mercoledì 4 aprile 2007

Colpi duri, anzi, durissimi...

Stamattina la Gioiuta esce come sempre attorno alle otto dopo la spazzolata di rito, e non si fa più vedere fino a sera. Stasera rientra attorno alle sette e qualcosa, e zoppica. Mangia velocemente e sparisce. La cerco per venti minuti e la scovo... rintanata sotto a una quindicina di peluche, scoperta solo grazie alla punta della coda che usciva dal mucchio e che in quel momento era l'unico pelo che si muoveva appena. Ovviamente stava male e voleva starsene per i fattacci suoi.
Non è la prima volta che Gioia si fa male. Sicuramente sarà di nuovo caduta da qualche parte (perchè lei non cade in piedi come gli altri gatti), ed è rimasta tutto il giorno fuori tiro soprattutto-sospetto-di Heidi, che come al solito appena l'ha vista è diventata il suo tormento. O almeno ci ha provato, perchè Mamigà in questi casi è sempre stata di un ferreo pauroso: gatta che sta male guai a chi la tocca. Pena, un volo diretto senza scalo da qui alla finestra. Umani o felini è uguale. E mi fa una pena... Di solito è sempre bastato lasciarla tranquilla qualche giorno e il problema si risolveva da sè, anche quella volta che è caduta dal terrazzo e si è consumata la prima vita (altre due le ha consumate in altri modi su cui non mi soffermo).
E Gabri... Gabri ha litigato forte col suo papà stasera. E per la prima volta ha fatto a pugni col suo orgoglio ferito. Praticamente Papigà è stato via da casa dalle undici alle otto di stasera, quindi si sono salutati alle otto e mezza di stamane quando Trippa è partito per l'asilo. Papigà quindi torna, e mentre gli scaldo la cena risponde a una telefonata di lavoro. Trippa è infervorato, rincorre il padre per giocare urlando di gioia, e il padre gli chiede gentilmente e poi con fermezza di lasciarlo parlare tranquillo per un momento, che poi avrebbe giocato con lui. E Trippa cosa fa? Per la prima volta... gli morde un braccio. Ma un morso vero, di quelli che lasciano il segno, un morso che brucia. Papigà quindi gli molla un ceffone, finisce in un momento la telefonata e va a cantargliele. Poi silenzio.
Trippa se ne va in ingresso, sta seduto in silenzio guardando il muro. Il suo papà lo ha deluso, il suo papà gli ha dato uno schiaffo mentre lui cercava la sua attenzione.
Ma Trippa non sa che quello che ha fatto lui a Papigà è molto doloroso. O perlomeno, gli hanno sempre detto di non farlo e mai prima d'ora gli era arrivato uno schiaffo per questo. E proprio dal suo miglior compagno di giochi, il suo amico più fidato, il papà!
Io dopo un po' vado da lui e iniziamo a parlare. Trippa mi spiega che è arrabbiato, che sa di aver fatto male a papà, ma non vuole chiedergli scusa. Dice che papà non lo vuole più e gli spiego che non è così, che papà gli ha dato uno schiaffo perchè Trippa si è comportato male ma se vuole che papà torni ad essere suo amico non ha che da chiedergli scusa. Papà gli vuole bene. Ma Gabri è orgoglioso e scusa non vuole chiederlo a papà. Si fa prendere in braccio per andare a letto ma quando incontra lo sguardo di papà in soggiorno gira la testa dall'altra parte, fiero e fermo. Giuro, aveva la faccia di un adulto offeso nell'intimo.
Domani sicuramente faranno pace, si vogliono tanto di quel bene che non è possibile che rimangano imbronciati a lungo. E Trippa di fondo quando vuole ragiona molto bene. Ma credetemi, Papigà ha sofferto almeno il doppio di lui per aver perso una serata di giochi con nostro figlio, perchè tra le due teste la più dura non so quale sia.
Diventare uomini è dura...


 

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

Cara Mamigà, mi hai fatto venire le lacrime agli occhi, perchè nelle tue righe rivedo il mio Valerio, la sua testardaggine, la sua irruenza, la sua gioia di vivere e il suo amore per il papà... I nostri ometti hanno bisogno, a volte, di essere guidati con un pò più di fermezza , ma sanno benissimo che li amiamo da morire...
Un sorriso
Patty

LauraGDS ha detto...

beh trippa ha ammesso di aver sbagliato quindi sa. E' peggio quando il ceffone lo becchi e non ti capaciti del perchè.

fully53 ha detto...

Secondo me hai fatto molto bene a spiegare a Gabri il perché dello schiaffo e che non equivale alla perdita del suo compagnone di giochi. Penso che sia importante imparare la responsabilità delle proprie azioni, senza esagerarla ma neanche sottovalutarla.
Mi pare un comportamento perfetto, che sarebbe opportuno utilizzare anche in molti rapporti fra adulti.