), che se niente niente si avvicina un bambino di quinta che passa di là per gettare nel bidoncino della differenziata il contenitore del succo consumato per merenda, diventano più minuscoli del pulcino Pio (e altrettanto fastidiosi). Che mio figlio, poi, è tanto grande e grosso (e fa pure judo!) ma è, come si dice dalle mie parti, pandolo. Grando, grosso e maon. Che lui la differenza tra la il suo metro e quaranta per quarantadue chili di peso e il metro e dieci per venti chili bagnati del solito DiEmmeBi e compagnia bella (sono in tre in tutto, e tutti e tre della stessa stazza - stazza? Tascabilità è più appropriato) non la vede. NON -LA-VEDE. E si lascia prendere in giro, e se la prende sul personale, e ci rimane male, e si lascia picchiare. Oddio, male non gli fanno dato che... come dire... non ci sono le proporzioni. Non al fisico almeno. Ma al cuore, quel cuoricione di cucciolo di orsacchiotto preso a zampate dal micetto di passaggio, a quello gli fa un male cane. Al cuore e all'autostima. Perchè il Power, per qualche strano mistero, quel trio di sardine con la pinna da squalo allacciata alla schiena con l'elastico delle mutande, lo venera come si venera la statua di Giulietta in quel di Verona. (E diciamola tutta, che il Power non reagisca con le mani alla fine conviene anche, è una fortuna, visto che se fosse il contrario il conteggio dei danni a cose e persone sarebbe quantificabile con imbarazzo).

Ora, sono mesi che io, da missionaria pacifista quale sono (ah ehm, dovrei essere) a seguito dell'investitura materna da parte della natura, cerco di inculcargli nella testolina delle soluzioni alternative a quelle che di istinto mi verrebbe da adottare personalmente (ma che mi guardo bene dall'elencargli, visto che sono apertamente politically S-correct). E sarebbero, in ordine casuale:

-Provare a parlarci, proporre un modo alternativo di passare il tempo.
-Ridere loro in faccia mentre lo prendono in giro, che non c'è maggior soddisfazione e miglior invito ad aggiungere legna al fuoco per tipi come loro di un compagno che se la prende a male (che magari poi ti viene da ridere sul serio e impari a prenderti con un po' più di sense of humour, eh, Power?).  Ridi, dopo un po' gli passa la voglia di continuare.
-Ragionarci sopra: ti chiamano Elefante? Guardati, vedi che sei un bambino, non un elefante, se tu sei un elefante loro sono molto, ma molto miopi. Ergo, il problema è loro, non tuo. Ma fin lì ci arrivo anch'io, troppo razionale per essere messo in pratica a ricreazione, dove si liberano gli istinti tenuti repressi durante le due ore di matematica precedenti.
-Cercati altri amici. Che non capisco perchè, con 180 bambini in tutta la scuola, tu ti debba andare a cercare proprio quei tre spavaldi ed esuberanti soldi di cacio per passare il tempo, e soprattutto perchè devi dar peso solo alle loro parole e non a quelle dei rimanenti 176. Lo so che la spavalderia del trio Moschettieri in Mutande attira perchè fa più "figo", ma rassegnati, troppo spesso "figo" è "solo figo", a sostanza siamo messi maluccio. Dice che i bambini tranquilli non lo vogliono con loro, dopo che gli anni scorsi lui interpretava il "giochi con noi" come un "agli ordini capo". Che proprio perchè evidentemente sono bambini più intelligenti, col cavolo che sottostanno ad un compagno così. Oh caro et amato figliuolo, i rapporti umani sono la cosa più difficile della vita, ma non possiamo farne a meno perchè l'uomo è un essere sociale, altrimenti sarebbe un felino (che anche lì, vabbè). C'è di buono che si può imparare dagli errori fatti e cambiare per vivere meglio, quindi tesoro, accetta i compromessi necessari per andare d'accordo - un po' si cede, un po' ci si impone - e vai a giocare con Pietro, Enrico, Davide e compagnia bella. E soprattutto via quel muso, che quello no, non piace a nessuno.
-Vai dalla maestra e fatti aiutare.

Ovviamente tutto questo mio parlare finora non ha riscosso successo, o in alcuni casi ha avuto un riscontro positivo ma temporaneo. E ci ha pensato il papà, oggi, ad insegnargli la sua versione della soluzione per il problema. Una soluzione da maschio. Pratica, semplice, veloce, efficiente ed efficace.  Arriva il pugno? Ti sposti e gli fermi il braccio. Ti carica? Ti sposti un momento prima che arrivi al tuo stomaco, il volo sul pavimento è un perfetto autogol che fa passare la voglia di fare il bis. Che mica ti mandiamo a judo per niente, no? Impara la filosofia della cedevolezza ed applicala!
Che io adesso non è che sappia bene spiegare a parole com'è che più forza usa uno per tirarti un pugno sullo stomaco e più male si fa (e se lo fa da solo!), sta di fatto che lo so, non si vorrebbe arrivare a questo punto, ma come si dice, a mali estremi, estremi rimedi. E deve cavarsela da solo a scuola, caro lui, che a scuola non ci sono mamma e papà a risolvere le situazioni, e non si può nemmeno pretendere che le maestre si inseriscano in ogni minima bega tra bambini (anche se in tutta sincerità mi meraviglia che non si siano accorte  che ci sono bambini che durante la ricreazione alzano le mani, o se ne siano accorte e non prendano provvedimenti,  discorso che verrà tirato fuori da qualcuno "a caso" durante la riunione di venerdì), altrimenti si che non è più finita.

Insomma, tutto questo discorso fa parte del chiacchiericcio di oggi durante il pranzo in famiglia, e si è protratto (per la parte "pratica") durante il dopo-caffè.
E quindi mentre lavavo i piatti, Power e Gatto Alfa dietro di me, facevano prove tecniche di autodifesa soft, ma in una maniera talmente giocosa ed allegra da riempire la casa di risate. Perchè sono discorsi seri, ma a otto anni si ha tutto il diritto di sapere che i problemoni della vita sono altri, e che su questi alla fine possiamo prenderci il lusso di guardare con ottimismo. Non sono drammi.
Prima che finissi di sciacquare il lavandino erano già usciti in giardino per iniziare a sistemarlo per l'inverno, rincorrendosi sotto il sole.

E io ho pensato tra me e me che, per quanto mi riguarda, il mondo avrebbe potuto anche fermarsi li.



8 commenti:

roberta ha detto...

Mi sembrava di vederli, il Gatto Alfa e il Power, a giocare a Power Ranger, a spiegare uno e a capire l'altro come fare a far fare figuracce ai terribili tre. Come in un film di Bud Spencer e Terence Hill.
Roberta

kissfn.r ha detto...

Io ai miei figli ho insegnato a non colpire per primi ma a reagire se vengono colpiti! Solo che loro sono timidi, troppo educati, sensibili e non lo fanno vengono a piagnucolare da me!Hanno ancora 5 anni.......ieri uno dei due mi fa "Mamma A. mi ha detto che sono pezzo di merd........! che vuol dire?" Mi ha fatto un enorme tenerezza...............(A. ha un anno meno di loro) e questione di carattere penso che possiamo fare ben poco!

Fragolina ha detto...

che tenerone il Power io lo adoro...
sai che a fine post mi hai commosso?

tornando ai bulli
di queste storie ne leggo in molti blog
quello che mi stupisce è che si tratta sempre delle mamme di bimbi "bullizzati"
mai che mi sia capitato di sentire la mamma di un bullo preoccupata del comportamento di suo figlio

ora la domanda mi nasce spontanea (da neofita ancora al di fuori di queste dinamiche) ma le mamme dei bulli lo sanno che fanno i loro bimbi a scuola?
se lo sanno che pensano?
se non lo sanno perchè non lo sanno? i bimbi sono così astuti da trasformarsi da angioletti innoqui a bulletti appena la mamma non guarda?

questa cosa dei bulli mi spiazza, leggo sempre con interesse perchè so che arriverà anche il mio momento
e spero di sapere cosa dire/fare quando sarò a mia volta testimone di questo genere di situazione

Mamiga ha detto...

E' la fine del post il centro del messaggio, Fragolina :)

lauragds@gmail.com ha detto...

"quindi tesoro, accetta i compromessi necessari per andare d'accordo"

Power, prendi questo consiglio e mettilo da parte, perchè vale tanto oro quanto pesa ogni lettera che la tua mamma, quella che mal tollerava le mamme della materna, ha scritto perchè detto da lei vale moltissimo, e non perchè è la tua mamma, ma perchè è una persona che di buon viso a cattivo gioco ne ha fatto parecchio.

Unknown ha detto...

hai mai pensato di scrivere un libro??? comunque il "bullismo" è una piaga. fate bene a spingere il Power almeno a scansare i colpi. poi ti parla una che di bulli ne ha conosciuti tanti e che sa bene che le arti marziali...pian piano ti fanno crescere e ti insegnano ad essere più sicuro e quindi anche meno "vittima appetibile".

un abbraccio
Sara

Anonimo ha detto...

Siete davvero genitori esemplari...io alla mia bimba che ora di anni ne ha 9 ho sempre cercato di dire di mantenere la calma di non considerare, di allontanarsi e alla fine sia io che mio marito le abbiamo detto di reagire! ovviamente non lo fa perchè così è stata educata e purtroppo, per mia esperienza, i bambini che sono più "monelli" (eufemismo) hanno dei genitori che indubbiamente sono peggio di loro...non lo esprimono fisicamente ma verbalmente (lo capisci dai discorsi che fanno o che non fanno!)...Sicuramente il fatto di non drammatizzare aiuta tantissimo e poi il Power come la mia Giulia impareranno ad apprezzare altri bambini e ad evitare questi piccoli bulli. Isabella.

wolkerina ha detto...

Da quando l'ho letta la tua ultima frase mi rimbalza dentro. E' capitato anche a me di sentirmi così ed è una sensazione di pace e serenità unica.