Da ieri Trippa si ferma a mangiare all'asilo. Come previsto sono capricci, ma sono ottimista: ultimamente il piccolo sembra essere più disposto a ragionare rispetto a qualche tempo fa, ormai realizza perfettamente quello che gli succede attorno per cui sono sicura che si tratta solo di adattarsi pian piano alla novità. Sinceramente mi sto rendendo conto che ogni cambiamento di qualsiasi tipo per mio figlio, anzichè apparire come una opportunità, risuona come una tragedia. Mi basta cambiare menù a tavola per scatenare un problema. Questa cosa ce l'ha da sempre, se penso anche solo alla fatica di passare dal biberon al cucchiaino, dagli omogeneizzati al cibo solido, anche ogni volta che dalle maniche lunghe si passa a quelle corte... ogni cambiamento è una difficoltà insormontabile, e ora va bene perchè appunto si riesce a ragionarci, ma spero che pian piano questa cosa si smorzi.
Chissà come la prenderà a fine giugno, quando il suo amichetto di giochi quotidiani si trasferirà in un altro paese. Io ho tentato di dirglielo, lo sto preparando, ma per ora non ho ottenuto un granchè, se non un semplice "si mama, N. va ad abitare nella casa subito vicino" (riferendosi alla villetta accanto). Oh, non che mi dispiaccia del tutto. Il piccolo N. è un piccolo delinquente, intendiamoci. A quattro anni lo stanno crescendo come un baby selvaggio... Suo padre gli ha insegnato a tirare il pallone sul tetto e a prendere di mira i gatti con la scopa, a scavalcare le reti per riprendersi il pallone quando finisce nei giardini altrui e poi a tirarlo di nuovo oltre alla rete per fare goal, a palleggiare sul cofano delle auto, a correre più forte degli altri quando riesce ad accaparrarsi un gioco non suo per non restituirlo, ad entrare nel mio giardino senza chiedere permesso per prendere quello che gli va (i giochi di Trippa, e per fortuna che Trippa ha imparato a riprenderseli senza troppi complimenti)... Ma nonostante tutto questo in fondo è anche grazie a queste cose che mio figlio ha imparato a difendersi, e ad andare d'accordo con i bambini vivaci senza farsi mettere i piedi sulla testa. E a N. vuole bene, perchè insieme passano le ore durante pomeriggi che da soli sarebbero estremamente tediosi. Trippa ha un altro amichetto che abita al di là della strada, ma non può invitarlo a giocare perchè questo bambino è allergico ai gatti e non può stare in casa nostra. Vedremo di organizzarci per andare noi da lui qualche volta. Sua madre ne sarebbe felicissima, me lo ha già detto.
Vederlo giocare con altri bambini mi dà una soddisfazione enorme. Forse perchè mi mostra in questo modo un lato del suo carattere che non conoscevo, il suo modo di rapportarsi con persone estranee alla famiglia eppure coetanei. Trippa è un amicone, non si butta nella mischia ma si diverte moltissimo a guardare gli altri che si divertono, e quando è sicuro che la situazione può fare per lui ci si adatta con una gioia sana e un atteggiamento da piccolo papà. Detta le regole con fermezza, esprime le sue sentenze, giudica con autorità ma sempre sorridendo, e gesticola tantissimo. E vuole aiutare tutti a modo suo.
Ah, Papigà ha un raffreddore da paura, io mal di gola e tosse. Ci risiamo.
1 commento:
Immagino quanto deve essere bello vederlo crescere e rapportarsi al mondo che lo circonda..ma mi sembra già piuttosto saggio per la sua età!!!;)
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