Checcariiiiiiiiiini! Tutti in fila, tutti assieme, tutti obbedienti verso le maestre, battono le manine, cantano la canzoncina, recitano la poesiola, ma guarda che candore, che contegno, come sono braaaaaaaaaavi! E tutti a ritmo, si vede che si sono impegnati eh? Bravi! Bbbbbraviiiiiiiiiiii!!!
Mica... Il Power è il Power, non dimentichiamocelo MAI!
Venerdì scorso c'è stata la recita di fine anno (fine... manca ancora un mese alla fine ma vabbè, l'hanno fatta il 29 maggio) della materna. Una recita in grande stile, considerando l'età dei piccoli attori/cantanti che dir si voglia. Penso che sia un po' quello che accade in ogni recita scolastica: i bambini si mettono in semicerchio e recitano la poesiola, cantano la loro canzoncina e via. E mio figlio erano giorni che attendeva l'evento, e con emozione anche, visto che si trattava dell'evento allegro che doveva cancellare dalla sua mente la seccante incombenza di tre giorni prima (i prick test, ndM). Entusiasta nei giorni antecedenti mi ha più e più volte declamato la poesiola di fine anno, invitandomi a impararla a memoria con lui (ma quandomai, io non imparo a memoria nemmeno i numeri di telefono da tanto tempo, vivo di arretrati io, e di memoria del cellulare...), ha più e più volte canticchiato la canzoncina dei "gufi" (la sua parte alla recita sulla primavera nel bosco), cosa che mi diverte sempre tra l'altro.
E con entusiasmo ci siamo recati alla recita venerdì mattina, al teatro, come i grandi diceva il Power. Eravamo io e Papigà ovviamente, la nonna L. e Cricci.
Quando sostengo di avere un figlio anarchico intendo esattamente questo. E poi ditemi se sono in errore.
Si apre il sipario. Al centro una decina o poco più di bambini con la maglietta da gufi (blu, col gufo dipinto e il nome sotto). Inizia il semicerchio di gufetti proprio mio figlio, che svetta come una colonna e non lo vedi solo perchè è il primo, ma soprattutto perchè un metro e venti di bambino con due spalle da muratore e due ciuffi da Goldrake è difficile da non notarsi tra dieci alti un metro scarso tutti composti. E difficile non notare che, mentre gli altri bambini cantano la canzoncina dei gufi battendo ritmicamente i legnetti (bravi sul serio), il Power... guarda avanti a sè, dritto, fiero, con le mani dietro la schiena, la bocca chiusa, e verso la fine della scenetta tira fuori i legnetti famosi e inizia ad agitarli come le spade dei... Power Ranger. Beh, tra noi non so chi rideva di più. Mia madre a stento riusciva a tirare il fiato, viola in viso che sembrava stesse avendo una orribile reazione allergica. Io vabeh, mi aspettavo qualcosa del genere, ma così all'inizio dello spettacolo neanche poi tanto...
Poi il suo gruppetto si ritira e sfilano gli altri. Finchè c'è la poesia finale: ottanta bambini sul palco, a semicerchio, su tre file (ovviamente il Power dietro, primo della sua fila, in piedi). Inizia la recita della poesia e lui che fa? La recita, si, ma... si volta di spalle. Eccheccavolo, perchè bisogna fare quello che dicono le maestre? Dare loro soddisfazione va bene, ma io ci metto del mio, così le faccio fesse! Bello il braccio di una maestra che, da dietro il sipario, si nota prendere il bambino e tentare di farlo girare, e lui con sguardo fiero guardarla come per dire "che vuoi? Sto pur recitando...".
Oh, beh, credo di non aver mai riso tanto in vita mia... E ho anche pianto. Queste recite (è alla terza che partecipo) mi commuovono sempre. Per i bambini è importante, e lo si respira. Bravi. Bravissimi.
E bravo anche PRMF, che anche se ora vuol essere chiamato Gormito, non si smentisce mai.
Mica... Il Power è il Power, non dimentichiamocelo MAI!
Venerdì scorso c'è stata la recita di fine anno (fine... manca ancora un mese alla fine ma vabbè, l'hanno fatta il 29 maggio) della materna. Una recita in grande stile, considerando l'età dei piccoli attori/cantanti che dir si voglia. Penso che sia un po' quello che accade in ogni recita scolastica: i bambini si mettono in semicerchio e recitano la poesiola, cantano la loro canzoncina e via. E mio figlio erano giorni che attendeva l'evento, e con emozione anche, visto che si trattava dell'evento allegro che doveva cancellare dalla sua mente la seccante incombenza di tre giorni prima (i prick test, ndM). Entusiasta nei giorni antecedenti mi ha più e più volte declamato la poesiola di fine anno, invitandomi a impararla a memoria con lui (ma quandomai, io non imparo a memoria nemmeno i numeri di telefono da tanto tempo, vivo di arretrati io, e di memoria del cellulare...), ha più e più volte canticchiato la canzoncina dei "gufi" (la sua parte alla recita sulla primavera nel bosco), cosa che mi diverte sempre tra l'altro.
E con entusiasmo ci siamo recati alla recita venerdì mattina, al teatro, come i grandi diceva il Power. Eravamo io e Papigà ovviamente, la nonna L. e Cricci.
Quando sostengo di avere un figlio anarchico intendo esattamente questo. E poi ditemi se sono in errore.
Si apre il sipario. Al centro una decina o poco più di bambini con la maglietta da gufi (blu, col gufo dipinto e il nome sotto). Inizia il semicerchio di gufetti proprio mio figlio, che svetta come una colonna e non lo vedi solo perchè è il primo, ma soprattutto perchè un metro e venti di bambino con due spalle da muratore e due ciuffi da Goldrake è difficile da non notarsi tra dieci alti un metro scarso tutti composti. E difficile non notare che, mentre gli altri bambini cantano la canzoncina dei gufi battendo ritmicamente i legnetti (bravi sul serio), il Power... guarda avanti a sè, dritto, fiero, con le mani dietro la schiena, la bocca chiusa, e verso la fine della scenetta tira fuori i legnetti famosi e inizia ad agitarli come le spade dei... Power Ranger. Beh, tra noi non so chi rideva di più. Mia madre a stento riusciva a tirare il fiato, viola in viso che sembrava stesse avendo una orribile reazione allergica. Io vabeh, mi aspettavo qualcosa del genere, ma così all'inizio dello spettacolo neanche poi tanto...
Poi il suo gruppetto si ritira e sfilano gli altri. Finchè c'è la poesia finale: ottanta bambini sul palco, a semicerchio, su tre file (ovviamente il Power dietro, primo della sua fila, in piedi). Inizia la recita della poesia e lui che fa? La recita, si, ma... si volta di spalle. Eccheccavolo, perchè bisogna fare quello che dicono le maestre? Dare loro soddisfazione va bene, ma io ci metto del mio, così le faccio fesse! Bello il braccio di una maestra che, da dietro il sipario, si nota prendere il bambino e tentare di farlo girare, e lui con sguardo fiero guardarla come per dire "che vuoi? Sto pur recitando...".
Oh, beh, credo di non aver mai riso tanto in vita mia... E ho anche pianto. Queste recite (è alla terza che partecipo) mi commuovono sempre. Per i bambini è importante, e lo si respira. Bravi. Bravissimi.
E bravo anche PRMF, che anche se ora vuol essere chiamato Gormito, non si smentisce mai.
3 commenti:
Guarda pagherei per vedere dal vivo queste scene ...il Power/Gormito e' un mito ... e tu lo descrivi egregiamente !!!!!!!!
ehm..io vorrei vedere le magliettine col gufo dipinto!!!;-PPPP
il Power é un mito! Sono morta dal ridere anche io leggendo! Tua madre..avrei pagato per vederla..
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