sabato 9 luglio 2011

Il ritorno del Gi


Dopo mesi di rinvii per le motivazioni più fantasiose, giovedì pomeriggio finalmente siamo riusciti a far giocare assieme mio figlio e il Gi a casa nostra. Vi ricordate del Gi? L'amico-fratello del Power, il suo alter-ego dal corso preparto a giugno 2010 con una breve pausa tra il primo mese e i due anni di vita, il suo uno-la-mente-l'altro-il-braccio-in-perenne-alternanza, il Gi che a settembre 2010 si è trasferito in un paesello (quattro case e un bar, va beh) a tre o quattro chilometri da qui per cui (per cara grazia delle maestre) ha frequentato la prima elementare nella scuola del paese vicino? Bene, giovedì si è riunita la coppia, il Gi e sua madre si sono fermati anche a cena.


E ho ricevuto la buona novella: verso l'inizio dell'autunno il Gi e sua madre si torneranno a trasferire qui in paese, e quindi il Gi e il Power torneranno ad essere compagni di scuola. E di danni quotidiani.

Io al Power non l'ho ancora detto, perchè non sia mai che all'ultimo momento i programmi cambino e non ci rimanga male, e comunque mi piace l'idea dell'effetto-sorpresa il primo giorno di scuola. Sulle prime, sono sincera, non è che sia stata proprio contenta della prospettiva: il Gi e il Power avevano un rapporto quasi simbiotico, in ogni senso. Il Power poi si isolava spesso se non c'era il Gi, ci sono voluti quattro anni perchè sviluppasse la sicurezza necessaria per buttarsi in altre amicizie, e non è stato un affare semplice.  E le maestre dell'asilo hanno avuto il loro bel daffare a cercare un modo per farli convivere nella stessa classe senza dare di matto, perchè il Gi è la fotocopia di mio figlio: stessa tenacia, stessa energia, stessa fantasia, stessa testa, fortunatamente è un po' meno corporuto (ma ci vuole poco) e stessa faccia tosta. Si potrebbe parlare dell'uno o dell'altro indifferentemente, su qualsiasi piano, tranne quello famigliare. Per chi conosce il Power di persona, immaginate di avere due Power assieme al massimo della loro espressione e della forma fisica: bello, divertente,  ma da prendere possibilmente a rate.
Ecco, non ero proprio entusiasta della cosa. Già mi vedevo un inverno fatto di battaglie e un raddoppio di note sul libretto (e ce ne vuole), con tutti gli annessi e connessi. Come se non ci fossero abbastanza problemi su quel lato.

Ma poi, osservandoli giocare per quelle tre o quattro ore, mi si è stretto il cuore.
Perchè anche se non si vedevano da mesi sembrava che si fossero lasciati sulla porta dell'asilo poco prima.
Perchè durante questo anno di vita "separata" sono cresciuti, se pur divisi, nella stessa direzione, nel bene e nel male. Soprattutto nel bene.
Perchè il Power è stato il bambino più felice del mondo, dall'eccitazione non riusciva ad addormentarsi l'altra sera, e quando è crollato è crollato col sorriso sulle labbra.
E perchè si, è vero, è dura star dietro a una coppia del genere, ma mio figlio ha avuto una fortuna che non capita tutti i giorni: trovare un amico e crescerci assieme, ma un Amico-Amico, di quelli che se ne trovano pochi nella vita, e a differenza della sua mamma lui ce l'ha qui a un tiro di schioppo.

Ed è bellissimo.

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

sono contenta, perchè trovare un 'A mico, un vero Amico,
è una rarità!
ed almeno questa notizia ti farà essere un po' più serena!
un abbraccio cenerentola

nevepioggia ha detto...

Già è raro avere un Amico/a, averlo vicino è veramente una grandissima fortuna ( detto con cognizione di causa, visto che fra me e la mia Amica c'è il mar Tirreno e L'appennino!)
Ciao Sara, buon w.e.

widepeak ha detto...

hai fatto le giuste considerazioni, mami. e poi, se tanto mi dà tanto, è possibile che sentirsi meno solo possa di molto aiutare tutti gli aspetti di maggiore "vivacità" del power. sentendosi più sicuro con un amico accanto potrebbe diventare tutto più facile. io comunque te lo auguro :)