Anzichè vomitare attraverso il blog la melma che pervade la mia mente bacata, stasera preferisco lasciare un grandissimo augurio di
BUON 2007 A CHIUNQUE PASSI DI QUI
Mamigà
Era meglio ieri. Avevo la febbre alta, mi si lasciava in pace e non riuscendo a parlare io lasciavo in pace gli altri. Ci sono giorni in cui mi vien voglia di cucirmi la bocca, in una sorta di sciopero della favella a beneficio mio e degli altri. Perchè sembra che se parlo io parli troppo, se mi sfogo mi sfoghi con eccessivo entusiasmo, se butto fuori una caterva di fango dalla bocca pare che funzioni come uno tsunami. Se alzo il tono della voce per sovrastare il volume della televisione allora sono irruenta, se dico la mia in senso contrario in casa c'è un'orda di permalosi pronta a sentirsi offesa. Eccheccacchio. A volte sembra che più che una donna in casa io sia una tigre affamata di sangue. Eppure tutti in casa sanno che sono fatta così. E sanno anche che non mi sono mai effettivamente e concretamente mangiata nessuno.
Era meglio ieri. Peccato che oggi Mamigà sia tornata la rompipalle di sempre. Peccato anche per lei.
Mamigà
Prendo spunto dall'ultimo post di Mammadelladiana per fare una riflessione sulla quale mi cimento da tempo, e che mi ha permesso - credo - di essere molto più serena di mesi fa rispetto al mio rapporto con mio figlio.
Mia madre mi ha sempre detto che con i bambini bisogna essere più tolleranti che mai. Non possono capire il mondo degli adulti e adeguarvicisi, devono crescere un po' alla volta. E' anche vero, purtroppo, che come ho letto ieri sull'ultimo numero della rivista Insieme, che tanto si parla in Italia dell'attaccamento dei figli alle madri quanto si è intolleranti verso la santa infanzia.
Mio figlio è vivace. Molto vivace. Non ha paura di niente, si sente libero di usare il mondo quanto gli piace e come gli gira, e indubbiamente questa cosa va educata e incanalata, una direzione gliela devo dare se voglio che diventi una persona civile. Mio figlio corre tra gli scaffali dei supermercati, cerca di toccare qualsiasi cosa, usa il Presepe come un fantastico paesaggio dove muovere i personaggi a suo piacimento, ha appena imparato a giocare con le gatte senza farle diventare pupazzi con coda prensile, urla divertito di fronte a qualcosa che gli piace, in mezzo agli altri bambini fa chiasso e salta dappertutto, sta a tavola in modo decisamente "fantasioso" (passatemi il termine), in casa lascia sempre un disastro di giocattoli che tornano al loro posto solo dopo un quarto d'ora di tentativi di convincimento a riordinare tutto assieme. Ma è un bambino. E tra poco avrà tre anni.
Solo da pochissimo tempo ho imparato ad accettare che il suo carattere non è di quelli più domabili, tutt'altro. E che a lui servono dettagliate spiegazioni sul perchè e percome una cosa non si deve fare, per convincersi che non è il caso di farla. Un semplice NO non gli basta più. E da pochissimo tempo ho anche imparato a fregarmene altamente degli sguardi di disapprovazione della gente di fronte a certi suoi comportamenti in pubblico, perchè la gente è bravissima a farti capire in silenzio con sguardi fulminanti quanto tu sia una mamma inadeguata per non essere riuscita ad insegnare a tuo figlio le norme della buona educazione. Ma che buona educazione d'egitto? A tre anni? Certe cose se non si fanno a tre anni quando le si fa? Quando si può saltare sul lettone, quando sei così pesante da rischiare di rompere le doghe? Quando puoi fare pasticci a tavola, quando sei così grande da sembrare un pagliaccio?
E per le cose "serie" ho smesso da un po' di tempo di urlare e saltar su come una cavalletta impazzita. Quando Trippa la combina grossa io scelgo il silenzio dopo la sonora sgridata. E gli fa male, altrochè se gli fa male. Più forse di uno sculaccione. Gli faccio capire così che se persiste in un atteggiamento sbagliato non comunica più nella maniera giusta. Perchè Trippa è ostinato, un capricorno con le corna di acciaio, e se decide che una cosa è verde puoi ben predicare che è rossa, lui ha deciso che è verde e verde rimane. Spiegazioni o non spiegazioni. Di solito lo sciopero della comunicazione non dura mai più di un quarto d'ora. E di solito funziona. Lui comprende, torna a chiedere scusa e ci avvolgiamo in un caldissimo abbraccio. Perchè a tre anni o quasi si può essere discoli, ma si è anche più intelligenti di quel che si crede. Educati forse no, ma abbastanza intelligenti da capire una spiegazione o un piccolo castigo.
Ma per fortuna le cose "serie" sono sempre di meno. Trippa è quasi un ometto.
Mamigà
Natale è passato, e oggi mi ritrovo con l'influenza. Beh, era inevitabile. In questi due giorni sono stata praticamente attorniata da persone raffreddate... Mio marito e sua madre, mio fratello e mio suocero che ci è appena passato... Beh, sembra che non tutto il male venga per nuocere, visto che finalmente a detta di Papigà con me con la bocca fuori uso ci sarà più silenzio in casa. Ma mi rifaccio, non si pensi che non metta via tutto per capodanno...
Non mi va di raccontare cosa ho ricevuto da Babbo Natale, i regali che mi ha portato sono stati tanti e tutti graditissimi (soprattutto il panettone al cioccolato in scatola di latta che mi ha regaleto Alduspm, che ho inaugurato stamattina con somma soddisfazione del palato). A volte i regali meno costosi sono quelli che danno più soddisfazione... Comunque il forno a microonde che da ieri troneggia in cucina non lo restituisco, poco ma sicuro.
Mi sono anche divertita a cucinare. Non ho fatto molto, perchè mia madre mi ha aiutato moltissimo preparando diverse cose lei. Però visto che cucinare mi piace posso dire che ieri ho passato una mattinata piacevole tra i fornelli, per preparare un pranzo di Santo Stefano a cui avrebbero dovuto partecipare anche i miei suoceri. Avrebbero. Perchè si sono auto-disinvitati alle dieci, con la scusa che lei sta poco bene. Voglio crederci per amore di mio marito. Mi viene da pensare maluccio visto che lei non è mai venuta volentieri a casa mia (come a casa di chiunque altro, visto che lei ama ricevere ma detesta ricambiare, ma questi sono problemi suoi). Però confesso che un po' male ci sono rimasta. Se non altro per Trippa che aspettava i nonni. E perchè quando si cucina diversamente dal solito si ha piacere che venga apprezzato. Ma va bene lo stesso, due coperti in meno da lavare dopo pranzo! Da cattivissima quale sono aspetto al varco il suo invito per capodanno. Che porcaccia la miseria declinerò con una scusa. Eccheccacchio, sempre a calarmi le braghe...
Oggi quindi si torna al lavoro. Per tre giorni potrei anche stare contenta, visto che poi sabato sarò di nuovo a casa. E lo sono in effetti. Preparativi per il cenone della vigilia? Nemmeno uno. Ho dimenticato i cenoni della vigilia diversi anni fa, perchè mio marito ha sempre lavorato la notte del 31 dicembre. Stavolta sarà a casa, e non credo che si farà nulla comunque. Trippa è troppo piccolo per resistere a qualsiasi festa fuori casa di notte. Lui se entro una certa ora non è a nanna ribalta l'impossibile. Ma tant'è, avrà tempo per crescere anche in quel senso. E noi per tornare ai vecchi sistemi
Mamigà
Stamattina mio marito mi ha chiesto candidamente cosa vorrei che mi portasse Babbo Natale, visto che due minuti prima ho fatto la stessa domanda a mio figlio e mi ha risposto "le macchinette che scendono giù e la bicicletta blu da maschio". Ci credete che mi ha messo in crisi? Perchè lì per lì il mio pensiero va alla velocità della luce alla merceria dietro casa, che ieri aveva esposto in vetrina un meraviglioso taglio di tela aida verde scuro su cui ho lasciata attaccata mezza lingua, e a un leaflet della Janlynn che ho visto esposto sempre nella stessa vetrina che però mi rifiuterei di chiedere apertamente, perchè poi andrebbe tra qualche tempo a far mucchio con gli altri inesorabilmente. Come sempre i miei desideri in quel senso sono pure illusioni, perchè partono dalla convinzione inconscia che se acquisto il materiale acquisto automaticamente il tempo per adoperarlo (e ovviamente non è così). E allora cosa posso volere da Babbo Natale?
In realtà vorrei mille cose, ma poi perchè desiderare tanti oggetti che riempirebbero armadi e cassetti (anche se avrei bisogno di qualche maglia visto che non ne ho quasi più della taglia giusta) quando quello che desidero veramente non si vede e non occupa spazio... Vorrei trovare sotto l'albero un lavoro sicuro, che mi permetta di guardare avanti con la certezza che i muri di casa andranno pagati e la speranza di poter dare una sorellina a nostro figlio senza paura. Ma credo che per questo ci vorrà ancora tanto, tanto tempo.
Io ho preparato un regalone per mio marito. Ci eravamo promessi di non scambiarci regali quest'anno perchè abbiamo acquistato l'albero nuovo, ma c'è una cosa che sono sicura che non rifiuterà. Non posso svelarla perchè ogni tanto Papigà sbircia qui.
Avremo un bel Natale. La magia dello sguardo di Trippa quest'anno è impossibile da descrivere, perchè a tre anni o quasi si rende conto ancor più degli anni scorsi cosa sta avvenendo. Capisce le spiegazioni, adora stare a guardare il Presepe, gli piacciono le storie di Natale e va raccontando a tutti che abbiamo fatto l'albero con tante cose colorate. Racconta anche che Heidi tenta di distruggerlo ad ogni passaggio. Aspetta Babbo Natale con curiosità, e mi auguro di cuore che ci creda il più a lungo possibile, perchè questa grande favola lo fa sognare cose belle.
Anche perchè l'altro giorno una collega mi ha fatto riflettere sparando una battuta all'apparenza stupida: ha detto ridendo che lei a Babbo Natale crede ancora. E ho deciso di crederci ancora anch'io. Perchè no? Perchè non credere che qaualcosa di bello possa arrivare a Natale? In fondo mica sempre ci si può aspettare giocattoli, sotto l'albero ci può essere qualsiasi cosa di qualsiasi tipo. Magari più divertente di quella che mi aspettavo. Io la letterina la scrivo, spero di spedirla all'indirizzo giusto.
Mamigà
COLLOQUIO INTERCORSO TRA LA PEDIATRA (P) E TRIPPA (T) DURANTE LA VISITA DI MARTEDI
P- Adesso con questo bel cosino (lo stetoscopio, ndr) sentiamo se hai il cuore.
T- No non ce l'ho.
P- Ma si che ce l'hai, fammi sentire come batte bene (e intanto cerca di appoggiargli il cosino sul torace, invano perchè lui sguscia).
T- Ti ho detto che non ce l'hooooo-oooooooo!!!
P- Scommettiamo che ce l'hai e fa tun-tun?
T- Senti ti ho detto che non ce l'ho. Mi dispiace che non c'è, dobbiamo andare a prenderlo nuovo.
P- E dove andiamo a prenderlo?
T- Al Lidl!
Il Nero era un gattone grosso e con un orecchio un po' masticato, segno evidentementelasciato da una lotta tra gatti. Da qualche mese girava nei nostri giardini, e non era molto amato: infatti il suo sport preferito era lasciare ricordini pissiatosi dove passava. Me la faceva davanti agli occhi: amava firmare i vetri della porta che da in giardino. L'ho cacciato più volte soffiandogli contro e sbattendo i piedi, lui si allontanava e come niente fosse dopo un po' lo ritrovavo addormentato sul mio zerbino. Un vero gatto macho. Quattro zampe robuste come verghe di acciaio tornito e gli attributi sempre bene in vista, senza pudore e con portamento fiero. Mi ci stavo affezionando, perchè in fondo era un buono. Con tutti i segni caratteristici del gatto che vive fuori, opportunista e cacciatore, ma era un buono.
Nelle ultime settimane sostava per ore sul mio zerbino, alternandolo a quello della mia diretta vicina (quella con cui dividiamo il Tommy per intenderci), e dormiva molto. Non dava fastidio a nessuno.
Ieri sera un'altra vicina, alle dieci di sera, bussa alla mia porta. Mi chiede se il Nero fosse di qualcuno e non sapevo cosa risponderle, perchè sinceramente la mia impressione era che fosse un po' di tutti. Ma vabbè. Mi ha chiesto con cortesia (e un esagerato senso di panico e schifo) se potevo rimuoverlo dal suo zerbino. Ho infilato i guanti e sono andata a vedere. Il Nero stava morendo.
Non aveva ferite, non vomitava, era pulitissimo. Forse un'infezione, forse una costipazione, non lo so. Ma stava morendo e non volevo che morisse lì, e men che meno lo voleva la vicina che detesta i gatti, domestici o randagi che siano, tanto che sembra le venga un attacco di orticaria quando uno le si avvicina (ma vabbè, non posso pretendere che tutti siano gattomaniaci come me).
Ho preso il Nero e l'ho messo in uno scatolone di cartone dove avevo riposto degli stracci, e un po' di croccantini, non si sa mai che magari sia un malore passeggero. L'ho portato nel capanno degli attrezzi, al riparo dal gelo e dal vento, e l'ho lasciato in pace. Lui che non si è mai voluto far toccare da nessuno, era diventato docile come un agnellino. Mi ha guardato con uno sguardo che mi ha penetrato il cuore.
Stamattina l'ho trovato morto. E mi si è stretto il cuore. Non credo che avrei potuto fare qualcosa di più per lui, se non addolcirgli il passaggio da qui all'arcobaleno rendendolo un po' meno gelido. Spero che nel suo piccolo l'abbia apprezzato.
Mio marito mi ha ripetuto più volte che è solo un gatto, e verosimilmente è vero. I gatti come le persone e ogni essere vivente prima o poi muore. Mi duole solo il fatto che le uniche carezze che ha ricevuto in vita sua siano state quelle che si è lasciato fare prima di andarsene.
Mamigà
Sabato mattina c'è stata la festicciola di Natale organizzata dal TPF. Una cosa semplice, seguendo lo schema esatto degli incontri soliti settimanali, ma ovviamente a stampo Natalizio-mangereccio con classica comparsa di Babbo Natale e caramelle, e frotte di papà-nonni-fratellini-sorelline varie. Un macello di adulti con bambini dietro, che lasciatemelo dire, a parte essere in numero nettamente inferiore, a me è sembrato che del Natale a loro interessasse relativamente poco o nulla. Figuriamoci, abbiamo usato una classe della Materna con giochi completamente nuovi per loro, uno spazio grande il triplo del solito, con una merenda stratosferica a disposizione e nessuna limitazione al riguardo. Babbo Natale? Il figlioletto del rossovestito di turno l'ha sgamato subito il suo papà, perchè i bambini sono piccoli ma non stupidi... Infatti a casa nostra Babbo Natale-quello vero- non si farà vedere. Lascerà semplicemente tracce di sè, ossia una scia di briciole di biscotti dall'ingresso al vialetto, ghghghghghgh...
Ma si, erano bellissimi i bambini, e a dispetto del chiasso che hanno fatto gli adulti si sono divertiti un sacco.
E Trippa? Capitolo a parte.
Si perchè lui, il veterano della brigata junior, si sarà anche comportato un tantino meglio dello scorso anno, ma lasciatemelo dire, ha uno stampo che rimane il suo ed è maledettamente duro da demolire. Bastian contrario, in quasi tre anni non ho ancora scoperto perchè ha una così vitale importanza per lui fare l'esatto opposto di quello che fa il resto del mondo che lo circonda. Perchè se su cinquanta bambini quarantanove seguono le direttive della maestra, uno solo deve placidamente farsi gli stracavoli suoi. E perchè quello stesso "uno" se gli altri non fanno quello che vuole lui, si rotola per terra arrabbiato a morte senza minimamente immaginare che forse forse ogni tanto si può anche fare quello che vogliono gli altri senza morire per questo. La cosa positiva è che se si è permesso di fare il prepotente in quell'ambiente significa che vi ha preso confidenza, il che mi lascia ben sperare visto che il mese prossimo quella stanza sarà la sua classe dell'asilo. La mia speranza è che trovi il bambino più grande di lui che lo metta a posto con un placido
"oi nini, flai daun, vola basso e schiva il sasso".
Quel giorno lancerò fuochi d'artificio ghghghghgh...
Mamigà
Stamattina Papigà è stato dall'otorino, e finalmente sembra che ci sia una piccola luce in fondo al tunner delle notti in bianco... Ha le tonsille un po' infiammate, guaribili con l'aerosol. E deve fare molta attenzione all'alimentazione serale, il che tutto sommato non è poi difficile. Speriamo bene.
Mamigà
L'ho trovato su una rivista dello scorso anno e non ho resistito alla tentazione di realizzarlo. Ci ho messo una settimana. Il difficile ora è inventare un modo con cui impiegarlo, perchè purtroppo ho il vizio di ricamare spesso senza prima chiedermi cosa ne faccio poi... Qualche suggerimento?
Mamigà
Tra ieri e lunedì ho spedito gli auguri di Natale a parentado e qualche amica. Ovviamente rigorosamente scritti a penna su un biglietto, perchè ho già scritto cosa penso degli auguri via sms o e-mail (d'accordo, via e-mail sono accettate delle eccezioni, non posso pretendere che persone che sono abituata a sentire via web si improvvisino amanuensi). Spero di non aver dimenticato nessuno.
Anche qui è arrivato il gelo. E con il gelo la bolletta del gas (di cui non scrivo l'importo per non rischiare lo svenimento due volte nello stesso giorno... accidenti). Le mie belle piante sono al sicuro sotto ai loro cappottini, che quest'autunno finalmente sono riuscita a preparare con largo anticipo. Le auto quest'inverno non si copriranno di brina e ghiaccio grazie alla fantasmagorica tettoia che ci ha fatto penare quest'estate, e che ora che ci penso avevo promesso di mostrare in foto e non l'ho fatto... Rimedierò. E che altro scrivere, non mi viene in mente nulla che non sprofondi nell'abisso dei miei pensieri, perchè da giorni mi crogiolo in un pensiero che riguarda una certa persona e non ne salto fuori. Forse è meglio che metta da parte almeno fin dopo le festività. Voglio godermi il Natale con leggerezza quest'anno, e lasciare le preoccupazioni a dopo l'epifania.
Mamigà
Stanotte è successo di nuovo. Mio marito russava che tremavano le porte, e io per disperazione ho tentato di dormire sul divano al piano di sotto. Mi sono ritrovata con la gattina sulle gambe, la grande incavolata perchè voleva venirci lei ha iniziato a rugnare e soffiare. Così le ho scaraventate giù tutte e due e sono risalita. Loro mi seguono, litigano sulle scale, vola la ciabatta e mio marito russa ancora più forte. Non ne posso più.
Sono quattro giorni che mi sembra di sopravvivere. Stamattina un collega di mio marito gli ha dato il nome di un bravo otorinolaringoiatra, domattina vede di prendere appuntamento. Può trattarsi di tonsille, dice lui, e io mi auguro che si tratti solo di quello. Al massimo gliele tolgo io se si va per le lunghe, al massimo lo suturo con un puntocroce direttamente. Gli lascerei la scelta del colore di moulinè. Purchè io possa tornare a dormire.
Mamigà
Questo l'ho finito oggi, fatto a tempo di record (una settimana). La tentazione è di metterlo vicino allo specchio in camera, per non perdermi d'animo...
Stanotte ho dormito in camera con Trippa. Lui nemmeno se n'è accorto. Ho dormito malissimo perchè il materasso è scomodo, non c'erano le lenzuola e il pigiama si incollava alle coperte... ma pazienza, almeno qualche ora ho chiuso occhio.
Detesto farlo, mi sembra una vigliaccheria, ma del russare di mio marito non ne posso più. Ultimamente sta veramente toccando livelli sonori indicibili. Sarà lo stress, sarà il materasso ormai malandato, saranno mille motivi, ma non può farmi passare notti in bianco come quella dell'altro ieri. O si fa vedere dal medico, o ce lo porto io. I cerotti nasali non gli fanno più niente, il cuscino l'abbiamo cambiato sette volte, ma il risultato è sempre lo stesso. Così non si può andare avanti.
Mamigà
Ieri ho litigato con mio figlio perchè per la millesima volta gli ho detto di non mettere le mani sulla macchina da cucire mentre è in funzione, per la millesima volta ha finto di non sentire e per la millesima volta il filo si è aggrovigliato. Scema io che faccio quei lavori quando lui è in perfetta forma mentale. Oggi l'ho imbambolato con Titti e Silvestro e ce l'ho fatta. E con Titti e Silvestro in TV le uniche frasi che mi rivolge sono:
"spegni l'acqua" (se sto lavando i piatti)
"non fare bambambam" (se sto usando la singer)
"chiudi l'aspiapovvere"
"togli Heidi dal divano"
"sposta lo stendino che non ci vedo"
"dami il succo e prendimelo tu senò perdo i cartoni".
Non c'è che dire, la schiavetta di turno sta pensando di chiedere l'aumento...
Mamigà
Ovviamente non voglio scrivere cosa regalerò e a chi, troppo banale. In fondo i regali, anche se li fai diversi ogni anno, hanno tutti lo stesso sapore. Più o meno azzeccati, più o meno intenzionali, sono sempre un pensiero (non è detto che sia positivo) verso chi li riceverà. Quello che mi da un po' da pensare in questi ultimi tre Natali sono i regali che riceverà nostro figlio. E come lui credo gran parte dei bambini.
Partiamo dal presupposto che io sono fermamente convinta di una cosa: quando si fa un regalo il punto di partenza deve essere chi lo riceverà e la faccia che farà, il più o meno intenso piacere che proverà eccetera, e non la bella figura che faremo. Anche se le due cose in fondo sono strettamente collegate. Inutile quindi persistere ad esempio (come fa mio suocero) a portare a casa nostra la più famosa nonchè elegante confezione di vini quando sa da sempre che siamo astemi in casa. Per i bambini un dono è qualcosa di speciale, ma bisogna farlo con testa. Se un adulto è disposto a soprassedere sul gusto (o disgusto) di un oggetto piuttosto che di un altro, un bambino difficilmente apprezzerà il fatto che una busta con un biglietto da cento dentro è più interessante della cucina smontabile con accessori. E trovo un delitto privare un bambino della gioia di spacchettare i regali di Natale, aprire una busta non fa lo stesso effetto. Fatto questo preambolo...
Lo scorso anno mio figlio ha ricevuto tanti regali, e già lì ho dovuto far discussione con mia suocera perchè ho accennato al fatto che glieli avrei consegnati, una volta a casa, con parsimonia: non tutti assieme ma diluiti nel tempo, altrimenti si sarebbe stancato di tutto in una settimana. Ma tant'è. Ho fatto di testa mia comunque, e così farò quest'anno se la pioggia si ripeterà. Ah, bellissimo l'aeroplanino da collezione che gli ha regalato la nonna lo scorso anno: l'ho dato a Trippa l'altro ieri. Dopo un'ora era già a pezzi. Perchè dico io, come si fa a regalare un aeroplanino da collezione a un bambino di due anni se sulla confezione c'è scritto "dai sei anni in su", che se anche sai che non glielo do subito puoi usare la fantasia per immaginare quanto può durare. Una più economica scatola di matite sarebbe stata più apprezzata dal piccolo tornado.
L'altra sera trovo mia cognata dalla nonna, io ci sono andata per consegnare il bimbo prima di andare al lavoro. Mi dice sorridente "ho bisogno del tuo consenso sul regalo che vorremmo fare a tuo figlio per Natale", e mi mostra un depliant del Carrefour con un angolo tagliato. Sopra una moto da cross elettrica, di quelle megagalattiche, che se anche ha tagliato l'angolo con sopra il prezzo so che non costa meno di cento neuri. "Altolà", esordisco forse con un po' troppo nerbo, "non se ne parla proprio"! Per diversi motivi. Primo, non so dove metterla. Secondo, anche a lasciarla sotto la tettoia delle auto come minimo i gatti la userebbero come WC multicolor, e la prima volta che quel teppistello del figlio dei vicini la addocchia la fa sparire. Terzo, perchè se i suoi amichetti usano la bici e mio figlio la Gaucho come minimo gli tocca giocare da solo, e non ne vedo il caso.
E infine, noi siamo gente semplice. La mia famiglia tira avanti, è una di quelle famiglie in cui si gioca sul pavimento senza tante smanie, ci si veste al mercato e si acquista il detersivo in offerta. Nostro figlio esce in tuta, pulita ma tuta è. Ho due gatte che della razza hanno solo il contorno, io faccio la tinta dei capelli in casa e mangiamo la pizza nel cartone. Insomma, in casa mia spendere cento euro per un giocattolo è considerato un vero spreco, non una cosa chic. Oltretutto Trippa, che di giocattoli di marca ne ha anche, si diverte da morire a fingere di far da mangiare con i miei mestoli e a guardare i DVD di Titti e Silvestro, a giocare col domino di legno e col Memory trovato nella rivista della Pimpa.
Perciò cara zia, anche se ti farebbe felice regalare a tuo nipote una cosa megagalattica tramite Babbo Natale, digli di portare semplicemente qualcosa che lo aiuti a crescere e a usare il cervello. Perchè è l'unica cosa che gli garantirà un domani fatto di scelte intelligenti. Anche se non costose.
Mamigà
Capita mille volte al giorno di guardare il proprio figlio e inorgoglirsi per qualsiasi sciocchezza faccia o dica. L'altro giorno Trippa ha esordito con un "mama faciamo il calendario della ventola" (trad. il calendario dell'Avvento) e a me si è gonfiato il cuore, oltre alla bocca di risate. E suo padre è millanta volte più orgoglioso di me del suo "campione". Niente di sbagliato in tutto questo, credo.
Ma odio ammettere che quando mio marito sciorina tutto questo orgoglio in presenza di altri mi dà enormemente fastidio, anzi direi piuttosto imbarazzo. Per un semplice motivo. Ogni volta che chiedo a una persona conoscente come sta e mi risponde bene, e poi chiedo del relativo bimbo/a, mi annoia enormemente starmi a pippare tutto un panegirico sulla relativa salute, sui progressi, sulle scemate che mi rendo conto siano importanti solo per un genitore. Il genitore interessato. E così quando siamo in presenza di amici mi immagino (e anche vedo dalle facce) la noia che possono provare nel sentirsi raccontare tutta una serie di cose su nostro figlio delle quali a loro non interessa nulla. E mi spiace perchè mio marito ci mette un entusiasmo talmente evidente che sembra un delitto smontarlo con un "si vabbè sai che ce ne frega...". Io il mio orgoglio lo tengo per me, lo scrivo sul mio blog, e chi ha voglia di leggere legge, chi non vuole cambia pagina. Probabilmente sarà giusto il suo modo di fare, e il problema è il mio che non accetto questo aspetto di lui. Devo rifletterci un po'...
Mamigà
Ps. segue un post sui regali di Natale, merita un capitolo a sè
La sottoscritta Mamigà, detentrice del potere assoluto sulle decisioni riguardanti i pasti umani e felini in questa casa, con il consenso unanime dei componenti della famiglia
dopo aver più volte pulito i pavimenti dai croccantini rovesciati, dall'acqua delle ciotole splashata tutt'intorno ai vassoi della pappa e incioppata con i suddetti croccantini, dopo aver fatto ricorso millanta volte alla pazienza per incerottare i sacchi del mangime felino quando rimaneva aperta casualmente la porta della dispensa
DICHIARA
che da oggi i pasti gattiferi saranno distribuiti due sole volte al giorno, alle otto del mattino e alle ventuno e tranta la sera
DOPODICHE'
terminati i relativi pasti i vassoi spariranno, chiusi a chiave in luogo sicuro, e a nulla varranno proteste sottoforma di miagolii e soffiate, graffi e quant'altro.
Mamigàincavolata