Che notte assurda. Forse per la prima volta ho compreso cosa significa avere i gatti che rompono i marones di notte (Laura e Meg so già che state ghignando, ma io le mie gatte le avevo educate bene).
Tommy ha voluto a tutti i costi dormire qui, e mi stava anche bene visto che da quindici giorni la sua padrona non c'era e fuori temporalava. Ieri sera mangia con le altre due befane, poi si trova un angolo e inizia a ronfare.
All'una di notte tornano i suoi padroni, lui evidentemente li sente e inizia a miagolare. Bene, dico, vai fuori e torna a casa tua. Ma lui no, di fronte alla porta aperta fa marcia indietro: fuori fa fresco e piove. Ok, me ne torno a letto. E di nuovo inizia a miagolare. Stavolta scende Marco, gli riempie la ciotola di crocchette (avrà fame?) e gli chiude la bocca così per un paio di ore. Ore tre: GNAAAAAUUU GNAAAANUUU. Mi alzo io, stavolta. Lui mi vede, inizia a fusare in direzione della porta, gli apro per farlo uscire e lui rifà marcia indietro strusciandomisi sulle gambe. Vuoi coccole, va bene, tu sei un very domestic cat e vuoi la tua parte, ma accontentati di due minuti perchè ho sonno.
Ore quattro e trenta: chiama Trippa. Non vuole dormire da solo (da quando è ricominciato l'asilo fa così, è da capire), così anzichè farlo venire nel lettone vado io a letto con lui per un'ora. Ore cinque: GNAAAUUUUUU GNAUUUUUU. Si alza Marco incazzosissimo, prende Tommy e lo scaraventa in ingresso, le altre due lo seguono e tutti e tre i gatti si trovano chiusi nell'ingresso di casa, cibo a disposizione e un bel balcone su cui stendersi tutti e tre a fare i cavoli loro.
Ore sei e quarantacinque: Tommy scassa a dismisura. Io mi alzo definitivamente, apro la porta e mi trovo: Tommy che si rotola per terra in cerca di coccole, Heidi in un angolo a guardarlo con una tipica espressione da "ma non ti vergogni? Maschio, grosso e piattola, sei lo zimbello della specie", e Gioia incazzatissima che rugna come una pentola a pressione, non vuole essere toccata e come mi vede schizza via (è ancora in convalescenza, non doveva subire una rottura di scatole del genere povera bestia).
Stamattina ho visto la mia vicina. Le ho raccontato quello che è successo. La risposta?
-Eh, voleva che lo prendessi in braccio e lo accompagnassi in casa mia, a lui non importa se sono le quattro del pomeriggio o le tre di notte. Ma hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Ti ringrazio per la sopportazione...
Almeno è stata gentile, apprezzo. Ma il Tommy in casa mia di notte non ce lo voglio più.
Tommy ha voluto a tutti i costi dormire qui, e mi stava anche bene visto che da quindici giorni la sua padrona non c'era e fuori temporalava. Ieri sera mangia con le altre due befane, poi si trova un angolo e inizia a ronfare.
All'una di notte tornano i suoi padroni, lui evidentemente li sente e inizia a miagolare. Bene, dico, vai fuori e torna a casa tua. Ma lui no, di fronte alla porta aperta fa marcia indietro: fuori fa fresco e piove. Ok, me ne torno a letto. E di nuovo inizia a miagolare. Stavolta scende Marco, gli riempie la ciotola di crocchette (avrà fame?) e gli chiude la bocca così per un paio di ore. Ore tre: GNAAAAAUUU GNAAAANUUU. Mi alzo io, stavolta. Lui mi vede, inizia a fusare in direzione della porta, gli apro per farlo uscire e lui rifà marcia indietro strusciandomisi sulle gambe. Vuoi coccole, va bene, tu sei un very domestic cat e vuoi la tua parte, ma accontentati di due minuti perchè ho sonno.
Ore quattro e trenta: chiama Trippa. Non vuole dormire da solo (da quando è ricominciato l'asilo fa così, è da capire), così anzichè farlo venire nel lettone vado io a letto con lui per un'ora. Ore cinque: GNAAAUUUUUU GNAUUUUUU. Si alza Marco incazzosissimo, prende Tommy e lo scaraventa in ingresso, le altre due lo seguono e tutti e tre i gatti si trovano chiusi nell'ingresso di casa, cibo a disposizione e un bel balcone su cui stendersi tutti e tre a fare i cavoli loro.
Ore sei e quarantacinque: Tommy scassa a dismisura. Io mi alzo definitivamente, apro la porta e mi trovo: Tommy che si rotola per terra in cerca di coccole, Heidi in un angolo a guardarlo con una tipica espressione da "ma non ti vergogni? Maschio, grosso e piattola, sei lo zimbello della specie", e Gioia incazzatissima che rugna come una pentola a pressione, non vuole essere toccata e come mi vede schizza via (è ancora in convalescenza, non doveva subire una rottura di scatole del genere povera bestia).
Stamattina ho visto la mia vicina. Le ho raccontato quello che è successo. La risposta?
-Eh, voleva che lo prendessi in braccio e lo accompagnassi in casa mia, a lui non importa se sono le quattro del pomeriggio o le tre di notte. Ma hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Ti ringrazio per la sopportazione...
Almeno è stata gentile, apprezzo. Ma il Tommy in casa mia di notte non ce lo voglio più.
5 commenti:
Uuuhh!Che nottataccia! Ti capisco e hai tutta la mia solidarietà: Sole in casa di notte, meglio di no!Anche se l'altra mattina l'ho scoperto in casa e ancora non avevo aperto porta o finestre.
PS: Ihihihih! Come hai reso bene il pensiero di Heidi!
Uuuhh!Che nottataccia! Ti capisco e hai tutta la mia solidarietà: Sole in casa di notte, meglio di no!Anche se l'altra mattina l'ho scoperto in casa e ancora non avevo aperto porta o finestre.
PS: Ihihihih! Come hai reso bene il pensiero di Heidi!
Anche i miei sono educati abbastanza bene, ma una volta ogni tanto gli gira di rompermi i coglioni, la notte. Capisco quello che hai passato e ti abbraccio per dimostrarti tutta la mia solidarietà :D
F.
Anche i miei sono educati abbastanza bene, ma una volta ogni tanto gli gira di rompermi i coglioni, la notte. Capisco quello che hai passato e ti abbraccio per dimostrarti tutta la mia solidarietà :D
F.
@ blue: qui succede ESATTAMENTE il contrario, ma ho le spiegazioni etologiche ;)
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