Non lo scrivo mai perchè non è molto attinente al tema di questo blog, ma ogni tanto mi diletto anche a fare del patchwork. Ma non ho mai acquistato le famose "stoffine".
La riflessione mi è venuta in mente partendo da una chiacchierata fatta l'altra sera con un'amica, si parlava appunto delle cotonine da patchwork. In giro se ne vedono di ogni tipo e mi hanno sempre attirato, ce ne sono di meravigliose. Ma i prezzi... care mie i prezzi... Ad essere sincera io ho sempre usato avanzi di stoffe di quando confezionavo camicie o cosine per il mio tato, vestiti disfatti (tipo gonne o vestaglie di cotone di quelle che usava mia suocera, a fiorellini, ancora in buono stato ma non abbastanza per essere indossate), addirittura riutilizzo i jeans in cui non entrerò mai più nemmeno se mi stringessero in un bustino da dama dell'ottocento per ricavarne quadrotti da ricucire. Sarà patchwork povero ma finora sono sempre stata piuttosto orgogliosa dei risultati ottenuti. Soprattutto perchè non ho speso mai nulla per realizzare le mie cosine se non qualche euro di fogli di imbottitura. Poi oggi per un caso ho trovato su Wkipedia questo cenno sulla storia del patchwork:
La tecnica si è sviluppata nei secoli scorsi presso i pionieri americani che riciclavano le parti in condizioni migliori dei capi ormai consunti per la riparazione di altri capi o per la realizzazione di nuovi.
Mi sono decisamente "lucidata" l'orgoglio... senza volerlo ho fatto del patchwork d'antan...
La riflessione mi è venuta in mente partendo da una chiacchierata fatta l'altra sera con un'amica, si parlava appunto delle cotonine da patchwork. In giro se ne vedono di ogni tipo e mi hanno sempre attirato, ce ne sono di meravigliose. Ma i prezzi... care mie i prezzi... Ad essere sincera io ho sempre usato avanzi di stoffe di quando confezionavo camicie o cosine per il mio tato, vestiti disfatti (tipo gonne o vestaglie di cotone di quelle che usava mia suocera, a fiorellini, ancora in buono stato ma non abbastanza per essere indossate), addirittura riutilizzo i jeans in cui non entrerò mai più nemmeno se mi stringessero in un bustino da dama dell'ottocento per ricavarne quadrotti da ricucire. Sarà patchwork povero ma finora sono sempre stata piuttosto orgogliosa dei risultati ottenuti. Soprattutto perchè non ho speso mai nulla per realizzare le mie cosine se non qualche euro di fogli di imbottitura. Poi oggi per un caso ho trovato su Wkipedia questo cenno sulla storia del patchwork:
La tecnica si è sviluppata nei secoli scorsi presso i pionieri americani che riciclavano le parti in condizioni migliori dei capi ormai consunti per la riparazione di altri capi o per la realizzazione di nuovi.
Mi sono decisamente "lucidata" l'orgoglio... senza volerlo ho fatto del patchwork d'antan...
3 commenti:
L'ho sentito giustappunto oggi in una trasmissione su sky e ti ho pensata! E comunque alcune stoffine carine non costano uno sproposito: c'è un posto che le vende a 5 euro al metro e sono un amore. Se mi ricordassi il nome. Appena me lo ricordo te lo scrivo!!!
Io ho una coperta di patchwork realizzata da una mia zia, e la adoro! E anche lei ha usato ritagli e ritaglini vari, più campioni di stoffa da tappezzeria che erano avanzati in un negozio :)
F.
Ho una specie di "festone" patchwork realizzato da una mia amica ungherese che ha imparato la tecnica in finlandia. Fatto proprio con quelle stoffe a fiorellini. Molto semplice, meravigliosamente rifinito, bellissimo.
Una volta io lavoravo a magli di continuo... ora non so manco dove sono finiti i ferri... :(
Leela
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