sabato 27 settembre 2008

I'm a victim

Passata la paura di giovedì scorso (e ne avevo veramente una camionata, mi si creda) per delle analisi che dovevo fare, e il cui esito per fortuna è come speravo che fosse, è passata anche gran parte della mia ansia. Passata l'ansia ho avuto quel desiderio che si ha quando si sta bene di sentire persone che non si sentono da tempo, persone che per diverso tempo ho evitato di sentire perchè so che mi avrebbero ulteriormente innervosito, ma con cui comunque c'è dell'affetto. E ho preso il telefono in mano. Ho chiamato una mia parente.
Mai l'avessi fatto.
Premetto che la cosa non mi ha turbato più di tanto, perchè il peso che mi sono tolta dallo stomaco era talmente grosso che in questi due giorni mi sento come se anche se mi passasse un camion sulla testa non me ne accorgerei nemmeno. Sto bene.
Ma mi ha sconcertata questa parente, di colpo ho ricordato perchè non la chiamavo quasi mai in precedenza: fa parte della categoria "vittime eterne". Di quelle persone che se tu hai un brufolo loro ne hanno due, se tu ti sei rotta una gamba loro hanno rotto anche un braccio, se tu ti lamenti di non arrivare a fine mese loro si lamentano che nessuno gli presta mai soldi per comprarsi un pacchetto di sigarette. E frignano, frignano in continuazione.
Non so perchè in me ho questo sentimento così duro, di essere dura sono stata accusata (si fa per dire) tante volte in vita mia, ma me ne son fatta una ragione, e o mi si accetta così o mi si molla. Però io ho un istinto di repulsione stile muro di gomma verso questo genere di atteggiamenti. Oddio, non che se un'amica ha bisogno di sfogarsi perchè le va male qualcosa io non voglia star lì a prestare la spalla sia chiaro, ma ci sono persone che fanno della lamentela il loro stile di vita, e questo atteggiamento proprio non lo digerisco, non mi va giù, istintivamente mi sale un'allergia da vittima perenne che mi fa venire l'orticaria al sistema nervoso.  Che poi magari hanno bisogno davvero di un sostegno, ma io mi chiedo perchè mai non lo cerchino... da uno bravo. Di psichiatra. Perchè santo cielo, credere di essere sempre più sfortunati degli altri quando obiettivamente si ha il c...o nel burro non lo trovo mica tanto normale...

Ps. "Avere il c..o nel burro" non è una mia espressione. Me l'ha passata una suora. Giuro.

1 commento:

tinaweb ha detto...

Hai centrato in pieno il ritratto di una mia parente!! Guarda sono arrivata a non rispondere più al telefono..ci credi?? Io ne avrei una vagonata di mtoivi per lamentarmi...quindi ascoltare lei che invece sta meglio di me,mi urta..taaanto!!! Meglio evitare queste persone!! Sono contenta che ti sia tolta "il peso"!!!
Ti abbraccio!!
Tina