Diari di viaggio

Stamattina alle sei non ce l'ho fatta più di rigirarmi nel letto. Lo facevo da un'ora. Ho preso in mano una cosa lasciata nel cassetto da quasi due anni: il mio diario cartaceo. Quel diario cartaceo scritto con una calligrafia pessima, perchè di solito usato mentre stavo accovacciata nel letto o seduta in qualche posizione strana. E ho ricominciato a scrivere.
Il mio blog mi piace molto, provo un pizzico di orgoglio nel rileggere i vecchi post perchè mi ci ritrovo appieno. Ma qui purtroppo non sono libera di scrivere tutto, ma proprio tutto, e il motivo lo sa chi mi ha letto per il periodo in cui Machemamma è stato privato. Avevo anche creato un altro blog, sotto altro pseudonimo, che voleva essere il  mio personale "vomitatoio", ma non funziona, proprio non va: non posso scriverci alle sei del mattino quando ho voglia di farlo, perciò l'ho cancellato.
Mi rimane questo, il mio vecchio diario, che poi altro non è che un semplice quaderno ricopertinato. E lì stamattina ho buttato giù tutto quello che mi teneva sveglia, tutta la tensione e le mie nevrosi. Non lo ha letto mai nessuno oltre me. Nemmeno i diari più vecchi, non li ha mai letti nessuno, o almeno lo spero. Mi auguro solo che quando non esisterò più in questa vita, mio figlio trovandoli non li butti, e ancora di più non si scandalizzi se avrà il coraggio di leggerli. Papigà sostiene di non averci mai messo naso e gli credo, nonostante il diario si trovi nel cassetto del mio comodino, cioè nel posto più ovvio dove potessi metterlo.
Non credo, con questo, di dare l'impressione di avere due facce. Diciamo che qui voglio che rimanga quello che desidero ricordare, per rallegrarmi le giornate tra qualche anno.
Solo, mi chiedo, e lo chiedo anche a chi volesse lasciarmi una risposta dopo avermi letto, se davvero (come ho sentito dire) leggendomi do l'impressione di essere una persona dura e sempre piena di energia, ottimista e sicura di sè.  Perchè se ci fosse qualcuno che lo crede, sappia che non ha fatto mai un errore più grossolano.