mercoledì 2 luglio 2008

Due cose veloci

Non ho molta voglia di stare al pc, fa caldo... Ma due cose me le segno.
Prima.
Il fatto: ieri pomeriggio Papigà è andato dalla proprietaria del piccolo terreno antistante casa mia, in stato di abbandono, ad avvisare che l'erba è arrivata a un metro e ottanta di altezza, e sarebbe perlomeno sano se mandasse qualcuno a tagliarla (se non altro perchè non possiamo aprire la porta di casa senza essere investiti dai moscerini, nè parcheggiare senza farci largo tra le spighe che ormai sconfinano di qua). Risposta: la signora si è messa ad urlare che se il terreno non è nostro non ce ne deve importare un fico secco, che lei ha il diritto a tenerlo sporco quanto vuole, e altre urla da contadina ignorante che non sto a riportare per non sprecare tempo. Conseguenze: se entro sabato non si vede nessuno che tagli l'erba si va dai vigili come avvenne tre anni fa per i nostri retropettai, ci pensi la ASL a pulire quel lerciaio e gli mandi il conto. Perchè se hai un terreno di tua proprietà lo devi tenere pulito anche se non ci abiti, non è una mia invenzione, ma è la legge. E meno male che ci è andato Papigà e non io, l'ultima volta che dovetti difendermi di fronte a un'arroganza del genere ho fatto diventare viola un settantenne che da quel giorno quando mi vede mi saluta a testa bassa. E Papigà è decisamente più diplomatico, se ne è tornato di qua lasciandola urlare come una scema in mezzo alla strada, a fare una figura pietosa.
La riflessione: se non posso occuparmi di una cosa cerco di liberarmene, o di affidare a qualcun altro l'incarico di tenerla da conto finchè non posso permettermi di farlo io. E poi... vorrei proprio vedere se toccasse a lei aprire la finestra la mattina e trovarsi davanti uno schifo, sapendo che basta poco per mettervi rimedio. E ancora, mi meraviglio che persone che si vantano di vivere in ville da 200 metri quadri con giardino e giardiniere che ti tiene il parchetto attorno casa abbiano poi atteggiamenti così da persone di bassa estrazione. Un minimo di dignità, e che diamine, questa è la conferma che "signori" non lo si è nel portafogli ma nel cervello...

Seconda.
La cosa del dialetto friulano obbligatorio a scuola di qualche post fa. Cerco di spiegarmi meglio, anche se concordo con la maggior parte dei commenti lasciatimi.
Dunque, io ci tengo a precisare che per me il dialetto è una cosa bellissima, e va preservato. Certe espressioni dette in italiano e dette in dialetto non assumono lo stesso colore, lo stesso tono, non riempiono l'anima alla stessa maniera e non profumano di genuinità. Però...
Però in primis mi sento discriminata. In paese, ma come ovunque in Italia poi, è pieno, strapieno di persone che in questo paese non sono nate, ma ci vivono, ci lavorano, e hanno tutto il diritto di mantenere le loro tradizioni e le loro lingue. E hanno il dovere di tramandarle ai loro figli, nessuno può impedirlo a una generazione come la nostra che è abituata a viaggiare e a incontrare culture diverse.
Io sono veneta, mio marito è friulano, ed entrambi ci teniamo ad insegnare a nostro figlio che prima di tutto lui è ITALIANO. E se non impara a parlare bene l'italiano prima che il friulano (e perchè non il veneto allora? Un po' di rispetto per la sua mamma e le sue tradizioni?) avrà difficoltà ad imparare a parlare con chiunque.  I dialetti glieli insegnano i nonni, i paterni parlando con mio marito in friulano, mia madre quando parla con me in veneto, i ragazzi per la strada tra di loro si esprimono comunque in dialetto...mio figlio non è tenuto in una bolla sterile dove i dialetti sono tabù. E io il veneto l'ho imparato sentendo i miei genitori parlarlo tra di loro, pur interagendo con me in italiano.
Ma poi c'è anche un altro aspetto della cosa che mi lascia basita. Secondo diverse statistiche che ci vengono propinate durante tutto l'anno scolastico, sembra che in europa i nostri figli siano i più ignoranti, che siano quelli che meno parlano l'inglese e la grammatica appena sanno dove sta di casa. Ma allora perchè togliere ore di lezione di queste materie per riempirle con ore di dialetto? L'inglese apre le porte al mondo, se quando io ero alle elementari era facoltativo (infatti si frequentava il pomeriggio e solo per chi voleva) oggi non possiamo permettere ai ragazzini di non impararlo, nè possiamo permettergli di non sapere come si usano i verbi correttamente se vogliamo evitare di fare le solite pessime figure.
Questo è in generale il mio punto di vista, se mi viene in mente altro lo scrivo poi.
E scriverò anche il seguito di tutto quello che chi mi ha lasciato commenti sul post dei ricordi di trent'anni fa mi ha fatto scaturire dal baule dei ricordi...

10 commenti:

larafa ha detto...

Perfettamente ragione.... Considera però che almeno da me il dialetto si parla sempre meno e quindi c'è il rischio che si perda.... Per quanto riguarda la scuola, ho un'esperienza di due figli alle elementari e uno alle medie... Il tempo sprecato è tantissimo e non è che togliendo l'ora di dialetto aumentino grammatica o inglese, e nemmeno con matematica o altre materie serie.... Purtroppo se non è dialetto è torneo di palla prigioniera o visita alla coop o manualita (terracotta o disegno o anche ricamo o ancora musical..... Purtroppo lo schema di ore è fisso e se non trovi delle maestre (valide) che privilegiano il sapere piuttosto che le regole, qualche materia aggiuntiva c'è sicuramente... da voi è il dialetto.... mi sembra che non vi è andata poi troppo male....

utente anonimo ha detto...

Ciao!Credo proprio che tu abbia detto tutto quello che ci sia da dire, sono pienamente d'accordo con te!!!Ci sono dialetti, come il friulano, veneto, romano, sardo, siciliano ealtri ancora che sono vere e proprie lingue, ma dov'è quel luogo dove può essere imparato per bene?A contatto di persone che lo parlano o per la strada a contatto di persone, amici ecc...e poi eventualmente a scuola approfondire nelle ore di geografia tutto quello che c'è da sapere sulla propria regione... va beh io la penso così "molto quasi uguale a te". Aspetto tuoi commenti sul post dei ricordi: Un saluto per il tuo piccolo da mia figlia la piccola (13 anni). CIAO by Mary

larafa ha detto...

So che non c'entra niente con il post attuale, ma ti devo ringraziare taaaantissimo!!!!
Leggendo i post relativi alle tue telefonate..... Vi posso giurare che sono tutte vere!!!! Siccome a contrario di te il lavoro mi mette un'ansia indescrivibile, perchè mi sento in dovere di avere dei buoni risultati, da domani pensando a te proverò anch'io a prenderla un po' più sul ridere.... e poi vi racconterò!!!

utente anonimo ha detto...

ma scusa se mi intrometto.
mi pare che qui si stia un po' perdendo di vista il punto.
Premettendo che anche io sono veneziana e pure io sono trapiantata in Friuli, e premettendo che il discorso di parlare bene l'italiano mi trova completamente d'accordo vorrei solo dire una cosa. Per ridicolo che possa sembrare il fiulano NON è un dialetto, è una lingua. Viene insegnato anche all'università. Io personalmente sono in totale disaccordo con questo, ma come dici tu in un altro post "è la legge". Ed essendo il friulano una lingua è giusto insegnarlo fin dall'asilo...per quanto riguarda il veneziano...beh, se vai a vivere in Friuli difficilmente lo potranno mai insegnare...

Mamiga ha detto...

@Utente anonimo: guarda, io rispetto il tuo punto di vista perchè comunque ognuno è libero di pensarla a modo suo. Però sarebbe quantomeno educato firmarsi quando si lascia un segno in casa altrui. Grazie.

Mamiga ha detto...

Ah, tra l'altro, so benissimo che il friulano viene considerato una LINGUA, cosa che i più forse non sanno, ma come tale dovrebbe essere facoltativa e non obbligatoria. All'università te la scegli se la vuoi imparare, alle scuole dell'obbligo in tutta Italia vengono insegnate obbligatoriamente inglese e francese, e se vuoi impararne altre ti iscrivi a corsi pomeridiani che siano (e non mi risulta che il Friuli sia uno Stato a sè, sebbene goda di quel particolare stato di cose di cui godono le regioni a statuto speciale). E non che sia facoltativa nel senso che se scegli di non farvi partecipare tuo figlio l'alternativa è un'ora a giocare con la bidella...
Che il veneziano venga insegnato in friuli non me lo sogno nemmeno. Non sono così stupida da pensarlo.

utente anonimo ha detto...

...beh, a quanto pare io faccio parte dei più!!! ma allora, mi sembra che anche il sardo sia una lingua, come forse il napoletano , il siciliano...vai a capire che cosa dicono!!!premetto che sono di Firenze e che quindi NON sono di parte! Forse avrò detto qualcosa di sbagliato??? Ciao by Mary

utente anonimo ha detto...

Noi insegnanti preferiremmo preservare usi, costumi e tradizioni legate al territorio, senza le quali il friulano (lingua legata alla terra e sostranzialmente orale alla quale si è dato d'imperio grammatica e regole di scrittura) non ha senso. Invece ci sono persone pagate per tradurre Firefox in friulano...
Chiara

utente anonimo ha detto...

Chiara, si e la regione Friuli Venezia Giulia paga persone per tradurre i cartelli stradali in friulano...
Nel momento in cui ci si rassegna all'idea che il friulano è una lingua è ovvio che attorno a questa orbitino una serie di lavori (più o meno consoni). Non mi risulta, comunque, che Firefox paghi persone per le traduzioni del programma...

utente anonimo ha detto...

mamigà scusami, sono Anna, mi sono dimenticata di firmare il commento appena inviato :(