Ecco il post nostalgic/lacrimoso della domenica.
Cinque anni fa, a mezzogiorno, la diagnosi.
C'era il sole, e un freddo becco. Come oggi. C'era una sala d'attesa che non sapevo manco che esistesse, c'erano facce nuove, c'era la certezza di essere capitata nell'ambulatorio sbagliato prima, e la sensazione di essere stata avvolta da una bolla di plastica insonorizzata subito dopo. Ricordo poche immagini e pochissime parole, quelle essenziali, quelle più pesanti, quelle che mi hanno fatto sentire come se mi avessero dato una legnata sulla schiena senza motivo. Ma ricordo perfettamente quanto mi sentissi smarrita. Ricordo quel "NO!" che si ripeteva ritmico nella mia testa, rimbombava nelle tempie, usciva in un sussurro dalla mia bocca decine di volte nelle ore successive. C'era il sole, e io ho trascorso il pomeriggio vedendolo bagnato di pioggia, mentre arrancavo per non far trapelare in alcun modo a mio figlio (che aveva appena compiuto sei anni da poco) che c'era qualcosa che non andava.
Nessuna mamma dovrebbe avere pensieri del genere. MAI. Me lo sono ripetuto spesso negli anni scorsi. Che la mia preoccupazione più grande non è mai stata per me stessa e per la mia vita in ballo, neanche quel giorno di cinque anni fa, nemmeno quando mi sono ammalata di artrite pochi mesi prima. La mia angoscia più grande era proprio per il mio bambino.
Ricordo il POST che ho scritto la mattina prestissimo del giorno dopo, dopo una notte praticamente (e giustificatamente) insonne. E' stata la decisione di non viverlo da sola. E questa decisione mi ha salvato, in parte, l'anima. E ricordo che grazie al primo commento, anonimo peraltro (ancora mi chiedo chi sia), è nata una amicizia bellissima. Il primo "lato buono della faccenda".
Voglia il cielo che tra qualche mese, ad agosto, possa festeggiare i MIEI cinque anni serenamente. Quei "cinque anni" che fanno paura ad ogni malato di tumore il giorno della diagnosi. Che parevano un'eternità quando è iniziato il conto.
E invece ci siamo quasi.
4 commenti:
Quel commento anonimo lo ringrazio sempre anch'io!
Sono già passati CINQUE anni?
come vola il tempo!
Un abbraccio, anzi, cinque abbracci!
quella di Lucy...
il pensiero che avevo era "come dirlo " ai miei figli, che , essendo abbastanza grandi per capire e sapere la verità, dovevano essere informati. Non ricordo le parole che ho usato, ero talmente scioccata io stessa; ma ricordo il loro silenzio irreale e la domanda del più piccolo " mamma ma se ti cadranno i capelli poi ricresceranno?!" era forse il suo modo per minimizzare un problema più grande di lui in quel momento..
un abbraccio
Annamaria
Scusa Sara, ma presa dall'entusiasmo per Maya mi sono persa il post precedente!!!
Seguo anche il blog di Mia, non è difficile pensare perchè siate diventate amiche!!! Grandi donne!
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