Si avvicina il giorno delle nozze di mio fratello, e come non tornare indietro con la memoria...
Quando mi sono sposata per me, ma come per tutti, fu una cosa seria. Nel senso che mi si vedeva in viso anche dalle foto: non ero una sposa spensierata, e se tornassi indietro prenderei la cosa con molta più leggerezza. Ma no, volli vivere tutta la cerimonia con addosso tutti i pensieri che mi portavo dentro da mesi: per chi come me è figlio di genitori divorziati le domande che ci si fa raddoppiano, triplicano, e la consapevolezza che la mia era una scelta "per la vita" ha condizionato il giorno più bello della mia esistenza (prima di quello in cui nacque il Power, ovvio, il matrimonio dopo quell'evento è passato decisamente in secondo piano). Per tutto il tempo pensavo "Mamigà, da qui non si torna indietro, sei proprio sicura di volerlo fare? Si, sei sicura. Ma l'impegno che ti prendi è enorme."
Ovvio che dal giorno successivo le cose si affrontano giorno per giorno, ovvio che le difficoltà man mano che si presentano si ha anche una forza diversa per affrontarle, e ovvio anche che i momenti felici si sono susseguiti uno dopo l'altro nonostante tutto, ma "quel" giorno non lo sai, non lo sapevo. E quando mia madre mi disse prima di entrare in chiesa "quando ti senti mancare guarda lo sposo e ti passa" io la presi sul serio: peccato che quando ne ho avuto bisogno, seduta su quello sgabello senza schienale (ma i preti non ci pensano alle spose ansiose che devono stare ritte su sè stesse per tutto il tempo? Uno schienale mi avrebbe facilitato le cose) guardavo lo sposo e mi sentivo una vocina che mi diceva "è lui che stai prendendo come marito, per la vita, TUTTA LA VITA!", e mi sentivo peggio! Quel TUTTA LA VITA risuonava enorme, sconfinato, un grosso macigno. Non che non fossi felice eh, lo sottolineo, ero e sono innamoratissima di mio marito, ma nella mia testa è inconcepibile l'idea che due persone diventino una cosa sola, checchè ne dica la Chiesa, e così come io rimango io e Papigà rimane Papigà anche se siamo una famiglia, mi chiedevo se da tutte e due le parti ci sarebbe stata abbastanza forza e abbastanza amore per portare avanti una famiglia per... tutta la vita. L'esempio che mi ha preceduto non è stato dei migliori, e per quanto uno pensi che dopotutto le persone in questione sono diverse, io ci ho pensato. E a distanza di nove (nove!) anni posso affermare che mai un giorno mi è passato per la testa il desiderio di tornare indietro, perchè il mio è un matrimonio felice.
E poi mia suocera, che quando andai a darle il segno della pace mi chiamò "signora F.", come io chiamavo lei. Mi sentii un tuffo al cuore: fu la prima persona a chiamarmi così. Ne ero, e ne sono, orgogliosa.
Comunque, terminate le riflessioni della cerimonia, la festa è stata proprio festa, e mi sono anche divertita. Tutto sommato ho un bellissimo ricordo del giorno delle mie nozze, con poche persone, con qualche rimpianto (ad esempio la scelta dei testimoni ma vabbè, ormai chi se ne importa?) e con tanta allegria. E spero che anche per mio fratello sia così. So che pensa e molto, le sue riflessioni sono estremamente diverse dalle mie, ma comunque so che non sta prendendo la cosa alla leggera, e ne sono felice. Mi fa piacere, anche se non lo dico mai. E nei pensieri altrui io difficilmente voglio metter piede quando sono profondi, a meno che non sia la persona interessata a volermene rendere partecipe.
Comunque.
La settimana che precedette le mie nozze fu la più divertente. Primo, perchè nella certezza che gli amici di turno mi avrebbero preparato qualche scherzo, mi ero premurata prima di chiuder casa e consegnar le chiavi di lasciare qualche pensiero scherzoso per loro stessi. Secondo perchè risi tanto il giorno in cui, portata l'ultima valigia, mi resi conto che la sera prima il futuro sposo aveva preso la sua ultima ciucca, ed era in uno stato ridicolo più che pietoso. Terzo, perchè qualche cugina mi preparò una piccola festa di addio al nubilato, niente di che, ma la torta "in forma" era fantastica. E quarto...
Quarto perchè mi sono divertita tanto a tener fede alle usanze. Premetto che io non sono una persona scaramantica, non ci credo. Però per me rispettare certe tradizioni da un senso di continuità, come la cosa della "camicetta della fortuna" con cui si è parlato con Laura giorni fa rispetto alla sua bimba che sta per nascere. Mi dà la sensazione di una cosa che "passa" da mamma a figlia, da sposa a sposa, e mi fa sentire salda sulle mie radici. Ovvio che non sono la sostanza dell'evento, e che se ne può fare pure a meno, ma a me ha fatto piacere rispettarle, come appunto un gioco. Sono piccolezze, ma ci tengo, perchè in me non si è mai spento quel poco di spirito romantico che mi porto dietro da tempo immemore. Questa delle tradizioni ognuno la vive a modo suo, c'è chi ci tiene e chi no, sono modi diversi di pensare in cui non voglio metter bocca. Io non so se "questa" sposa ci tenga, e non oso nemmeno affrontare il discorso perchè mi sembra di essere invadente, ma mi piace ricordare che...
E altre piccole cose. Ci sono tradizioni che poi variano di zona in zona, qui per esempio c'è quella che gli sposi usciti dalla chiesa devono segare in due un tronco d'albero posto su uncavalletto (ma il tronco è pieno di chiodi e la sega, ovviamente, con i denti rovinati), ma non fu possibile.
Sono cose che ricordo con tenerezza, con allegria, e quando tre mesi più tardi si sposò una mia cugina facemmo altrettanto, complici. Mi divertii tantissimo. Come lo stesso facemmo quando, tre anni dopo, si sposò la migliore amica che io abbia qui. (Lei si sposò in verde acqua anzichè in bianco, al momento rimasi basita, ma dopo qualche istante dovetti ammettere che con la sua cascata di capelli rossi stava meravigliosamente!)
Ecco, questi sono i pensieri che faccio in questi giorni. Sono emozionata, preoccupata perchè spero di guarire da questa nevrite che mi tiene bloccata, e anche perchè vorrei far di più ma non oso. Devo fare una lista delle cose da fare domenica mattina, perchè temo di dimenticarle, e ogni giorno se ne aggiunge una (accidenti a me quando ho detto a mia madre che sarei andata presto a sistemarle i capelli). Spero che mio figlio si comporti bene, anche se sono certa che da ridere ce ne sarà.
Quando mi sono sposata per me, ma come per tutti, fu una cosa seria. Nel senso che mi si vedeva in viso anche dalle foto: non ero una sposa spensierata, e se tornassi indietro prenderei la cosa con molta più leggerezza. Ma no, volli vivere tutta la cerimonia con addosso tutti i pensieri che mi portavo dentro da mesi: per chi come me è figlio di genitori divorziati le domande che ci si fa raddoppiano, triplicano, e la consapevolezza che la mia era una scelta "per la vita" ha condizionato il giorno più bello della mia esistenza (prima di quello in cui nacque il Power, ovvio, il matrimonio dopo quell'evento è passato decisamente in secondo piano). Per tutto il tempo pensavo "Mamigà, da qui non si torna indietro, sei proprio sicura di volerlo fare? Si, sei sicura. Ma l'impegno che ti prendi è enorme."
Ovvio che dal giorno successivo le cose si affrontano giorno per giorno, ovvio che le difficoltà man mano che si presentano si ha anche una forza diversa per affrontarle, e ovvio anche che i momenti felici si sono susseguiti uno dopo l'altro nonostante tutto, ma "quel" giorno non lo sai, non lo sapevo. E quando mia madre mi disse prima di entrare in chiesa "quando ti senti mancare guarda lo sposo e ti passa" io la presi sul serio: peccato che quando ne ho avuto bisogno, seduta su quello sgabello senza schienale (ma i preti non ci pensano alle spose ansiose che devono stare ritte su sè stesse per tutto il tempo? Uno schienale mi avrebbe facilitato le cose) guardavo lo sposo e mi sentivo una vocina che mi diceva "è lui che stai prendendo come marito, per la vita, TUTTA LA VITA!", e mi sentivo peggio! Quel TUTTA LA VITA risuonava enorme, sconfinato, un grosso macigno. Non che non fossi felice eh, lo sottolineo, ero e sono innamoratissima di mio marito, ma nella mia testa è inconcepibile l'idea che due persone diventino una cosa sola, checchè ne dica la Chiesa, e così come io rimango io e Papigà rimane Papigà anche se siamo una famiglia, mi chiedevo se da tutte e due le parti ci sarebbe stata abbastanza forza e abbastanza amore per portare avanti una famiglia per... tutta la vita. L'esempio che mi ha preceduto non è stato dei migliori, e per quanto uno pensi che dopotutto le persone in questione sono diverse, io ci ho pensato. E a distanza di nove (nove!) anni posso affermare che mai un giorno mi è passato per la testa il desiderio di tornare indietro, perchè il mio è un matrimonio felice.
E poi mia suocera, che quando andai a darle il segno della pace mi chiamò "signora F.", come io chiamavo lei. Mi sentii un tuffo al cuore: fu la prima persona a chiamarmi così. Ne ero, e ne sono, orgogliosa.
Comunque, terminate le riflessioni della cerimonia, la festa è stata proprio festa, e mi sono anche divertita. Tutto sommato ho un bellissimo ricordo del giorno delle mie nozze, con poche persone, con qualche rimpianto (ad esempio la scelta dei testimoni ma vabbè, ormai chi se ne importa?) e con tanta allegria. E spero che anche per mio fratello sia così. So che pensa e molto, le sue riflessioni sono estremamente diverse dalle mie, ma comunque so che non sta prendendo la cosa alla leggera, e ne sono felice. Mi fa piacere, anche se non lo dico mai. E nei pensieri altrui io difficilmente voglio metter piede quando sono profondi, a meno che non sia la persona interessata a volermene rendere partecipe.
Comunque.
La settimana che precedette le mie nozze fu la più divertente. Primo, perchè nella certezza che gli amici di turno mi avrebbero preparato qualche scherzo, mi ero premurata prima di chiuder casa e consegnar le chiavi di lasciare qualche pensiero scherzoso per loro stessi. Secondo perchè risi tanto il giorno in cui, portata l'ultima valigia, mi resi conto che la sera prima il futuro sposo aveva preso la sua ultima ciucca, ed era in uno stato ridicolo più che pietoso. Terzo, perchè qualche cugina mi preparò una piccola festa di addio al nubilato, niente di che, ma la torta "in forma" era fantastica. E quarto...
Quarto perchè mi sono divertita tanto a tener fede alle usanze. Premetto che io non sono una persona scaramantica, non ci credo. Però per me rispettare certe tradizioni da un senso di continuità, come la cosa della "camicetta della fortuna" con cui si è parlato con Laura giorni fa rispetto alla sua bimba che sta per nascere. Mi dà la sensazione di una cosa che "passa" da mamma a figlia, da sposa a sposa, e mi fa sentire salda sulle mie radici. Ovvio che non sono la sostanza dell'evento, e che se ne può fare pure a meno, ma a me ha fatto piacere rispettarle, come appunto un gioco. Sono piccolezze, ma ci tengo, perchè in me non si è mai spento quel poco di spirito romantico che mi porto dietro da tempo immemore. Questa delle tradizioni ognuno la vive a modo suo, c'è chi ci tiene e chi no, sono modi diversi di pensare in cui non voglio metter bocca. Io non so se "questa" sposa ci tenga, e non oso nemmeno affrontare il discorso perchè mi sembra di essere invadente, ma mi piace ricordare che...
- non mi vestii da sola, la sposa va vestita possibilmente da una parente o amica già sposata, e in mancanza da un'amica fidanzata, perchè è di buon augurio che da sposata la ragazza abbia sempre chi la possa servire.
- vestii qualcosa di nuovo (l'abito), qualcosa di vecchio (le mutande), qualcosa di prestato (la collana di perle di mia cugina), qualcosa di regalato (i guanti) e qualcosa di blu (il fiocchetto sulla giarrettiera).
- le due future suocere prepararono il letto nuziale qualche giorno prima, senza la mia presenza.
- il testimone mi portò il bouquet scelto giorni prima da Papigà. La sposa va all'altare con il bouquet fatto portare dallo sposo come segno di accettazione della proposta di matrimonio, e sono gli ultimi fiori che il fidanzato regala alla fidanzata prima che diventi sua moglie.
- mi portò all'altare mio fratello, per motivi che non sto a spiegare. Ma per me fu molto, molto importante.
- lungo il tragitto da casa alla chiesa non mi voltai mai indietro: non bisogna farlo mai, e la ragione è facile da dedurre.
- non parlai a Papigà finchè il prete non ci dichiarò marito e moglie. Prima, solo sorrisi, un bacio e tanti sguardi...
E altre piccole cose. Ci sono tradizioni che poi variano di zona in zona, qui per esempio c'è quella che gli sposi usciti dalla chiesa devono segare in due un tronco d'albero posto su uncavalletto (ma il tronco è pieno di chiodi e la sega, ovviamente, con i denti rovinati), ma non fu possibile.
Sono cose che ricordo con tenerezza, con allegria, e quando tre mesi più tardi si sposò una mia cugina facemmo altrettanto, complici. Mi divertii tantissimo. Come lo stesso facemmo quando, tre anni dopo, si sposò la migliore amica che io abbia qui. (Lei si sposò in verde acqua anzichè in bianco, al momento rimasi basita, ma dopo qualche istante dovetti ammettere che con la sua cascata di capelli rossi stava meravigliosamente!)
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Ecco, questi sono i pensieri che faccio in questi giorni. Sono emozionata, preoccupata perchè spero di guarire da questa nevrite che mi tiene bloccata, e anche perchè vorrei far di più ma non oso. Devo fare una lista delle cose da fare domenica mattina, perchè temo di dimenticarle, e ogni giorno se ne aggiunge una (accidenti a me quando ho detto a mia madre che sarei andata presto a sistemarle i capelli). Spero che mio figlio si comporti bene, anche se sono certa che da ridere ce ne sarà.
6 commenti:
portati dietro la macchina fotografica, non per gli sposi (per quello c'è il fotografo ufficiale) ma per quei momenti irripetibili che si chiacchiereranno a lungo nelle storie di famiglia
Mamigà mi hai fatto quasi venire le lacrime agli occhi perchè io il 19 agosto mi sposo e forse perchè ho appena saputo che la mia migliore amica (quella di una vita) aspetta un bambino, ed è il rpimo bambino di tutte noi amiche!!!
Spero di avere anche io quei momenti felici che descrivi e di avere altrettanto nel futuro! Spero di godermi tutto tutto quel giorno!
Spero che sia una bella favola come dovrebbe essere!
L'emozione che si prova il giorno del matrimonio e' tanta e io non credevo di poterla provare semplicemente perche' convivevamo ormai da un anno e mezzo e poi come hai detto tu c'era stata la gioia del parto pochi mesi prima ...e' stato bello, bellissimo e come ho scritto nel mio blog ..." Si lo rifarei " ...Bellissimo il tuo racconto e le tue emozioni !!!! Auguri agli sposi di tanta felicita' !!!
Mommyinprogress ( in ufficio sono anonima ) !!!
Mi sono commossa. Il tuo ricordo è da invidia... forse perché il mio matrimonio è stato organizzato nel giro di poco, forse perché ero sotto shock dalla gravidanza a sorpresa e dalla nascita di mio figlio(aveva 4 mesi quando ci sposammo. Era un bambolotto adorabile :) ) e forse perché mi sentivo fuori dal mondo. Ho pochi ricordi di quel giorno, ma l'affetto dei miei parenti venuti dalla Norvegia apposta per me fu il regalo più bello che conservo gelosamente in me. Fu anche l'ultima volta che vidi un mio zio anche se ovviamente non potevo immaginarlo...
La frase di tua suocera è quella che mi ha commossa maggiormente
Io il giorno delle mie nozze invece non ho fatto altro che sorridere, alla fine mi sembrava di avere una paresi facciale!!! :-)
A proposito, ci sarò anch'io al matrimonio, così ci conosceremo finalmente. Un bacione e a domenica!
@Luna70: ciao, è da un po' che non riesco a leggerti! Ho saputo che avrò il piacere di conoscerti, ne sono felice .-) Sarai una delle poche persone che potranno dire "ho visto il Power :DDD
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