sabato 28 novembre 2015

Ancora sulla giostra, uno sfogo a caldo (poi mi passa, oh se mi passa)

Allora.
Lunedì sono stata a fare l'isteroscopia. Chi l'ha fatta sa che non è una passeggiata, ma sinceramente da come mi era stata raccontata la pensavo un'esperienza peggiore di quello che poi è stata.
L'attesa è stata lunga: sono stata ricoverata alle sette e mezzo e visitata all'una e un quarto. Normale quando si va in ospedale, anche se ho atteso con altre tre donne in vena di chiacchiere. Normalmente non chiacchiero volentieri in queste situazioni, ma stavolta mi sono lasciata trascinare, e non è stato spiacevole. Ha ridotto drasticamente l'ansia.
Il dolore è stato piuttosto intenso, ma breve e tollerabile, accentuato sicuramente dal fatto che avendo l'utero antiverso ed essendo in menopausa chimica ormai da cinque anni, non ero proprio nelle condizioni fisiologiche migliori per il migliore degli esami. Ma insomma, c'è di peggio. Vivo peggio la paura del dentista.
E' stata fatta la biopsia, a vista sembra solo un "coagulo" di endometrio, ma attendiamo gli esiti dell'istologico verso fine anno per tirare il fiato. Anche perchè il medico ha fatto più prelievi, dato che c'era, tutto attorno. E' stato pheeghizzimo stare a guardare il monitor che avevo accanto mentre venivano fatti esame e prelievi: ho visto l'interno del mio utero a colori, in 3D e ingrandito, con tanto di pinza a bocca di coccodrillo ingrandita che strappava qui e là pezzi di tessuto. La curiosità ha alleviato la tensione.
Infine mi sono "goduta" un pomeriggio spossante in poltrona, davanti al fuoco, tisanE (non tisanA) alla mano, coi gatti che si alternavano al mio fianco, senza cenare, a letto presto.

Si lo so, posso sembrare strana, ma in questi anni ho imparato che concentrarsi sull'aspetto drammatico di queste cose (a posteriori, perchè "durante" sfido chiunque a non essere teso) non aiuta per niente ad affrontarle, non le migliora, anzi le peggiora solamente, e non cambia gli esiti finali.
E' con questo spirito che ieri sono stata a fare la risonanza magnetica al seno con mezzo di contrasto. Mai fatta prima. A pancia in giù, che pensavo fosse di un fastidioso incredibile, e invece è stata più comoda di quella in posizione supina, meno claustrofobica. Controllo, semplice controllo ordinato dall'oncologo, così da confermare ulteriormente anche gli esiti delle due ecografie e della biopsia di febbraio e maggio 2015 (il granuloma sul seno operato).
Un quarto d'ora di esame, poi mi fanno accomodare in osservazione per una mezz'ora prima di togliermi l'ago dal braccio. Ad un certo punto esce il medico, e mi chiede il dischetto dell'ultima ecografia fatta per verificare alcune immagini, il referto lo avevano già in fotocopia. Glielo porgo, me lo restituisce dopo un quarto d'ora. Alle dieci circa esco e vado a fare colazione (ero digiuna).
Per fare contenti i suoceri, dato che al ritorno è bastata una deviazione di pochissimi chilometri e il Power non sarebbe stato a casa prima delle cinque, siamo stati a pranzo da loro. E mentre pranzavamo è arrivata la telefonata.
"Signora, è la Radiologia dell'ospedale della Big City, ci siamo viste circa tre ore fa". E già lì...
"Dovrebbe tornare... dovremmo vedere... le abbiamo fissato una ecografia per martedì prossimo".
Credo di essere diventata di un colore indefinibile, perchè a tavola mi guardavano con gli occhi sgranati.
"Ma l'ho fatta a maggio e tre mesi prima, c'è la biopsia, avete tutto... La risonanza serviva a ratificare le due eco. Avete trovato qualcosa d'altro???"
"Si, no, ma dovremmo verificare, analizzare meglio, a volte dopo la risonanza si fa l'eco per confermare l'esito".
"Ma ho già una ecografia fissata per il prossimo febbraio, non mancano secoli".
"No, dobbiamo farla subito, ma stia tranquilla". 

AAAAAHAHAHAHAHAH. Bella battuta.


Tranquilla un par di ciufoli. Vorrei vedere voi. Soprattutto dopo che i medici, nonostante passino gli anni dal tumore (ormai quasi SEI), vi trattano come foste bombe ad orologeria, vi continuano a fissare i controlli a sei/otto mesi anzichè portarli ad annuali (come hanno fatto con la mia mamma, che secondo loro l'aveva peggiore della mia, la menata), ad ogni spillo fuori posto vi fanno passare sotto ad uno scanner random, MA vi congedano costantemente con un "signora stia tranquilla".  Ecco, questo mi da profondamente ai nervi. Mi fa sentire un tichinin presa per il sedere. D'altra parte non vedo che altro potrebbero dirmi, umanamente non è facile trovare le cose giuste da dire, ricordo perfettamente come ragionavo prima della malattia, e so quanto suscettibili si possa diventare "dopo". Ma quel "stia tranquilla" mi urta. Come mi urtano i "pensa positivo". No, cacchio. Io non penso positivo, non in questi frangenti. Io penso che non mettere sul piatto la realtà dei fatti, il rischio, è fare come gli struzzi. Accetto meglio un "non annegarci, cerca di distrarti, non concentrarti solo sul peggio", è più realistico, e così ho sempre fatto e lo farò ancora, perchè ho anche altro a cui pensare (fortunatamente) durante il giorno, e non sono mica in punto di morte. Non mi sento la terra mancare sotto ai piedi come succede a tante (purtroppo) ad ogni controllo anche dopo anni ed anni, non sono angosciata. Forse è fortuna, forse è questione di carattere, o forse è tutte e due.  Ma "pensa positivo" non ditelo. MAI. Perchè se foste al posto mio, nostro, capireste che è non impossibile, ma irrazionale.

E così martedì altro giro, altra corsa.

La verità? Ieri sera non ero in ansia, non lo sono nemmeno stamattina. Assurdo? Forse.
Non ero in ansia, ero solo incazzata, e tanto. L'assurdo è che non so il motivo, e non so nemmeno con chi fossi incazzata, ma lo ero terribilmente, profondamente, furiosamente. Era più forte di me. Ero incazzata e stufa, stufissima, con poca voglia di parlare e tanta di concentrarmi su cose più interessanti, come il mio primo mercatino del sei dicembre, ho tante di quelle cose da fare ancora per allestire il banco. Non ho nè voglia nè energie da regalare ad una malattia che non c'è (perchè NON c'è più, non deve esserci e non c'è, lo dico io e basta), alle ipotesi, alle corse alla Big City come a Tisanville, agli scanner, e soprattutto agli imprevisti che non regalano niente in cambio, anzi, fanno solo perdere tempo. Prego e spero solo che i markers che andrò a fare a metà dicembre non abbiano nemmeno una virgola fuori range, o chissà dove altro mi spediscono a farmi rabaltare. E anzichè a febbraio andro avanti ad oltranza anche stavolta.
Sicuramente con il passare delle ore questa cosa andrà a scemare, ma intanto c'è, è la sensazione di essere su una giostra che non si ferma, e io non ho mai amato le giostre al pari di quanto non amo le maschere. Voglio decidere io come girare, non lasciar decidere a un giostraio che non vedo nemmeno in viso.

4 commenti:

Cristina ha detto...

Io probabilmente sono matta, ma sono diventata insofferente, tanto insofferente ,nei confronti dei dottori e dei loro "facciamo il controllo, solo per scrupolo" Ma fattelo m,il controllo per scrupolo. Intendiamoci, non ho niente contro I controlli, ci mancherebbe. Ma non sopporto questo continuo farti sentire "malata".
Io sono stata operata a giugno 2014 alla mammella dx, maggio 2015 l'ecografia di controllo ha riscontrato in linfonodo ingrossato nell'ascella sinistra...allarme generale. Il radiologo mi consiglia una PET, dicendomi anche lui "stia tranquilla,e'solo per scrupolo(grrr). Siccome l'attesa degli esiti mi stressa da morire e la sola certezza di sapere davvero la natura del linfonodo ingrossato sarebbe stato l'esame istologico,me lo sono fatta togliere (ho detto che sono matta, preferisco un intervento a una PET!!!) Risultato: toxoplasmosi. So benissimo che posso riammalarmi di nuovo, quindi continuero' a fare I controlli strettamente necessari, ma non uno di piu', perche' fino a prova contraria adesso sto bene.





n ha detto...

OK.... Non voglio dire cose sbagliate (è così facile e mi dispiacerebbe)
Perciò ti mando solo un abbraccio, forte e sincero.
Laura

Isabella ha detto...

Incrocio tutto per te!Tienici aggiornati.

Mia Camilla Lazzarini ha detto...

Allora martedì ci penseremo a vicenda. E poi ci faremo le tisanE.