sabato 25 novembre 2006

A quel trappolo del mio bambino

Tre anni fa non avevo tutta questa confusione in casa. Tre anni fa raccoglievo meno polvere, non lavavo stoviglie di plastica e non facevo due lavatrici al giorno. Tre anni fa riuscivo a dormire anche dieci ore di fila senza interruzioni, stiravo due ore la settimana al massimo e far la spesa era un piacere anzichè una battaglia furibonda. Potevo decidere dove andare all'ultimo minuto e far salire una persona in più sul sedile posteriore dell'auto, provarmi un paio di pantaloni nel camerino di un centro commerciale senza dover essere scortata, fare una telefonata in santa pace quando ne avevo voglia e andare a trovare chi volevo senza mezz'ora di preparazione mentale e nervosa. Nel  carrello della spesa non c'era mai l'ultimo numero della rivista della Pimpa, nè dieci yogurt alla frutta senza pezzi, e lo stracchino solo due volte l'anno quando avevo l'influenza. Non c'erano nemmeno tre formati di pastina mignon per la minestra. In casa non correvo il rischio di inciampare ogni momento in pezzi di costruzioni di plastica, nell'ingresso non dovevo fare lo slalom tra triciclo e banchetto da lavoro per aprire la porta, non dovevo predicare quindici volte a pasto che quando preparo da mangiare non posso avere nessuno tra i piedi tantomeno sotto ai fornelli. Potevo perfino guardare i miei programmi preferiti alla tivù, senza dover subire quintali di cartoni animati. Che detesto. La mia scatola dei filati non doveva necessariamente essere nascosta, il videoregistratore e la tivù stavano ben bene nel loro ripiano in basso nel mobile del soggiorno, i pomelli dei mobili erano avvitati nelle loro rispettive sedi e la gatta, allora era solo una, non fuggiva di casa così spesso.


Ma tre anni fa tu non c'eri. Non esistevi se non nel mio grembo, e ti aspettavo con paura e con tanta tenerezza. Tre anni fa la casa era molto più silenziosa e vuota, e io ero molto più sola. Le mie giornate erano scandite dai turni di lavoro di tuo padre, e tutto quello che mi circondava non mi riempiva l'anima. Niente mi faceva sorridere quanto mi fai sorridere tu, niente mi faceva gustare il sapore delle scoperte come fai tu. Niente era bello come te. E io sono felice di averti messo al mondo.


Ti voglio bene Gabri.


Mamigamamma

9 commenti:

ruadhbuitch ha detto...

Ci sono volte in cui fanno letteralmente dannare, altre in cui vorresti strapparti i capelli, altre in cui ci si rende conto di pulire casa con il dubbio "ma quanto durerà?"... ma basta guardarli per sorridere, provare tanto amore e rendersi conto di quanto sarebbe triste e vuota la vita senza i propri cuccioli
:)

Amy.J.Lee ha detto...

Che dolce!!!
Ciao Amy

LauraGDS ha detto...

poi se ti chiamo tra lacrime e singhiozzi per i motivi che tu sai non angosciarti troppo ;))))

utente anonimo ha detto...

Questo post potrei tranquillissimamente averlo scritto io!!!!

Auguri trappolotto!

maidirethai ha detto...

Quanto amore nelle tue parole...Gabri sei un bimbo fortunato!
Isa

venezia ha detto...

Anch'io ogni tanto mi fermo a pensare a quando non c'erano le due pesti in casa...avevo una libertà assoluta, che non sapevo neppure come godermi tutta, che non sapevo neppure di avere!!....ma ora che ci sono loro so anche che c'era il vuoto.....
Baci a tutti voi!!!
Silvia

cuoredipadre ha detto...

bellissimo post...davvero.

con affetto
D.

fantasymeg ha detto...

letto ad alta voce in ufficio. La mia collega è qui emozionata perchè per lei è esattamente come dici tu, visto che Martina ha 2 anni... una domanda da parte sua: ma tu in bagno ci vai da sola?
un bacione
meg e Lucia

Mamiga ha detto...

@Meg: HEHEHEHEHEHEHE... IN BAGNO DA SOLA... COS'E'? Solo nel bagno del lavoro. :(
Mamigà