In questi giorni ho il morale sotto le scarpe. Almeno quanto la mia pressione.
Succede che martedì sono stata dal medico, perchè sono settimane che avverto un peso ai polmoni, gonfiore e rigidità al collo, fatica nel respirare, e sono sempre, sempre stanchissima. Dopo avermi misurato i soliti parametri (pressione, battito cardiaco, ossigenazione del sangue, e via dicendo) è arrivata la sentenza: "Mamigà, sei depressa". Si, è vero, al mattino non ho voglia di alzarmi perchè pensare di vivere una giornata in cui dover fare l'equilibrista tra i miei doveri, i miei lavori e il dolore, mi fa odiare il solo fatto di dover mettere giù i piedi dal letto. Ma possibile che la mia vita mi faccia così schifo da essere arrivata al punto di somatizzare in questo modo il mio disagio?
Comunque sia dal medico ci vai perchè hai fiducia in lui, se poi per andarci ci fai quindici chilometri un minimo di credibilità gliela devi. Dopotutto è il mio medico da più di undici anni. Dopotutto in questi ultimi due anni in particolare ha dimostrato ampiamente di volermi facilitare il più possibile nel difficile percorso che fa l'altalena tra l'oncologico e il reumatologico, e non è da tutti. Dopotutto non è di primo pelo. E quindi se ti dice che anzichè prendere un calmante ogni due settimane giusto per recuperare un po' di sonno è da considerare la possibilità di prenderne due al giorno per qualche dì, perchè ne hai bisogno, lo accetti. Non di buon grado, ma lo accetti.
"Non prenderla come una sconfitta", mi ha detto. Facile a dirsi più che a farsi. Soprattutto perchè se penso che durante tutto il periodo delle cure per il tumore ho toccato la scatola degli ansiolitici si e no quattro volte, mi chiedo dove siano finite adesso le mie palle dato che ho usato solo quelle quando la strada in teoria era più ripida. Saranno rotolate giù per la china per il troppo lavoro, che volete che vi dica.
E poi c'è stato giovedì sera. Giovedì sera ho fatto un vai-e-vieni in direzione Udine, in auto, ovviamente da sola, per il motivo del post più sotto. Durante il viaggio di ritorno la fatica a respirare si è fatta sempre più pesante, al punto che arrivata in paese la testa ha iniziato a girare, girare, girare... Insomma, scesa dall'auto mi sono trascinata in casa e BLAM! Svenuta. Per qualche secondo, non di più per fortuna, ma sono andata giù come un pero dopo aver visto tuuuutto nero. Morale: avevo la pressione sotto i piedi e il battito cardiaco sopra ai capelli. E l'ansia che caricava a mille. Pheego! Soprattutto pheega è stata la nottata successiva, trascorsa per tre quarti cercando di sedare una riga di crampi alle gambe degna di nota.
Ieri mattina ho sentito il medico. Mi ha detto di provare a sospendere la terapia per i dolori reumatici per qualche giorno, tener controllata la pressione e vedere come va.
Come va? Va che ieri ho passato la giornata tra il divano e la mia poltroncina da campeggio, uncinettando e ricamando chilometri di filo, tenendo le gambe alte, trattenendo una riga di lacrimoni solo perchè avrebbero portato via il fiato per niente. E oggi sono riuscita a fare qualche lavoro in casa, intervallato da pause stesa.
Va che se mi riprendo senza quelle compresse si torna a presentare il problema di come gestire il dolore.
Va che sto male perchè oggi avrei voluto, dovuto, essere in compagnia di Meg e Roberta anzichè litigare con il mio corpo per l'ennesima volta.
Va che tra rischio di recidive e possibilità di ulteriori problemi cardiaci trovare una terapia adottabile per la spondilite è più difficile di quello che credevo, quello che prima dell' incontro con Sir Cancer non mi dava nessun problema di tollerabilità adesso è un punto di domanda con una risposta il più delle volte negativa, e il morale va sempre più giù.
Va che c'è poco da dire "devi imparare ad accettarlo". Oggi mi è difficile. Oggi proprio non ci riesco. Oggi non vedo una soluzione e si, oggi mi faccio veramente, ma veramente schifo.
Ps. un po' meno schifo mi fa il samplerino che ho terminato ieri, il mio lavoro estivo su nero. Anzi, mi piace proprio. Chi avesse voglia di vederlo, lo può osservare nel mio solito angolo creativo, QUI
12 commenti:
Cara Mamiga', senza retorica ma senza voler sminuire, capita di sentirsi giù. Capita anche senza motivi specifici, figurati quando hai dei pensieri concreti che danno preoccupazione. Quindi, calma. Non farti buttar giù dal sentirti giù, che sarebbe il colmo, ti pare? Soprattutto per una tipa come te, che quando quelle cose rotondette le ha dovute tirar fuori eccome se lo ha fatto. E non sono rotolate via, é che a volte sono in stand-by. Il mio mentore diceva "una cosa alla volta", una banalità ma ricordarselo aiuta a riassettare le priorità e affrontarne appunto una alla volta, che sembrano meno, e meno dure.
E poi, una creatura che ha il dono di saper dar vita a delle cose così belle può sentirsi giù giù giù ogni tanto ma resta sempre una personcina speciale speciale speciale.
Silvia, da Torino - cardiopatia sì, scorpione no
Forza Sara per qualsiasi cosa siamo qua. Anche se lontano un "pat pat" arriverà sempre ed una spalla su cui piangere o soltanto per sfogarsi io ce l'ho. Un bacio ed un abbraccio forte Cristina B.
lauraricama
La depressione, gran brutta bestia, ma è un modo in cui cerchiamo di affrontare le cose, di rialzare la testa e ritirare fuori la forza. Di cose ne hai vissute molte, ne stai ancora vivendo, quindi è normale che si possa veder nero... vedrai che passerà
un grande abbraccio
Jane
Fidati del tuo medico e non preoccuparti se dovrai prendere qualche calmante in più. Anche io ho superato la malattia senza "aiutini" ma in tempi non sospetti ho preso gli antidepressivi per gli esami dell'università. Se i calmanti ti aiutano a superare il momento, allora...perchè no? Quando ti sentirai meglio psichicamente avrai anche le energie per impegnarti, insieme ai medici, per trovare la terapia giusta contro il dolore che non faccia a cazzotti con tutto il resto.
Un abbraccio
Vale
Io dirò una cosa che magari è da ignorante,
ma nella tua situazione se avessi sentito "sintomi" del tipo che descrivi, mi serai terrorizzata.
E se il verdetto è "solo" che sei un po' depressa o ansiosa, cazzarola..... io al tuo posto farei festa!!!!!
Poi certo, gli stati di alterazione emotiva sono davvero brutte bruttissime bestie (mia mamma per esempio ha retto per tutta la malattia, poi alle parole "signora lei è guarita" paffete. Cala l'adrenalina e finisci col morale sotto i tacchi), però è anche vero che ne hai passate tante, e che qualche ansiolitico o antidepressivo che ti aiuta a tenerti a galla non è niente di male!
Su su coraggio.
cara mamigà, non mi è facile trovare le parole per darti conforto e allora ti abbraccio forte e ti son vicina.
succede spesso che la depressione arrivi proprio dopo aver superato un momento difficile (e sappiamo bene che tu ne hai affrontati a iosa di momenti duri), e non è questione di palle nè di forza d'animo: per quanto la mente giochi un ruolo importante siamo fatti di chimica ed è anche la chimica che può aiutare a superare certi momenti.
detto questo, se una vocina dentro di te ti dice che il medico forse non ci ha visto giusto ascoltala e approfondisci!
PuffolaPigmea e Wolkerina mi hanno anticipata: l'adrenalina non può reggere a mille all'infinito, a un certo punto cala, a volte crolla. Non è la testa che ti tradisce, è la chimica.
Intendiamoci, è pur sempre una fregatura, ma almeno dovrebbe aiutarti a evitare l'autoflagellazione.
E no, non devi imparare ad accettarlo. Intanto spara una fila di vaff... e un rosario da scaricatore di porto.
Poi, magari, lo accetti. Ma dopo.
Sono d'accordo con MiaSorriso, il dolore e la rabbia, come qualsiasi altra importante emozione, vanno BUTTATE FUORI.. Dentro, fanno male.
E' sacrosanto e legittimo inveire: la paura di recidiva, la Vita che comunque ti chiede alte prestazioni... ECCECCAVOLO...
Ben vengano le goccine se, in certi momenti, solo in certi momenti, ti aiutano a venire a patti con una vita che non è quella che conoscevi.
Un abbraccio Claudia
PS pure io, per la prima volta durante la chemioterapia ho assunto lo Xanax... Contro voglia ma... per fortuna esisteva
Bellissimi i tuoi narcisi.
Mi spiace sentirti così.
Fatti aiutare dal tuo medico che sa il fatto suo.
Hai fatto tanto, hai lottato tanto e stai mandando avanti una casa, una famiglia e il piccolo-grande Power, penso, credo che la tua stanchezza sia più che giustificabile.
Sai non sempre uno riesce a farcela da solo, a volte c'è bisogno di un aiutino, non per questo la nostra volontà va messa in discussione.
L'impegno c'è e rimane.
Un abbraccio
4 p
Grazie a tutte.
E' vero, è chimica. Non è sentirsi giù. E' non avere più voglia di vivere, e senza un motivo logico. E' la testa che racconta una bugia colossale, a cui non puoi fare a meno di credere. E' così e basta.
Mi è stato detto che alla fine di un viaggio finisce anche la benzina, ma mi è stato detto anche che quando si finisce la benzina la cosa più utile da fare è andare a rifornirsi dal distributore, che se si cerca di far andare l'auto spingendola a braccia dopo qualche metro uno come minimo ci sviene sotto. Io ci sono svenuta sotto. E non è che mi sia piaciuto tanto tanto.
E allora fanc...uore alla vergogna, al pudore e all'imbarazzo, ho preso la mia tanichetta sottobraccio e mi sono recata al distributore. Per ripartire. Non so quando nè come, ma alla mia età ho tutto il diritto di vivere ancora, non di sopravvivere.
Ecco, appunto. Io la mia dose di antidepressivi li ho presi dopo la nascita di mia figlia, per una bruttissima depressione post-partum. Insieme però ho fatto anche un po' di psicoterapia. Dopo non ne ho avuto mai più bisogno degli anti depressivi, né per il primo cancro, né quando ho scoperto di avere le metastasi - a quel punto lì il mio amico omeopata mi ha fatto scoprire il potere antidepressivo e ansiolitico dell'Ignatia amara e non l'ho più abbandonata. Quindi, cara Mamigà, prendi quello che ti serve a ritrovare il tuo umore migliore, senza preoccupazioni o sensi di colpa.
Giorgia (dal vecchio account Splinder)
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