Fissare il cielo pensando a chi non c'è più.
Ricordare i suoi grandi occhi azzurri, le mani grandi come pale, la voce profonda che non si è mai dissolta dalla mente.
Ricordare come ho iniziato a volergli bene, e come ho continuato a farlo anche dopo che le strade si sono divise.
Ricordare il nostro modo di scherzare, di prenderci in giro, e più ci si prendeva in giro più l'affetto cresceva.
Ricordare il suo modo di dimostrarmi il suo affetto, i chilometri spesi per raggiungermi, e quelli che ho speso io in ugual maniera.
Ricordare il nostro ultimo incontro, pochi giorni prima delle mie nozze, un caldo pomeriggio di giugno sul terrazzo di casa mia: i sandali ai piedi, una polo anzichè la classica camicia che indossano solitamente i... preti, e in mano un dono bellissimo che conservo ancora gelosamente. Aveva percorso quaranta chilometri apposta per portarmelo.
E ricordare un abbraccio di cui avverto ancora il calore, conservare ancora le sue lettere, leggere le sue parole e sentire che non hanno nè tempo nè luogo, ma hanno ancora un significato, come se fossero state scritte ieri.
Chiedermi come mai dopo tanto tempo d'un tratto il mio pensiero sia volato a questa persona, come mai mi sentissi accompagnata dal mio istinto a ricordare così, di punto in bianco.
Non importa che poi per tanti anni non ci si sia più visti nè sentiti. Lui mi è venuto incontro dopo tanto tempo nel cuore, a raccontarmi di me proprio nel momento in cui più ne sentivo il bisogno. A dirmi che in quel modo di amare una persona, quando le voglio bene davvero, non sono mai cambiata, anche se gli incontri importanti, quelli che lasciano un solco indelebile nell'anima, non accadono tutti i giorni.
Ma accadono.
E l'istinto non mente, anche se ingannarsi, confonderli o non capirne subito la fisionomia è facile.
E un motivo di angoscia che mi accompagna da tempo mi ha improvvisamente abbandonata, lasciandomi a ridere sotto il cielo.
3 commenti:
Mi viene da piangere, perchè?
Ormoni, fidati.
sorridiamo accanto a te ! bacio Renata
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